125 millisecondi...
Katniss mi ha colpito
alla mano ed io ho perso l’equilibrio. Sono caduto dalla Cornucopia. Ho anche lasciato
andare il suo ragazzo, Peeta, in fondo non volevo realmente portarlo via con
me. Ormai non me ne importa più nulla, tutto ciò per cui ho speso la mia vita è
dissolto come la nebbia al sole del mattino. Ora sono a terra tra gli ibridi
che dilaniano il mio corpo. E’ tremendo, invoco da Katniss quella pietà che
tante volte io ho negato alle mie vittime.
Lei tende l’arco e nell’agonia
vedo la freccia partire.
Tutta la mia vita è
stata spesa per essere il migliore. Nel nostro Distretto solo il primo
classificato dell’Accademia ha l’onore di potersi offrire volontario per
vincere gli Hunger Games e portare onore al Distretto o affrontare la morte nel
tentativo. Ho conosciuto Clove a 12 anni, siamo entrati in Accademia nello
stesso anno. Siamo cresciuti insieme, lei era il mio alter ego della sezione
femminile. Eravamo i primi in ogni corso, in ogni arte marziale a mani nude,
con i bastoni, i coltelli, in tecniche di sabotaggio e guerriglia, in armi,
esplosivi e tecniche di sopravvivenza. Lei era splendida, la chiamavano la Regina
dei Coltelli, arma nella quale era impareggiabile, non la si era mai vista
sbagliare un lancio. Ma l’Accademia ti cambia dentro. Non si possono imparare
cose simili dimenticando l’obiettivo finale, quello di massacrare altri 23
ragazzi come noi per essere i vincitori.
Ho visto spegnersi la
luce nei suoi occhi, l’ho vista diventare una macchina per uccidere. Ma lei non
è sempre stata così. Ogni tanto si apriva un po’ con me, ero il suo unico
amico. La sua famiglia non l’aveva mai amata ed aveva pensato per lei quella
vita ma all’inizio nel suo cuore c’era spazio anche per l’amore. Io e lei siamo
stati bene insieme e lei condivideva con me un piccolo segreto. Aveva un
gattino e lo aveva raccolto quando il piccolo era stato abbandonato dentro le
mura dell’Accademia. Per quasi tre anni lo aveva tenuto nascosto in un magazzino
abbandonato e lo nutriva segretamente, in Accademia non è permesso possedere
animali. Io lo sapevo perché lei si fidava di me e me lo aveva mostrato. Un
piccolo gatto grigio tigrato, lui e lei avevano gli occhi dello stesso colore. Per
questo piccolo essere ho visto sorridere la regina dei coltelli, per la prima
volta felice di avere una vita da proteggere anziché da spezzare.
Un Istruttore un giorno
seguì Clove fino al magazzino e lo vidi uscire di lì con il gattino preso per
la collottola e Clove dinanzi a lui quasi stordita. Si fermò al centro del
cortile di fronte a tutta l’accademia in allenamento. Io ero impietrito e
fissavo Clove mordendomi il labbro e pregando che tutto si risolvesse senza gravi
conseguenze per la mia Clove. L’istruttore ci guardò tutti e disse che avrebbe
mostrato cosa succede a chi trasgredisce le regole militari. Lei intuì e una
lacrima le rigò il viso. Non l’avevo mai vista così fragile. L’istruttore in un
attimo spezzo il collo al gattino, lo gettò a terra come un rifiuto e lo calpestò con gli anfibi.
Clove gridò il suo dolore, scoppio a piangere e cadde in ginocchio vicino al corpicino sfracellato della
bestiola. L’Istruttore urlò che la pietà non ci avrebbe mai portato da nessuna
parte e colpì Clove al volto con una violenza tale da spezzarle il naso e
trasformare il suo bel viso in una maschera di sangue. Io ed altri allievi
scattammo in avanti per fermarlo ma altri Istruttori ci bloccarono. Dopo alcuni
minuti Clove si alzò perdendo sangue e andò a farsi medicare in infermeria. Ma
non dimenticherò mai il suo sguardo. Quella che si era rialzata non era più la
Clove di prima, era una macchina di morte senza più traccia di umana pietà in
lei. Era persa per sempre. Tre giorni dopo in una sessione di allenamento al combattimento
Clove massacrò a mani nude quell’Istruttore. Uno scontro rapidissimo, i medici
militari dopo l’autopsia dissero che non avevano mai visto tanti danni provocati
in così poco tempo da un essere umano ad un altro. Non ci furono conseguenze
per lei perché in Accademia se un allievo diviene migliore di un Istruttore
significa che l’Istruttore non era degno di quel posto. L’intera Accademia ora
temeva Clove, la regina dei coltelli. Non mi parlava quasi più, affezionarsi a
qualcuno o qualcosa le aveva provocato solo troppo dolore. Poi finimmo l’Accademia
ed io e lei ci offrimmo volontari per gli Hunger Games.
Ho un unico rimpianto:
non sono riuscito a proteggerla e lei se ne è andata, aggredita alle spalle. Io
le ho voluto bene e darei qualsiasi cosa per vedere ancora una volta i suoi
occhi felici, quelli di quando accarezzava il suo gattino, di quando con me si
riposava dopo gli allenamenti, di quando con me scherzava nelle camerate.
Dopo 125 millisecondi
la freccia trapassa la mia testa e ne sento solo il sibilo ma tutto intorno a
me è cambiato: sono nella radura della Cornucopia e Clove è in piedi e proprio
di fronte a me con uno dei suoi micidiali coltelli da lancio. Lo scaglia e sibilando
si va a piantare a 2 cm dal mio orecchio sinistro, contro un albero alle mie
spalle. Sono impietrito ma lei sorride radiosa e bella come il sole e i suoi
occhi sono quelli di un tempo, quelli che ho amato.
“La Regina dei Coltelli
stavolta ha sbagliato...” le dico ridendo…
“Io non sbaglio mai…sarai
tu che ti sei mosso” mi sorride, dolce e pericolosa come una piccola tigre.