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Autore: baciamiharold    23/09/2014    0 recensioni
"caro diario, vorrei iniziare a raccontarti la mia storia, la storia più bella che una ragazza possa desiderare. non ti perderai nessun dettaglio perchè nessuno al mondo potrebbe mai dimenticare questa storia. inizio col dirti che a volte i sogni possono diventare realtà, proprio come nella favola di cenerentola... caro diario, non te ne pentirai di entrare a far parte della mia vita (o almeno spero)... ah dimenticavo, io sono rebecca, rebecca hill."
scommetto che chiunque vorrebbe far parte per almeno un momento della vita di una semplice ragazza londinese trasferitasi da solo un anno in un paesino lontano dal centro città, soprattutto se sarà proprio li che incontrerà l'amore... o forse l'odio.
*vivi la vita al momento, tutto il resto è incerto*
-baciamiharold
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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“I‘m half a heart without you”


 
Ricordo perfettamente quel giorno, proprio come fosse solamente qualche ora fa. Ogni tanto mi capita ancora di risentire quella scia di profumo che mi avvolgeva dopo aver passato del tempo insieme. Era tutto così bello e surreale per poterci credere, ma è successo, e sono felice di poterlo dire. Ormai sono passati sei anni da quel giorno, oggi avremmo festeggiato il nostro anniversario, come facevamo sempre, andando a cena fuori e brindando a fine serata con dello champagne francese. Purtroppo la vita è fatta di cose che iniziano e finiscono, niente dura per sempre, ma bisogna sempre vivere la vita al momento perché tutto il resto è incerto. Era la sua frase preferita, me la ripeteva ogni volta che mi vedeva triste o giù di morale, lui si che sapeva farmi stare bene. Era un ragazzo davvero speciale, la persona migliore che avessi mai incontrato nel corso della mia vita, e sono riuscita a perderla. Ogni volta che ripenso all’accaduto mi sento svenire, mi tremano le gambe, sento la gola secca e piano piano ho come l’impressione che se ne stia andando il respiro, così cerco di inspirare profondamente e inizio a pensare ad altro, anche se nella maggior parte dei casi non funziona.
 
 In questo periodo ho deciso di staccare un po’ dalla vita monotona e noiosa che sto conducendo in questi ultimi mesi, così ho chiesto il permesso ai miei di prendermi una vacanza e ho deciso di stare per un po’ a casa di mia nonna in campagna, lontano da tutto e da tutti, dove non conosco nessuno e sono lontana dai vecchi ricordi. L’unica cosa che ho portato con me, oltre ai vestiti, è il mio computer, così potrò rimanere in contatto con i miei tramite skype e avrò l’occasione di sfogarmi un po’ scrivendo tutto ciò che mi passa per la testa. Non sono molto brava a parole ma si da il caso che tutto quello che scriverò potrò leggerlo solo e solamente io.
 
Era il nove luglio del 2010 quando lo incontrai per la prima volta. Lo vidi lì, seduto al tavolino di un bar vicino casa mia mentre ascoltava la musica nel suo ipod tenendo il ritmo con il piede sinistro. Davanti a se aveva un bicchiere di coca-cola mezzo vuoto e un piattino di patatine in cui erano rimaste solamente le briciole. Lo notai subito e non potevi non notarlo. A primo impatto sembrava un misto tra un asociale e un depresso ma poi mi accorsi che in realtà era tutto il contrario di ciò che in quel momento dava a vedere.

Erano circa le 6.30 del pomeriggio più afoso e nuvoloso di sempre. Dovevo incontrarmi lì con Amy per aggiornarla sulle ultime novità tra me e Scott quando a un tratto mentre passavo tra i tavolini del bar sentii squillare il mio cellulare e nel prenderlo urtai col fondoschiena il tavolino che si trovava alle mie spalle e in un secondo riuscii a compiere la più grossa figuraccia di tutta la mia vita. Avevo appena rovesciato quel po’ di coca-cola rimasto nel bicchiere di quel ragazzo sulla sua maglietta bordeaux facendolo infuriare come una bestia. Gli chiesi scusa distrattamente e corsi all’interno del bar dove mi avrebbe dovuto aspettare Amy. Appena cercai di rispondere, il cellulare smise immediatamente di suonare così mi trovai costretta a richiamarla per chiederle che fine aveva fatto e perché non fosse ancora arrivata. Al primo squillo rispose subito con voce affannata e allo stesso tempo stridula dicendomi che stava arrivando. Conosco troppo bene Amy e quando mi dice “sto arrivando” significa che sta ancora scegliendo i vestiti da mettere mentre si trucca e litiga contemporaneamente con Victoria per farsi prestare qualcosa. Non ha mai avuto un buon rapporto con la sua gemella e a dire il vero neanche io. Ormai sono otto mesi che non parlo più con Vicky e devo dire che un po’ mi manca, ma ho sbagliato nel fare delle scelte e ora devo sottostare alle conseguenze.
Decisi che sarebbe stato meglio andarle incontro per evitare di rimanere li da sola per una mezzora abbondante, così mi alzai dal divanetto e lentamente uscii dal bar a testa bassa, cercando di non incontrare nuovamente lo sguardo di quel ragazzo. Appena superato quel tavolino sentii qualcuno dire – ehi, sai come levare le macchie di coca-cola senza avere a portata di mano uno smacchiatore? – così mi girai e con sorpresa vidi che il ragazzo si era appena tolto le cuffie dalle orecchie e mi guardava con una faccia perplessa. Di punto in bianco mi sentii rispondergli – no mi spiace – senza neanche averci pensato un secondo. Sperando che quell’imbarazzante conversazione fosse finita mi voltai di spalle e ripresi a camminare quando sentii ancora una volta la voce del ragazzo dirmi – beh, dovresti almeno provarci, sai? Sei tu che hai combinato questo schifo sulla mia maglietta preferita perciò se mi dai una mano te ne sarò grato. – Rimasi un attimo in silenzio valutando le possibili opzioni e quando sentii la suoneria di un sms appena arrivato lui disse – se ti offro qualcosa da bere mi daresti una mano? – così decisi di rispondergli con un – certo –. Mi sedetti difronte a lui e iniziammo a parlare dal niente, come se lo conoscessi da una vita.

Alla fine discutemmo di così tante cose che proprio non parlammo dei possibili metodi da utilizzare per pulire la sua maglietta. Era proprio un ragazzo simpatico e mi faceva ridere spesso grazie alle sue espressioni facciali e alle sue battute, soprattutto quella che fece sul mio accento che riteneva “strano e troppo chic” per essere un abitante di Doncaster, così alla fine confessai di essermi trasferita solamente un anno prima in questa zona e gli dissi che ero cresciuta a Londra.

Ormai erano le 7.15 e proprio mentre eravamo arrivati a parlare della sua idea di partecipare ai provini di XFactor sentii la voce di Amy urlare il mio nome, mi voltai e la vidi sorridente come al solito. Mi girai nuovamente verso il ragazzo dicendogli che dovevo andare e ringraziandolo dell’aperitivo ma prima che accostassi la sedia al tavolo per raggiungere Amy, disse– aspetta, non ti ho ancora chiesto una cosa.. – incredula riposi – cosa? – e lui – come ti chiami? –. Rimasi alquanto sconvolta pensando di aver parlato con un ragazzo senza neanche sapere il suo nome, così affermai con sicurezza  – Rebecca Hill –. Il ragazzo si alzò in piedi, allungo il suo braccio destro porgendolo alla mia mano dicendo – Louis.. Louis Tomlinson. È stato un piacere averti conosciuta, Rebecca.- e io risposi – anche per me. –
 
The end.
 
   
 
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