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Autore: ragazzadifuoco    23/09/2014    3 recensioni
«Non sono sicuro che tu abbia capito quanto questo test sia effettivamente importante. Sta di fatto che tuo padre è venuto a parlare con me e vuole che noi ti aiutiamo a migliore, quindi per questo test studierai con un tuo compagno di classe che ti farà da tutor. McCall verrà a casa tua questo pomeriggio, tuo padre è già stato informato.»
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Malia Hale, Scott McCall
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Che Malia Hale non fosse esattamente una cima a scuola era risaputo a tutti, ma la sua media a spagnolo era a dir poco imbarazzante. Lei non se ne curava molto, come ogni cosa che riguardasse la scuola. Da quando si era trasferita a BH aveva perso interesse per qualsiasi cosa. Fino ad un anno prima viveva con la madre a New York, poi la signorina aveva pensato bene di risposarsi e di spedire lei dall'altra parte del paese a vivere con un padre che a malapena conosceva. Non aveva amici, la sua media scolastica era un disastro e suo padre non faceva altro che lamentarsi. E lei si limitava a fare quello che fanno tutti gli adolescenti in crisi: ignorava tutti. Persino quando il professore di spagnolo annunciò che a breve ci sarebbe stato un test molto importante che avrebbe influenzato parecchio la loro media finale lei non se ne curò. La campanella suonò e Malia raccolse in fretta le sue cose e si affrettò verso la porta, ma il professore la fermò prima.

 

«Hale, aspetta! Devo parlarti.» disse. Malia sbuffò pesantemente e si voltò verso di lui.

«Dica.» disse in tono annoiato avvicinandosi alla cattedra.

«Non sono sicuro che tu abbia capito quanto questo test sia effettivamente importante. Sta di fatto che tuo padre è venuto a parlare con me e vuole che noi ti aiutiamo a migliore, quindi per questo test studierai con un tuo compagno di classe che ti farà da tutor. McCall verrà a casa tua questo pomeriggio, tuo padre è già stato informato.» Malia alzò gli occhi al cielo infastidita. Ma perchè non la lasciavano in pace? Se non voleva studiare erano solo affari suo.

«Posso andare?» chiese spazientita. Il professore sospirò rassegnato.

«Si Malia, vai.»

 

Si affrettò ad andare in mensa per non dover fare la fila e si sedette da sola ad un tavolo a leggere un libro con le cuffie nelle orecchie. Ma all'improvviso si sentì qualcosa che superò persino il suono della musica nelle sue orecchie. Si tolse le cuffie infastidita e guardò la scena con un sopracciglio alzato: un gruppo di ragazzi con addosso la giacca della squadra di lacrosse incitava a voce fin troppo altra il loro capitano per la partita di quella sera. In mezzo a loro, sorridente come sempre, c'era McCall che non aveva per niente l'aria di uno a cui dispiace stare al centro dell'attenzione.

 

“E quel tipo dovrebbe dare ripetizioni a me? Ridicolo.” pensò Malia. Uscì dalla mensa senza degnare di uno sguardo nessuno e decise che per quel giorno saltare il resto delle lezioni fosse cosa buona e giusta. Prese le chiavi della macchina e se ne tornò a casa. Come al solito la trovò vuota: bello avere due genitori sempre troppo impegnati per te ma che non perdono mai occasione per ricordarti che sei una delusione. Si sdraiò sul letto e senza nemmeno accorgersene si addormentò.

 

Fu svegliata qualche ora dopo dal suono del campanello. Si alzò controvoglia e andò ad aprire. Si ritrovò di fronte ad un sorriso smagliante e ad un viso .. “Fastidioso” pensò.

 

«Ciao, io sono Scott McCall. Sono qui per le ripetizioni di spagnolo.» si presentò.

«So chi sei.» disse sbuffando e facendo spazio per farlo entrare. «Chi non conosce la più grande diva della Beacon Hills High School?» Scott sembrò ignorare quel commento e il suo sorriso non si spense.

«Allora, dove preferisci studiare?» chiese. Lei sospirò.

«In camera mia.» disse e salì le scale senza curarsi troppo del fatto che lui la stesse seguendo o no. In fondo non le importava. Si sdraiò a letto e iniziò ad armeggiare con il telefono, mentre lui si sedette alla scrivania e tirò subito fuori i libri.

 

«Qual'è l'argomento con cui hai più difficoltà?» chiese. Lei scoppiò a ridere.

«Ho F a spagnolo, McCall. Secondo te qual'è l'argomento con il quale ho più difficoltà?» disse sprezzante. Lui annuì piano.

«Ho capito, iniziamo dalle basi. In che rapporti sei con il Preterito Perfecto?» chiese guardandola.

«Conflittuale.» rispose lei annoiata.

«Vediamo di farvi fare pace.» disse con un sorriso e iniziò a spiegarle la regola ma lei non ascoltava. La verità era che lei quelle cose le sapeva, come tutte le altre cose che spiegavano a scuola. Era solo troppo annoiata per fare bene nei compiti in classe. Essere qualcuno alle superiori è importante: essere la scansafatiche non è molto, ma è sempre meglio che non essere nessuno. Dopo un po' lui sembrò accorgersi che lei non la stava ascoltando e allora si fermò e sospirò passandosi le mani sul viso.

 

«Mi avevano detto che sarebbe stato difficile, ma non pensavo fino a questo punto..» borbottò.

«E allora perchè sei qui?» chiese lei spazientita.

«Mi piace aiutare le persone.» dichiarò lui.

«Stronzate.» sibilò lei, e tornò al suo telefono. Lui la guardò sconcertato.

«Malia, sto cercando di aiutarti! Puoi almeno fare finta di ascoltarmi?» sbottò innervosito.

«Scusami, è che seriamente non me ne importa assolutamente nulla di quella roba. È noiosa e inutile!» sbuffò.

«Bene, allora parliamo di qualcosa che non trovi noioso o inutile.» disse lui incrociando le braccia e quella ad una persona normale sarebbe sembrato un innocuo tentativo di conversazione, ma quello che recepì Malia fu una sfida. Lo guardò con un sopracciglio alzato e poi si alzò a sedere e incrociò le braccia. Lo guardò dritto negli occhi prima di parlare.

 

«Storia di due città di Dickens.» disse.

«Non pensavo fossi una che apprezza i triangoli amorosi. Comunque personalmente la ritengo una storia molto triste. Preferisco Grandi Speranze.» disse e la lasciò a dir poco a bocca aperta perchè lei non pensava nemmeno che lui conoscesse quel libro.

«Beatles.» tentò di nuovo.

«Cavolo, non mi credevo fossi una così grande intenditrice di musica. Amo i Beatles, mio padre ha praticamente tutti i loro dischi e io li ascolto da quando ero piccolo. Cosa ne pensi invece di gruppi più recenti tipo i The Script?» chiese e lo sguardo di Malia si illuminò. Si alzò senza dire nulla ed andò alla scrivania, mise la password al computer e e mostrò a Scott la cartella sui The Script. Lui sorrise.

 

«Non ci sono molte persone a scuola che li apprezzano.» disse Scott.

«La nostra è una scuola di idioti.» sbuffò lei e lui scoppiò a ridere.

«Non posso darti torto.»

«Stai offendendo i tuoi numerosi spasimanti.» disse lei in finto tono sconcertato. Lui rise di nuovo.

«Sono circondato da idioti che pensano che il mondo giri intorno al lacrosse. Non vedo l'ora di finire le superiori, così potrò andare al College e liberarmi di loro.»

«Perchè fai finta di essere loro amico?» chiese curiosa.

«Per lo stesso motivo per cui tu fai finta di non sapere lo spagnolo.» dichiarò lui guardandola con un sorrisetto divertito.

«Beccata.» ammise lei. Lui ridacchiò.

«Fallo bene sto compito, Malia. Se non alto fallo per me che verrò tartassato dal prof fino alla morte se ti fa male. Lei sorrise senza togliere gli occhi dal computer.

«Vedrò cosa posso fare.»

Poi chiese la cartella sui The Script e Scott vide lo sfondo del dekstop.

«Danny è proprio un figo, vorrei avere i capelli come i suoi.» disse e Malia scoppiò a ridere.

«Questa è la cosa più gay che abbia mai sentito dire ad un ragazzo.» disse e lui rise con lei. «Tu non sei gay, vero?» chiese guardandolo con la coda dell'occhio. Lui si limitò a scuotere la testa, poi si alzò.

«Scusami, ma devo andare. Ho una partita questa sera e se arrivo tardi all'allenamento il coach mi uccide. Verrai a vedermi?» chiese mettendosi la borsa in spalla. Lei ci pensò un attimo.

«Potrei farlo, si. Forse socializzare non è poi così terribile. Sono un po' arrugginita, ma penso che potrei ancora cavarmela.» scherzò e lui rise di nuovo. Lo accompagno alla porta.

«Allora ci vediamo questa sera. Ti presenterò ad alcuni amici. Tranquilla, non hanno nulla a che vedere con gli idioti della squadra di lacrosse.»

«Bene. A stasera allora.» sorrise.

«A stasera.» sorrise a sua volta appoggiandosi allo stipite della porta.

«Ciao.» disse sorridendo sempre di più salutandolo con la mano.

«Ciao.» disse lui ma non si mosse di un solo centimetro. Lei rise divertita.

«Devi andare, Scott!» rise.

«Promettimi che verrai.» disse guardandola negli occhi.

«Te lo prometto. Ora vai.» lo fece un mega sorriso.

«Ci vediamo più tardi.» disse e si avvicinò per lasciarle un leggero bacio sulla guancia che bastò a farla arrossire. Chiuse la porta e vi si appoggiò sorridendo come non faceva da tempo. Andò subito a cambiarsi e dopo poco era pronta. Cenò con suo padre come sempre, sparecchiò e poi disse che usciva. Suo padre la guardò stupito.

 

«Tu esci? Di venerdì sera? E dove vai?»

«C'è la partita di lacrosse a scuola. Ho pensato di andarci.»

«Devi incontrare qualcuno?» chiese distogliendo gli occhi dal suo libro.

«No, ci vado da sola.» rispose lei, forse un po' troppo in fretta.

«Okay, divertiti.»

«Ci proverò.» ed uscì subito di casa. Alla partita si sedette in un angolo in disparte e alla fine Scott andò a cercarla. Quando la trovò la prese per mano e quello la fece arrossire di nuovo. La presentò ai suoi amici, e lei ebbe il piacere di constatare che erano davvero delle persone interessanti

 

 

Qualche giorno dopo, quando uscirono i risultati del test, il professore le consegnò il suo compito con un grande sorriso orgoglioso in volto.

«Ottimo lavoro, Malia. Davvero stupefacente.» e lei mostrò il foglio con la A+ tracciata in rosso sopra a Scott. Lui se sorrise complice e quel pomeriggio uscirono insieme a festeggiare.

 

«Alla fine hai deciso di farlo bene quel compito. Perchè?» chiese prendendo un sorso del suo caffè.

«Per lo stesso motivo per cui tu hai deciso di liberarti degli idioti che ti circondano.»

 

Subito dopo la partita, infatti, i giocatori della squadra avevano invitato il loro capitano ad una festa in onore della squadra ma lui aveva elegantemente declinato l'offerta dicendo che preferiva di gran lunga passare del tempo con i suoi amici che con loro.

 

Scott si voltò verso di lei e sorrise. La prese per mano e vide le sue guance farsi prima leggermente rosate e poi rosse. Dio, quanto amava vederla arrossire.

Note dell'autrice:
wow, non scivevo da un po'. Ringraziate il mio computer che aveva deciso di andare in vacanza. comunque adesso il computer c'è, e anche la voglia di scrivere. Per quanto riguarda la storia, un ringraziamento speciale va al gdr del #teamsterek, grazie al quale ho iniziato a shippare questi due. Non c'è molto da dire sulla storia, avevo voglia di scriverla e l'ho fatto. Spero che vi piaccia.

-K

  
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