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Autore: LemonCloud    23/09/2014    0 recensioni
Dalla storia:
“Il modo in cui il suo corpo e la sua presenza occupano il divano la fanno sentire sicura.
Si volta verso di lei, rivelandole i suoi occhi color nocciola. Le sorride, incontrando il suo sguardo, e le circonda la schiena con un braccio.
Si rannicchia contro di lui, come un pulcino nel nido.”
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Buona sera ^.^

Sono tornata con una nuova one-shot!

Mi scuso per il tema un po’ delicato e di certo non molto allegro ma avevo davvero bisogno di scrivere una storia del genere in questo momento.

Come al solito critiche e/o consigli sono ben accetti.

Non credo ci sia bisogno di ricordare che l’autolesionismo è un problema serio e per quelle teste di... quei “simpatici” ragazzi/ragazze che insultano a proposito di aspetto fisico, orientamento sessuale, orientamento religioso, “razza” c’è un girone dell’inferno.

Se non siete interessati vi prego di sloggiare.

Vi lascio alla storia che è meglio ;)

Anyone

 

Ha cominciato a prepararsi presto oggi pomeriggio; ha scelto i vestiti, provandoli tutti. Ha un solo abito ma non lo vuole mettere. Ha provato le canottiere ma non le piacciono. Ha indossato tutte le magliette carine ma, di nuovo, nemmeno una la convince; allora, come al solito, metterà la maglietta di una band, magari la sua preferita.

I leggings non si abbinano allora prova i pantaloncini ma non è soddisfatta. Prova a mettere sotto delle calze ma non le piace comunque. La tuta è fuori discussione. Come al solito metterà i jeans.

Dopo aver portato i vestiti puliti in bagno, con tanto di intimo coordinato, si fa una doccia e dopo essersi asciugata si spalma con cura la crema.

Mette subito il deodorante poi con calma si veste.

Si mette un cerchietto e comincia a truccarsi. Decide di provare a sfumare un po’ di ombretto nero sulla palpebra ma così conciata sembra una tossica.

Si strucca e, come sempre, opta per la classica linea nera di eye-liner.

Toglie il cerchietto e comincia a piastrarsi i capelli; lo fa con cura, preoccupandosi di non lasciare un solo ciuffo fuori posto. Si pettina e mette un po’ di lacca per tenere in ordine il ciuffo.

Mette un po’ di lucidalabbra e cerca il proprio riflesso nello specchio, convincendosi che, forse, non è poi così male.

Mancano ancora venti minuti. Si siede sul divano e apre la pagina di Tumblr per passare il tempo.

Chiunque, all’ora prestabilita, si limiterebbe ad aspettare il proprio ospite ma lei no. Si mette le scarpe ed esce dal cancello per andargli incontro.

Lo vede arrivare, con la testa bassa e le mani in tasca, che cammina lentamente, al ritmo della musica che sta sicuramente ascoltando.

Sorride tra sè vedendola sulla porta apposta per aspettarlo.

Arrivato davanti a lei si toglie le cuffie e la abbraccia, riempiendole le narici di quel profumo fantastico che le rimane sempre addosso.

Finalmente. Lo stava proprio aspettando.

Senza dirsi una parola entrano in casa. 

Decidono di guardare un film ma lei non lo sta davvero seguendo, distratta dal ragazzo seduto di fianco a lei.

Lo squadra piano, dai capelli scuri, al profilo perfetto, al collo forte, con quella vena che ogni tanto pulsa, alla maglia a maniche corte, nonostante fuori faccia freddo, ai jeans scuri come i suoi, alle calze bianche, fino alle Converse che ha allontanato.

Comincia da capo, ora analizzando i gesti, il modo in le sue ciglia si abbassano, il movimento che la sua mascella compie mentre mastica, il rumore dei pop corn che scricchiolano tra i suoi denti, le vene sulle mani che si alzano quando stringe i pugni, il movimento ritmico del suo petto.

E’ seduto come se fosse a casa sua, con il busto spostato un po’ in avanti, le gambe piegate e i piedi appoggiati al tappeto. Il modo in cui il suo corpo e la sua presenza occupano il divano la fanno sentire sicura.

Si volta verso di lei, rivelandole i suoi occhi color nocciola. Le sorride, incontrando il suo sguardo, e le circonda la schiena con un braccio.

Si rannicchia contro di lui, come un pulcino nel nido. 

Finisce il film e lei si allunga per prendere il telecomando della televisione.

La manica della felpa si alza.

Il ragazzo la blocca e le prende il braccio con dolcezza.

Con delicatezza le tira su la manica della felpa, rivelando un’infinità di tagli e cicatrici che salgono fino sotto la maglietta.

Per un attimo alza lo sguardo fino ad incrociare i suoi occhi. Nessuna espressione negli occhi di lui, come se avesse sempre saputo. Nessuna espressione negli occhi di lei, come un bambino sorpreso con le mani nella cioccolata che, imperterrito, continua a leccarsi le dita anche sotto lo sguardo severo della madre.

Tenendole il polso con una presa decisa ma leggera, si porta il braccio alla bocca e inizia a baciare uno ad uno i suoi tagli. Quando finisce le riabbassa la manica e le sorride, un sorriso dolce e affettuoso, uno di quelli che fanno sciogliere.

Lei sbadiglia.

Lui la prende per mano e la porta sul letto.

Lei si siede sul bordo, sul lato sinistro.

Il ragazzo raggiunge l’altra sponda del letto, silenzioso, e si sdraia. Si sdraia anche lei.

Sono naso a naso, respiro contro respiro. Lui le lascia sulle labbra un bacio casto, poi la fa girare di schiena e le circonda la vita con un braccio.

Potrebbe rimanere tutta la vita così, stretta in quella presa confortevole.

Ora il suo profumo sarà sparso per tutta la casa. Con questo pensiero si addormenta.

Un raggio di sole la colpisce negli occhi. Ha dimenticato di chiudere le persiane. 

Lancia un’occhiata alla sveglia. 5.30

Si mette seduta e si volta verso destra.

Sente le lacrime colarle sulle guance, trascinando via il trucco sciolto.

Non c’è nessuno di fianco a lei. Non c’è nessuno che dorma con lei, nessuno a baciare i suoi tagli, nessuno a farla sentire protetta. 

Non c’è nessuno.

 

 

  
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