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Autore: Shetani Bonaparte    23/09/2014    2 recensioni
Leonard Horatio McCoy si svegliò di pessimo umore, quella mattina. Beh… il suo umore mattutino era noto per esser pessimo, ma ora stava proprio esagerando.
Sbruffò e si alzò dal letto ‘come uno zombie’, avrebbe detto Shetani.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Leonard H. Bones McCoy, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora, premetto che ‘sta storiella non ha una vera e propria trama.
Più che altro è solo un pretesto per chiedervi questo: vorreste un continuo di ‘Mi accontento di sognare…’?
Quando mi risponderete, ‘sta storia potrò anche cancellarla.
Sappiate che il seguito lo sto già scrivendo (si chiama ‘Mi accontento di vivere la realtà…’) e avevo anche già in mente di postarlo (come avevo detto a Koa), ma poi ho cambiato idea mille volte e, non sapendo che fare, chiedo a voi.
Ai posteri l’ardua scelata.
Un bacione,
Shetani
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Leonard Horatio McCoy si svegliò di pessimo umore, quella mattina. Beh… il suo umore mattutino era noto per esser pessimo, ma ora stava proprio esagerando.
Sbruffò e si alzò dal letto ‘come uno zombie’, avrebbe detto Shetani.
Peccato che lei lì non c’era e non ci sarebbe più stata.
Mentre faceva una veloce e pratica colazione, si soffermò a pensare il perché lei lo avesse considerato quasi un padre.
Aggrottò le sopracciglia: che aveva lui, di tanto speciale? Insomma, di solito non era Jim, quello dal forte carisma? Perché non Spock, dato che la giovanotta aveva più volte dimostrato la propria passione per quei dannati goblin dal sangue verde?
Forse ha capito che son l’unico normale, qui dentro, pensò ironicamente.
Con un ‘dannazione’ incastrato nelle corde vocali da un pezzo di pancetta – che aveva tutte le intenzioni di soffocarlo, a quanto pareva – si infilò la divisa; tossì un paio di volte, mandò giù la pancetta incriminata e si diresse in Mensa dato che mancavano dieci minuti all’inizio del proprio turno e voleva ricordare al Capitano che dovevano eseguire i controlli medici mensili.
Guardò in maniera omicida il Capitano che gli arrivava in contro con un piatto di ciambelle glassate e allora si fermò in mezzo al corridoio. Jim, probabilmente terrorizzato, rimise nel piatto una ciambella ancora intatta.
“Tu. A dieta. Da oggi!” ordinò il CMO. “E ricordati la visita!”
Jim lo guardò andare via verso l’Infermeria e decise di non emettere un fiato.
Bones arrivò a destinazione e vide una decina di persone ad attenderlo fuori dalla porta.
“Ancora la febbre, dottore” lo informò la Chapel.
Ma l’avevo sterminata, dannazione, pensò lui, emettendo solo qualche sillaba incomprensibile simile ad un basso ringhio.
Comunque poco dopo aveva già finito le vaccinazioni, così si rifugiò nel proprio ufficio.
Rovistando tra le scartoffie e alcuni padd nel cassetto della scrivania, Lenny trovò un piccolo fumetto appartenente a Shetani.
Lo guardò un poco, fino a quando arrivò Jim.
“Jim”, chiese, “sai se quella nebulosa che ci ha fatto conoscere Shetani è ancora lì?”
“Sì, perché?”
“Beh, sono tre anni che non la vediamo… ed ha lasciato qui questo…” mormorò sventolando il fumetto. “A questo ‘Deadpool’ era molto legata…”
Il biondo sorrise: “Beh, tra un mese la missione sarà terminata. Non vedo perché non potremmo andare a trovarla…”
  
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