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Autore: _Fire    23/09/2014    11 recensioni
«Sono incredibilmente serio. Ho finalmente trovato il ragazzo che cerco da ben ottocento lunghi anni. Non ho mai amato nessuno come te. E' come se la mia vita fosse davvero diventata tale quando ti ho visto per la prima volta alla mia festa. Sono annegato nei tuo occhi blu come il mare. Da allora non sono mai più riuscito a tornare a galla, sommerso dall'amore che provo per te.»
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questo capitolo a tutti quelli
che hanno letto fino a qui, e che
hanno recensito <3
 
 
Capitolo 12: First Wedding
Part 2.
 
«Vorrei dire qualcosa.»
Suo padre era lì, per dire qualcosa.
Alec era a dir poco furioso.
Da quando aveva saputo della sua omosessualità gli aveva a stento rivolto la parola, trattato malissimo, non si era degnato a mandargli un messaggio da Idris, neanche un biglietto di congratulazioni, e ora si presentava al suo matrimonio, per dire qualcosa?!
Era ormai sotto l’altare, con gli occhi blu scuri riflessi in quelli più chiari del figlio.
Alec tentava di fulminarlo con lo sguardo, ma lui continuava ad essere sereno e rilassato.
Sorrise.
Sorrise.
«Cosa vuoi?» sbottò Alec, chiaramente irritato.
Magnus lo fissava con le labbra dischiuse, come sul punto di dire qualcosa, o semplicemente solo shockato.
«E’ così che dai il benvenuto a tuo padre al tuo matrimonio, Alexander?»
«Alec.» lo corresse lui. «E non sei il benvenuto. Non eri a Idris? Come mai hai deciso di venire?»
«Calma, Alec.» rispose Robert. «Sono venuto qui da Idris senza preavviso per farti una sorpresa.»
Alec fece una risata gutturale.
Certo, che bella sorpresa! Chi non vuole il proprio padre omofobo al suo matrimonio con un altro uomo?
«Una sorpresa.» ripeté.
«Una sorpresa.» ripeté a sua volta il padre.
«Porca merda, che sorpresa?» gridò Alec agitando le braccia, in preda all’esasperazione.
Arrossì un secondo dopo, ricordandosi che parlava con suo padre, in una chiesa.
«Da quant’è che dici “merda” con tanta convinzione?» chiese il padre.
Alec si ricordò che Jace gli aveva fatto la stessa domanda, tempo prima, quando voleva partire per Edom.
Infatti, fu proprio il parabatai a rispondere.
«Da quando questa merda di situazione lo richiede!» esclamò alzandosi.
Clary lo tirò giù per una manica della giacca, bisbigliandogli qualche rimprovero.
Simon e Isabelle ridacchiarono, poi si misero a sussurrare tra di loro.
«Grazie Jace.» fece Robert, che non sembrava per niente sorpreso, ma solo soddisfatto, come se fosse quella la reazione che voleva ottenere.
Magnus continuava a stare zitto.
Alec gli strinse la mano.
«Parla, vorrei sposarmi.»
«A questo proposito» continuò suo padre. «Sono qui, per darvi la mia benedizione.»
«Che?» esclamò Magnus, di nuovo in grado di parlare.
«Io voglio solo che Alexa-Alec sia felice. E se tu puoi renderlo felice, a me sta bene.»
Alec sgranò gli occhi.
«Lo renderò felice, lo giuro.» disse lo stregone, con una mano sul cuore.
«Lo so. Dopotutto, quanti amerebbero una persona tanto da rinunciare all’eternità?»
Alec sorrise.
Magari suo padre aveva capito.
Andava tutto bene.
«Grazie.»
Padre e figlio si abbracciarono.
Poi Robert si allontanò. «Bene, forza, andiamo avanti con questa cerimonia!» disse, andandosi a sedere accanto a Maryse.

«Dopo questa commovente scena» disse Jem, suscitando risolini tra i presenti, «Riprendiamo con la Cerimonia. Dite le vostre promesse e poi recitate la formula tradizionale. Magnus, vuoi cominciare tu?"»
«No.» interruppe Alec. «Voglio cominciare io.»
Tirò un respiro profondo. «Magnus. Non ho provato questo discorso, quindi dirò quello che mi viene in mente. Io ti amo, lo sai. Amo tutto di te. Amo il tuo modo di amarmi. Hai fatto così tanto per me. Hai rinunciato all'immortalità! Io invece cosa ho fatto per te? Cosa ho fatto per essere qui oggi, adesso, qui? Non lo so. Davvero, non lo so. So solo che ne sono grato. Sono grato di poter diventare tuo marito, poter trascorrere tutti i giorni della mia vita con te.
Le promesse. Le promesse che vorrei farti sono tante.
Ti prometto che ti amerò sempre. Ti prometto che ti difenderò sempre, anche quando hai torto. Ti prometto di rispondere sempre alle tue chiamate, non importa cosa stia facendo *alludendo al giorno della proposta* e ti prometto di ricordarti sempre quanto perfettamente imperfetto tu sia.»
«Oh Alec...» sussurrò Magnus, mentre una lacrima argentea solcava la guancia dal colorito bronzeo.
«Niente baci prima della fine della Cerimonia!» ricordò Jem, che alzò le mani all’occhiataccia che gli rivolse lo stregone, come per ricordare che non era colpa sua.
 «Santo cielo...» disse Magnus. «D'accordo. Alexander» cominciò, guardandolo dritto negli occhi. «So che preferisci essere chiamato Alec, ma il tuo nome è così bello. Per rispondere alla tua domanda di prima, tu mi hai salvato. Tu mi hai donato te stesso. Tutto di te. E nessuno l'aveva mai fatto. Ecco perché tu. E anch'io ti sono grato. Tutto quello che voglio è qui e adesso. Perché non c'è niente che voglia di più che essere tuo per sempre. E l'eternità per me non conta più. Tu sei tutto quello che conta per me. Hai cambiato il mio mondo, anzi no, sei il mio mondo.
Tornando alle promesse: prometto di esserti fedele, di amarti per tutta la mia vita, di sorprenderti, di baciarti dove e quando vuoi. *risatine commosse dal pubblico, Alec arrossisce* E infine, prometto di restare sempre al tuo fianco, e stavolta posso dirlo per davvero, finché morte non ci separi
«Ti amo così tanto...» sussurrò Alec, commosso.
Poi recitarono insieme: «Ponimi come un sigillo sul tuo cuore, un sigillo sul tuo braccio: perché l’amore è forte come la morte; geloso e crudele come la tomba.»
Infine, Alec si sfilò l'anello con le fiamme e la "L" della famiglia Lightwood mettendolo all'anulare di Magnus; lui fece lo stesso, solo che l'anello di Alec era d'oro bianco con brillanti e zaffiri. Il più prezioso che lo stregone possedeva, non avendone uno di famiglia.
«E ora» disse Jem, anche lui visibilmente eccitato, «è con grande gioia che vi dichiaro ufficialmente sposati.»
I presenti si alzarono in piedi e applaudirono, Maryse e Isabelle con le lacrime agli occhi, Jace con un sorriso commosso, proprio uguale a quello che era comparso persino sul volto di Robert.
Finalmente Alec e Magnus poterono baciarsi, e fu come tornare in superficie dopo una lunga apnea.

Bat fece partire la musica, e i due sposi aprirono le danze, ballando un valzer, seguiti da Jace, Clary, Izzy, Simon, Maia, Luke, Jocelyn e tutti gli altri, persino Robert e Maryse.
I due si avvicinavano sempre di più l'uno all'altro, come se volessero fondersi l'uno con l'altro.
Ma erano già una cosa sola.
Magnus baciò Alec ancora, ancora e ancora; mentre Jace e Isabelle ridacchiavano e bisbigliavano tra di loro, lanciando occhiatine e sorrisetti maliziosi al fratello.
Ad Alec però non importava, era troppo concentrato su suo marito.

Poi si spostarono all’ombra di un gazebo, dove mangiarono le varie portate e l’enorme torta nunziale scelta da Jace e Simon.
Era a tre piani, decorata con delle rune per Alec e delle scintille blu per Magnus.
Jace tintinnò con la forchetta sul bicchiere, per richiedere attenzione.
«E adesso, il momento che tutti aspettavano.» enunciò. «il mio discorso da testimone. Allora, sarò breve. Alec, io sono fantastico, però anche ridicolo, spericolato, e incosciente, ma riscattato dal calore e dalla costanza della tua amicizia. Se tu mi consideri il tuo migliore amico non mi congratulo con te per come scegli le tue compagnie.» Jace rise. «Ti ringrazio di essere diventato il mio parabatai, mi hai salvato la vita. E oggi tu sei seduto tra l’uomo che hai scelto per marito e l'uomo a cui hai salvato la vita, le due persone che ami di più. E parlo anche per Magnus quando dico che non ti deluderemo mai e che abbiamo davanti un'intera vita per dimostrartelo.»
Alec era commosso, ancora una volta in quel giorno.
Abbracciò velocemente ma con calore Jace, che si asciugò velocemente una lacrima, però non abbastanza in fretta per far in modo che Alec non la vedesse.

Più tardi aprirono i regali di nozze, che erano, ovviamente, armi per Alec e un arco di mogano nuovo; per Magnus un set di trucchi e abiti rigorosamente glitterati.
Alla fine della festa, si sedettero a guardare le stelle.
«Ti amo, signor Bane-Lightwood.» disse ad un certo punto Alec.
«Suona così bene.» rispose Magnus chiudendo gli occhi.
«Signor Bane-Lightwood
«Ti amo anch’io.»
La loro luce si rifletteva negli occhi di Alec, come al loro primo appuntamento. Si stesero sull'erba, di fianco, uno di fronte all'altro. Si guardarono soltanto, baciandosi ogni tanto. E quello bastava. Alec avrebbe potuto guardare Magnus per tutta la vita.
Magnus avrebbe potuto guardare Alec per tutta la vita.
E in quel momento sorrisero, perché in quel momento iniziava la loro vita.


 
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THE END
 

Nota d'autrice:
Raziel, è finita. *si asciuga una lacrimuccia*
Questa è stata la mia prima vera long, e prima storia sui Malec, perciò ci sono particolarmente affezionata e mi dispiace finirla.
Ci ho messo il cuore in questo capitolo finale, e tra le righe potete leggere la mia anima.
Spero vi sia piaciuto.
Stavolta ringrazio infinitamente tutti voi, che avete letto, recensito, consigliato ecc. questa storia, perché senza di voi non sarebbe esistita.
Semplicemente grazie.
Ps. Se vi va di leggere qualcos’altro di mio, troverete sul mio profilo un’altra long sui Malec: “D’amore e di Morte”.
Alla prossima,
_F i r e_

 
 
   
 
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