24/09/2014
1 recensioni18 Agosto di qualsiasi anno
Ormai mi sono stancata di te, di tutte le tue paranoie, di tutte le tue paure, di tutto ciò che non mi hai detto e di quello non mi avresti dovuto dire. Due anni fa non credevo nemmeno che saremmo arrivati a questo punto perché eravamo felici. Insieme.
Sei stato tu a parlare con me per la prima volta, ti ricordi? Ero nel parcheggio della scuola dopo le lezioni e tu, ragazzo ambiguo del quale ho sempre voluto sapere almeno il nome, ti sei avvicinato per chiedermi ‘da accendere’. Siamo seri, ho la voce ma non l’ aspetto da fumatrice. Non eri molto concentrato su quelle tue benedette sigarette quando mi sei venuto a parlare, ho sempre pensato che tu stessi cercando altro,magari qualcuno con l’ aria da buona samaritana. Il giorno dopo ti ho visto nella confusione del corridoio e mi hai salutata. Sono sicura che ci fosse l’ intervallo in quel momento ma non ricordo nessuno vicino a me e te. Per tua fortuna o sfortuna mi hai conquistata. Abbiamo parlato ogni giorno dopo il tuo primo saluto. Il tempo si dilatava, era come entrare in un luogo estraneo ad ogni cosa, come se nel vuoto dell’ universo ci fossimo costruiti una casa che potesse esistere solo con le nostre anime unite. Nel frattempo avevo saputo qualcosa su di te, eri un modesto spacciatore, con un passato familiare difficile, con poca se non nulla propensione allo studio (questo me l’ ha detto la mia, che ho scoperto essere anche tua, professoressa di inglese, dopo averci visti insieme al parco) e soprattutto una smisurata passione per la musica (punk specialmente). La mia stessa passione. Amanti del punk ma non abbastanza da essere tali, troppo medio-borghesi o talmente poveri da non potersi permettere qualche bracciale o collana borchiata.
Non serve che ti ricordi il resto, quando sono cominciati i problemi, perché quando vuoi concludere una relazione sono soprattutto quelli che tendi a ricordare.
Io però non voglio ricordare i problemi. Sei stato il mio primo tutto ed il mio primo vuoto. Mi hai riempita di passione per poi svuotarmi e lasciare solo l’ amarezza dell’ incompletezza.
Ti ringrazio per quello che è stato. Ti vorrei qui ancora. Evidentemente per te non è possibile, sei troppo impegnato a vedere negli altri ciò che non va in te. Avevi trovato la buona samaritana che avrebbe avuto la pazienza di curarti ma l’ hai accartocciata e buttata nel fuoco del tuo dolore. Ti informo che sei anche buono. Siamo tutti un misto di rabbia ed amore. Ricordatelo e prova a farli emergere entrambi.
Inesorabilmente tua.
W.
P.S. Non voglio che tu ricordi il mio nome, voglio che tu ricordi solo il tempo che abbiamo condiviso, non mi troverai più, ho lasciato la città.W.
Finì di leggere la lettera, scaraventò il foglio per terra e pianse sul proprio letto sfatto.
“ Non può finire così. Ti troverò. Sono io il peggiore di tutti gli idioti. Ti troverò.”