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Autore: claaauz    24/09/2014    5 recensioni
Luce e Luke si impongono, giornalmente, 2 minuti di pura sincerità, in cui devono confessarsi tutto ciò che pensano sull'altro, anche se potrebbe risultare imbarazzante.
Questo perchè, quando erano più piccoli, credevano di doversi dire addio per sempre a causa di uno spiacevole incidente accaduto alla ragazza, e perciò lasciando alcune verità e il loro affetto perso nel vuoto.
E se l'evento si ripetesse?
E se dovessero dirsi addio per sempre, questa volta per davvero?
Dalla storia:
«[...] Ti giuro che quando ti ho proposto quell'idea dei due minuti di pura verità, mi sembrava una cosa talmente folle.
Eppure la mia vita ci gira attorno, a quei due minuti, perchè scoprivo chi eri davvero.
Chi ero io davvero.
Dove sei Luce?»
 
 
 
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Like Sleeping Beauty
So chi sei, vicino al mio cuor ogn'or sei tu
So chi sei, di tutti i miei sogni il dolce oggetto sei tu
Anche se nei sogni è tutta illusione e nulla più
Il mio cuore sa che nella realtà
Da me tu verrai e che mi amerai ancor di più.
-Aurora

 
 

«Mi mancano quei 2 minuti.
2 minuti di risate.
Quei 2 minuti dei tuoi occhi nei miei che provocavano quella tintura rossastra sulle tue guance che tanto adoravo. 
A queste parole saresti stata un peperone.
Ma ora sei una maschera di bianco cereo.
Le mie mani sono intrecciate alle tue, ma quell'incidente sembra averti portato via tutta la delicatezza e il calore dalle dita. 
Mi sembra di essere tornato a 8 anni fa.
Tu sullo stesso lettino e io a pregare che i tuoi occhi si aprano al più presto. Anzi, a pregare che si aprano e basta.
Ti giuro che quando ti ho proposto quell'idea dei due minuti di pura verità, mi sembrava una cosa talmente folle.
Eppure la mia vita ci gira attorno, a quei due minuti, perchè scoprivo chi eri davvero.
Chi ero io davvero.
Dove sei Luce?
Mi mancano quei 2 minuti di estate.
Ricordi quando ti dissi che profumavi d'estate? Parve una pazzia, ma se potessi vederti ora, Luce, capiresti. 
E' il  27 agosto, eppure senza di te sembra di essere immersi nell'inverno più gelido.
E' tutto così freddo, così inutile.
Manchi tu a dare colore al mondo.
Mi sento così piccolo.
Luce, non puoi andartene proprio ora. Finalmente avevo deciso di aprirmi, te ne stai andando proprio quando la tua presenza nella mia vita sta dando i suoi frutti. Quando quei due minuti li ho affrontati da solo e sono riuscito ad ammettere la verità.
Io ti amo Luce, l'ho detto. 
Ma ora rivoglio il tuo sorriso.
Rivoglio i miei 2 minuti»


Ma nonostante tutto lei giaceva inerte  sul lettino d'ospedale dalle coperte blu, l'unica cosa che dava colore alla stanza.
Le accarezzai delicatamente i capelli.
«Sembri la Bella Addormentata.» le sussurrai.
Non avrei mai pensato di aprirmi a quel modo, di buttare tutto fuori così, come se fosse l'ultima occasione per liberarsi da un peso che gravava sullo stomaco da ormai troppo tempo.
A turbare l'insostenibile silenzio instauratosi nell'atmosfera fu, fortunatamente, l'infermiera.
Passò affianco al letto ignorandomi, come se fossi un fantasma, e si concentrò sullo schermo che riproduceva un regolare bip che mi faceva piuttosto innervosire.
Controllò i suoi parametri vitali.
«Allora? Come sta?» chiesi impaziente, stringendo la mano di Luce. Pensavo che in qualche modo potessi infonderle un po' della mia vitalità, attraverso la mano.
«Le condizioni sono stabili.» mi informò l'infermiera regolando la flebo.
«Si sveglierà?» lo dissi con un tono neutro, analizzando ogni particolare nel suo volto per cui impazzivo ogni singola volta che l'avevo davanti.
I capelli biondi adagiati con cura sul cuscino, le ciglia scure e perfettamente lunghe, il nasino che avevo voglia di baciare ogni volta, ma che ora sembrava non essere il suo, data la cannula che le spuntava dalle narici, le lentiggini che le donavano quell'aria così infantile e dannatamente tenera, la bocca ora pallida, carente di tutto il suo rosa abitudinario...
Ma sul viso erano presenti anche brutti graffi e lividi, che la rendevano così malandata e sembravano allontanarla sempre di più dalla vita.
Questa non puoi essere tu pensai.
«Dipende da lei, ragazzo mio. Spero di sì. Per adesso so solo che potrebbe sentirti.»
Mi guardò con un angolo della bocca abbassato, compassionevole, poi uscì dalla stanza. Sicuramente pensò che fossi un barbone, date le mie di condizioni. Come biasimarla.
Le occhiaie sotto gli occhi erano due solchi neri, segno di notti insonni. La pelle era pallida,  il viso parecchio sciupato e la barba minacciava di crescere.
Lo stomaco brontolava continuamente e nonostante pretendesse di essere ascoltato, tutto ciò che in quei giorni avevo ingerito era caffè.
«Luke.» mi richiamò una voce implorevole ma allo stesso tempo accusatoria, e capii subito che si trattava di quella di Ashton. «Sono tre giorni che sei su quella sedia. Mangia, almeno»
Si appoggiò allo stipite della porta, come se solo violare i miei spazi o avvicinarsi a Luce fosse un reato.
«No.» deglutii.
«Perfavore.» implorò. «Siamo tutti preoccupati per Luce, ma anche per te. Torna a casa, sto io con lei, ma datti una riguardata. Deve riposare, non c'è bisogno che tu faccia la muffa lì. E inoltre non ne sarebbe affatto felice.»
«Non credo tu abbia capito: anche io ho bisogno di lei.» lo rimproverai in un modo talmente freddo e distaccato che mi odiai per questo. Stavo perdendo tutto, persino me stesso.
«Luke.» Non aggiunse altro, ma scoppiai a piangere. Pensai a tutti quei 2 minuti che forse avrei perso, e a lei, alla mia vita senza di lei, e alla voglia di alzarmi la mattina che sarebbe venuta a mancare.
Le lacrime scendevano copiose, e l'unico rumore a riempire l'interminabile vuoto stabilitosi nell'atmosfera era quello dei miei singhiozzi e quel fottuto bip.
Ashton si coprì il viso con le mani per nascondere il suo dispiacere, nonostante così fosse ancora più evidente.
Averla davanti a me in quel modo mi distruggeva ancora di più, perchè io non potevo fare nulla. Quella era la sua battaglia.
La mia Luce non brillava più come prima.
Repressi le lacrime e mi alzai.
«Okay. Vengo.»affermai stringendo i pugni, tanto che le nocche si fecero bianche.
«Ti aspetto fuori, allora» disse dopo un istante di silenzio.
Quando se ne andò la guardai per qualche minuto. Poi mi avvicinai al suo viso, tenendo salde le sue mani nelle mie, come se potessero scappare.
«Rivoglio i miei 2 minuti di te. Mi basterebbero.»
Le mie labbra combaciavano perfettamente con le sue, e rimasi immobile così.
Le mie labbra sulle sue, per la prima volta.
Le sue ciglia a solleticarmi la pelle.
Le mie lacrime a rigare anche il suo viso.

All'improvviso sentii l'impulso di allontanarmi quanto bastava da lei, e le sue iridi azzurre erano fisse sulle mie, e fu la sorpresa più bella che mi potesse fare.
«Luce?» sussurrai piangendo ancora di più, ma questa volta di gioia.
«Rifallo.» biascicò con una voce che non le apparteneva, frutto dei danni causati dall'incidente e dalla gola ormai secca.
Senza ripensarci, posai di nuovo le sue labbra sulle sue, ma con più delicatezza, come se lei fosse di vetro e rischiasse di rompersi.
Il bacio sembrò più vivo. 
«Luce?» presi il suo viso tra le mani. Aveva gli occhi chiusi, e per un momento sprofondai nella paura di averla persa già, di nuovo.
Quei 2 minuti non mi bastavano, in realtà.
Ma poi deglutì e le sue iridi azzurre confermarono che era ancora lì.
«Luke?»
Era visibilmente certo che soffrisse anche nel pronunciare il mio nome, e i suoi occhi erano il ritratto della stanchezza.
«So che non dipende da te, ma non farlo mai più. Non farti ritrovare mai più in queste condizioni. Sono stato una merda.»
Nei suoi occhi ci fu un guizzo, poi nel suo volto si aprì il sorriso migliore che il dolore le permetteva e strinse timidamente la mia mano.
«Promesso. Ma io in questo momento non sto meglio di come ti sei sentito te.»
Mi affrettai a chiamare i dottori, che si precipitarono nella stanza.
Si accertarono delle sue condizioni e la sistemarono.
La sua mano stringeva la mia con tutte le forze, e mi facevano sentire importante, come se la sua presenza lì fosse determinata da quella stretta.
«Come ti senti, Luce? Ti fa particolarmente male qualcosa?» domandò la stessa infermiera di prima, con un sorriso sul viso. Mi guardò come a condividere la mia felicità.
«No. Mi sento come la Bella Addormentata» bisbigliò e puntò lo sguardo nei miei occhi. 
«Solo che la mia non è una favola»


 

►spazio autrice
Hola babes! Probabilmente non vi ricorderete nemmeno di me (o probabilmente non saprete nemmeno chi sono ma vabbè, dettagli), lo so, ma sono tornata a scrivere yee.
Spero che la storia vi sia piaciuta, segnalatemi gli errori nel caso me ne fossero sfuggiti alcuni.
Innanzittutto vi dico come mi è venuta in mente questa storia.
Allora, ho iniziato a seguire la serie "Once Upon A Time" che, in caso non lo sapeste, parla di tutte le fiabe più famose, naturalmente adattate ad una della mia età, lol. Poi ho pensato che "OMG è uscito If I Stay al cinema!" (che riprende la stessa tematica di questa os) e, dato che l'ho letto e mi è piaciuto, ho deciso di ricollegarlo al fatto che la mia principessa preferita da piccola era proprio la Bella Addormentata.
E...tadaa! Eccoci qui ahha
Bene vi ringrazio, se volete potete cercarmi su twittah, mi chiamo @claaauz (ma giustamente direte: chittesencula e si, vi do ragione ahah)
Grazie ancora, a prestoo<3
-Clauz


 
  
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