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Autore: Little Redbird    24/09/2014    4 recensioni
Al campo c'è una festa e Clarke ha proprio bisogno di qualcuno che le dica di prendersi una pausa.
Bellamy è abbastanza ubriaco da portare Clarke nella sua tenda, ma non abbastanza per dimenticare quello che ha appena provato.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Finn Collins, Jasper Jordan, Octavia Blake
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Party girls don’t get hurt?


 
 
“Ce lo meritiamo,  non credi?”
Il bicchiere che le offre Bellamy è pieno di un liquido aranciastro, frutto di una giornata di noia per Monty, che aveva passato il tempo a studiare le piante presenti intorno al campo ed era riuscito a farne una specie di liquore un po’ troppo forte.
Clarke esita. Non le piace questa calma apparente, questa tregua incerta tra lei e Bellamy.
“Essere la principessa è un lavoro stressante, concediti una serata libera.”
Lo ammonisce con lo sguardo. Odia quando la chiama principessa, soprattutto quando lo fa con quel tono antipatico.
“Suppongo che essere il re sia ancora più difficile, data la quantità di liquore che hai già ingerito” gli risponde pungente.
Bellamy fa quel suo sorriso arrogante, con le labbra tirate solo da una parte del suo bel viso. Non ha ancora ritratto la mano con cui le porge il bicchiere.
“Domani me ne pentirò, lo sento.” Clarke afferra finalmente il bicchiere pieno fin quasi all’orlo e prende una lunga sorsata che le infiamma la gola.
“Ci penseremo domani” la tranquillizza.
Clarke annuisce e butta giù un altro sorso. “Facciamo festa.”
Bellamy ride di gusto, divertito da questa nuova versione della principessa.
Clarke sorride. Non l’aveva mai sentito ridere. È bello. E forse lei non regge l’alcol ed è già ubriaca, ma Bellamy è davvero bello quando ride.
Si allontana da lui e da quell’angolo che improvvisamente è diventato troppo intimo, ma sa che non si allontanerà troppo da lei e la terrà d’occhio se dovesse esagerare.
 
“Clarke, che diavolo fai?”
La voce di Finn la stordisce per un attimo e Clarke si volta a fissarlo confusa.
“Mi prendo una serata libera” gli risponde indifferente.
Tutto l’alcol che ha nello stomaco la convince che può benissimo fare a meno di lui per questa sera. Questa è una serata-senza-Finn-e-la-sua-ragazza. È una serata solo per lei.
“Posa quel bicchiere e vai a dormire, Clarke.”
“Vai a dormire tu, Finn. Clarke si sta divertendo.”
Octavia le riempie ancora il bicchiere e Finn si arrende, impotente.
“Amo i tuoi capelli, Octavia!” Clarke la abbraccia forte e le dà un bacio sulla guancia. “Insomma, non li lavi da settimane, eppure sembrano così lucidi!”
“Shh!” la ammonisce Octavia, scuotendo ubriaca la sua chioma. “Non dirlo a nessuno: ci passo sopra le foglie di quell’albero” le confessa, convinta di stare sussurrando.
Clarke ride rumorosamente. Non sa il perché, le sembra tutto così divertente.
“Coraggio, principesse, tutte e due a letto.”
Questa volta è la voce di Bellamy ad interromperle ed Octavia protesta subito.
“Io sono già a letto, fratellone. Ho deciso che dormirò sotto le stelle” proclama stendendosi.
“Ti congelerai il sedere” la avverte Clarke, anche lei convinta di saper sussurrare da ubriaca.
Octavia ride sguaiatamente e a lungo, fino a che la risata le muore sulle labbra ed inizia a piangere. Versa qualche lacrima e singhiozza rumorosamente, poi si addormenta lì dov’è, vicino al fuoco.
“Ci penso io” si offre Jasper.
Bellamy lo scruta sospettoso. “Mettila a letto ed esci subito dalla sua tenda.”
“Sarà fatto.”
Jasper accarezza per un attimo i capelli della ragazza e poi la prende in braccio, con non pochi sforzi, e la riporta nella tenda che divide con altre ragazze.
“Andiamo, principessa della festa, ti porto a letto.”
Clarke ride ancora. “Ti piacerebbe.”
“Piacerebbe a te!”
E ancora ride. Non rideva così tanto da quando lei e Wells erano ancora migliori amici.
“Coraggio.”
Bellamy si piega per aiutarla ad alzarsi, ma Clarke si lascia cadere tra le sue braccia.
“Non voglio andare nella mia tenda. Dormirò qui con Octavia. Octavia!”
“Ti congelerai il sedere” le ricorda Bellamy con un sorriso.
Clarke ride. “Non dire scemenze.”
“Vai a letto, Clarke. Domani starai benone, e forse sarai più divertente.”
“Io sono divertente. Però non voglio andare in tenda. Raven mi odia.”
Bellamy la guarda, indifesa tra le sue braccia. Come si può odiare una persona così piccola?
“Vuoi dormire da me?” sbuffa impotente.
E lui sarà pure ubriaco per proporre una cosa simile, ma Clarke è più ubriaca di lui ad accettare.
“Okay.”
Bellamy non sa più cosa dire. Non può fare altro che prenderla in braccio e portarla nella sua tenda.
Clarke, prevedibile, ride di nuovo.
“Perché mi prendete sempre tutti in braccio? Sono così leggera?”
Bellamy aggrotta le ciglia mentre la rimette in piedi nella sua tenda. “Perché ispiri protezione.”
Clarke scrolla le spalle e si lascia cadere sul letto improvvisato di Bellamy.
“Perché tu hai una tenda tutta per te?” chiede dopo qualche minuto.
Bellamy è ancora lì in piedi, non sa cosa fare.
“Perché sono il re” risponde ironico, prendendo finalmente posto di fianco a lei.
Sono stesi vicini, ora. Guardano sopra di loro, come se vedessero le stelle luminose che trapuntano il cielo, anziché la lurida stoffa grigia.
Clarke respira lentamente, inspira l’odore di Bellamy, più intenso che mai, e cerca di riconoscere tutte le sfumature: foglie fresche, terra bagnata e sudore. Quel profumo potrebbe quasi ubriacarla più dell’alcol.
“Hai un buon odore, Bell” gli confessa placida. Si gira su un fianco e poggia la mano sul suo petto. “Proprio un buon odore.”
Bellamy resta immobile, incapace persino di respirare.
Quando gli sembra che ormai Clarke si sia addormentata, poggia il viso tra i suoi capelli ed inspira a lungo. “Anche tu, principessa.”
Non è ancora giorno, ma lo sarà presto.
Clarke si pentirà di aver bevuto tanto e si arrabbierà con lui per non averla fermata prima, ma aveva già la risposta pronta alle colpe che gli avrebbe attribuito:  “Finn ti ha chiesto di andare con lui, potevi andartene prima, principessa. Perché non l’hai fatto?”
“Sapevo che saresti arrivato tu.”
La risposta assonnata di Clarke lo zittisce. La guarda: le palpebre pallide sono chiuse e le ciglia si muovono lente sui suoi zigomi. Probabilmente l’indomani non si sarebbe ricordata di quella risposta - né di tutto il resto -, ma lui sì. Bellamy è abbastanza ubriaco da portare Clarke nella sua tenda, ma non abbastanza per dimenticare quello che ha appena provato.
Ci avrebbe pensato l’indomani.

 


 
Salve salvino!
Ho appena terminato di vedere la serie e... non mi ossessionavo così tanto con una coppia dai tempi in cui lessi Il diario del vampiro, e dato che ho scritto tipo venti fic in quella sezione, aspettatevi il peggio.
All'inizio, questa voleva essere una fic rossa, ma Bellamy non era abbastanza ubriaco.
Spero vi sia piaciuta e che non mi cacciate a calci dalla sezione.

A presto,
Red.


 
   
 
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