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Autore: LaKiks    25/09/2014    1 recensioni
Eliza Smith, ragazza londinese con una strana passione per il dottore. Il suo sogno è poter viaggiare con lui e poter vedere l'universo, i pianeti, le stelle e le galassie...
Non le rimane che esprimere questo desiderio e, chi lo sa, magari il dottore può realizzare questo suo piccolo -ma più grande all'interno- sogno.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 11
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Londra, Agosto 2014. Una casa piccola ma carina a Sinclair Road, W 14. Vi abitava una ragazza di nome Eliza Smith. Alta 1.70, abbastanza magra con lunghi capelli neri e carnagione chiara.
Eliza era una ragazza diversa dalle altre. Aveva 23 anni e aveva una strana passione per la fantascienza e tutto ciò che riguarda lo spazio, l'universo e ciò che circondava il mondo in cui viveva.
Aveva non molti amici, tante persone la consideravano strana. Strana perché spesso, quando ci sono state tutte quelle invasioni aliene a Londra, lei era la prima ad andare incontro al pericolo. Armata di uno strano libro blu con su dei disegni e di macchina fotografica.
La vita di Eliza cambiò nel 2009, quando in un giorno tranquillo, o almeno inizialmente tranquillo, si ritrovò a scappare da un negozio rincorsa dai manichini. Probabilmente avrete già sentito parlare di questa strana cosa accaduta anni addietro.
E fu in quel giorno, in cui lei conobbe quello “strano tipo” che non riesce a togliersi dalla testa. Era un uomo evidentemente più grande di lei, ma aveva quel fascino particolare... Sarà che Eliza non si era mai innamorata prima d'ora, e non si sa come quel tipo l'aveva colpita, a prima vista.
L'unica cosa che era riuscita a scoprire era che si faceva chiamare 'Il Dottore', o forse era solo la professione. Aveva avuto modo di chiederglielo nel momento in cui, insieme a una biondina che era con lui, la salvarono da quei manichini impazziti.
Già iniziava a farsi domande su chi fosse quella ragazza. Se era un amica, una parente, o peggio: la fidanzata.
Fortunatamente, esiste una grande risorsa chiamata Internet. Da li trovò un sacco di blog che parlavano di un dottore, che viaggiava nel tempo e nello spazio in una strana cabina blu. C'erano un sacco di foto in cui il volto del dottore cambiava spesso e ancora nessuno era riuscito a spiegarsi come fosse possibile una cosa simile: stessa persona, stessa personalità, volti diversi.
E fu così, che un giorno, Eliza Smith decise di scrivere una lettera al dottore. Già, ma dove recapitarla? Semplice: l'avrebbe buttata tra le braccia del vento. Sembrava una cosa tanto romantica, stile film anni 50 o cose del genere. Sicuramente, non gli sarebbe mai arrivata, ma un briciolo di speranza non si perde mai. Poi scrivere la faceva sentire bene e poteva sfogarsi come meglio poteva.
Scriveva sempre. Scriveva appunti personali, raccontava la propria giornata in un diario che teneva ben nascosto, nonostante vivesse da sola con due gatti. Addirittura scriveva spesso per alcuni giornali. Piccoli lavori che la aiutavano a mantenere la casa, se stessa e i gatti.
E così, alle 3.00 di notte si ritrovò a scrivere quella lettera.

“Caro dottore,
Il mio nome è Eliza Smith. È da quando ti incontrai nel 2009 che sogno ogni notte di incontrarti una seconda volta. Ho sentito parlare di te e delle tue avventure che a quanto pare fai grazie a questo 'TARDIS' che mi ha incuriosita molto. Vorrei vedere la luna, le stelle, i pianeti e gli alieni con te. Anche solo un viaggio per me significherebbe moltissimo... poter finalmente dimostrare, a tutte quelle persone che mi hanno allontanata e creduta pazza fin ora, che non siamo soli in questo universo, che c'è molto più di quel che possiamo immaginare.
Ti aspetterò qui, nella mia misera casa, Dottore.
Con amore,
la tua -spero- futura companion.”

Mise la lettera in una busta e, speranzosa, andò in terrazza. Guardò il cielo con gli occhi pieni di speranza, come se stesse chiedendo una mano al cielo ad aiutarla a recapitare la lettera al dottore. Sentiva come di appartenere a ciò che c'è al di la di quello che si poteva vedere a occhio nudo, come se questo posto fosse troppo stretto per lei. La sua vita era così monotona, che avrebbe fatto di tutto pur di cambiare la situazione.

Baciò la lettera per poi lasciarla andare via col vento, continuando a guardarla finché non sparì beata e leggiadra nel cielo.
Ora, tutto quello che le rimaneva da fare, era aspettare. Aspettare quest'uomo misterioso e affascinante che anni fa la cambiò totalmente dall'interno, anche con un solo sguardo.
E così, pensando beatamente al dottore e a quali potessero essere le loro avventure insieme, si addormentò. Nella sua testa c'erano pianeti, stelle, galassie, alieni... Sarebbe stato bellissimo per lei poter fotografare i pianeti da così vicino, vivendoli lei stessa. Fin ora, tutto quello che aveva ottenuto, era osservarli dal suo salotto con un telescopio. Non era una cosa da sottovalutare, certo. Ma se pensava che avrebbe potuto camminare, forse, su uno di quei pianeti la faceva impazzire. E non le sarebbe dispiaciuto affatto dover abbandonare quei pochi amici e la famiglia per il dottore, anzi... sarebbe stata una grande soddisfazione per lei poter vivere delle cose alle quali gli altri non credevano o si rifiutavano di credere.

«Eliza?»
Quelle parole e quella voce, quella mattina, rimbombavano nella sua testa. Come se il sogno si stesse mischiando alla realtà.
Si lamentò senza neanche aprire gli occhi, anzi, si rigirò a pancia sotto nascondendo il volto sotto il cuscino.
«
Eliza? Ma non soffochi a stare con la testa a quel modo?»
Aprì lentamente gli occhi senza uscire da sotto il cuscino pe vedere chi le stesse parlando. Iniziò a fare respiri profondi, continuando ad ascoltare quella voce, che le sembrava di aver già sentito ma non ne era sicura.
Si alzò velocemente dal letto e si mise a fissare l'uomo, in piedi davanti a lei, tenendo in mano una lampada, come per difesa. Come lei prese la lampada, vide l'uomo prendere uno strano aggeggio che faceva un rumore strano.
«Il mio è più carino!»
Lo scrutò in ogni minimo dettaglio, avvicinandosi piano piano. Aveva una strana sensazione, come se questa persona l'avesse già vista ma non ricordava dove e perché.
«C-chi sei? Cosa ci fai in casa mia? E come diavolo hai fatto a entrare? E quel coso cos'è?»
Vide il dottore guardarla con uno sguardo quasi deluso, per poi sistemarsi il cravattino, passarsi le mani sulla giacca come per sistemarla e sorrise indicandosi.
Eliza continuava a non capire e chiese una seconda volta chi fosse e tutto il resto delle domande.
A quel punto, all'uomo venne in mente che la prima volta che si erano visti, era un po' diverso.
«Correva l'anno 2009, e io mi trovavo qui a Londra per risolvere un problema nella quale ti ci sei trovata dentro pure tu. Diciamo che forse non ti ricordi perché ero... diverso!»
A Eliza cadde istintivamente la lampada di mano, senza riuscire a scollargli gli occhi di dosso. Deglutì, per poi avvicinarsi piano piano, toccargli il viso come per capire se fosse vero o se era una specie di ologramma o sogno assurdamente reale.
«Dottore?»
A quel punto il dottore fece un sorriso soddisfatto, facendo un giro su se stesso
Parlarono a lungo. Parlarono della vita di Eliza, di quel che aveva fatto in questi anni e del perché ha continuato a cercarlo, nonostante l'avesse visto per quei pochi minuti in cui le salvò la vita;
Dopo aver parlato a lungo, il dottore decise di portarla dentro il suo Tardis.
«Hey sexy!»
Il dottore salutò il tardis facendo una piccola carezza su una parte della console, mentre Eliza era rimasta bloccata, a bocca aperta, che fissava l'interno di quella cabina magicamente più grande all'interno.
Lasciò cadere la borsa in terra per poi raggiungere il dottore a piccoli passi
«Oh mio dio... OH MIO DIO! Questa è la tua cabina? Cioè, la tua casa? Oh mio dio!»
Si mise seduta su una poltrona li vicino tenendosi il volto con le mani, cercando di capire se stesse ancora sognando o se fosse tutto reale. Alzò lo sguardo verso il dottore che, divertito, la fissava mentre era appoggiato alla console, con le braccia incrociate al petto.
«Io non so se tu ti rendi conto di quanto sei fortunato.»
Il dottore scoppiò in una risata per poi voltarsi e iniziare ad attivare cose e premere pulsanti, per poi voltarsi un altra volta, pronto a nuove avventure
«Allora, dove la porto, signorina?»

 

Spazio dell'autrice:
Salve a tutti! È la mia prima FF, e ho deciso di buttar giù una one shot sull'11esimo dottore e una nuova companion.
Accetto ovviamente anche le critiche, sono più che utili per poter migliorare la mia scrittura e le mie storie :)
Per ora la tengo come One Shot, non sono del tutto sicura che possa catturare tanto l'attenzione di qualcuno, so... se però a qualcuno può interessare un continuo, lo scriverò e pubblicherò a breve!
Grazie a tutti, e mi scuso in caso fosse venuta fuori una cosa oscena LOL

   
 
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