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Autore: ChelseaH    05/10/2008    7 recensioni
Shin e Natalie - più che semplici amici ma meno di una coppia - hanno entrambi la propria grande passione che cercano di seguire come possono. Cosa potrebbe succedere se nelle loro vite entrassero nuove persone, nuovi amici e si aprissero loro nuovi orizzonti? Riscrivendo da capo le regole dell'amicizia che li lega, facendogli vivere nuove avventure e scoprire nuovi sentimenti...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Shin
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Come here, please hold my hand for now.

DISCLAIMER: I Cinema Bizarre non mi appartengono e di conseguenza con questo scritto non ho intenzione di dare alcuna rappresentazione dei loro caratteri e / o azioni reali. Non intendo inoltre lucrarci sopra.

PICCOLA NOTA INIZIALE: Come praticamente quasi tutte le mie fic RPF, l'AU ha ragione di essere solo nel fatto che i CB nella storia non sono ancora famosi, niente di più.

1.

Natalie sbuffò sonoramente portandosi le mani alle tempie, non riusciva proprio a concentrarsi e tutto il chiasso che veniva dalla camera di fianco non la aiutava di certo. Lanciò uno sguardo disperato al suo blocco da disegno sul quale si supponeva dovesse disegnare quantomeno una bozza di un vestito e che invece era talmente bianco da sembrare appena uscito dalla candeggina. Il giorno dopo aveva un'incontro con la sua capa, una donna vecchio stampo sempre seria e in tubino grigio che avrebbe preteso la bozza sulla sua scrivania all'alba delle nove di mattina e che l'avrebbe cacciata a calci se così non fosse stato.

Natalie lavorava per un piccolo atelier di Berlino completamente autogestito: loro disegnavano i vestiti, loro li producevano e loro li vendevano e avevano pure un discreto successo, un giro piccolo ma in , come lo definivano ai piani alti.

Si strofinò di nuovo le tempie, non ce l'avrebbe mai fatta, non se il suo rumoroso coinquilino non avesse smesso di battere le sue stupide bacchette sulla sua stupida batteria, lasciandole finalmente la quiete che le occorreva per far funzionare il cervello. Uscì dalla propria camera sul piede di guerra e fece irruzione in quella di fianco.

“Shin!” in tutta risposta il ragazzo la guardò divertito, quasi si aspettasse di vedersela comparire di fronte inviperita da un momento all'altro.

“Ok la smetto.” ridacchiò appoggiando le bacchette e alzando le braccia al cielo in segno di resa e lei se ne tornò da dove era venuta soddisfatta.

Shin era ciò che di più caro avesse al mondo oltre alla sua famiglia, si erano conosciuti il primo giorno delle superiori pur non essendo nella stessa classe e in breve erano diventati a dir poco inseparabili. Condividevano tantissime passioni, fra cui quella per il Giappone, il cibo giapponese, i manga e i Dir en Grey oltre che quella per il cosplay anche se in maniere differenti: a lei piaceva disegnare e confezionare i vestiti ma non prestarsi per indossarli, mentre lui invece odiava la parte manuale ma adorava presentarsi vestito a tema a tutte le manga convention che gli capitavano sotto tiro, insomma si completavano a vicenda, dove non arrivava una arrivava l'altro e questo valeva praticamente per ogni aspetto della loro vita. Quando si erano diplomati nessuno dei due aveva proseguito gli studi e si erano presi un piccolo appartamentino tutto per loro nonostante entrambi abitassero già di loro nel cuore pulsante di Berlino. Lei era riuscita a trovarsi un lavoro presso questo atelier in veste di stilista, non era esattamente la sua massima aspirazione dato che la linea di abbigliamento che confezionavano era molto sobria rispetto ai suoi standard ma era comunque esperienza in un campo che adorava, mentre Shin passava da un lavoretto part-time all'altro mentre tentava di trovare qualcuno che gli andasse a genio con cui formare una band vera e propria e poter suonare la sua amata batteria anche in posti diversi dalla sua stanza.

“Non caverai un ragno da un buco se continui così.” Shin entrò in camera sua e si sedette a gambe incrociate sul suo letto.

“Di sicuro non finché continuerai a fare azione di disturbo.” borbottò Natalie di rimando.

“No sul serio, dovremmo uscire.”

“Tu sei tutto scemo, io devo finire questa bozza!”

“Prima di finirla dovresti iniziarla. - ridacchiò il ragazzo sbirciando sul foglio immacolato – andiamo al cinema?” aggiunse poi.

“Quale parte di-“

“-hai un disegno da finire non ho capito? – la interruppe – ho capito tutto, anche che hai la mente talmente stressata che se non la svuoti puoi passare anche il resto della tua vita su quel foglio e non ci disegnerai mai sopra niente.”

“Questo lo dici tu.”

“Eddai Nati, sai che ho ragione!”

La ragazza sbuffò, sapeva fin troppo bene che l'amico aveva ragione ma l'ansia che provava nei confronti del termine di consegna imminente le impedivano di schiodarsi da dove si trovava.

“Vai al cinema con qualcun altro.” bofonchiò tornando a focalizzare la sua attenzione sul blocco da disegno.

“Se vieni con me poi ti faccio da modello.” le propose ben sapendo che quella era una prospettiva troppo allettante per la ragazza. Natalie infatti amava all'inverosimile disegnare cose per Shin, un po' perché lui aveva esattamente lo stile che piaceva a lei e un po' perché il ragazzo era davvero un modello perfetto e si prestava praticamente a qualunque cosa, perfino a provarsi e riprovarsi fino alla nausea vestiti femminili anzi, ci provava perfino gusto. Ci rifletté sopra un attimo, in fondo Lydia – la proprietaria dell'atelier – non le aveva dato chissà quali indicazioni sul nuovo lavoro, le aveva solo ingiunto di presentarle una novità al più presto. Ovviamente si doveva attenere ai soliti canoni di sobrietà ed eleganza dettati da Lydia stessa, ma sul resto aveva carta bianca e anche se suddetti canoni e Shin non andavano propriamente d'accordo, lavorare sul ragazzo sarebbe stato sicuramente più facile che lavorare da sola.

“Ok...” si decise a cedere e Shin le lanciò un sorriso compiaciuto scendendo dal letto, prendendola per mano e trascinandola fuori casa senza nemmeno darle il tempo di cambiarsi se mai ne avesse avuto bisogno.

 

***

 

“Shiiiin! Avevi promesso!” Natalie si stava rivolgendo all'amico con fare supplichevole, erano tornati da poco dal cinema e al momento lui si stava rifiutando di assecondarla in qualità di modello.

“Era una promessa platonica!” cercò di difendersi lui.

“Cosa sarebbe una promessa platonica ?”

“Io non credevo che avresti iniziato a ficcarmi pezzi di stoffa a caso addosso, dovevi solo disegnare!”

“Non te li sto ficcando addosso a caso . – sbuffò lei – e comunque se non faccio così come può venirmi un'idea?” riprese a lamentarsi.

“Guardami platonicamente e fattela venire. - le consigliò lui staccando gli spilli che tenevano un lungo pezzo di stoffa nero attaccato ai propri pantaloni – quando lo dovrai confezionare mi userai come puntaspilli ma prima credo che dovresti disegnarlo questo benedetto vestito.”

Lei lo fissò per un attimo incerta sul da farsi e poi parve avere un'ispirazione divina.

“Spogliati.” gli intimò mentre si metteva a rovistare in un'enorme cesta che aveva ai piedi del letto e nella quale c'erano stoffe di ogni tipo.

“Perché?” le chiese mettendosi sull'attenti.

“Il colore dei tuoi occhi! E' perfetto per un bel vestitino da sera non troppo impegnativo!” gli spiego lei tirando fuori dalla cesta il campioncino delle stoffe con tutte le sfumature che andavano dal verde più scuro al verde acqua più chiaro.

“E perché dovrei spogliarmi se devi solo controllare il colore degli occhi?”

“Perché i colori di quello che hai addosso potrebbero falsare il mio giudizio.” gli disse pazientemente come se stesse parlando ad un cerebroleso.

“Scordatelo!” le rispose deciso.

“Shiiiin!”

“Sai cosa succederà se mi spoglio, vero ?”

“Si, che io troverò la sfumatura perfetta, disegnerò una bozza perfetta da cui confezionerò un vestito perfetto che-“

“Finiremo a letto insieme.” la bloccò esponendo la sua teoria di come sarebbero andate le cose.

“No.”

“Si.”

“No.”

“Nati... succede sempre.” le fece notare reprimendo a stento un sorriso malizioso.

“Non stavolta.” si impuntò lei e Shin scoppiò a ridere.

Nessuno dei due aveva mai avuto una storia vera e il caso aveva voluto che la loro prima volta fosse stata insieme ad un party. Era successo quasi tre anni prima, erano mezzi ubriachi e nemmeno loro sapevano esattamente come erano finiti col fare ciò che avevano fatto, stava di fatto che non solo era successo ma avevano anche gradito. In realtà la mattina dopo, quando si erano resi conto dell'accaduto, si erano quasi buttati entrambi in una vasca di disinfettante ma poi, due settimane e mille paranoie più tardi, avevano decretato che non avrebbero potuto desiderare di meglio per la loro prima volta. E ce n'era stata una seconda, una terza, una quarta e via così fino a circa un anno prima, quando erano giunti alla conclusione di essere più che semplici amici ma meno di una coppia e che la cosa avrebbe portato solo guai. Si erano così dati una calmata e avevano escluso l'aspetto sessuale dalla loro “relazione”, tornando ad essere semplici amici per la pelle e nulla di più. La tregua però aveva retto solo fino a quando erano andati a vivere insieme e – di nuovo senza quasi rendersene conto come quella sera alla festa – si erano ritrovati uno addosso all'altra facendo ricominciare tutto da capo.

Il problema fondamentale era che insieme si trovavano troppo a loro agio e no, non si amavano, ma provavano un bene reciproco che andava abbondantemente oltre.

“Allora mi spoglio, vedi di fare in fretta con quei cosi.” sospirò Shin indicando i campioncini di stoffa e prendendo a levarsi i vestiti di dosso, tutto tranne i boxer.

“Bravo.” disse lei compiaciuta iniziando ad accostargli al viso i vari pezzettini di stoffa uno dopo l'altro.

“Hai mai pensato di trovarti un ragazzo?” le chiese lui mentre si sottoponeva a quella tortura.

“E tu hai mai pensato di trovarti una ragazza?” replicò lei ironicamente.

“Chissà se avresti il coraggio di trattare come un manichino anche il tuo ragazzo.” disse Shin con fare pensoso.

“E tu chissà se avresti il coraggio di spaccare i timpani dalla mattina alla sera anche alla tua ragazza con quell'aggeggio infernale.”

“Batteria.” la corresse lui fingendosi offeso.

“Quello che è.” rispose Natalie aprendosi in un sorriso raggiante mentre constatava che il campioncino che aveva appena preso in mano e gli occhi di Shin si accoppiavano alla perfezione.

“Alleluia!” esclamò lui sbarazzandosi di altra stoffa che lei gli aveva appoggiato sulla spalla, prima di cingerla per i fianchi e trascinarla verso il letto senza darle possibilità di replica.

 

***

 

“Non c'è proprio più romanticismo nel mondo di questi tempi.- Shin stava piagnucolando rotolandosi nelle coperte mentre Natalie si alzava a recuperare il suo blocco da disegno e la matita, per poi tornare a sedersi sul letto di fianco a lui – Non puoi metterti a disegnare subito dopo aver fatto sesso con questo splendore di ragazzo.” proseguì imperterrito autoindicandosi.

“E' passata un'ora.” replicò lei sorridendo delle moine di Shin e ricordandogli che avevano passato un sacco di tempo a parlare dopo aver ceduto per l'ennesima volta all'istinto.

“E' troppo poco.” decretò lui mettendosi seduto a sua volta e tentando di toglierle il blocco di mano.

“Guarda l'ora!” erano già le due di notte passate.

“Odio quando hai le scadenza, sei odiosa. - mugugnò lui appoggiando la testa alla spalla di lei e sbirciando quello che stava disegnando – sei anche incredibile!” osservò poi.

“Perché?”

“Non avevi idea di dove andare a sbattere la testa e ti è bastata l'ispirazione sul colore per partire in quarta!”

“A ognuno il suo, tu sei incredibile alla batteria.” gli rispose Natalie, nonostante tutto in situazioni normali adorava guardarlo suonare, era una vera e propria forza della natura con le bacchette in mano.

“Disegna che domani devi consegnare.” le disse lui facendole tornare l'attenzione sul foglio di carta.

“E tu dormi che domani devi andare a lavorare.” gli sorrise passandogli una mano fra i capelli, era bello come si prendevano uno cura dell'altra e viceversa.

“No, devo andare a cercarmelo un lavoro.” sospirò Shin lanciandole un'occhiata colpevole.

“Come scusa? - gli chiese lei basita da quella rivelazione – non dirmi che ti sei fatto cacciare di nuovo!”

“Non è stata colpa mia! – tentò di difendersi Shin – Il ristorante era pieno di persone da servire e io mentre aspettavo un piatto mi sono perso via ad immaginarmi un giro di batteria assurdo e ho simulato la cosa con un paio di posate andando a sbattere contro non so chi che ha fatto cadere i tre piatti che aveva in mano dando vita a una catena di incidenti stile quelle che si vedono nei film, presente?” le lanciò uno sguardo da cagnolino bastonato e si, lei aveva fin troppo ben presente come era in grado di isolarsi dalla realtà Shin quando pensava all'aggeggio infernale per il quale viveva. Lo fissò un attimo indecisa se cedere all'impulso di prenderlo a sberle o a quello di alzarsi e scaraventargli la batteria nella tazza del water ma poi si rese conto che per farcela passare avrebbe dovuto ridurla a pezzettini piccoli piccoli e che non ne aveva assolutamente il tempo. Si limitò a scuotere la testa sconsolata e a tornare a focalizzare la propria attenzione al suo disegno.

 

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NOTE.
Ed eccomi di nuovo qui con una nuova long-fic sui Cinema Bizarre che non so assolutamente dove mi porterà visto ch eho tante idee confuse in testa xD Ci tenevo a fare giusto due note di servizio, la prima è che il titolo "Come here, please hold my hand for now." è tratto dalla canzone Not Now dei Blink182 e per me è un po' come un ritorno alle origini visto che è il gruppo che ha praticamente fatto da colonna sonora alla mia vita =) La seconda noticina è che ringrazio dal più profondo del cuore la sensei Yazawa e tutti i suoi manga perchè l'ispirazione per le attività di Natalie mi è in parte venuta pensando a Mikako di Cortili del cuore e perchè mercoledì sera vedendo Yu post concerto con la chitarra a tracolla mi è venuto subito in mente Ren di Nana, non chiedetemi perchè ç_ç
Detto ciò... spero vi possa piacere ^_^

   
 
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