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Autore: afterallthistime    25/09/2014    7 recensioni
[ PercyxAnnabeth ] ↪ Warning Spoiler: The Mark Of Athena ↩
Nulla avrebbe potuto dividerli, nessuna stupida guerra, nessuno stupido Titano improvvisamente risvegliatosi con manie genocide, né tantomeno il Tartaro.
Annabeth era l’unico punto fermo che lo legasse ancora alla vita. Dopo di lei, nulla aveva più senso.
Aveva perso la sensibilità di numerose parti del corpo, non percepiva neppure più le lacrime che gli scendevano copiose sul viso, ma la sua stretta era rimasta ferma, salda nelle mani della ragazza che amava.
E gli occhi di lei lo guardavano, altrettanto gonfi di lacrime, il grigio tempestoso animato dalla scintilla di determinazione che mai l’aveva abbandonata, un faro di speranza nel mezzo della bufera.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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As Long As We're Together.



— Rimarremo insieme — le promise. — Non te ne andrai via da me. Mai più.
— Basta che stiamo insieme — replicò lei. ©

Percy si abbandonò alla caduta, e lasciò che le tenebre lo avvolgessero.
Fu come chiudere volontariamente gli occhi per sprofondare in un incubo senza fine, presumibilmente uno dei suoi incubi peggiori, tranne che per l’unica, sottile differenza secondo cui questa volta non si trattava di un sogno da cui avrebbe potuto svegliarsi.
La situazione era nettamente peggiore.
Le urla di Nico e Hazel erano svanite in fretta, perse in quell’oscurità che sembrava fitta come nebbia, mentre le tenebre gli si addensavano dietro le palpebre e nei polmoni, rendendogli difficile persino respirare.
L’aria gli sferzava il viso con una violenza tale da fargli lacrimare gli occhi, mentre il dolore lo soffocava sotto ogni aspetto: non si era ancora ripreso del tutto dallo scampato pericolo del ninfeo,
e il suo cervello era un moltiplicarsi di pensieri, idee, ricordi ed una disperata, tremenda voglia di vivere.
Tuttavia, lasciarlo morire sarebbe stato un atto troppo caritatevole per gli standard degli dei.
Nonostante tutto, Percy aveva la certezza matematica che sarebbe sopravvissuto a quella caduta.
L’aveva promesso a Nico, e non aveva alcuna intenzione di infrangere una promessa per la seconda volta, e oltretutto... aprì gli occhi, che aveva involontariamente chiuso a causa della violenza dell’aria.
Annabeth era l’unico punto fermo che lo legasse ancora alla vita. Dopo di lei, nulla aveva più senso.
Aveva perso la sensibilità di numerose parti del corpo, non percepiva neppure più le lacrime che gli scendevano copiose sul viso, ma la sua stretta era rimasta ferma, salda nelle mani della ragazza che amava.
E gli occhi di lei lo guardavano, altrettanto gonfi di lacrime, il grigio tempestoso animato dalla scintilla di determinazione che mai l’aveva abbandonata, un faro di speranza nel mezzo della bufera.


— Andrà tutto bene — mormorò con voce roca.

Lei strinse le labbra e annuì, incapace, comprese il ragazzo, di dire altro.
Era stata tanto coraggiosa. E aveva affrontato tutto da sola.
Con uno strattone, la avvicinò a sé e la avvolse in un abbraccio, stringendola e capovolgendosi in modo da trovarsi con la propria schiena contro l’abisso.
In quel modo, si disse, avrebbe evitato che lei si ferisse ulteriormente, e che l’atterraggio fosse il più dolce possibile.
Dopotutto, aveva una caviglia rotta, e un carico di stress in corpo da far impazzire chiunque.

— Andrà tutto bene, te lo prometto — ripeté, soffocando ogni sillaba nell’incavo del suo collo.

Fu in quel momento che Annabeth crollò. Prese a singhiozzare, mentre tremiti convulsi la scuotevano a scatti regolari, e lacrime non più dovute allo sferzare del vento attorno a sé presero a rigarle le guance ed inumidire la maglietta di Percy.
Quest’ultimo la strinse ancora più forte, mentre sentiva la forza affievolirsi a poco a poco e abbandonarlo con perfida lentezza.
Lottava contro una forza insostenibile, carezzandole i capelli, la schiena, offrendole tutta la sicurezza di cui potesse aver bisogno in quel momento di fragilità.
Non poteva saperlo, ma era lei a salvare lui, e non il contrario.
Senza Annabeth, probabilmente si sarebbe lasciato andare alla disperazione più profonda, avrebbe inveito contro gli dei e contro il mondo, e una volta raggiunto il Tartaro sarebbe impazzito fino a lasciarsi morire.
Si sarebbe spezzato, proprio come vetro. Proprio come lo sguardo di Nico di Angelo.
Invece erano in due, ed erano l’uno la speranza dell’altro, ciò per cui ne valeva la pena.
Era sempre stato così, dopotutto— fin da quando lui era un ragazzino di tredici anni, isolato perché figlio di Poseidone, lei era stata la sua ancora.
Nessun’impresa sarebbe mai stata portata a termine senza l’aiuto della figlia di Atena, nessun momento difficile sarebbe stato superato se non ci fosse stata lei al suo fianco.
E nonostante le ferite, l’odore terribile di morte, paura e disperazione che impregnava le pareti di roccia di quel baratro senza fondo, i suoi capelli profumavano ancora come la prima volta, di un misto di vaniglia e pino silvestre.
I suoi occhi grigi erano sempre gli stessi, sempre lo stesso il suo calore, le mani che lo stringevano, le labbra che lo baciavano.
Avrebbe combattuto anche tutta la vita per poter rimanere al suo fianco.
Nulla avrebbe potuto dividerli, nessuna stupida guerra, nessuno stupido Titano improvvisamente risvegliatosi con manie genocide, né tantomeno il Tartaro. Non avrebbe potuto spezzare il legame che li univa.

— Ti amo —  la sentì sussurrare fra le lacrime, dopodiché ebbe la certezza che avesse perso i sensi.
Il suo corpo perse rigidezza e gli si accasciò fra le braccia, e lui aumentò la stretta.

— Finché siamo insieme, nulla potrà farci del male.

Le sussurrò quelle parole con la dolcezza d’una ninnananna, e poi si lasciò finalmente andare all’oblio, consapevole che sarebbe stata soltanto una tregua. La calma prima della tempesta.
Ma aveva Annabeth al suo fianco, e insieme avrebbero trovato quelle dannate Porte, per poi tornare a casa.
Ce l’avrebbero fatta. Ce l’avrebbero fatta, nonostante tutto e tutti. Dopotutto, erano insieme.

© Tratto da Eroi dell’Olimpo— Il Marchio di Atena, Rick Riordan.




Angolo Autrice.
Voi davvero, davvero non potete capire quanto questo libro mi abbia emotivamente sconvolta.
Sapevo come sarebbe finita, sapevo della caduta del Tartaro ma.. questo non mi ha salvato dal vedere il mio cuore ridursi in tanti, tantissimi minuscoli pezzettini. E le fan-art di Viria non mi hanno di certo aiutato.
Sono una delle mie otp, capite? Una delle mie otp, e non ce la faccio, non posso assolutamente farcela.
Perché per tutte le mie otp, qualcuno deve morire, muoiono entrambi o si odiano? Loro erano perfetti, e zio Rick me li combina in questo modo. Giuro che sto morendo dalla voglia di leggere la Casa di Ade.
Letteralmente. V̶o̶g̶l̶i̶a̶m̶o̶ ̶p̶a̶r̶l̶a̶r̶e̶ ̶d̶e̶l̶l̶a̶ ̶T̶h̶a̶l̶u̶k̶e̶?̶ ̶L̶u̶i̶ ̶è̶ ̶m̶o̶r̶t̶o̶ ̶e̶ ̶l̶e̶i̶ ̶è̶ ̶i̶m̶m̶o̶r̶t̶a̶l̶e̶
D’accordo, d’accordo. Tornando alla fan fiction, mi sono ispirata ad una fan-art in cui Percy ed Annabeth cadono abbracciati, e questo è il risultato. Spero vi sia piaciuto!

Love you always,
— afterallthistime.

  
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