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Autore: Scarlett Rose    25/09/2014    3 recensioni
OCCHIO: SPOILER per chi non avesse visto il finale della saga di "Merlin".
Dietro lo sguardo sereno e sotto la corona, non batte il cuore di una regina ma quello di una giovane donna che, nonostante tutto, è sopravvissuta.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Merlino, Principe Artù | Coppie: Gwen/Artù
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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E' proibito piangere senza imparare, svegliarti la mattina senza sapere che fare,

avere paura dei tuoi ricordi.

- Pablo Neruda -

 

 

 

 

 

Ginevra sente fuori dalla finestra della sua camera tutti i rumori tipici della città che si sveglia.

Camelot riprende a vivere non appena il primo raggio di sole colpisce le sue mura di pietra bianca, cacciando gli ultimi, ostinati, residui della notte.

La giovane regina sa che dovrà alzarsi a breve, ma è a dir poco riluttante all'idea di abbandonare il soffice tepore delle coltri.

“Ginevra, apri gli occhi.”

“No, non mi va.” mugugna lei, allungando una mano nella parte di letto di Artù. Dove lui solitamente dorme scomposto, russando di tanto in tanto “Voglio stare ancora qui con te. Ancora un pochino.” aggiunge accigliandosi ad occhi chiusi, come una bambina ostinata.

“Non sei tu quella che dice sempre che dobbiamo dare il buon esempio ai nostri sudditi?”.

Ginevra non ha bisogno di vederlo per immaginare il solito sorriso canzonatorio – un sorriso che lei adora tremendamente, deve ammetterlo – aleggiare sulle labbra di suo marito.

La giovane donna scuote la testa, allungandosi ancora di più nella parte di letto che in teoria sarebbe di lui, bofonchiando “E' ancora l'alba. Posso permettermi di starmene qui con te un altro po', no?”

“Tutto ciò che vuole la mia regina è un ordine, per me.” ribatte scherzoso e lei sente una carezza fra i capelli, una cosa così sottile che potrebbe benissimo essersela immaginata.

“Fare la regina è difficile, sai?” dice Ginevra ad un tratto, il volto mezzo affondato nel cuscino.

“Lo so.” replica morbidamente la voce di lui.

E lei è assolutamente consapevole che non lo dice tanto per dire, che solo lui può capire il peso di una corona posata sul capo. Ginevra sospira “Ogni giorno mi chiedo se sto facendo la cosa giusta. Ogni singolo giorno.”

“Stai facendo del tuo meglio, Gwen. È questo che fa di te un'ottima sovrana.”

“Nessuno mi chiama più così.” sospira lei “A volte mi sembra tutto un sogno e credo che mi sveglierò nella mia piccola capanna, nel mio vecchio letto, pronta per un'altra giornata di faccende.”.

Lo sente sorridere, ricordando quello che è stato, in fin dei conti, il loro nido d'amore, dove si sono conosciuti per davvero senza stupidi titoli a dividerli.

“Ora dovresti alzarti, Ginevra.”

“Lo so.” sospira lei “Lo so. Ma non voglio farlo. Sono stanca, amore mio.”.

Lui tace e lei prosegue, mentre le lacrime iniziano a rotolarle lungo le guance, come ogni mattina prima di arrendersi ed aprire gli occhi “Mi manchi tanto, Artù.”

“Hai Gaius, sir Leon, Parsifal.” la sua voce è dolce, ma tanto lontana “E anche Merlino.” aggiunge poi.

Gwen scuote la testa “Viene a corte troppo di rado. Dice che deve sistemare i problemi causati dalla magia nel regno. Abbiamo perso così tanto nella guerra... i nostri cavalieri, mio fratello, te... e anche Merlino, in fin dei conti.”

“Mi dispiace averti lasciata sola.”

“Dispiace anche a me.” sorride lei, con le labbra che le tremano, aprendo gli occhi.

La luce del sole ha invaso la grande stanza da letto e il silenzio le piomba addosso assordandola.

Guarda il cuscino accanto al suo e passa una mano sul materasso freddo.

Si sente patetica a chiacchierare con le voci nella sua testa e sa benissimo che un giorno smetterà di sentirle.

Quando sarà capace di lasciarlo andare.
Quando sarà capace di ricordarlo senza sentire il cuore contrarsi in spasmi dolorosi.
Quando potrà ridere con Gaius ricordando tutti i pasticci e i battibecchi che Artù e Merlino mettevano in scena animando, a volte anche troppo, la formalità della corte.
Quando sarà pronta ad andare avanti, farà tutto questo.

Ma non oggi; il cuore ha bisogno del suo tempo per cicatrizzare le ferite, le ha detto Gaius qualche sera fa, mentre se ne stavano su una delle terrazze a guardare la notte, in silenzio.

È una faccenda lunga e dolorosa, aveva aggiunto stringendole con affetto una mano, però un giorno sarebbe successo.

Per ora, intanto, le lacrime continuano a cadere copiose, mentre fissa il soffitto intarsiato cercando la forza di alzarsi.

Le costa una fatica immane, ma deve farlo.

Lo deve a Gaius, che nonostante l'età sempre più avanzata si è assunto il compito gravosi di aiutarla senza mai far trapelare il suo dolore per l'assenza di Merlino da Camelot.

Lo deve a sir Leon e sir Parsifal, che hanno ingoiato la sofferenza per i compagni perduti e stanno riorganizzando le loro fila, sempre pronti a sostenerla e a dimostrarle la loro totale lealtà.

Lo deve a Elyan, che è morto per dare un futuro a quel regno, dopo aver finalmente trovato l'ideale per cui combattere che aveva cercato in tutti gli angoli del mondo.

Lo deve a sir Gwaine, a Lancillotto, a tutti i soldati che non hanno più fatto ritorno per servire una corona in cui credevano.

Lo deve al suo Artù, che le ha affidato il futuro di Camelot.

E infine... sì, pensa Ginevra alzandosi a sedere lentamente ed asciugandosi le guance con i palmi delle mani, lo deve anche a Merlino, che ha diritto di elaborare in pace il suo dolore per la perdita di un amico che era praticamente un fratello.

Poco dopo la sua incoronazione ad unica regnante di Camelot, Merlino l'ha portata a quel lago, dove il loro Artù riposava finalmente in pace, e le ha raccontato della profezia. E poi si è allontanato, gentile e discreto come sempre, lasciandola piangere tanto da non avere più fiato, consentendole di far uscire tutto il dolore che fino a quel momento aveva dovuto nascondere dietro un'aura di impenetrabile regalità.

Sì, ripete Ginevra alzandosi in piedi con un gesto deciso e fissando il cielo turchese fuori dal balcone, stavolta tocca a Merlino rimanere tranquillo e a lei tenere in piedi il regno.

Fino al giorno in cui entrambi saranno pronti a lasciar andare il passato.

 

 

 

 

 


Trono dell'autrice: non so se s'è capito, ma il finale di Merlin è stata una mazzata nei denti nonostante conoscessi bene il ciclo delle leggende arturiane. Tuttavia si spera sempre nel lieto fine, no?

Altrimenti uno che li ha a fare i poteri magici, dico io?

Spero abbiate gradito questa one shot piccina piccina nonostante l'atmosfera non sia lietissima e se vorrete lasciarmi un commento farete felice questa piccola scribacchina quale sono io.

Grazie comunque a tutti quelli che si sono fermati a leggere!

 

 

  
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