Guardavo la strada buia percorsa da poca gente, a quell'ora della sera; Water 7 sembrava proprio tranquilla e, se non fosse stato per l'assenza di Usopp, lo sarei stata anche io. Da quando la nostra nave, la Going Merry, si era rivelata impossibile da riparare per le molteplici prove subite lungo la rotta, il Cecchino, troppo legato a lei, ci aveva abbandonati, scatenando l'ira di Zoro, che ci aveva intimato di non implorarlo a rimanere. 

Con la coda dell'occhio percepii un movimento misurato e scorsi quest'ultimo poco distante, che si avvicinava con passo strascicato. Sembrava esausto e lo era davvero.

Ne conoscevo anche il motivo. Quel giorno era stato costretto a prendersi cura di una schiera di marmocchi di età varia e la cosa era riuscita a sfiancarlo peggio di un combattimento a fil di spada.

Non sapeva che fossi a conoscenza della vicenda. Aveva cercato di nasconderla, naturalmente senza riuscirvi, e si era fatto beccare sia da Robin che dalla sottoscritta. A differenza della sorellona, però io non lo avevo affrontato apertamente, avevo fatto finta di non vederlo e avevo proseguito per la mia strada. In un primo tempo mi ero pentita di quella scelta istintiva, dato che avrei potuto guadagnarci un bel po', se lo avessi minacciato di raccontare tutto a Sanji; ma non ero stata in grado di usare come pretesto per un ricatto quella famigliola di poveri bimbi abbandonati: il mio passato raccontava una storia uguale, fatta di affetti estranei ai legami di sangue, ma non per questo meno saldi.

Allora avevo scelto di risparmiare allo Spadaccino un'umiliazione che in effetti non sarebbe stato giusto dargli. Però, nella solitudine di quell'ora tarda, in cui soltanto noi due eravamo ancora in piedi, non resistetti più a stare in silenzio e gli domandai a bruciapelo: -Zoro, perché oggi ti sei nascosto? Sembrava che ci sapessi fare con quei poppanti...

Si voltò a guardarmi di scatto, arrossendo vistosamente e pronto a sbraitarmi contro, poi si accorse che non lo stavo prendendo in giro e sembrò rasserenarsi almeno un poco.
Il colore sul viso però rimase e dovetti reprimere una risata che premeva per curvarmi le labbra ed in quel momento realizzai che non sarebbe stata una manifestazione di scherno, ma di qualcosa che si avvicinava alla tenerezza.
E mi stupii di me stessa... Zoro, ex cacciatore di pirati, ora esso stesso pirata di fama mondiale, conosciuto nel mondo come sanguinario spadaccino, che mi ispirava un sentimento che di solito si associava ad animaletti dai grandi occhi languidi ed ai cuccioli?

Mi salvò dal rispondere al mio interrogativo lo stesso Zoro, che mi si fece vicino e mi guardò brevemente in viso, prima di mettersi ad osservare la strada. Ero certa che anche lui nutrisse una vera preoccupazione per la prolungata assenza di Usopp, nonostante tutti i discorsi fatti sul rispetto verso il Capitano e la Cìurma... E parlò, serio come sempre, di quanto accaduto quel giorno.
-Mi hai visto, allora.... Come mai non ne hai approfittato?- mi chiese, conoscendomi bene.
Feci spallucce e lui proseguì: -Mi sono ritrovato in quella situazione senza che lo volessi e quando ho tentato di andarmene era tardi: quella matta mi ha appioppato quei ragazzini, quasi che fossi il loro fratello maggiore e poi ho scoperto che erano in una brutta situazione con dei tipacci... Non volevo che pensaste che mi fossi rammollito a causa dei marmocchi... Soprattutto tu. Non parliamo poi di quel Cuocastro della malora, non mi avrebbe lasciato in pace mai più quell'idiota.
Sintetico come al solito, ma sincero.
Gli sorrisi.
In effetti Sanji sarebbe stato impietoso con lui, anche se, sotto sotto, forse l'avrebbe approvato.

-Sembri esausto, vai a riposare...- lo incoraggiai, ma lui fece segno di no col capo.
-Sto qui ancora un poco, sono pochi i momenti in cui non litighiamo- mi disse, sedendomisi vicino. -Non ebbi il tempo di replicare indignata, che aggiunse: -Ancora in pena per il nasone? Sai che ho ragione sul suo conto.

Annuii, e lo feci per tutte le sue affermazioni.
Era vero... I momenti di pace tra noi erano pochi, ero in pena per Usopp e lui aveva ragione a fermarci dal contestare la sua decisione di abbandonarci.
Non potevamo permetterci la minima esitazione, lungo quella rotta così pericolosa: se uno di noi avesse avuto la minima titubanza sugli altri o su uno solo di essi, avrebbe messo in pericolo la vita di tutti.
Se il Cecchino avesse voluto tornare, l'avremmo accolto a braccia aperte, ma la volontà di farlo doveva essere soltanto sua, una scelta senza forzature, libera da vincoli.

Sentivo il calore di Zoro al mio fianco. Mi dava conforto nella notte che avanzava e mi avvicinai un altro poco per percepirlo meglio.
Lui non disse nulla e nemmeno si scostò o diede segno di volerlo fare, così restammo in silenzio, a guardare la strada buia, dove sempre meno gente si avventurava, man mano che le ore passavano.
E quando non riuscii a reprimere uno sbadiglio per la stanchezza, un braccio forte si poggiò sulle mie spalle e lo Spadaccino mi tirò a sé, facendomi poggiare sul solido petto.

Non disse nulla, mentre scoppiavo a piangere per Usopp, la Going Merry e, sì, anche per noi due, perché i nostri continui scontri ci sottraevano momenti come quelli, rari e preziosi.

Dopo, mentre scivolavo in un sonno stanco, ancora appoggiata al suo calore, mi parve di sentire che mormorasse qualcosa, ma non ne fui mai del tutto sicura. Suonava un po' come: -Non preoccuparti, Nami, andrà tutto a posto... Avremo una nuova nave, il Nasone tornerà da noi e ci sarà più tempo per stare insieme. Te lo prometto.