Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: angelofdeath94    26/09/2014    0 recensioni
Sophie Flynn, all'apparenza una sedicenne qualsiasi, si trasferisce in una tranquilla cittadina nei pressi di Firenze per seguire i genitori a seguito di un lutto doloroso. Il cuore della ragazza pare freddo e inaccessibile, ma non tutto è come sembra. Durante la sua prima serata in città conosce dei personaggi misteriosi e affascinanti, che nascondono terribili segreti, eppure non sono i soli. Da quella sera tutto cambierà... Da quel momento Sophie sarà costretta a scegliere tra cuore e ragione, tra amore e dovere. Le tenebre e la luce si scontreranno in una grande guerra che per troppo tempo è rimasta repressa.
Spero di avervi interessati almeno un po'. Questa è la prima storia che pubblico, quindi abbiate pietà di me... comunque spero che qualcuno commenti.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 8: Nel buio
DANIEL
L’avevo persa per sempre. Ero stato uno stupido. Non mi avrebbe mai perdonato, ero quello che lei odiava di più, ciò che combatteva. Martin era ancora nel vicolo davanti al locale e mi osservava attento.
«Sarai felice adesso.», dissi allontanandomi da quel posto.
Non potevo tornare a casa, non in una notte come quella. Entrai nel bosco e corsi fino a quando le mie energie non furono esaurite. Ero giunto in una zona da cui si poteva ammirare tutta la città con le sue luci. Non ero solo, avvertivo una presenza nei dintorni.
«Chi sei?», gridai guardandomi intorno.
Non rispose nessuno. Passarono dei minuti prima che chiunque si nascondesse nell’oscurità uscisse allo scoperto. Una figura incappucciata mise piede fuori dalla boscaglia e allungò una mano verso di me.
«Chi sei?», ripetei ancora una volta.
«Sono la ragazza che hai ucciso poco tempo fa.», rispose la giovane uscendo dal buio.
«Come ho potuto toglierti la vita? Eri così giovane.», feci prendendomi la testa tra le mani.
 «Perché tu sei un assassino e ora anche la cacciatrice lo sa.»
Nina mi si avvicinò. Aveva il viso imbrattato dal sangue rappreso e gli occhi chiusi in due fessure. C’era qualcosa che non quadrava in quella faccenda.
«Non volevo ucciderti. Non ricordo niente di quella notte.», dissi rivolto a quella strana creatura.
«Davvero non ricordi di avermi ammazzata senza pietà?», mi chiese con voce rotta.
La testa mi scoppiava. Provavo senso di colpa misto a rabbia. Stavo lentamente perdendo il controllo delle mie azioni.
«Nella tua vita non hai fatto nulla di giusto, solo un mucchio di errori. Sei un lurido assassino. Ora anche Sophie ti odia come tutti gli altri.», continuava a ripetere una voce nella mia testa.
«Sarebbe meglio se morissi, prima di porre fine ad un'altra vita.», mormorò la ragazza morta, porgendomi un accendino e della benzina.
«Dovrei farla finita.», dissi varie volte ad alta voce, mentre Nina annuiva.
Presi l’accendino e aprii la tanica versandola intorno a me e su me stesso. Stavo per dare fuoco quando il telefono iniziò a squillare insistentemente. Lo ignorai come ipnotizzato dalla creatura che avevo di fronte, ma il cellulare continuava a suonare. Mi arresi.
«Pronto?». La mia voce appariva rotta.
«Daniel, sono Melissa. Ho parlato con tua sorella e ha detto che non sei tornato. So che hai discusso con Sophie e non sei tornato a casa. Ti prego dimmi dove sei.»
Rimasi in silenzio alcuni minuti, durante i quali la ragazza morta si spazientì. Azionò l’accendino e lo gettò a terra accanto ai miei piedi. Era troppo tardi per scappare. Sarei morto bruciato vivo…
All’improvviso udii uno schianto e qualcuno mi spinse a terra, salvandomi la vita. All’inizio non riconobbi la figura, ma quando mi ci soffermai meglio mi accorsi di chi dovessi ringraziare. Restammo entrambi in silenzio.
SOPHIE
Ritornai a casa talmente delusa da non salutare nessuno. Mi gettai sul letto e guardai il soffitto, certa che da un momento all’altro sarei scoppiata a piangere. Ad un tratto avvertii che non ero sola nella stanza.
«Aquila Bianca.», salutai il ragazzo indiano che mi aveva sempre protetta.
«Ciao, Sophie. Cos’è successo?», mi chiese accomodandosi sul letto.
L’indiano non era cambiato un granché dal nostro ultimo incontro, valutai osservando i suoi lunghi capelli neri sciolti e il suo fisico asciutto.
«Sono stata una stupida. Mi sono fidata della persona sbagliata e ora ne sto pagando le conseguenze. Non so come fermare questo druido. Sento di avere sbagliato tutto.», confessai allo Spirito in preda allo sconforto.
«Non hai sbagliato nulla, Sophie. Hai solo seguito il tuo cuore. Daniel non ha ucciso quelle persone per sua scelta, è stato obbligato.»
«Obbligato? Da chi?», sbottai, « È un lupo mannaro, un assassino, prova piacere nel togliere la vita a delle persone innocenti.»
«Lui è stato maledetto a vivere questa vita, è vero. Però i sacrifici li ha compiuti qualcun altro. Daniel è stato solo lo strumento di cui il Druido oscuro si è servito. Voleva distrarti e ce l’ha fatta.», commentò il ragazzo.
«Non ho rispettato il codice, capisci? Se la mia famiglia sapesse che per tutto questo tempo ho frequentato un licantropo, cosa accadrebbe? Lo ucciderebbero!»
«Ti ha ferita, lo capisco. Tuttavia non puoi odiarlo, soprattutto ora che ha bisogno di te.», cercava di convincermi a  perdonare quel bugiardo.
«Cosa?», gli chiesi cercando di mascherare la mia preoccupazione.
«Si sta mettendo nei guai, in guai molto seri a dire la verità.», raccontò sempre più accigliato.
«Non posso salvarlo. Lui mi ha mentito. Non voglio più avere a che fare con lui.», dissi tutto d’un fiato.
Aquila Bianca rimase in silenzio e mise la sua mano sulla mia fronte. Non era mai successo prima e non sapevo cosa sarebbe accaduto. Chiusi gli occhi e mi sembrò di trovarmi in un sogno. Ero nella foresta, da quel posto si vedeva tutta la città con le sue luci. Mi voltai e vidi Daniel. Lui non si accorse della mia presenza, stava parlando con una ragazza, identica a Nina. No, era proprio lei in carne ed ossa. Mi avvicinai per sentire meglio. Nina, o chiunque fosse in realtà, stava provando a convincere il lupo a suicidarsi. Non volevo vedere quella scena per nessuna ragione. Mi coprii gli occhi e poco dopo mi ritrovai di nuovo nel mio corpo.
«Mi credi adesso?», mi domandò il giovane.
Annuii. Cercai il cellulare nella borsa. Iniziai a comporre il numero, mentre mi mordevo il labbro inferiore trattenendo a stento le lacrime. Il cellulare squillava, ma non rispondeva nessuno. Ti prego rispondi, mi ripetevo. Uno, due, tre… ancora niente.
«Pronto?»
Rispose qualcuno al quarto squillo.
«Sono Sophie, ho bisogno di te.», ammisi guardando lo Spirito Guida.
Raccontai ciò che avevo visto, certa che il tempo di Daniel stesse per scadere.
«Lo farò»
Poi buttò giù. Sussurrai un flebile “Grazie” e tornai a sedermi sul letto. Aquila Bianca mi abbracciò come aveva fatto un’infinità di volte nel corso degli anni. Una lacrima mi scese silenziosa lungo il viso.
«Andrà tutto bene, Sophie. Te lo assicuro.», furono le parole del ragazzo, prima che chiudessi gli occhi.
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: angelofdeath94