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Autore: ISI    06/10/2008    4 recensioni
Pelopida/Epaminonda!
Subide mihi, meus Pelopida; subide mihi meus verus maeror: ad te victor revertor.
Sorridimi, mio Pelopida; sorridimi, mio vero dolore: ritorno da te vincitore.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità greco/romana
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Ad te victor revertor

 

Come la tua carne si faceva spazio nella mia, così questo ferro lacedemone si è aperto un varco nel mio petto.

Non posso negare di aver atteso, nel più profondo del mio io, questo momento.

Credevo facesse più male, sai?

Credevo che questa fitta potesse essere più dolorosa, ma, a quanto pare, mi sbagliavo: il mio vero dolore io l’ho già visto, l’ho già toccato, l’ho già baciato; il mio vero dolore aveva il tuo volto morente, i tuoi occhi neri chiusi per il resto dell’eternità e già rivolti al nero Ade.

Il petto del mio vero dolore non si alzava più velocemente come quand’egli mi possedeva, né, tantomeno, piano come quando il sonno lo rilassava accanto a me, nel medesimo talamo, il petto del mio vero dolore era immobile, immobile e vuoto, l’anima, terrorizzata, ormai fuggita nel regno dal quale nessuno potrà mai fare ritorno, ridotta a semplice ombra d’esistenza, confusa tra le simili che lei stessa ha ucciso e quelle che per seguirla hanno ingoiato la spada nemica sino all’elsa.

Il mio vero dolore aveva una pelle così fredda da sembrare quella di un serpente e tutto quel sangue che le sue vene avevano vomitato via s’accostava bene, con il suo cupo rosso, alla sua carnagione d’ambra.

Il mio vero dolore non sa che finalmente abbiamo vinto, che la sua Tebe, quella per la quale ha dato la vita, ha piegato le resistenze dei lacedemoni sino a schiacciarli sotto la propria potenza.

Sì, ora posso andarmene, finalmente, dopo così tanto tempo, posso tornare da te, ora ne sono certo: il sangue che sputo mi mostrerà la via che mena alle tue labbra.

 

Subide mihi, meus Pelopida; subide mihi meus verus maeror: ad te victor revertor.

Sorridimi, mio Pelopida; sorridimi, mio vero dolore: ritorno da te vincitore.

 

 

 

Note: Ci tenevo a sottolineare che l’ultima frase, quella in latino, non è mai stata detta da Epaminonda e che è tutto frutto della mia mente (anche perché Epaminonda, essendo tebano non avrebbe certo parlato in latino, massimo in greco...)  malata e grandemente provata dalle versioni di latino, proprio dalle quali è saltato fuori questo grandioso sclero.

Nella versione “Morte di Epaminonda” di Cornelio Nepote il generale tebano muore a causa della punta di un giavellotto che gli rimane conficcata nel petto e che estrae solo dopo aver visto i suoi soldati vincere. Non so se Epaminonda e Pelopdia avessero davvero una relazione, temo di no, ma erano sicuramente buoni amici.

Spero, nonostante tutto, che vi sia piaciuta...

Grazie dell’attenzione, vostra, Isi.

  
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