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Autore: Isabelle Withingale    26/09/2014    3 recensioni
Ciao a tutti!
Eccomi qui con una nuova One Shot!
Tutti conoscono la storia di Erik, il ragazzino sopravvissuto ad un incidente con un camion, ma io vi voglio raccontare la storia dal mio punto di vista.
"E-Erik? Non si salutano più gli amici, eh? E comunque io vengo sempre dopo Silvia!"
~Dopo di questo, mano nella mano, si avviarono verso casa~
Spero sia di vostro gradimento!
Buona lettura!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric/Kazuya, Silvia/Aki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Erano passati sette anni all'ultima volta che Silvia Woods aveva visto Erik Eagle.

Si ricordava tutto di lui, in particolare le era rimasto impresso nella mente il giorno dell'incidente.

Silvia, Bobby e Erik erano seduti su di un prato, avevano appena finito di allenarsi a calcio.

Si erano fatti una promessa: avrebbero giocato a calcio insieme per sempre.

Ma non tennero fede a quella promessa.

Solo pochi minuti dopo c'era un cagnolino in mezzo alla strada e stava sopraggiungendo un camion che non l'avrebbe visto, data la sua piccola taglia e l'avrebbe investito.

Erik aveva un cuore buono e generoso, era disposto a tutto per salvare i suoi amici. Mentre osservava il camion arrivare si lanciò in mezzo alla strada per salvare il cucciolo. Ma il camionista non riucì a fermarsi e li investì.

La ragazza e il suo amico assistettero alla scena, videro il camion fermarsi subito dopo l'urto poi arrivare  delle macchine e un'ambulanza, non riuscirono a vedere mentre lo portarono via...

Non seppero niente di lui per più di una settimana; in ospedale non dicevano niente sulla sua salute... non sapevano nemmeno era vivo o morto.

Solo più tardi riuscirono a sentire il padre di Erik.

Le notizie non furono buone... Erik era salito in cielo.

Ma Bobby e Silvia erano sicuri di conoscere la verità?

Erano passati sette anni.

Era sera e Silvia era da poco arrivata a casa. Aveva appena finito di appoggiare la sua borsa con i libri di scuola sul letto che cominciò a squillarle il telefono, il numero era sconosciuto, ma decise comunque di rispondere.

-Pronto?-

Dall'altro capo del telefono sentì una voce familiare.

-Silvia! Sono io!-

-Cosa?! E-Erik?!-

-Sì Silvia, domani...-

Dopo di che, cadde la linea.

Era davvero tornato? Silvia provò a richiamalo un'infinità di volte ma non ebbe mai risposta.

Passò la notte insonne, continuava a ripensare a quei pochi secondi di chiamata, le domande affollavano la sua testa: era veramente Erik? Era davvero la sua voce? Cosa voleva dirle, prima, quando era caduta la linea? Doveva dirlo a Bobby?

Era confusa...

Il giorno seguente arrivò a scuola tardi. Erano già cominciati gli allenamenti della Raimon, da circa una decina di minuti; ma i ragazzi non erano, come al solito, a correre attorno al campo, erano ammassati davanti alla porta; Silvia pensò che qualcuno avesse imparato una nuova tecnica d'attacco particolarmente potente; per cui provò ad avvicinarsi. Sentì Mark gridare:

-Caspita!!! Sei davvero fortissimo!!!-

Poi Axel chiedere il motivo del suo arrivo alla Ramon. Alla fine la risposta del tiratore.

-Sono venuto qui per salutare un'amica-

Intanto al campo era arrivato anche Bobby, che si era affiancato a Silvia per vedere cosa succedeva. Silvia provò a chiedere cosa stesse succedendo:

-Ragazzi, ma che succede?-

Non ricevette nessuna risposta, solamente un abbaccio e non sapeva nemmeno da parte di chi! Bobby però lo riconobbe.

-E-Erik?? Non si salutano più gli amici, eh? E comunque io vengo sempre dopo Silvia-

Erik si staccò dalla ragazza e salutò anche Bobby:

-Bobby?! Non sapevo che ci fossi pure tu alla Raimon! Ne è passato di tempo amico!-

Il trio era di nuovo unito.

Di sera Erik seguì Silvia fino a casa sua e colse l'occasione per farle alcune domande.

-Hey Silvia!-

-Erik! Sai, ieri sera non credevo di avere sentito la tua voce! Ma perchè ci avevi detto di essere morto?-

-Ero talmente messo male che mi sarei vergognato moltissimo a farmi vedere così da te e Bobby che ho pregato mio padre di dirvi che ero morto... Ma dimmi di te, per caso ti piace Mark?-

La domanda la spiazzò, e non poco!

-Eh? Mark? No!-

Eric si mise a ridere di fronte all'imbarazzo dell'amica.

La trovava decisamente adorabile quando era imbarazzata!

-Lo dicevo solo perchè Mark mi sembra un bravo ragazzo!-

Ci furono alcuni secondi di silenzio.

Silvia si girò verso Erik e gli saltò al collo, piangendo, gli disse:

-Q-quando abb-abbiamo sentito t-tuo pa-padre ch-che ci...ci disse ch-che eri mo-morto, i-io n-non avrei mai...mai pensato ch-che un... un gio-giorno ti...ti avrei rivis-rivisto! Cr-credimi se ti di-dico che so-sono la... la persona pù felice della terra! Mi sei... mi sei mancato co-così tanto Erik!-

Lui le accarezzava i capelli delicatamente sorridendo, gli era mancata molto la ragazza che ora stringeva tra le sue braccia.

Non le disse niente dopo il suo discorso balbettante.

Le sollevò il mento con due dita e la guardò negli occhi. Pensava di non avere mai visto occhi così belli e profondi. Poi fu un attimo, lui poggiò le sue labbra su quelle della ragazza e le lasciò un bacio a stampo, dolce e delicato.

Riprese a guardarla negli occhi.

-Sei mancata tantissimo anche a me,Silvia-

Dopo di questo, mano nella mano, si avviarono verso casa.
   
 
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