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Autore: marynana89    26/09/2014    4 recensioni
Naruto si è appena trasferito nella nuova scuola, la Kohoha High School, per un incidente che l'ha costretto a cambiarla.
Farà nuove amicizie e tra questi, conoscerà Sasuke, un ragazzo moro, schivo e che sta sempre sulle sue.
Perchè si comporta così? Cosa è successo al ragazzo per ridurlo così?
[NaruSasu]
Genere: Angst, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 2: Ricordi e incontri











Venne svegliato dal suo gatto tigrato rosso e bianco che gli si mise sul grembo e cominciò a fare le fusa.
Per Naruto, svegliarsi la mattina presto alle 6 per via delle attenzioni che gli riversava Kyuubi -questo il nome della gatta- non era mai troppo bello, anche se, mentre l'accarezzava, cambiava umore e diventava più felice.
Era stato tramite quell'incidente che l'aveva incontrata.
Chiuse gli occhi accarezzandola e rimembrando quel fatto anche se lui non voleva, perché doloroso.







Stava tornando a casa, dopo aver finito il suo turno delle pulizie a scuola ed era ormai pomeriggio inoltrato.
I raggi del sole che tramontava, rendevano tutto infuocato, rosso, facendo nascere in lui un sentimento di bruciante passione per il mondo.
La natura sembrava dirgli che non era solo, che era insieme a lui e che non doveva essere triste.
Era da una settimana o più che era più triste del solito, visto che era passato da poco l'anniversario della morte dei suoi genitori ed era andato a portargli dei fiori sulla loro tomba con l'Ero-Sennin.
Non aveva pianto, le lacrime erano solo per deboli e lui non poteva piangere davanti al suo patrigno e nemmeno davanti ai suoi genitori.
Doveva essere forte e diventare quello che si era prefissato, ovvero un medico, e solo quando avrebbe salvato anche una sola vita, lui avrebbe potuto piangere per felicità.
Il senso di nostalgia e malinconia, però, quelli non riuscì a toglierli dall'anima per tutti quei giorni passati, infondo gli mancavano i suoi genitori.
Mentre era sovrappensiero, sentì un piccolo urlo di un gattino e, senza pensare alcunché, andò in quella direzione.
Quello che vide lo fece tremare di rabbia.
Tre ragazzi, più o meno della sua età, colpivano quel povero gattino rosso e bianco con dei sassi, mentre aveva le zampe immobilizzate da una corda.
Il gattino era ancora piccolo, un cucciolo, e poco distante da lui, vi erano altri gatti, ma dal sangue che vi colava, capì che ormai erano morti e non si poteva più fare niente per salvarli.
Gli occhietti del gattino, di un color azzurro così chiaro che ti facevano perdere, lo guardarono chiedendogli una muta richiesta d'aiuto.
Senza pensarci, in un attimo fu sopra i ragazzi a menarli per quello che avevano fatto.
Non erano stati gli occhi del gatto a farlo scattare, ma solo la sua voglia di salvarlo.
Odiava chi faceva del male agli altri, specialmente se questi erano indifesi.
Non potevano fare del male ad essere innocenti e passarla liscia.
Avevano già fatto del male agli altri gattini, questo l'avrebbe salvato.
Combatté al massimo delle sue forze e, dopo averli stesi, corse a liberare il gattino.
Quest'ultimo, spaventato, l'aveva morso ma quando vide che non gli faceva del male, ma anzi, l'aveva salvato, aveva leccato il morso in segno di scuse.
Lo prese tra le braccia e lo portò dal primo veterinario, curandogli le ferite che quelli gli avevano fatto.
Quando tornò a casa, pieno di lividi e con il gatto, Jiraya, preoccupato, si fece dire quello che era successo, dandogli tutta la ragione che lui avesse.
Purtroppo a scuola, non fu così.
I tre ragazzi diedero una versione diversa dei fatti, oltre al fatto che a fine della scuola, lo aspettavano per dargli ancora una lezione.
Lui, però, non ci stava a farsi del male da solo, quindi si azzuffava in continuazione e, il suo patrigno, pensò bene di toglierlo da quella scuola e iscriverlo in un altra, cambiando addirittura casa,andando dall'altra parte della città cosicché quei ragazzi non sarebbero più riusciti a fargli del male.
Jiraya, in quel modo, doveva viaggiare ogni mattina per andare a lavoro.






Ricordando questo, sospirò stanco ma era comunque contento, perché era riuscito a salvare una vita.
Jiraya non ce l'aveva con lui e poteva quindi guardare avanti tranquillamente.
Infondo, adesso, aveva un nuovo amico, Kiba e se ne sarebbero aggiunti altri.


Era ormai tardi e si alzò dal letto, togliendosi il pigiama e andando a farsi una doccia calda, che sapeva, l'avrebbe rilassato.
Quando finì, andò in cucina a fare colazione con quello che era già in tavola.
Il suo padrino si alzava presto per andare a lavoro, visto che doveva fare il giro della città, quindi era lui a preparargli la colazione.
Il pranzo, visto che entrambi erano chi a scuola, chi a lavoro, mangiavano quello che trovavano, che fossero panini o pizze o altre schifezze che trovavano in giro e alla mensa.
Si erano divisi i ruoli così da non dover essere sempre uno a fare le faccende domestiche.
Si riscaldò del latte e mangiò qualche fetta di pane con marmellata, diede da mangiare anche a Kyuubi visto che sarebbe stato a scuola fino alle 17 del pomeriggio, si sistemò la cartella con i libri e prese ad aspettare il suo amico Kiba.
Questi arrivò tutto trafelato con un cane enorme.


"Perché corri, Kiba?"
"Perché...volevo farti vedere...il mio cane. Si chiama Akamaru"


Il cane color bianco sporco e con le orecchie marrone lo salutò prima abbaiando, poi strusciandogli tra le gambe.
Aveva sentito dall'odore che Naruto era un ragazzo buono.
Il biondo l'accarezzò.


"È davvero un bel cane, e anche buono. Io ho trovato un gatto, l'ho chiamato Kyuubi."
"Anche tu un animale domestico? Sapevo di aver incontrato un vero amico"


Si sorrisero entrambi, per poi riaccompagnare il cane a casa e andare finalmente a scuola.
Parlarono del più e del meno quando, appena varcato l'ingresso, Naruto si bloccò di nuovo, guardando quel ragazzo bruno seduto sotto lo stesso albero, così come l'aveva incontrato ieri.
Sembrava un dipinto.
La scena di un dipinto che raffigurava l'immortalità di una persona e del paesaggio.
Si sa che il tempo cambia le cose, ma un dipinto su una tela rimane immutato nel tempo.
Era proprio quello che lui, seduto sotto quell'albero, dava come impressione appena il suo sguardo si posò su di lui.


Dovette rimanere imbambolato per chissà quanto tempo, visto che Kiba gli passò una mano davanti agli occhi, facendolo sussultare.


"Ehi, perché non mi ascolti?"
"Eh? Ah, niente tranquillo"
"Avevi la testa fra le nuvole"
"Sì, è che non mi capacito di sapere che sono in questa bella scuola"
"Non è così bella. Devi studiare e studiare. È una palla assurda"
"Hai ragione, ma io devo studiare perché voglio diventare medico"
"Davvero?"


Gli occhi di Kiba si illuminarono e gli annuì convinto.


"Sì."


Ricevette una pacca non troppo leggera sulla schiena.


"Bravo il mio amico Naruto. Quando verrò da te, mi farai gli sconti vero?"
"No, a te farò pagare il doppio"
"Perché così crudele?"


Fece finta di piangere e scoppiarono a ridere.
In quel momento, suonò la campagna e Kiba e Naruto si apprestarono ad entrare.
Il biondo cercò ancora con lo sguardo quel ragazzo, magari vedeva in quale classe andava, ma non lo vide più.
Chissà dove si era cacciato.


Era diventata una specie di ossessione per lui.
Non aveva fatto che pensare al ragazzo che aveva visto per tutta la prima ora, venendo rimproverato visto che aveva la testa fra le nuvole.
Durante l'ora di ginnastica, mentre correvano in cerchio per la scuola, si mise ad osservare le finestre basse per vedere se riusciva a capire in quale classe fosse, ma oltre a non trovarlo, inciampò su di una radice e cadde a terra, sbucciandosi le ginocchia e le mani.
E durante la pausa pranzo, scappò in mensa, cercandolo lì ma non trovandolo.
Stava per arrendersi, quando gli venne in mente dove potesse essere e corse in quella direzione urtando il suo amico Kiba.


"Ehi, Naruto dove scappi? Non mangiamo insieme?"
"Scusa Kiba, ma ho una cosa urgente da fare."


Lo lasciò con lo sguardo allibito, continuando a correre per uscire in cortile, andando in quell'albero, dove l'aveva visto per la prima volta.
Svoltato l'angolo, lo vide.
Era lì, come se l'era immaginato, sempre nello stesso luogo, in quell'immutata atmosfera che sembrava sempre più innaturale ad ogni passo che lo avvicinava.
Sembrava un essere venuto da chissà quale mondo, un Dio di qualche religione a lui sconosciuta tanto bello da distruggerti la mente e farti morire tra le sue braccia.
Naruto non aveva mai fatto distinzione tra sessi, non aveva mai pensato a quelle convenzioni che se uno è un uomo deve cercare solo la donna e viceversa.
Aveva avuto sempre la mentalità aperta, grazie anche al suo patrigno che gli aveva sempre detto di seguire il cuore e non il cervello, perché prima o poi se ne sarebbe pentito.
Il cervello può dirti di sbagliare, ma il cuore si muove per istinto e per sentimenti.
Sbagliare con il cuore è più doloroso, ma ti fa capire che sei vivo, che hai messo a nudo le tue emozioni e vuol dire che ci hai provato con tutte le tue forze, senza avere nessun rimpianto dopo molti anni.
Era per questo che se fosse stato maschio o femmina, per lui non avrebbe avuto nessuna importanza.
Quel ragazzo davanti a lui era bello veramente e non credeva possibile che fosse sempre da solo.
Doveva essere senza dubbio uno spirito.
Quando gli fu abbastanza vicino, cercò di fare un respiro profondo.
Non sapeva perché ma gli metteva soggezione.
Fece un colpo di tosse per attirare la sua attenzione, ma non ebbe nessuna reazione da parte dell'altro, quindi si apprestò a parlare.


"Ehm... Ciao, come mai tutto solo? Non vai a mangiare in mensa?"


Lo vide sussultare e guardarlo come se fosse un fantasma.
Che diavolo significava?
Lo vide tornare a guardare a terra e lo sentì sbuffare.


"Non sono cose che ti riguardano"


Disse in modo brusco, arrabbiato.
Ora capiva il perché fosse sempre solo visto il caratteraccio che aveva.
Mise il broncio e stava per dirgliene quattro, quando si ricordò che il moro aveva ragione.
Non si conoscevano e lui non poteva certo dire il perché fosse lì ad uno sconosciuto.
Sospirò, cercando di calmarsi e gli porse una mano, dopo che l'aveva pulita con i pantaloni della sua divisa.


"Mi chiamo Naruto Namikaze-Uzumaki, piacere di conoscerti."


Il moro lo fissò ancora, per poi voltarsi di nuovo.


"Non mi importa chi sei. Lasciami in pace"
"Ti hanno mai detto che sei scorbutico? Volevo solo conoscerti, visto che sono nuovo."
"E io non voglio conoscerti, dobe."


Mise il broncio e incrociò le braccia sul petto.


"Sei proprio un teme scorbutico e arrogante!"
"Sempre meglio di un certo dobe che continua a rompere le palle a qualcuno che chiama teme scorbutico"


Naruto stava cominciando a perdere le staffe.
Quello che non riusciva a mandare giù erano gli insulti senza motivo.
Li odiava perché non avevano il diritto di ferire le persone senza una ragione.
Prima di prenderlo a pugni, si voltò dandogli le spalle e si incamminò per tornare in mensa, decretando che quello stronzo sarebbe rimasto lì da solo per sempre!


Si fermò un attimo e lo guardò di sottecchi.
Era seduto sul prato con le gambe incrociate, appoggiato alla corteccia dell'albero e lo sguardo vuoto mentre sembrava guardare il nulla.
Si vedeva lontano un miglio che lui era solo e si sentiva triste.
Ritornò sui suoi passi e di sedette accanto a lui senza parlare.
Il ragazzo lo guardò un po, poi sbuffò e fece finta di niente e infine sospirò.


"Sta finendo la pausa pranzo. Perché perdi tempo con me?"
"Perché ho la sensazione che il mio posto sia accanto a te."


Il moro lo guardò ancora e sospirò, facendo increspare le labbra in quello che somigliava ad un leggero sorriso, anche se molto acerbo.
Ritornò nella posizione com'era prima e calò il silenzio.


"Sasuke Uchiha"


Disse ad un tratto il moro e Naruto distese le labbra in un dolce sorriso.
Finalmente sapeva il suo nome e poteva diventargli amico.














 
Dovevo fare attenzione e non bruciarmi con lui,
lo so,
ma ero attratto come una falena dal fuoco e,
a lungo andare,
sarei rimasto scottato dal suo fuoco,
cadendo giù nell'inferno.














*Angolo di Mary*
Salve a tutti ed eccomi finalmente ad aggiornare questa storia :)
Spero davvero che piaccia anche questo capitolo :)
Se ci sono errori, segnatemeli, che scrivendo con il cellulare e con il correttore automatico, mi cambia molte cose.
Per esempio, al posto di “età” mi aveva scritto “era”, mah.
Finalmente Sasuke e Naruto si sono incontrati e conosciuti.
Cosa accadrà più avanti?
Cosa nascerà tra i due?
Spero di aggiornare presto anche le altre storie ^^
Un bacione da marynana89
   
 
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