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Autore: PollyFTSissi    27/09/2014    1 recensioni
Thorki brotherhood.
"Il biondo e il moro camminavano sempre assieme, fianco a fianco, come lo ying e lo yang sono costretti a stare insieme per poter creare l’armonia, loro due erano inseparabili, anche se diversi come il sole e la luna."
E' un'analisi del loro rapporto nel corso degli anni, sperando di aver reso loro giustizia!
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Thor, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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In tutta Asgard non c’era uomo o donna che non avesse avuto a che fare con le bighellonate dei due piccoli figli di Odino.
Uno dei due era Thor, biondissimo quanto pestifero, con due occhi come zaffiri lucenti. Era leale ed amava i suoi amici, ma amava anche combattere e sognava di diventare un re giusto come suo padre.
Il più piccolo dei due era Loki, più basso e minuto, con capelli corvini come una notte priva di stelle e gli occhi verdi come le fronde d’estate. Timido ma coraggioso, amava leggere tanto quanto andare all’avventura assieme al fratello.
Il biondo e il moro camminavano sempre assieme, fianco a fianco, come lo ying e lo yang sono costretti a stare insieme per poter creare l’armonia, loro due erano inseparabili, anche se diversi come il sole e la luna.

Gli amici di Thor, però, non andavano molto d’accordo con Loki, poiché spesso lo trovavano troppo noioso. Nonostante i rimproveri del biondo, i quattro non riuscivano proprio a risparmiarsi battute o allusioni poco velate, che ogni volta colpivano il fragile animo di Loki come dei coltelli affilati.
Ma la peggiore era la giovane Sif, adirata con il più piccolo come se le avesse fatto qualcosa di orribile.

Una mattina Loki si trovava in biblioteca, assorto nella lettura di un grande libro. I “tre guerrieri” (così si facevano chiamare) e Sif vi erano entrati in cerca di Thor. La bambina si aggirò per gli scaffali per qualche minuto, prima di notare il moro rapito dalle pagine del suo libro, sogghignando appena.
«Ciao Loki» disse lei, con la sua vocina stridula.
«Oh…» mormorò il bambino, alzando lo sguardo «Ciao Sif…» cercò di ignorarla, sperando di dissuaderla dal conversare.
«Hai visto Thor, per caso?»
«Non mi pare» rispose secco, senza nemmeno guardarla negli occhi.
Sif restò immobile per qualche secondo, concentrata sul viso bianco di Loki. Si allontanò di qualche passo, prendendo la sua fedele fionda, e prese la mira con cautela. Il sassolino partì e andò a colpire il capo del destinatario, e questa volta riuscì nel suo intento di farsi prestare attenzione.
Prima che potesse aprir bocca, una voce giunse dal fondo del corridoio «Sif! Ma cosa fai?!»
Era Thor, che nel frattempo aveva visto tutta la scena e si stava avvicinando in gran fretta al fratello «Sei impazzita? Avresti potuto ferirlo!»
Sif non osò ribattere, ma mantenne un’espressione offesa.
Il biondino era a dir poco adirato, tanto da avere il respiro affannoso «Vattene Sif, prima che lo dica alla mamma!»
La bambina gli mostrò la lingua, cercando di nascondere gli occhi lucidi di lacrime, e corse via dalla biblioteca, portando con sé gli altri tre.
Thor accarezzò i capelli color pece del più piccolo, con delicatezza, nel punto colpito «Stai bene?» chiese, premuroso.
«S-sì…» sussurrò il più piccolo, asciugandosi in fretta una lacrima traditrice «Sif mi odia… Ed io non le ho fatto niente!»
Il più grande strinse il fratello, sentendo le sue calde lacrime bagnargli la spalla. Scosse il capo, affranto «Forse è solo invidiosa perché non è intelligente come te… Non curarti di chi ti odia, quando hai tante persone che ti amano…»
Loki alzò lo sguardo lucido verso Thor, con un leggero sorriso in volto.
«Mamma e papà ti amano…» continuò «Ed anche io»
Il sorriso del moro di allargò, facendo prendere un leggero colorito roseo alla pelle pallida del suo viso.
Il biondo lo guardò attentamente, studiando ogni suo lineamento. Come facevano i suoi amici a considerarlo brutto? Suo fratello era bellissimo, sotto ogni aspetto.
«Non ti preoccupare Loki… Le cose cambieranno, te lo prometto»

 * * * * *

Col passare degli anni i due bambini crebbero, fino a diventare dei ragazzi ormai maturi, in quella che noi potremmo chiamare adolescenza.
Più che mai Thor era intenzionato a diventare re e combattere nelle più gloriose battaglie. Eppure non aveva perso il suo animo buono ed il suo amore per le persone a lui care.
Loki, di contro, non aveva fatto altro che chiudersi, a seguito di vari eventi. In tutti quegli anni, il fratello si dimostrò più bravo di lui in tutto, guadagnandosi l’affetto ed il rispetto di tutto il regno di Asgard.
Invece, lui, era troppo minuto per riuscire a combattere con la forza e la magia che aveva imparato da sua madre non era vista di buon occhio, considerando che l’aveva usata per creare qualche innocente scompiglio.
Il suo rapporto con gli amici di Thor non era affatto cambiato, anzi, era addirittura peggiorato.

Si trovavano tutti quanti in un ampio giardino, sotto richiesta di Thor, anche se la tensione si poteva tagliare con un coltello.
Il moro si trovava sotto l’ombra di un salice a leggere un enorme tomo, mentre il biondo e la sua combriccola cercavano di abbattere un albero, facendo a gara a chi fosse più abile con l’ascia.
Dopo diversi colpi il tronco risultò lievemente scalfito, ed erano tutti già stanchi, tranne la bella Sif che continuava a provare e riprovare.
All’improvviso un lampo verde attraversò l’albero, che cadde al suolo con un tonfo sordo. Tutti si voltarono verso Loki, la sua mano era ancora tesa, ed un lieve sorriso troneggiava sul suo volto.
La ragazza non perse la calma e gli rivolse uno sguardo tagliente «Tsk… Sarei capace anche io, con l’aiuto di un paio di trucchi da prestigiatore» disse, spavalda.
«Ah sì?» le rispose il ragazzo «E perché non lo fai allora?»
Sif cominciava a scaldarsi e si avvicinò al salice «Ti credi speciale perché la madre degli dei ti ha insegnato una manciata di magie?» disse furente «L’ha fatto perché le facevi pena, perché non sarai mai all’altezza di tuo fratello»
Loki scattò in piedi, abbandonando il libro, quasi annullando la distanza tra lui e la ragazza «Stai molto attenta a come mi parli Sif, oppure con i miei “trucchetti” potrei decidere di staccarti la testa dal collo!»
La bruna gli rise in faccia, senza distogliere gli occhi dai suoi. Prima che qualcuno potesse rendersene conto, la mano di Sif si chiuse in un pugno, che andò a colpire il ragazzo in pieno viso, facendolo barcollare all’indietro.
Il colpo fu così forte che per tutto il giardino si sentì il suo eco.
Sputò sangue rosso sull’erba verde, facendogli spalancare gli occhi per l’orrore.
La giovane sembrava soddisfatta, e uno dei tre stava per complimentarsi con lei, almeno finché Thor non li fulminò tutti con lo sguardo, facendoli tacere all’istante. Avanzò verso Sif, rosso di rabbia in viso, strattonandola per una spalla.
«Sparisci» disse, con una voce insolitamente calma e fredda.
«Io non vado proprio da nessuna par-»
«TI HO DETTO DI SPARIRE!» ruggì contro di lei, come un leone infuriato.
Quell’urlo fece rabbrividire tutti, ed in più fece sì che Sif corresse via, subito seguita dai suoi compagni.
Il biondo fece un lungo e profondo respiro prima di voltarsi verso il fratello. Aveva una mano premuta sulle labbra e guardava ancora con orrore l’ingente quantità di sangue che era uscita dalla sua bocca.
«Loki, non avere paura, non sembri ferito gravemente… Lascia che-»
«NO!!» gridò, allontanandolo con il gesto di un braccio.
Di tutta risposta il più grande cercò di avvicinarsi, per cercare di placarlo «Fratello, ascoltami!»
«Stammi lontano…» gli rispose «Questa è tutta colpa tua» disse, con la voce rotta da un pianto che stava cercando di trattenere a tutti i costi.
«Come…? Cosa farnetichi Loki? Io non avrei mai voluto che ti succedesse questo!»
«Ma non hai fatto niente per impedirlo, giusto? Sei stato lì a guardare, quando sai perfettamente che Sif è un pericolo pubblico…»
«Loki…» sussurrò «… ti prego» cercò nuovamente di avvicinarsi, sperando di non essere nuovamente respinto. Il fratello non si mosse, lasciando che si avvicinasse e che lo stringesse tra le sue forti braccia.
«Mi dispiace, mi dispiace…» mormorò il moro contro la sua spalla.
«No… È a me che dispiace… Sono un fallimento»
Lui, Thor, maestro dell’arte della guerra, che eccelleva in tutto e su tutti, si era dimostrato un disastro con suo fratello… La persona più importante che avesse al suo fianco.

* * * * *

Ai loro anni se ne aggiunsero degli altri, fino a diventare dei giovani adulti, nel fiore della loro gioventù.
A breve Thor sarebbe stato incoronato re di Asgard, e l’intero regno era in subbuglio per la notizia. Alla fine Loki non ce l’aveva fatta a farsi valere, a dimostrare che valeva almeno quanto suo fratello. Gli dicevano che essendo il più grande, naturalmente, gli spettava di diritto il trono… Ma aveva come l’impressione che non fosse quello il vero motivo.
In quei giorni aveva deciso di restare tutto il tempo nelle sue stanze, cercando di sfuggire ai preparativi incessanti e al mettersi in mostra del maggiore.
Però Thor non era del suo stesso avviso, in quanto cercava di trascinarlo nella scelta dell’armatura, nella prova del giuramento…
«Fratello!» esclamò il biondo con un sorriso smagliante, spalancando la porta della camera da letto di Loki.
«Non si usa più bussare?» rispose scocciato, senza nemmeno alzare lo sguardo dalle pagine ingiallite del suo libro preferito.
Thor ignorò la frecciatina del fratello, troppo felice per ribattere «Io e gli altri abbiamo deciso di partire alla volta del bosco, per festeggiare i miei ultimi giorni da principe. Prepara le tue cose!»
Solo in quel momento le sue iridi smeraldo si focalizzarono sul più grande, fulminandolo con lo sguardo «Cosa ti fa pensare che io voglia venire con voi?»
«Perché non dovresti volerlo?»
«Oh, hai ragione. Perché non dovrei voler passare del tempo con delle persone così adorabili ed affabili?»
Thor alzò un sopracciglio, ingenuamente confuso.
Il moro sorrise appena «Non ho intenzione di subire le angherie dei tuoi amici, non so se ricordi se ricordi in che condizioni ero l’ultima volta che Sif ha deciso di reagire con la forza…»
Il ricordo di tutto quel sangue fece rabbrividire il dio delle malefatte, che però riuscì a dissimulare le sue emozioni.
«Fratello, è importante… Fallo almeno per me»
«Ah!» sbottò Loki, con un sorriso senza gioia stampato in volto «Con piacere, se tu avessi mai fatto qualcosa per me»
«… Cosa? Io ti ho sempre difeso, Loki. Non c’è stata una sola volta in cui io li abbia appoggiati! Non c’è stata una sola volta in cui-»
«In cui tu abbia fatto qualcosa per aiutarmi realmente. Sei bravo a fare l’eroe, a riportare a palazzo il tuo fratellino insanguinato, facendo la figura del ragazzo benevolo e gentile… Ma se tu mi avessi davvero amato come hai sempre sostenuto, lo sai cosa avresti fatto? Avresti frenato la lingua dei tuoi amici ancora prima che la usassero per denigrarmi. Mi avresti offerto una spalla su cui piangere, mi avresti chiesto come stavo, almeno una e dico una volta ogni tanto, mi saresti stato accanto… Avresti cercato di capirmi…»
Loki si bloccò, con gli occhi irreversibilmente incatenati a quelli di Thor. Erano lucidi, pieni di rabbia, e le labbra erano serrate in una linea retta e sottile.
Il dio del tuono era ammutolito, per la prima volta nella sua vita.
«Ma non lo hai fatto…» continuò «Mai…»
Restarono fermi, immobili, con solo il loro respiro a rompere il doloroso silenzio.
«Io… Mi… Mi dispiace…»
«Sai, io non credo che ti dispiaccia…» ritrovò il suo sorriso falso e si alzò dal letto, avvicinandosi al fratello «Adesso esci dalla mia stanza»
«Ma Loki…»
«Ho detto: esci dalla mia stanza»
«Loki ti preg-»
«ESCI DALLA MIA STANZA!!!»
Thor fece un passo indietro, spaventato dalla rabbia negli occhi del moro. Non poteva credere che suo fratello, il bambino con cui era cresciuto, fosse ferito fino a quel punto. Ed aveva ragione, era tutta colpa sua…
Lasciò la stanza, con un peso sul cuore che non riuscì a dimenticare, nemmeno in compagnia dei suoi amici.
Il giorno della sua incoronazione fecero pace, Loki sembrava quello di prima, e lui ne era immensamente felice… Credeva che fosse di nuovo tutto normale, che stesse andando tutto bene.
Quanto si sbagliava…

 * * * * *

Thor era tormentato da un incubo, sognava sempre Loki cadere nel vuoto.
Dopo essere stato esiliato, dopo tutto quel dolore, aveva perso suo fratello, e non riusciva a darsi pace.
Non riusciva a togliersi dalla testa l’idea di essere il responsabile della sua morte. Forse se lo avesse amato di più, se lo avesse protetto come meritava, non si sarebbe lasciato cadere… Non si sarebbe lasciato morire.
«Thor…» disse una voce femminile. Era Sif.
«Mi… Mi dispiace tanto per Loki…»
Il dio del tuono si voltò verso di lei, trovando doloroso sostenere il suo sguardo «Davvero?» le chiese. Era certo che la colpa fosse tutta sua, perché non lo aveva amato abbastanza quando era in vita, però… Però non riusciva a non pensare che se magari Sif lo avesse trattato un po’ meglio, Loki non avrebbe nutrito così tanto rancore.
La ragazza non rispose, ma si prese la premura di lasciarlo solo con i suoi pensieri.
«Sif…» la richiamò lui.
Si bloccò all’istante, senza però voltarsi a guardarlo.
«Perché lo odiavi così tanto? Perché non hai mai cercato di capirlo?»
La sua voce era flebile e debole, non forte e tuonante come un tempo.
«Beh… Ero gelosa di lui, immensamente. Era tuo fratello, no? E quanto lo amavi… Cielo, come se se lo meritasse…» sorrise, amara «Lui non aveva mai fatto nulla per meritarsi il tuo amore, mentre io ho cercato di ottenerlo ogni giorno, stando al tuo fianco… Ma nonostante tutto non avrei mai potuto vincere, non posso vincere nemmeno adesso che è morto…»
Thor la ascoltò attentamente, parola per parola, per poi scuotere il capo «Evidentemente quell’amore non era abbastanza»
Se avesse potuto esprimere un solo desiderio, in quel momento, sarebbe stato quello di riavere Loki indietro per soli 5 minuti… Per poter implorare il suo perdono, anche se sapeva che non lo avrebbe mai meritato…
Né in questa vita né in un’altra.

 * * * * *

Quando venne a sapere che Loki era vivo e stava cercando di dominare la terra, non riusciva a credere alle sue orecchie.
Quando gli chiesero di combatterlo, si ritrovò ancora più confuso di prima.
Come poteva combattere suo fratello? Forse non lo erano davvero, ma erano cresciuti come tali, e nulla avrebbe potuto cambiarlo.
Infatti non riuscì a fargli troppo del male, poiché era come colpire ripetutamente se stesso…
Loki era restato bello, come quando era bambino. Anche se adesso aveva delle occhiaie evidenti e diverse ferite sul viso, conservava quella bellezza eterea… Così in contrasto con le gesta orribili che aveva compiuto.

Quando lo riportò ad Asgard, imbavagliato ed ammanettato, tutti guardarono il dio degli inganni con disprezzo. Thor gli liberò la bocca, anche se forse non avrebbe dovuto farlo, poiché era certo che tutto il suo odio si sarebbe riversato come un fiume.
Sentiva di amarlo ancora, ma allo stesso tempo il suo cuore era a pezzi dopo averlo visto uccidere. Non riusciva a conciliare il senso di disprezzo con la voglia di stringerlo a sé, come se nulla fosse accaduto, come se fosse ancora il suo fratellino dagli occhi smeraldo.
«Stanno decidendo la tua condanna» riuscì solo a dire, mentre erano entrambi immobili di fronte all’enorme porta d’oro.
Le gambe di Loki dolevano, tremavano per la stanchezza, e non riusciva a stare in piedi. Pur di non appoggiarsi a Thor e quindi chiedere il suo aiuto, crollò a terra, in ginocchio e con il capo chino. Si prese il viso tra le mani. I suoi occhi bruciavano.
Era terribile.
Il biondo lo guardò, impotente, lasciando scorrere lo sguardo lungo il corpo tremante del fratello. D’istinto gli accarezzò brevemente i capelli, trasmettendogli un po’ di calore umano.
«Loki, io lo so che non sei mio fratello… Ma so anche siamo cresciuti assieme come se lo fossimo stati, e nulla per me può cambiarlo. So che mi odi e che molto probabilmente me lo merito, ma io non riesco a smettere di volerti bene come una volta. Ho pensato a lungo a cosa avrei voluto dirti, quando ancora ti credevo morto, se avessi avuto pochi minuti da spendere con te… Credevo che avrei implorato il tuo perdono, ma ora che ti ho qui davanti a me, vivo, c’è altro che vorrei dirti. Dopo aver sofferto il tuo lutto, vorrei solo dirti che qualsiasi cosa decideranno di fare con te, persino condannarti a morte, resterai sempre quel bambino che giocava con me e che mi stringeva la mano durante i temporali. Dopo averti creduto morto, so che non potrebbe esistere un dolore più grande per me, quindi anche se so quello che hai fatto… Non importa cosa decideranno o faranno, io ti ho perdonato, Loki… Perché ti amo ancora, ed è la mia più grande dannazione…»
Si voltò e gli diede le spalle, per nascondere una lacrima traditrice che gli stava rigando il viso.
«Thor…» sentì dire dietro di sé. Loki si era rialzato, anche se con molto sforzo, e lo stava guardando intensamente. Crollò tra le sue braccia, troppo stanco per restare in piedi, e nascose il viso nell’incavo del suo collo.
Gli era mancato troppo l’abbraccio di suo fratello, credendolo morto pensava che non lo avrebbe mai più stretto a sé, ed ora che lo aveva di nuovo contro il suo petto, gli sembrava quasi un miraggio.
«Tu sei mio fratello e mio amico… Non dubitare mai di quanto ti amo…*» sussurrò il più piccolo.
Thor fu catapultato indietro nel tempo, al momento prima della sua incoronazione… Ed in quel momento desiderò più di ogni altra cosa di poterlo odiare una volta per tutti, perché in quel momento avrebbe solo voluto proteggerlo come non aveva fatto quando erano bambini, e nasconderlo per evitare di doverlo perdere di nuovo.

La porta si spalancò, rivelando diverse guardie ricoperte d’oro. Loki si staccò subito, anche se a fatica, mentre gli altri li guardarono strano, come se quell’abbraccio non fosse stato normale… Ma a Thor non importava.
«Il prigioniero è atteso nella sala del trono»
Prigioniero…
Guardò il moro incamminarsi, scortato dalle guardie, col cuore in gola. Qualsiasi decisione avessero preso, era sicuro che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe visto suo fratello, e l’ultima volta che avrebbe potuto abbracciarlo, senza essere separati da una cella o addirittura dalla morte stessa.

Ma questa volta per davvero.

 

* Naturalmente mi riferisco alla scena eliminata del primo film, in cui Loki pronuncia quella frase.

 

Angolo dell’autrice: Non c’è molto da dire, semplicemente è stato un lavoraccio sia scriverlo che correggerlo e non ringrazierò mai la mia Jade per tutta la sua pazienza XD Per non parlare di word che fa i capricci.
Bene, spero vi sia piaciuto!
Alla prossima!
-Sissi

   
 
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