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Autore: Greywolf    27/09/2014    11 recensioni
Una giornata di pioggia come non si vedeva da tempo. Una corsa sfrenata. Un amico in difficoltà. L'inizio di un dramma...un lento cambiamento...fino ad un nuovo inizio.
""-Si può sapere dove mi porti?- gli domandai mentre cercavo goffamente di coprirmi la testa con il braccio libero.
Lui non era infastidito da nulla di quello che lo circondava. Era concentrato solo a correre. L’acqua e il vento sembravano l’ultimo dei suoi problemi.
-Da Naruto!- mi disse.
-Da Naruto? Gli è successo qualcosa?! Dov’è ora?- domandai senza sapere che altro dire.
Rispose dopo un attimo:
-In ospedale…-""
E' la mia prima storia a capitoli e aggiungerei che è una storia delicata. Sperò vi possa interessare e piacere alla fine. Pubblicherò il nuovo capitolo di giovedì e di sabato. Qualsiasi appunto che avete, critiche, apprezzamenti, qualsiasi cosa, fatemi sapere e recensite per dirmi cosa ne pensate. Ci terrei molto! Buona lettura! :)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Shikamaru Nara, Tenten | Coppie: Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Buona Lettura a tutti! :D

Questi segni /////////, indicano che è passato del tempo tra una scena e l'altra, c'è stato un piccolo salto sempre però nell'arco della giornata ma vi basterà leggerlo per capirlo comunque! ;)






Mi sembrava così dannatamente assurdo che Kiba avesse scelto un momento tanto delicato per riapparire e per di più con un tono così tremendamente provocante…

Fui colta per un momento dalla speranza di essermela semplicemente immaginata la sua voce. Ma già prima di alzare lo sguardo, sapevo di star sperando invano.

Era vestito come suo solito, la giacca di pelle nera e i pantaloni scuri, quindi esattamente come l’ultimo giorno in cui l’avevo visto.

L’unica differenza era che sembrava reduce da un combattimento molto impegnativo. E non solo per la polvere e gli strappi presenti ovunque sui suoi vestiti ma anche per i graffi che aveva sul viso e sulle mani.

Mentre si avvicinava mi resi conto che era diverso. Teneva lo sguardo serio su di noi, fissandoci con un’intensità disarmante e questo tradiva l’apparente stato di calma in cui si trovava. Era evidente quanto la rabbia ancora lo tenesse stretto nel suo pugno ma c’era anche dell’altro. Era esausto…la prima cosa del suo viso che catturava l’attenzione erano le occhiaie profonde che facevano dedurre che era da molto che non riposava.

Dietro di lui, a seguirlo c’erano Hinata e Shino. Questo significava che si era veramente nascosto nel luogo in cui da bambini giocavamo insieme a Yota. Lei era veramente nervosissima, glielo si leggeva nelle mani tremanti che si stringevano l’un l’altra nel vano tentativo di trovare pace mentre lui all’apparenza pareva tranquillo grazie agli occhiali scuri ma ero sicura che fosse sull’attenti e pronto a scattare per fermare il suo amico.

Akamaru lo affiancava ma non sembrava affatto felice. Guaiva piano, in segno di protesta e di supplica a fermarsi. Anche lui sembrava temere qualcosa di imminente.

Perché avevamo tutti una brutta sensazione?

E poi come mai non li avevo notati prima? Eppure in base alle sua parole, dovevano aver assistito a tutta la scena con Rei.

Quando fu a pochi metri da noi…Kiba iniziò a battere le mani.

“Davvero ammirevole! Sei diventato veramente un bugiardo con i fiocchi!” si complimentò.

“Kiba avanti…Non è il caso di comportarsi così…” cercò di fermarlo Hinata.

“Non vedi che mi sto complimentando?” disse come per rimproverarla di essere stato interrotto “Se lo merita non trovi? E’ stato alquanto convincente con noi e dalla reazione di quel ragazzino direi che lo è stato anche con lui! Congratulazioni!”

Naruto, dopo aver appoggiato il suo fedele bastone al tronco dell’albero, continuò a dondolarsi sull’altalena lentamente come se non lo sentisse. Teneva gli occhi inchiodati al suolo e si massaggiava  il braccio fratturato. Iniziai a pensare che non lo facesse per il dolore…ma per rilassarsi.

Inutile dire che quel suo disinteresse, servì solamente a far innervosire di più Kiba che strinse spasmodicamente le mani. Ma nonostante questo, ricominciò a parlargli con la stessa calma apparente.

“Giusto per chiedertelo… cosa hai intenzione di dirgli la prossima volta?” iniziò. E nel momento in cui si accorse che non avrebbe ottenuto risposta…probabilmente disse la cosa più provocatoria e sinceramente crudele che gli venne in mente.

“ Che nei momenti più duri, invece di parlare con i propri amici…il modo migliore per esorcizzare il dolore è tagliarsi?”

“Hai parlato pure troppo! Ora basta!” intervenne Shino, parandosi davanti a lui e iniziando a spingerlo indietro per portarlo via.

Ma il danno era stato fatto. Naruto si irrigidì visibilmente, stritolandosi il braccio in una morsa e arrestando con un piede il movimento oscillatorio dell’altalena. Potrei giurare di averlo sentito ringhiare.

“LASCIAMI IMMEDIATAMENTE!” sbraitò Kiba, liberandosi dalla presa del compagno e assestandogli un calcio nel ventre che lo colse del tutto impreparato e lo fece sbalzare di un paio di metri. La rapidità di quel movimento, non gli aveva dato la possibilità di reagire nemmeno con i suoi insetti.

Akamaru abbaiò di disappunto.

“Kiba! Perché…?” gli sussurrò Hinata prima di avvicinarsi al compagno di squadra a terra, che lentamente si metteva seduto.

“Non voglio che nessuno si intrometta questa volta! Nemmeno tu Akamaru! Smettila!” zittì persino il suo amico che abbassò le orecchie obbediente.

Gli altri due restarono a guardarlo interdetti. Non lo riconoscevano.

“Non voglio più sentire nessun altro parlare al di fuori di lui!” dichiarò dopo, indicando Naruto “E questo significa che voglio una risposta da parte tua! Anzi la pretendo! Cos’altro dirai a quel ragazzino?! Eh?! Di prendere la via più facile quando non saprà più cosa fare…? Che un gesto egoista come il suicidio sia la soluzione a tutti problemi di una persona?!”

“COS’ E’ CHE VUOI, KIBA?!” urlò Naruto, scattando immediatamente in piedi e andando a fronteggiarlo mentre inutilmente Rock Lee provava a trattenerlo prendendolo per un braccio.

“Voglio che tu ti renda conto dell’incoerenza che corre tra le tue parole e le tue azioni!” rispose l’altro con infinita calma, con un ghigno soddisfatto per aver ottenuto la reazione che si aspettava, toccandolo due volte sul petto con provocarlo di più.

“Di quello che faccio IO non deve importarti nulla, mi hai sentito? Le mie scelte non ti riguardano!” mise in chiaro.

“AH NO? Bhè sono spiacente per te…ma non tutti sono disposti ad appoggiarti nonostante le tue menzogne! Per questo io non permetterò che tu riempia la mente di quel ragazzino o di chiunque altro con parole vuote e senza alcun valore!”

“Per favore ragazzi…” cercò di separarli Tenten “…credo che la discussione stia degenerando…”

“Tu…” riprese Naruto, ignorandola “…credi che dirgli di non arrendersi mai e di dare il massimo, siano cose da nulla?!”

“DETTE DA TE SI!” e lo spinse violentemente.

Io subito mi feci vicina al mio compagno di squadra, per sostenerlo. Senza il bastone non riusciva a tenersi ancora bene in piedi nonostante le ferite stessero guarendo. Percepii che i suoi muscoli erano tesi e il suo cuore batteva velocemente. Ma questo stato di tensione mal si accompagnava a quello che sembrava essere il suo stato d’animo. Fissava Kiba con incredulità, ad occhi spalancati…rifletteva e allo stesso tempo aspettava che lui parlasse ancora.

E lui continuò:

“Siccome sembri non capire, te lo spiegherò meglio! Se quel discorso glielo avesse fatto Naruto Uzumaki…lui avrebbe avuto il mio completo appoggio! Perché’? Perché il NARUTO UZUMAKI che conosco io, CREDE in quello che dice, è fedele ai suoi amici, è un combattente inarrestabile, non si arrende mai e soprattutto…non è un BUGIARDO! ”

Poi gli puntò il dito contro, come stesse additando il colpevole di un crimine capitale.

“Mentre TU…sai cosa sei?...”

Attese per dargli la facoltà di rispondere. Ma lui non aprì bocca e accolse l’accusa cheil suo vecchio amico gli mosse contro senza ribattere.

“Tu…tu sei solamente….un CODARDO!” concluse.

“Inuzuka, direi proprio che è il caso che inizi ad abbassare un po’ i toni!”

La voce tuonante di Kurama spezzò la tensione che si era creata. Non avevo idea di come si fosse accorto della situazione ma gli fui immensamente grata di essere arrivato.

Ora procedeva verso di noi a grandi balzi seguito da Kaiza.

Akamaru avvertì il pericolo e si affiancò al suo padrone, iniziando a ringhiare minacciosamente. Esattamente la stessa cosa che fece Kurama con l’unica differenza che la fila di zanne che stava mettendo in mostra era decisamente più inquietante. Ma nonostante avvertisse l’enorme potenziale del suo avversario, grazie alla sua capacità di percepire e valutare il chakra altrui, l’enorme cane non indietreggiò.

Per prima cosa il medico offrì una mano a Shino che l’accolse per rialzarsi. Dopodiché disse:

“Si può sapere cosa sta succedendo qui?”

“A giudicare dall’intensità con cui il mio chakra gli ribolle nel corpo, direi che qualcuno lo ha fatto arrabbiare seriamente…e non credo sia difficile immaginare di chi sia la colpa…”

Mi diedi della stupida per aver scordato per l’ennesima volta la presenza del chakra del cercoterio nel corpo di Naruto. Era quello che permetteva loro di restare collegati…

“Bene! A quanto pare il naso aveva indovinato nel riconoscere la tua puzza, Demone!” lo schernì Kiba.

“Non sarà mai invadente come quella tua e del tuo bastardo pulcioso!” ribatté, guadagnandosi un doppio ringhio.

“Via ragazzi, non mi pare il caso di mettersi a litigare…” cercò di calmare le acqua Kaiza.

“Infatti non ha senso continuare questa conversazione…torniamo a casa…” chiuse il discorso Naruto, voltandosi evidentemente per tornare a casa.

“Oh no…!” fece Kiba, afferrandolo per le spalle le costringendolo a girarsi. “Io e te abbiamo tutt’altro che finito!”

La situazione stava decisamente peggiorando. Mi aspettai che Kurama da un momento ,dopo essersi liberato di Akamaru attaccasse anche Kiba. Per lui non sarebbe stato un problema. E considerato le provocazioni ricevute, mi parve strano che non l’avesse ancora fatto.

Ma quando Naruto  stava per liberarsi dalla presa che lo tratteneva,  il cercoterio parve avere come una sorta di illuminazione.

“Non credo abbiate altro da dirvi. Cosa pensi di fare ora Inuzuka?” lo interrogò.

Sia Naruto che Kiba si accorsero del cambiamento nel tono di voce del demone ma entrambi sembrarono confusi sul significato da attribuirgli. Poi il castano scosse la testa e tornò sul suo pensiero principale.

“E’ vero…non abbiamo nulla da dirci a voce…è arrivato il momento di far parlare i nostri pugni!” e lo liberò, indietreggiando di qualche metro.

“Non ho la minima intenzione di combattere contro di te…” chiarì Naruto.

“Così confermi soltanto di essere un vile codardo!” lo provocò di nuovo.

“Non ha importanza quello che pensi di me…non ho intenzione di combattere…” ripeté nuovamente. La sicurezza che c’era nei suoi occhi sembrava inattaccabile.

“E anche se ti andasse, sarei io a non permettertelo! Sei ancora ferito , non riusciresti a difenderti!” mise in chiaro anche Kaiza.

“Non ho idea di chi tu sia Vecchio ma è evidente che non conosci veramente Naruto…lui non si tirerebbe indietro davanti ad una sfida nemmeno se fosse in fin di vita!” spiegò e il mio compagno di squadra ebbe un altro sussulto.

Kiba lo stava sfidando su tutti i fronti…ripetere in continuazione il suo nome come se parlasse di un’altra persona stava servendo ad innervosirlo ma anche ad attaccarlo moralmente…e credo che ci stesse riuscendo alla perfezione.

E io non potevo sopportarlo oltre. Ma allo stesso tempo non avevo intenzione di avere altri motivi di contrasto aperto con lui.

“Vieni Naruto…ti accompagno a casa…” gli sussurrai, tirandolo piano per un braccio.

Lui non mi fissò con astio…ma con impassibilità. Nonostante questo però assecondò la mia presa e fece per seguirmi.

Prima ancora che Kiba protestasse di nuovo però la strada ci venne sbarrata da Kurama.

“Cosa stai facendo?!” gli chiesi, confusa.

Perfettamente dritto nei suoi due metri di altezza, chiese:

“Tu cosa stai facendo?” mentre fissava Naruto.

“Non combatterò…” disse semplicemente.

“E quindi pensi di lasciar correre su tutto quello che ha detto?!”

“Si.”

La sua voce era calma e tranquilla. Era assolutamente convinto di quello che stava facendo…o meglio non stava facendo. Ma non era turbato. Tutto ciò non sembrava toccarlo minimamente nonostante poco prima il suo corpo avesse reagito involontariamente a quelle provocazioni. Ma questo non sembrava essere ben accetto a Kurama.

“Come puoi permettere una cosa simile?!”

“Ne abbiamo parlato…io…non ci riesco…” e chinò il capo.

Il cercoterio allora ringhiò, facendoci arretrare per lo spavento.

“Non ti permetterò di scappare come un codardo! Mi hai sentito?!”

Affondò le zampe nel terreno con forza.

"HAI SENTITO?!"

Solo allora Naruto annuì.

“Bene!” affermò e iniziò a guardarsi intorno. “Questo non mi sembra il posto adatto per sistemare la faccenda! Andiamo sul retro sul terreno per le tecniche base, lì saremo riparati da sguardi altrui! Muoviamoci! E tu Inuzuka,…vedi di non scappare con la coda tra le gambe!”

Lui ghignò divertito:

“Ti piacerebbe!”

Non riuscivo più a capire cosa stesse succedendo e soprattutto cosa avesse in mente Kurama. Era impazzito?

Tutti eravamo inquieti e decisamente confusi ma di fronte ad un demone infuriato, bastò uno sguardo di intesa tra di noi, seppur rassegnato, per capire che era il caso di non peggiorare la situazione. Ignorando le proteste di Naruto e i miei tentativi di restargli vicino, la Volpe dopo averlo costretto recuperare il suo bastone, prese a spingerlo in avanti per portarlo al vecchio campo di allenamento. Kiba aveva un sorriso soddisfatto mentre camminavamo. Sembrava contento che il demone avesse obbligato Naruto a quella sfida.

Quando la sua ex Forza Portante prese a camminare da sola, rassegnata vidi Kaiza intento a cercare in ogni modo di fermarlo:

“Si può sapere cosa ti frulla in testa? Non può combattere in quelle condizioni! E poi non puoi obbligarlo!” parlava sottovoce per non farsi sentire dall’interessato.

“Vecchio…ricordi la nostra chiacchierata? Mi sembri uno con una buona memoria quindi ti chiedo…ricordi quando ti ho detto che c’era bisogno…di uno stimolo? Bene ora che l’abbiamo trovato, vedi di non rovinare tutto!”

Il medico sembrò ripescare nella sua memoria la loro conversazione ma:

“E’ ferito…te ne rendi conto?”

“Ho capito cosa vuole fare l’Inuzuka…in ogni caso non permetterò che la situazione degeneri.”

A quel punto Kaiza si lasciò andare ad un sospiro rassegnato. Non c’era modo di fermare quel stava per accadere. Riflettendo su quel loro breve scambio di battute, era evidente che Kurama volesse sfruttare la presenza di Kiba e tutta la rabbia che provava per far reagire Naruto e farlo uscire dal suo stato apatico. E davanti alla sua incredulità, quando quest’ultimo si era rifiutato di battersi, compresi che sperava che portando avanti le provocazioni e con la giusta dose di tensione che si sarebbe creata con quella sfida…

Poteva funzionare. Il mio compagno di squadra era già scattato una volta di fronte alle parole che gli erano state rivolte. Sarebbe bastata un’altra piccola spinta…e forse avremmo ottenuto ciò che speravamo tutti da quasi due settimane. Il ritorno di Naruto Uzumaki.

Arrivammo nello spiazzo di terreno battuto destinato all’apprendimento delle tecniche elementari, l’utilizzo degli shuriken e degli altri strumenti ninja. C’erano bersagli disposti ovunque e armi ninja lasciate sparse in giro. Al centro dell’area, era disegnato un cerchio con il gesso di diametro pari ad una quindicina di metri.

Dove un tempo, sotto la supervisione del maestro Iruka, si svolgevano i duelli di allenamento.

Kurama si occupò della disposizione di ognuno di noi. Spinse Naruto e lo fece entrare nel perimetro del cerchio e invitò “gentilmente” Kiba a fare lo stesso. Costrinse Akamaru a farsi indietro e a restare insieme a me, Rock Lee, Tenten , Hinata, Shino e Kaiza che distavamo un paio di metri da loro.

“Non penso che sia una buna idea...peggiorerai le cose così…” cercò di opporsi Shino ma due file di zanne affilate lo costrinsero a tacere.

Kiba si stava sgranchendo i muscoli mentre Naruto se ne restava immobile. Kurama si mise un attimo tra di loro per dettare le regole…o meglio la regola:

“Siate leali. Nient’altro.”

Dopodiché ci raggiunse e si accucciò vicino a me e a Kaiza. La preoccupazione che aleggiava era palpabile.

Per quanto avessi iniziato a comprendere l’utilità di quello scontro, non riuscii a tenere a freno la mia preoccupazione. Naruto era pur sempre ferito…ma cercai di restare tranquilla.

“Quando volete!” li incitò.

Kiba si mise in posizione pronto a scattare. Naruto invece rimase inerme.

“Ti avverto…non ho intenzione di trattenermi!” lo avvertì.

Non ottenne alcuna risposta. Iniziò a spazientirsi sul serio.

“Per quanto mi secchi dar retta al tuo amichetto demone, sono intenzionato a rispettare la regola che ha imposto…quindi tira su la guardia!”

Ma l’altro non si mosse.

“CAZZO NARUTO, REAGISCI!” sbraitò.

Ma lui scosse la testa, dicendo solamente:

“Non posso farlo…”

La velocità con cui Kiba si mosse ci lasciò tutti esterrefatti…ma la violenza con cui il suo pugno impattò contro il viso dell’altro,            ci sconvolse. Mi sembrò di vedere quel momento a rallentatore, percepì la forza con cui quel pugno era stato caricato. E gli effetti furono subito evidenti perché Naruto cadde pesantemente a terra.

Si teneva una mano sul viso ma non emise un solo suono. Quando la tolse notai che il labbro inferiore sanguinava abbondantemente…doveva averglielo spaccato.

In un moto di estrema preoccupazione per lui, stava per correre verso di lui e credo che anche glia altri volessero intervenire ma la voce del demone ci paralizzò:

“Non…azzardatevi a muovere un solo passo…”

Dopo averci scrutati con le due iridi rosse e aver smesso di emanare ondate di chakra a mò di avvertimento aggiunse:

“Quel poco di sangue non lo ucciderà…”

Se cercava di tranquillizzarci, non c’era riuscito. Tutti fissavamo terrorizzati Kiba mentre si chinava a terra e lo afferrava per il bordo della maglietta con la mano sinistra:

“Dillo ancora, se hai il coraggio…” gli sussurrò.

“N-non…posso…” ripeté ma non riuscì a terminare.

Un altro pugno, stavolta un potente gancio destro. Stavolta a Naruto scappò un attacco di tosse.

“TU NON E’ CHE NON PUOI! TU NON VUOI! TI SEI ARRESO NARUTO! HAI SMESSO DI COMBATTERE! TI STAI LASCIANDO ANDARE SENZA CERCARE DI REAGIRE! CON QUESTE FERITE…” e impattò il pugno sia contro il braccio fratturato che sulla ferita all’addome, facendolo gemere per il dolore “…HAI TORTURATO IL TUO CORPO FINO ALLO STREMO E SENZA MOTIVO! INVECE DI CERCARCI PER RISOLVERE INSIEME I PROBLEMI, COME ABBIAMO SEMPRE FATTO,  HAI SCELTO DI FARE TUTTO DA SOLO E DI SCEGLIERE LA VIA PIU’ SEMPLICE! E COME SE NON BASTASSE, RIFIUTI L’AIUTO ANCHE DI CHI STA CERCANDO DI AIUTARTI NONOSTANTE TUTTO!

CHE COSA TI E’ SUCCESSO? PERCHE’ SEI CAMBIATO?

PERCHE’ SI E’ RESO NECESSARIO PER TE DESIDERARE DI MORIRE?

MA SOPRATTUTTO…PERCHE’ ORA HAI SMESSO DI VIVERE?!”

Si fissavano negli occhi…stavolta Naruto non abbassò lo sguardo.

“RISPONDI!” sbraitò ancora, sbattendolo contro il terreno.

Seguì diversi secondi di interminabile silenzio. Poi…

“Mi sono stancato di combattere, di lottare…è questo il motivo…”

Kiba lasciò la presa…

E nessuno di noi sapeva più cosa pensare…

Avevamo appena ottenuto la conferma di qualcosa che fino a quel momento avevamo solamente ipotizzato e pregato che non corrispondesse alla realtà…la resa di Naruto.

Per quanto questo spiegasse l’accaduto, nessuno di noi ci aveva creduto del tutto fino a questo momento. Io stessa speravo che ci fosse un’altra spiegazione…che fosse stato solamente un momento di profonda crisi che con il tempo sarebbe passato…

Ma se a due settimane dall’accaduto, Naruto si comportava ancora troppo spesso  come se nulla lo toccasse, se aveva dato quella risposta nonostante i momenti in cui aveva sorriso e sembrava stesse tornando in se…non c’erano altre spiegazioni.

“…come sarebbe…che ti sei stancato…?” sussurrò Kiba con voce tremante.

“Non ho più la forza…” cercò di spiegarsi “…tu…non puoi capire…”

“L’UNICA COSA CHE NON RIESCO A CAPIRE E’ PERCHE’ CONTINUI ANCORA A PRENDERMI IN GIRO!” e sollevò il pungo pronto a darglielo ancora in faccia.

“Inuzuka…”

Si bloccò all’istante e si voltò in direzione di Kurama come tutti quanti noi. Aveva gli occhi chiusi e sembrava perfettamente tranquillo. Come se non ci fosse la sua ex Forza Portante lì a farsi pestare.

“Credo tu ti sia divertito abbastanza. Non ha alcun senso continuare. Ma nel caso in cui tu volessi farlo..sappi solo che se il tuo braccio si abbassa ancora una volta…lo ritroverai a più di un kilometro da questo punto preciso.”

 Nella sua voce, sotto la minaccia di amputazione, c’era una nascosta ma amara delusione.

Kiba strinse il pugno, combattuto sul da farsi. Poi si rilassò.

“Ho capito…” disse e si alzò, lasciando libero Naruto. “Akamaru!”

L’enorme cane bianco si precipitò immediatamente accanto al suo padrone che con un unico movimento gli saltò in groppa. Il mio compagno di squadra era ancora con la schiena a terra.

“Ho solo un’ultima cosa da dirti…” gli si rivolse dopo un attimo “…mi hai veramente deluso.

Ti credevo veramente più forte. Ero convinto che non ci fosse nulla in grado di abbattere le tue sicurezze, che non esistesse avversario che tu non saresti stato in grado di fronteggiare.  Mi ero persino ricreduto su di te…avevo superato l’idea che mi tartassava  sul fatto che tu fossi solamente un imbecille e che tutte le tue vittorie fossero dovute alla tua fortuna.

Credevo davvero…che la cosa che più contasse per te, fossero gli amici. Che tu ci considerassi tali dopo tutto quello che abbiamo passato…

Solo ora mi rendo conto che in quelle parole non ci hai mai creduto veramente…ce lo hai dimostrato adesso con le tue azioni…e quel giorno con la tua decisione di farla finita!”

“Kiba…ora stai…” cercò di dire.

“COSA? Sto esagerando forse?! No invece! Prenditi almeno le responsabilità delle tue azioni! Gli amici…se non sono con noi nei momenti in cui abbiamo bisogno…quando dovrebbero esserci?! Invece tu ci hai del tutto esclusi dalla tua vita come se non avessimo mai fatto parte! E soprattutto come se le tue decisioni non ci toccassero!”

Si prese una pausa…non ce la faceva a parlare…quelle parole lo stavano ferendo nello stesso momento in cui le pronunciava.

“Sei stato un grande egoista…ed è questo il motivo …per cui non  accetterò mai che qualcuno come te…diventi Hokage… ricordalo.” concluse e dopo aver spronato Akamaru, partì di corsa allontanandosi da noi.

Restammo un minuto buono a riflettere sulle ultime parole di Kiba che erano state senza dubbio le più dolorose…poi Kaiza prese in mano la situazione, scambiandosi un’occhiata con Kurama prima di avvicinarsi a Naruto. E io andai subito dietro di lui, mentre gli altri aspettarono un attimo prima di raggiungerci.

“Ragazzo…” lo chiamò dolcemente l’uomo.

Naruto guardò fisso il cielo ancora un momento, sospirò e tese la mano per farsi aiutare a mettersi seduto. Kaiza senza aggiungere altro gli sollevò la maglietta e concentrò un po’ di chakra curativo sulla zona. Io ero più preoccupata per il sangue che continuava ad uscirgli dal labbro e che gli colava lungo il mento.

Dovevo fermare l’emorragia…ma mi imbarazzai quando gli chiesi di poterlo fare.

“Naruto…posso…” iniziai.

Mi aspettai che mi liquidasse con qualche frase acida ma mi stupii quando annuì, dandomi il permesso.

“Apri un po’ la bocca…” gli chiesi.

Lui mi guardò leggermente imbarazzato…ma dischiuse un po’ le labbra.

Poggiai due dita sul punto in cui usciva il sangue e concentrando lì il chakra medico, rimarginai quella piccola ferita. Mantenere la concentrazione non fu affatto facile, dal momento che due profondi occhi azzurri erano fissi su di me ma cercai di non farci caso.
Una volta terminato, Kaiza gli porse un fazzoletto e lui si pulì dal sangue al meglio che poté fare. Poi lo aiutammo ad alzarsi.

“E’ tutto apposto?” domandò premurosa Hinata.

Lui annuì. Credo che non volesse altro che tornarsene dritto a casa.

Desiderio confermato da come si fissarono lui e Kurama. Il cercoterio non sembrava arrabbiato…solo deluso. E anche Naruto che sembrava voler evitare quelle due iridi rosse, non riuscì ad evitare che la Volpe gli si affiancasse per aiutarlo a stare in piedi.
Insomma era chiaro che saremmo tornati a casa. Rock Lee e Tenten sembravano seriamente dispiaciuti per l’accaduto e per non essere stati molto d’aiuto, ma seguirono i due che si avviavano verso la casa dell’Uzumaki.

Hinata e Shino aspettavano che mi avvicinassi.

“Non dovete sentirvi in colpa per quello che è successo…” dissi loro, anticipandoli.

“Avremmo dovuto trattenerlo…non pensavo che si sarebbe spinto fino a questo punto…abbiamo rovinato tutto…” mormorò Shino.

“Era inevitabile che si incontrassero…prima o poi sarebbe successo comunque! E poi è stato Kurama a permettere che accadesse…” cercai di confortarlo.

“Era distrutto…ma non voglio giustificarlo. Però…stava male anche lui…” intervenne Hinata.

Sapevo che in fondo aveva ragione. Kiba si era trattenuto dal primo momento con Naruto…se non l’avesse fatto, l’avrebbe riempito completamente di botte…anche se non ci era andato affatto leggero. Riflettei sul fatto però che senza dubbio la sua era stata la reazione più autentica.

Non si era fatto troppi scrupoli, pensando alle sue ferite…aveva fatto quello che avrebbe fatto in qualsiasi momento di fronte ad una situazione del genere. Usare i pugni…dopotutto quello era Kiba Inuzuka.

In quanto a Naruto Uzumaki…chissà dov’era in quel momento?

“Sakura…”mi  chiamò Shino.

“Ehm…si, dimmi.”

“Ascolta ho bisogno che tu rimanga con Naruto stanotte.”

“Aspetta…io? Per quale motivo?” domandai interdetta.

“Devo riuscire a parlare con Kiba, ne ho assolutamente bisogno e credo…che forse anche lui abbia bisogno di qualcuno con cui parlare. Per favore, nessun altro può farlo…i turni erano stati disposti secondo gli impegni e le necessità di tutti…sei l’unica persona che può prendere il mio posto!”

Sbalzata nel passato, ripensai ad Hinata che mi riproponeva quella stessa richiesta…restare io con lui.

Una parte di me era felice di poter passare un po’ di tempo con lui…l’altra invece mi metteva in allarme sul fatto che senza dubbio non sarei stata trattata con gentilezza.

“D’accordo, lo farò.” risposi comunque. La parte felice ebbe comunque il sopravvento.

“Grazie dal profondo del cuore…e scusami tanto con lui…davvero…”

Capivo la sua situazione…si sentiva in colpa per aver messo Kiba due volte di fronte a Naruto…non potei biasimarlo però, io avrei fatto lo stesso.

“Vai e non preoccuparti.” lo rassicurai.

Lui fece un lieve inchino e si avviò nella direzione presa da Kiba e Hinata lo seguì a ruota…ma non prima di avermi sussurrato qualcosa che mi lasciò perplessa:

“Buona fortuna!”

Li vidi allontanarsi. Feci un lungo sospiro. Ormai era fatta…ero pronta per una serata tutt’altro che facile.

Quando alzai lo sguardo per avviarmi verso l’uscita mi accorsi che ad aspettarmi c’era Kaiza.

“Cosa fai ancora qui?” 

“Ti aspettavo. Naruto è tornato a casa insieme a Kurama e i ragazzi. Ci aspettano lì…” rispose.

“C’è qualcosa che devi dirmi vero?” intuii.

Lui fece un cenno deciso con il capo, poi cominciò:

“Mentre ti aspettavo, ho ascoltato la tua conversazione con Shino, scoprendo quindi che sarai nostra gradita ospite stasera…”

“Stavi origliando?” lo stuzzicai un po’.

“Io faccio solo cose a fin di bene!” rise “Comunque…questa notizia unita a quello che è appena successo con Kiba, mi ha aperto gli occhi! E’ davvero arrivato il momento di fare qualcosa! E questo vuol dire che è giunto il momento che tu e Naruto vi chiariate! ”

Lo guardai per storto. Che cosa avevo cercato di fare fino a quel momento?

“Perché credi che questo sia il momento però?” mi sorse spontaneo chiedere.

“Perché il…chiamiamolo problema, che ha con te lo influenza particolarmente. Credo che tu l’abbia notato che più di tutti, tu sembri la persona con cui ce l’ha di più. Non ho idea del motivo…anche se ritengo sia legato a quella sera in cui sei venuta a trovarlo…se non prima.

Comunque…quello che è successo qui, sono certo che lo ha sconvolto profondamente. E ho paura che possa avere una ricaduta emotiva…quindi dovete risolvere e chiarire il motivo di questa ostilità tra di voi. Poi sono sicuro che starà meglio, almeno un pochino. Bada bene che questa cosa te l’avrei proposta in ogni caso…diciamo solo che si sono accorciati i tempi.” spiegò.

Kaiza non poteva farmi una proposta più allettante. Insomma potevo cercare di risollevargli il morale dopo l’accaduto con il suo ex amico, riuscire a chiarire l’accaduto tra di noi e anche, forse, fargli sentire la mia vicinanza…per una dichiarazione era davvero troppo presto. Avevo tanto e troppo ancora da imparare e da sperimentare.

Poi…il problema che fino a quel momento era stato il mio limite.

“Io ci sto provando da giorni a parlargli ma anche tu hai visto come mi tratta! Prima se mi ha permesso di curarlo sarà stato un caso, forse perché non se la sentiva di urlarmi contro! Ma è completamente chiuso nei miei confronti…lui non vuole parlare con me.”

“Di questo non preoccuparti! Ho colto quest’occasione apposta, proprio perché so come riuscire ad aprirti un varco e quindi per riuscire a farti ascoltare!” mi fece l’occhiolino.

“Aspetta…sul serio?” chiesi interdetta.

Lui mi prese per le spalle:

“Ascolta bene quello che ti dico…questa sera quando ci metteremo a dormire, tu fai uno sforzo e fai solo finta di addormentarti. Resta in ascolto… Mi ha capito bene? Io non mi sveglierò…quindi dovrai cavartela da sola! Non posso dirti altro perché ho promesso…ma ti basterà fare quello che il tuo cuore ti dice di fare…e vedrai che andrà tutto bene…”

Non colsi del tutto il senso delle sue parole ma decisi di fidarmi. Avrei capito tutto nel momento in cui mi sarebbero servite.

“D’accordo…me lo ricorderò!” gli assicurai.

“Ottimo!” disse lui soddisfatto. Poi cambiò espressione e mi preoccupa.

“C’è qualche problema?” gli domandai preoccupata.

“No assolutamente. Pensavo solo che l’unico inconveniente sarà che…per la buona riuscita del mio piano…avremo bisogno di un piccolo aiuto…”


////////////////



”Scordatelo!”

“Avanti Volpone, non fare il difficile!”

Non avevo idea di che tipo di collaborazione Kaiza volesse ottenere da Kurama ma visto il modo in cui il cercoterio si rifiutava anche di ascoltare la richiesta dell’uomo, avevo paura che fallisse.

La discussione andava avanti da quasi venti minuti mentre Naruto nell’altra stanza si rilassava un po’ sul letto.  Dopo aver salutato gli altri ed aver raccomandato loro di avvisare la squadra 10 di non passare a trovarlo almeno per oggi.

Poi apprese la notizia della mia presenza con indifferenza, dicendo che una persona valeva l’altra.

Non aveva la forza per ribattere….era  esausto così non aveva fatto domande quando avevamo chiamato Kurama nell’altra stanza per potergli parlare. Probabilmente era sul punto di addormentarsi quindi non fece caso al fatto che il demone si era allontanato.

Lui e il medico parlavano a voce bassissima per evitare di essere ascoltati mentre io seguivo il discorso e ogni tanto controllavo che Naruto non decidesse di andare a cercare l’amico.

“Stammi a sentire…vogliamo tutti la stessa cosa, il suo bene. Ti sarai reso conto che dopo quel che è successo oggi con Kiba, la situazione è precipitata! Prima l’attacco di panico…e poi questo! Io ho paura per lui, capisci?”

“Su questo non devi farti preoccupazioni inutili! Non gli permetterò di fare altre sciocchezze...”

“Non è solo quello che mi preoccupa, forse non ci siamo capiti…ho paura che ricada nello stato di depressione dei primi giorni. Tu non eri qui, non hai idea di come stava! Io si! Bisogna fare qualcosa di drastico!”

“Ci parlerò ancora…e stavolta riuscirò a farlo rinsavire!” dichiarò, raschiando con il artigli sulle assi del pavimento. Evidentemente si stava innervosendo.

“Non risolverai nulla!” ribatte, cercando di bloccargli le zampe per evitare danni. “Ci hai già provato…hai lasciato che perfino Kiba esagerasse nelle parole e anche nei gesti nella speranza che ritornasse in se….”

Ecco il motivo per cui Kaiza non aveva detto nulla…aveva anticipato le intenzioni di Kurama. Continuò:

“ Io mi sono fidato di te e te l’ho lasciato fare. Ora sei tu a doverti fidare! E io ti dico che ora bisogna provare un approccio diverso!”

“E sentiamo un po’! Che avresti in mente?!”                                 
                               
“Dobbiamo farlo parlare con Sakura! Sono sicuro che se risolveranno tra di loro, le cose cambieranno!” spiegò.

Il demone iniziò a ridere ed io mi sentii un pochino offesa. Quella volpe rideva un po’ troppo di me.

“Ma che bella trovata!” fece. Poi tornò serio:

“Ma fammi il piacere! Così rischia di andare in iperventilazione un’altra volta! E’ una pessima idea!”

Se era quello il rischio mi sarei rifiutata di fare qualsiasi cosa Kaiza avesse in mente. Volevo cercare di risolverla la situazione, non di complicarla ulteriormente.

“E per questo che ho bisogno del tuo aiuto! Possiamo risolvere due problemi in una volta sola! Ma mi serve la tua collaborazione!”

“Non so cosa hai in mente e non voglio saperlo. Io non farò nulla che possa rischiare di confonderlo più di quanto non lo sia già!” affermò irremovibile.

“Ripensaci…” provò ancora “…dobbiamo provare! Ti supplico…”

Il demone era perplesso. Forse non era più troppo sicuro di star seguendo il metodo giusto con Naruto.

Io iniziai a sentire il bisogno di fare qualcosa. Mi fidavo completamente del giudizio di Kaiza…ero certa che lui fosse riuscito a penetrare più a fondo nell’animo del mio compagno di squadra e che quindi sapesse esattamente cosa stava facendo. Non pensavo che lo capisse o conoscesse meglio di Kurama…ma ero sicura che lui sapesse bene come riuscire a farlo reagire.

Se per lui era arrivato il momento di risolvere il nostro problema, avrei cercato in tutti i modi di farlo.

Allora decisi di fare un tentativo.

“Kurama… “ inizia, catturando la sua attenzione.

“Non so in cosa consista il tuo aiuto ma se sei preoccupato che le cose si possano complicare, ti assicurò che non succederà. Ti giuro su tutto quel che ho di più caro al mondo che non sprecherò l’occasione che mi creerà la tua collaborazione. Non hai idea di quanto io sia stata male in questi giorni,pensando a quest’incomprensione tra me e lui. Non ci ho dormito la notte, non ho smesso un attimo di pensare, mi sono consumata le meningi per cercare di capire cosa ho fatto di male per suscitare in lui tutto quell’odio verso di me. Non ho ancora trovato una risposta e mai lo farò se non sarà lui a dirmelo.

Ho davvero tutte le intenzioni di porre fine a questo tormento per me e per lui. Ma non riesco mai ad avvicinarlo, a farmi ascoltare! Mi serve una possibilità…e senza di te, non potrò mai averla.

Il giorno in cui arrivasti mi ha detto che se avessi cercato sarei riuscita a ritrovare il vero Naruto…lui continua a nascondersi dietro quella maschera di freddezza ma man mano dentro di me sta crescendo la certezza di poterlo vedere riemergere. So che può farlo!
Te lo chiedo come un favore personale…aiutami…”

Non riuscì a trattenere una lacrima che scivolò lungo una guancia prima che potessi fermarla, facendo quella supplica che mi arrivava dal profondo del cuore. Non sapevo cos’altro dirgli…in quale altro modo fargli capire quanto desiderassi avere ancora un chance per sistemare le cose.

“Ragazzina…”

Alzai lo sguardo e mi ritrovai le iridi rosse puntate addosso. Sembrava volermi incenerire. Non capii perché tutto d’un tratto fosse diventato così freddo anche lui.

“Sappi questo…se lo farai soffrire ancora, hai la mia parola che ti impedirò con ogni mezzo possibile di avvicinarti ancora a lui. Non è un avvertimento…è una minaccia. Fallo soffrire ancora e puoi dirgli addio per sempre!”

Mi si gelò il sangue nelle vene. Perché? Perché mi intimava di non farlo soffrire, come se fosse una cosa che avevo intenzione di fare? O che avrei potuto fare…

Come potevo…?

“Hai la mia parola…” mormorai, pur non sapendo il perché dovessi promettere qualcosa che non avrei mai pensato lontanamente di fare.

“Lo spero per te…” concluse il demone. Poi sospirò.

Cercai supporto in Kaiza che sembrava perplesso quanto me. Mi sorrise incoraggiante e mi servì a calmarmi un po’.

“Allora Vecchio!”  chiese rassegnato Kurama “…cosa devo fare?”




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“Aspetta un momento…non credo di aver capito, puoi ripetere?” domandò confuso Naruto.

Kurama sbuffò.  Sperai solamente che non si tradisse.

“Credo che qui a Konoha abbiate seri problemi di udito…INSOMMA PARLIAMO LA STESSA LINGUA OPPURE NO?!”

Sentirlo infuriarsi in quel modo mi fece accapponare la pelle. A dispetto però di ogni mia previsione, il demone trasse un profondo sospiro e cerco di riprendere a parlare con un tono accettabile.

“Ti ho già spiegato che ho una questione da risolvere qui al Villaggio con tutti quelli che vedono in me ancora un potenziale nemico. Dal momento che per quello che ho in mente di fare, ci vorrà tutto il pomeriggio e siccome devo anche contattare gli altri cercoteri, ho deciso di restare a dormire fuori questa notte. Hai afferrato o devo ripetere un’altra volta?” concluse con un filo di irritazione nella voce.

Naruto era decisamente perplesso. Infatti chiese:

“Quindi…ti stai rimangiando la tua parola? Sbaglio o avevi detto che non saresti andato da nessuna parte per potermi tenere d’occhio?”

Lo stava chiaramente provocando. Sembrava però che fosse quasi …deluso?

“Credo che tu possa sopravvivere mezza giornata senza la mia supervisione.” disse il demone “Se ti stai chiedendo il motivo per cui non ti sto obbligando a seguirmi, è presto detto! Come ti ho già ripetuto,  è una cosa che devo risolvere da solo altrimenti non guadagnerò mai la fiducia degli abitanti! Se continuano a vederti sempre insieme a me, continueranno a pensare che io mi contengo solo in tua presenza. Devo dare prova di riuscire a controllare da solo quel mio lato…come dire? Oscuro…”

La spiegazione sembrò soddisfare la sua ex Forza Portante che si rilassò un po’.

“Va bene…però come mai devi stare via anche durante la notte?”

Il cercoterio rispose dopo in un attimo di silenzio:

“Diciamo che quando me ne sono andato ho lasciato una cosa importante in sospeso. Una discussione, per essere precisi. Ed è per questo…” esitò e subito scosse la testa per scacciare un pensiero che lo aveva colto. Sembrava confuso. “…ho bisogno di risposte. E devo trovarle da solo.”

Naruto scrutò a lungo il demone alla ricerca della verità nelle sue parole.

Aspettando la sua risposta, smisi di respirare per alcuni secondi.

“Capisco…d’accordo allora. Salutami tutti.” mormorò infine il mio compagno di squadra.

Traendo un sospiro di sollievo, mi resi conto di quanto avessi bisogno d’aria. Misi la mano davanti la bocca nella speranza di non essere notata mentre riprendevo fiato. Per fortuna Naruto si era già girato verso la finestra quindi non poteva accorgersi di quanto io fossi ansimante.

Cercando di immaginare di trovarmi nei suoi panni, pensai al modo in cui avrebbe affrontato l’assenza del demone per tutto il pomeriggio e soprattutto durante la notte. Se Kaiza mi aveva informato che per la buona riuscita del suo piano era indispensabile allontanare Kurama  dalla casa, immaginai fosse per un buon motivo. C’era qualcosa che dovevo fare al suo posto.

Il problema era che non avevo in mente di cosa potesse trattarsi. Doveva essere qualcosa di importante dato che dandoci le spalle, Naruto dava mostra del fatto di essersi chiuso in se stesso un’altra. Alla luce di tutto quello che era successo con Kiba dopotutto ora aveva più di un motivo per non voler parlare con nessuno.

“Sarò qui all’alba, Ragazzino…vedi di riposarti.” gli disse e fece l’ultima delle cose che mi sarei aspettata da lui.

Avvicinando il muso alla testa di Naruto, rilasciò dalle narici una nuvoletta di chakra che andò a scompigliare i suoi capelli biondi.

“Ehi!” esclamò di disappunto il mio compagno di squadra.

Kurama gli rivolse un ghigno soddisfatto.

“Ho detto all’alba…non tarderò.” ribadì.

Naruto sfiorò con la mano il muso del cercoterio:

“Lo so…”

Se in un primo momento le iridi rosse di Kurama si fermarono in quelle azzure di Naruto, poi scuotendo la testa tornò in sé.

“Tsk! Guarda che non stavo cercando di consolarti! E poi ti ho detto di non farlo più!”  Era di nuovo lui.

“Come vuoi.” Sussurrò l’altro, interrompendo il contatto “A domani…” disse prima di tornare rannicchiato come prima.

Accompagnami Ragazzina!” mi intimò, dirigendosi verso la porta.

Guardai Kaiza che mi fece un segno di assenso. Così gli andai dietro, precedendolo per aprirgli la porta dell’abitazione. Lui uscì ma prima di allontanarsi si girò verso di me per un’ultima raccomandazione:

“Sta già abbastanza male…stavolta cerca di non peggiorare le cose. E agisci in fretta!”

A quel punto non ci vidi più. Mi chiusi la porta alle spalle e lo affrontai.

“Ora devi dirmelo! Perché sei convinto che gli farò del male?!” gli chiesi con tono sicuro, cercando solo di non alzare troppo la voce per evitare che da dentro ascoltassero la conversazione.

“Perché da quando vi conoscete non hai fatto altro che arrecargli dolore!”

La mia sicurezza sparì di colpo.

“Non sto dicendo che tu lo faccia apposta…” precisò “…però una volta per tutte anche tu devi vedere la realtà per quello che è! Non hai idea di quanto dolore sei riuscita ad infliggergli nel profondo con poche parole o semplici gesti in più di un’occasione! E’ naturale quindi che dopo quello che è successo la situazione si sia aggravata fino a questo punto…”

Tra lui ed Hinata non c’era gara. Entrambi sapevano esattamente come riuscire a distruggermi tra sensi di colpa e realtà evidenti.

“Ma nonostante questo…”continuò il demone, il cui tono si era quasi addolcito “…il Vecchio medico potrebbe avere ragione…conoscendo il moccioso, non credo risolverete con così poco…forse però le cose potrebbe prendere almeno una piega diversa. Naturalmente dipende da te…devi soltanto cercare di capire…”

“Ti prego, dimmi come fare!” lo supplicai “Non voglio farlo soffrire…mai più!”

Lui sollevò gli angoli della bocca nella cosa più simile ad un sorriso che riuscisse a fare senza essere eccessivamente inquietante.

“Finalmente…credo che tu sia pronta a non farlo più!” Mi lasciò interdetta.

“Cosa vuoi dire…?” chiesi confusa.

“Ci vediamo all’alba, Ragazzina! E vedi di non addormentarti stanotte!” disse in ultimo prima di sollevarsi sulle zampe e comporre un sigillo.

“KURAMA! Aspetta…” non feci in tempo a fermarlo.

In uno sbuffo di fumo, era già scomparso.



/////////////

 
 
“Buone notizie,Ragazzo!” esclamò Kaiza entusiasta, dopo aver finito di passare il chakra curativo sul braccio destro di Naruto.

“Sembra proprio che non avrai più bisogno delle stecche per immobilizzare il braccio! Ti fa male se lo muovi?”

Naruto lentamente iniziò ad allungarlo. Poi se lo tastò cautamente con l’altra mano ancora avvolta nella fasciatura. Infine rispose:

“No. E’ solo un po’ indolenzito…”

“Tranquillo, è normale! Non lo hai mosso per tanto tempo quindi ci vorranno ancora un paio di giorni perché torni come prima. Ma da ora non ci sarà più bisogno che io mi occupi di fasciarlo e steccarlo.”

Lui non sembrava molto contento ma Kazia lasciò correre.

Mentre l’uomo si occupava di quell’operazione quotidiana, io stavo finendo di lavare i piatti ma girandomi di tanto in tanto avevo seguito quei due con lo sguardo per tutto il tempo.

Quando si era tolto la maglietta, restando a torso nudo, per poco un piatto non mi scivolò di mano. Nonostante fosse ancora quasi del tutto fasciato, si intravedeva quanto il suo fisico fosse ben delineato…Mi sentivo così stupida…l’avevo visto tante volte, senza soffermarmi mai a guardarlo veramente.Mi vergognavo di quella sorta di attrazione fisica…ma da quando avevo ammesso a me stessa di provare qualcosa per lui…non riuscivo a fare a meno di fissarlo con occhi diversi…

La nostra era stata una cena silenziosa ma vedere Naruto finire la sua porzione mi diede conforto. Se aveva fame doveva essere un buon segno.

Una volta terminato il mio compito, li raggiunsi. Kaiza stava sistemando i nostri letti mentre Naruto si infilava una maglietta.

“Bene! Abbiamo cenato, ti ho medicato e …” si fermò un attimo a sistemare i cuscini ”…e i letti sono pronti! Direi che non ci resta che dormire!”

Non ci fu quasi bisogno di dirlo. Naruto si era già girato, dandoci le spalle dato che i nostri letti erano alla destra del suo.

Il medico sospirò:

“Buonanotte, ragazzo…”

Dopo poco gli arrivò un “Notte” di risposta, appena sussurrato.

Mi sistemai nel letto e Kaiza mi raggiunse dopo poco, portandosi dietro un bicchiere d’acqua.

Inizia a preoccuparmi. Insomma...il momento era arrivato e le ultime dritte che avevo sperato arrivassero, non c’erano ancora state!

“Tranquilla piccola…pensa solo a dormire!”

Le parole di Kaiza mi arrivarono con dolcezza in un sussurro. Feci appena in tempo a sollevare lo sguardo verso di lui, che lui chinò il capo e lasciò un piccolo bacio tra i miei capelli. Lo guardai sorpresa e imbarazzata ma lui mi sorrise con sincerità e poi mi feci l’occhiolino.

Mi stava ricordando le sue parole…di stare attenta e di non prendere sonno assolutamente. E mi aveva rassicurata del fatto che lui era lì, se ci fosse stato bisogno d’aiuto.

“D’accordo.” dissi io, ringraziandolo mentalmente di cuore per tutto.

Sorrise ancora. Poi prese bevve un lungo sorso dal bicchiere che si era portato dietro e dopo averlo poggiato, spense la luce e si sistemò anche lui tra le coperte, chiudendo gli occhi. Io lo imitai mettendomi giù ma restai ad occhi ben aperti.

Aspettai. Rimasi in attesa ma soprattutto in ascolto.

Nel silenzio in cui era calata la stanza riuscivo a distinguere tre suoni.

Quello del respiro pesante di Kaiza, che pareva davvero quello di una persona profondamente addormentata… Ma sapevo che stava fingendo.

Quello del respiro di Naruto, calmo e regolare. Lo stesso che ero rimasta a d ascoltare in Ospedale e che ero sicuro di poter riconoscere ovunque.

E infine quello del mio, leggermente ansimante. E come se non bastasse, si aggiunse anche il ritmo rapido del mio cuore a rimbombarmi nelle orecchie.

Il timore di quello che avrei dovuto affrontare non mi faceva trovare pace. Cominciavo a dubitare del piano di Kaiza. Naruto stava decisamente dormendo. Come avrei mai potuto parlargli? Insomma che senso aveva avuto chiedere a Kurama di passare la notte sotto casa, farmi restare sveglia se lui dormiva?


 
 
Passò tanto anzi, troppo tempo. Non percepì il minimo cambiamento.

Quel silenzio era diventato insopportabile!

Iniziai a pensare che Kaiza avesse architettato tutta quella messa inscena con Kurama solo per godersi una nottata di riposo. Sapevo di non essere giusta a pensarlo ma insomma sia lui che la Volpe mi avevano lasciata là senza darmi il minimo indizio su quello che sarebbe accaduto! Cos’altro avrei dovuto pensare?

Nella speranza di riuscire a tenere gli occhi aperti, ripensai alla giornata appena trascorsa.

Tutta la rabbia e il risentimento tirato fuori da Kiba, accompagnati dall’ombra di tristezza che gli era rimasta nello sguardo…i pugni che Naruto aveva incassato senza reagire e quelle poche parole che erano bastate a stupirci tutti…il momento in cui gli avevo curato quel taglietto sul labbro inferiore ed entrambi ci eravamo imbarazzati…oppure…

“N-no…b-basta…”

Non fu più di un sussurro ma riuscì a catturare la mia attenzione. Tornai a concentrarmi sui respiri di tutti e tre e notai un cambiamento.

Mi misi a sedere e dopo aver istintivamente constatato che Kaiza era ancora “addormentato”, mi girai verso Naruto. Mi dava ancora le spalle quindi non potevo vederlo in volto ma mi bastò osservare il modo in cui era rannicchiato e ascoltare come il suo respiro si fosse fatto rapido e ansimante per capire che qualcosa non andava.

Scattai in piedi immediatamente e girai intorno al letto per capire cosa stesse succedendo. E rimasi veramente scossa.

Tremava tutto. Le mani si stringevano convulsivamente l’un l’altra mentre il suo corpo cercava calore sotto le coperte. Ma capii che mi stavo sbagliando quando osservai come la sua fronte corrugata fosse madida di sudore. Sussurrava qualcosa, muoveva le labbra ma non si sentiva nulla. La sua testa scattò, premendosi contro il cuscino.

“Naruto, svegliati!” esclamai.

Non sapevo cosa mi fosse preso tutto d’un tratto. L’unica certezza che avevo era che avevo promesso non solo Kurama ma soprattutto a me stessa di non farlo soffrire più…e questo implicava anche che lo avrei protetto da qualsiasi dolore. Quindi non potevo tollerare un secondo di più di vederlo così in difficoltà…

Mi sedetti lì vicina a lui e con delicatezza inizia a smuoverlo per una spalla, chiamandolo. Ma lui non aprì gli occhi, anzi sembrava che stesse peggiorando perché prese ad agitarsi con più vigore.

“Svegliati, coraggio!” dissi a voce più alta ad un certo punto e scrollandolo bruscamente.

Gridò nel momento in cui spalancò gli occhi azzurri.

Per la prima volta vi lessi il terrore. Una paura immensa. Mai come in quel momento, Naruto mi era apparso così indifeso e fragile. Avevo idea che anche una parola sbagliata in quel momento avrebbe potuto distruggerlo o un gesto potesse scottarlo…era terribilmente vulnerabile.

Rimase per lunghissimi secondi con lo sguardo perso nel vuoto,respirando velocemente nel disperato tentativo di riprendere fiato ma non ci riusciva. Poi si guardò intorno, terrorizzato e solo alla fine arrivò ad incrociare i suoi occhi con i miei.

Mi spiazzò perché non ero pronta a sostenere quello sguardo. Benché la stanza fosse buia, la poca luce che filtrava dalla finestra era più che sufficiente per permettermi di vedere chiaramente il suo volto.

Sconvolto. Ecco l’unica parola con cui l’avrei descritto…

Non aveva ancora smesso di ansimare. Chinai la testa:

“Stavi facendo un incubo…ho-ho pensato che fosse meglio svegliarti. Ti lascio stare subito…” quelle parole erano partite in automatico, senza nemmeno che mi soffermassi a pensare. Premendo entrambe le mani sul letto mi diedi la spinta per rialzarmi e tornare nel mio letto.

“NO!”

Mi sentii bloccai. Prima che potessi allontanarmi da quel letto, una mano fredda mi aveva afferrata saldamente per il polso e una voce mi aveva intimato quell’ordine con un tono di disperazione. Voltai il capo, osservando quella mano grande stringere con forza ma tremando allo stesso tempo e come il terrore sul viso di Naruto si fosse accresciuto.

“T-ti prego…” una supplica conosciuta…un tono così diverso…ora una parola nuova…”Resta…”

Possibile che mi stesse chiedendo di restare?

La mia mano ebbe uno scatto involontario sentendo la sua presa rafforzarsi, impedendomi di allontanarmi. Naruto sembrò colto da una nuova paura perché lasciò subito la presa. Socchiuse appena le palpebre, come per chiedermi scusa, poi ritirò la mano sotto il cuscino nel quale poi affondò la testa, chiudendo gli occhi.

Non mi stava obbligando a restare. Nonostante fosse ancora molto agitato, mi aveva lasciata libera di andarmene. Probabilmente si aspettava che lo facessi dato che a quel punto cercava di calmarsi da solo, prendendosi il tempo che gli serviva…non pretendeva mai nulla che pensava di non meritare.

Mi aveva cacciata tante volte nelle ultime due settimane, non si era preoccupato di avermi ferita con le sue parole e la sua freddezza. Ora mi aveva chiesto di restare…nel momento in cui ne aveva davvero bisogno mi aveva pregato di restare lì con lui…cosa dovevo fare?

Lui spalancò gli occhi di colpo quando sentì la mia mano calda cercare la sua sotto il cuscino, tirarla fuori e stringerla tanto delicatamente quanto saldamente e sul suo viso si dipinse un’espressione ancor più sorpresa quando con l’altra gli scostai un ciocca di capelli, sfiorandogli la fronte.

“Non ti lascio solo…” mormorai, tentando un piccolo sorriso.

Naruto mi scrutava perplesso. Avrei dato qualsiasi cosa per poter  conoscere i suoi pensieri in quel momento.

Sapevo che sta pensando a come rispondere al mio gesto e alle mie parole. Ebbi paura di essere stata troppo intraprendente…forse non avrei dovuto toccarlo in quel momento in cui era troppo scosso per respingermi come aveva fatto in precedenza. Mi accorsi solo allora di non aver smesso un attimo di sfiorargli la fronte con le dita. La paura di aver sbagliato mi colse e mi fermai.

Le sue dita si strinsero intorno alla mia mano.

“N-non farlo…” sussurrò stanco.

Il mio cuore perse un battito. E un sorriso sincero nacque sulle mie labbra.

Ripresi quel leggero contatto e luì capì. Chiuse gli occhi e con calma, iniziò a regolarizzare la propria respirazione, inspirando ed espirando profondamente.

Non smisi un attimo né di sfiorargli la fronte nè di fissarlo, attenta al più piccolo cambiamento della sua espressione. Volevo la certezza che tutto fosse passato. E per un po’ sembrava andasse bene.

Però improvvisamente diventò serio, strinse le palpebre e si agitò. Quando riaprì gli occhi, tirò un sospiro rassegnato…un’ombra di tristezza gli stava attraversando gli occhi. Non riuscii a trattenermi.

“Vorrei tanto sapere cosa sogni…” mormorai.

Sapevo che lui mi stava guardando ma evitai di incrociare il suo sguardo. Guardavo le nostre mani strette l’un l’altra.

Prima che potesse decidere di rispondere, continuai:

“So…” esitai “…so perfettamente che non sono affari miei. Che non devo impicciarmi di cose che non mi riguardano. E’ solo che…vorrei sapere che cos’è che ti spaventa così tanto da tormentarti in questo modo mentre riposi…”

Una vocina nella mia testa mi diceva che aveva fatto lo stesso incubo della prima notte in Ospedale. Che il motivo per cui la Kaiza, la mattina dopo la prima notte dal rientro di Naruto a casa, fosse così terribilmente stanco come se non avesse dormito ci avesse a che fare. Che la presenza di Kurama forse serviva a limitare questa reazione. Cominciai a capire…

Silenzio. Non che mi aspettassi una risposta dopotutto. Ma almeno avevo espresso chiaramente quello che pensavo…anche se mi avesse ribadito che non erano affari miei, non mi sarebbe importato. Dovevo dire quello che pensavo…dovevo essere sincera con lui.
Continuò a restare in silenzio. Sospirai ma continuai con le mie carezze nonostante tutto.

“Morte…”

Sentire pronunciare quella parole con quel tono funebre, mi fece rabbrividire. Però…

“Morte?” chiesi, guardandolo finalmente.

“Mi hai chiesto cosa sogno…” mi ricordò lui.

 Poi continuò:

“Questo sogno tutte le notti…morte, distruzione,guerra…e poi…tanto sangue…”

Ad ogni parola, la sua voce tremava. Strinsi un pochino la presa sulla sua mano per tranquillizzarlo.

“Ma è passato un anno…ormai è tutto finito…”

“ Non puoi capire…” sussurrò.

Mi sembrava passato un secolo dall’ultima volta che eravamo riusciti a parlare. Mi sembrava così strano essere lì, dentro casa sua, vicino a lui e finalmente essere riuscita a tirargli fuori di bocca qualche parola senza essere stata ancora allontanata.

Con quel “non puoi capire” però aveva chiuso la conversazione…ma questa volta avrei fatto io di tutto per non farla finire così.

“Spiegami allora…aiutami a capire…”

“Perché dovrei?” chiese.

“Perché voglio aiutarti!!”

Non potevo dare risposta più immediata e più sincera. E l’immediatezza con cui la diedi lascio Naruto interdetto. Forse avevo parlato con troppa enfasi…ma non c’era nulla che desiderassi di più.

“Te l’ho già detto…” disse triste “Nessuno può aiutarmi…”

Le stesse parole e lo stesso tono dell’altro giorno…il Naruto di una volta.

“Dammi una possibilità…” lo pregai.

Lui scosse la testa, stringendo le palpebre. Sembrava spaventato all’idea di parlare. Dovevo insistere.

“Ti prego…”

“Un attimo fa mi sembra che tu abbia detto chiaramente che questi non sono affari tuoi…quindi non insistere.” cercò di concludere.

Non potevo credere che si stesse richiudendo in quel modo. Dovevo fare qualcosa.

“Vuoi davvero…che ti lasci solo allora?” domandai titubante.

Lui esitò a rispondere. Provai ancora.

“Solo una possibilità…aiutami a capire…”

Tempo di sentirlo trarre un paio di profondi respiri, che tornai a sentire la sua voce:

“Per quanto tu possa provare…non riuscirai mai a comprendere finoin fondo l’enorme peso della responsabilità che si è addossata sulle mie spalle durante la guerra. Delle migliaia di vite che hanno contato su di me e di quante morti ho quindi sulla coscienza. A partire da quella di Neji…”

Avrei voluto fermarlo. Dirgli di non addossarsi la colpa dell’accaduto in guerra non solo perché lui aveva dato tutto se stesso per salvare tutti quanti ma anche perché senza di lui nemmeno uno di noi si sarebbe salvato. Tenni per me questi pensieri e lo lasciai continuare:

“La consapevolezza che la mia vita non mi apparteneva più del tutto perché da essa dipendeva la morte o la sopravvivenza degli altri…mi ha reso responsabile della fine di tutti i ninja sul campo di battaglia. Quando Kurama è stato estratto dal mio corpo, non ho idea di quanto tempo io sia rimasto fuori gioco…e mentre cercavate di salvarmi la vita chissà quanti l’hanno persa! E la colpa è stata della mia debolezza…perché ho permesso a Madara di farlo…”

“Naruto, non capisci che tu dovevi sopravvivere?” esclamai allora “Se tu fossi morto non avremmo avutola minima possibilità di vittoria! Saremmo morti TUTTI! Senza la tua forza e soprattutto la tua presenza a motivarci tutti, il mondo per come lo conosciamo sarebbe sparito! Chi purtroppo ha pagato il prezzo più alto, lo ha fatto solo nella speranza di poter salvare tutti gli altri! Non ti rendi conto che senza di te…non saremmo nemmeno qui a parlare in questo?”

“Forse…” rispose piano “…ma in ogni caso non ho modo di allontanare da me il senso di colpa per la scomparsa di tutte quelle vite. E soprattutto…non riesco ad allontanare la paura che succeda ancora…”

“Che succeda ancora…cosa?”

Lui strinse le labbra…sospirò:

“Di non avere la forza necessaria per proteggere le persone…che mi sono più care. Perché è questo che sogno tutte le notti, dannazione! Di tornare su quel campo di battaglia, su quel terreno così freddo mentre disperazione e distruzione sono ovunque! Di essere completamente paralizzato! Le braccia, le gambe, le dita…non avere più il controllo del mio corpo! Non riuscire nemmeno a chiudere gli occhi per non essere costretto a sopportare quella vista straziante…e poi…” ansimò come se lo stesse vivendo davvero. Il panico dominava la sua voce. “…vedere i miei amici morire uno dopo l’altro, straziati da mille ferite, davanti ai miei occhi…” il suo tono si abbassò di colpo “E per quanto io cerchi disperatamente di muovermi, di andare verso di loro…non ci riesco. E per quanto io li chiami, per quanto urli, per quanto preghi di risparmiarli…non esce un solo suono dalla mia bocca…”

La sua voce sfumò in un piccolo singhiozzo. Una goccia salata gli solcò la guancia cadendo sul cuscino.

Aveva condiviso quel incubo con una foga tale da non accorgersi di avere parlato di “amici”. O forse aveva usato di proposito quella parola? Le parole di Kaiza mi parvero d’un tratto chiarissime. Questo stava cercando di dirci! Nonostante il suo comportamento, la sicurezza di tutti di noi era al centro dei suoi pensieri. Kiba con le sue accuse, stava sbagliando di grosso. Il suo affetto per noi era rimasto immutato…perché però nascondersi dietro quell’indifferenza?

Una cosa però mi era chiara…il dolore che provava per il timore di non essere abbastanza forte da aiutarci, lo tormentava moltissimo.

“Non hai alcun motivo per continuare a fare questo incubo.” Inizia, asciugando quel solco umido con le dita “Naruto…sei un ninja straordinario. Ogni volta che ti metti in testa qualcosa, non ti arrendi finché non raggiungi il tuo obbiettivo. Lo hai fatto durante la guerra e adesso guarda…siamo ancora qui, c’è ancora VITA nel mondo! Non è un’illusione, è realtà! Se tu ti fossi arreso…non ci sarebbe più nulla.

Volevi la pace? L’hai ottenuta!

Volevi che i cercoteri venissero accettati? Ce l’hai fatta!

Volevi riuscire a trovare una soluzione all’odio di Kurama? Come hai visto…l’hai trovata.

Adesso nessuno è in rado di eguagliare la forza che hai ottenuto e nessuno ha tanta determinazione quanta ne hai tu. Ormai viviamo in pace, non c’è possibilità che corriamo pericoli…ma qualora un giorno qualcosa dovesse minacciarci, tu riuscirai a fermalo. Ne ho la certezza!”

“Ma io…”

“Quindi adesso devi smetterla di farti condizionare da questa paura insensata!” non lo lasciai intervenire.

Gli rimboccai le coperte e continuiai:

“Non lasciare che gli incubi ti condizionino…io ho la completa fiducia in te. Tutti ci fidiamo di te! So per certo che anche Kiba non ha smesso di credere in tutto quello che puoi fare. Le sue parole non devono turbarti…è molto arrabbiato e tu poi lo conosci no? E’ fatto così.”

Non smetteva di fissarmi.

“Lascia perdere quei sogni, non sono reali. Hai regalato la pace a tutti noi…è arrivato il momento che anche tu la possa sperimentare in tutta la sua dolcezza. Hai capito?”

Naruto sembrò voler dire qualcosa ma non lo fece. Io aspettavo una risposta.

Si limitò ad annuire.

“D’accordo allora.” dissi “Ora pensa a dormire!”

Si sistemò un po’ tra le coperte mentre mi alzavo. Avrei voluto parlare un pò di più ma non volevo forzare la mano. Quella sera avevo ottenuto più quanto avessi sperato.

“Buonanotte allora…” gli dissi infine. Non rispose.

Feci per tornare a letto ma la sua voce mi richiamò:

“Sakura…?”

“Si?”

Chiuse gli occhi. Seguirono alcuni attimi di silenzio. Che avesse cambiato idea?

“Sono stato ingiusto con te in questi giorni…troppo e non te lo meritavi.”

Il mio cuore perse un colpo. Sentirlo parlare con quel tono sinceramente dispiaciutomi fece temere che fosse un sogno.

“Ti chiedo scusa…”

Ci volle uno sforzo disumano per controllarmi ed evitare di piangere dalla gioia. Non immaginavo nemmeno lontanamente che si sarebbe scusato...l'unica a doverlo fare ero io, anche se ancora non mi era chiaro di cosa dovessi domandare scusa. Avrei dovuto attendere di capirlo per potermi scusare in modo più sincero possibile. Farlo ora sarebbe stata una presa in giro.

“So...che avrai avuto i tuoi buoni motivi per esserti comportato così” risposi sincera allora, sedendomi di nuovo vicino a lui. Le parole di Hinata erano vere. Ora l’avevo compreso.

“Ho esagerato…” aggiunse un poco imbarazzato “…ma…ho dovuto…”

Compresi perfettamente nel suo tono che qualunque fosse il motivo, non era ancora pronto a parlarne. Ed io non l’avrei forzato in alcun modo. Si era aperto moltissimo come me…avrei ascoltato il resto in un altro momento. Era troppo ora per lui…

“Non preoccuparti…è tutto apposto.” dissi. Poi aggiunsi: “Ora cerca di riposare…sarai stanco, è stata una giornata impegnativa...”

Lui annuì e si strinse le coperte addosso.

“Non lo dirai a nessuno vero…?”

“Cosa?” chiesi.

“Del mio incubo…” susurrò.

Gli sorrisi per tranquillizzarlo.

“Te lo prometto.”

“Ti ringrazio.” rispose con aria molto sollevata e con un sorriso appena accennato.

Mi venne in mente una cosa…

“Vuoi che resti finché non ti addormenti?”

Naruto rimase sorpreso da quella domanda e mormorò un “Se vuoi…” con un filo di voce.

Con il cuore sul punto di scoppiare per quell’emozione tuta nuova, mi sedetti su un pezzetto di letto libero e mi chinai un po’ su di lui.

Se non mi aveva respinta fino a quel momento, pregai non lo facesse ora..perché c’era qualcosa che sentivo il bisogno di fare.

Allungai la mano verso il suo viso ma lui non si allontanò. Lasciò che io lo guardassi con dolcezza mentre gli spostavo le ciocche bionde dalla fronte, che gli accarezzassi i capelli lentamente…che scendessi dapprima a sfiorargli la guancia…per poi prendere ad accarezzarla.

Lo sentii rilassarsi sotto il mio tocco, socchiudendo gli occhi. Quanto mi era mancato farlo, poter sentire quel contatto così semplice ma così tanto piacevole.

D’improvviso aprì gli occhi come se un qualcosa gli si fosse ripresentato davanti agli occhi. Ebbi paura che fosse di nuovo un qualche sprazzo del suo incubo.

“Allora…eri tu…” sussurrò talmente piano che quasi non lo sentii.

Non feci in tempo a chiedergli spiegazione, che spinse un po’ il viso contro la mia mano, cercando più contatto. Si appoggiò alla mia carezza. E in un attimo eccola…vedevo la stessa immagine della notte in Ospedale, la prima volta che lo avevo toccato in modo così tenero…lo vedevo con la maschera d’ossigeno, privo di sensi…ma perfettamente consapevole che qualcuno era lì con lui e che lo stava confortando.

“Te l’ho detto…non ti lascio solo…”

Tremò…lo sentii fremere sotto la mia mano. Sembrava un po’ agitato. Non volevo turbarlo…

Mi abbassai ancora un po’…e con le labbra gli sfiorai la fronte in un tocco leggero.

Mi sconvolsi da solo per quel mio gesto…ma qualcosa mi aveva spinto a farlo. Volevo rassicurarlo del tutto.

D’altro canto lui era più sconvolto di me:

“Perché questo? Perché lo hai fatto…?” domandò.

E io fui sincera.

“Ho pensato che ne avessi bisogno…”

Naruto sembrò non continuare a capire.

“Stai tranquillo…sono qui. Rilassati…” e continuai ad accarezzarlo.

A quel punto il sorriso precedente divenne un po’ più pronunciato.

“Buonanotte Naruto…”

“Buonanotte…” mi rispose subito...e chiudendo gli occhi, si rilassò del tutto. Si addormentò presto anche se rimasi lì anche dopo averne avuto la certezza.

Assicurandomi che fosse coperto poi lo lasciai riposare.

Tornai a letto, stavolta per dormire, felice come non lo ero da tanto tempo.



 
 
 
NOTE FINALI:
Ragazzi miei, vi domando scusa per la lunghissima attesa ma stavolta non è dipeso da me! Colpa del mio computer traditore che ha deciso di morire senza darmi la possibilità di recuperare il capitolo. Ho dovuto aspettare che un mio amico mi aiutasse a recuperare i dati, per poter aggiornare. In ogni caso è un capitolo densissimo e spero che vi sia piaciuto! Che pensate di Kiba? Vi aspettavate così il suo ritorno? E che mi dite di Sakura e Naruto? Vi sono piaciuti? La scena per come l’ho immaginata io, era dolcissima. Spero di averla resa bene! Fatemi sapere che ne pensate! Un grazia di cuore a tutti per le bellissime recensione ** E grazie per avermi fatto superare le 200!! Vi sono immensamente grata!! Grazie a tutti coloro che continuano a seguirmi fedeli! <3

 
  
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