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Autore: Niley story    27/09/2014    18 recensioni
-Sono complicata- dice lei lei guardandolo negli occhi-Avremo un amore complicato- risponde lui sorridendo mentre scrolla le spalle. Lei nega col capo -Non è così facile- lui come al solito ha la risposta pronta e il sorriso indelebile -Non mi sono mai piaciute le cose facili. Le cose facili sono noiose-
Ta daaa eccomi qui con una nuova storia di...JORTINI (ma no dai chi se lo aspettava? lol)
Allora il pezzo è tratto da un capitolo ma non chiedetemi quale perché ancora non lo so lol
In questa storia Tini ha 20 anni e ha avuto una vita tutt'altro che facile. Dopo un lungo periodo di assenza deve tornare a Buenos Aires e lì si ritroverà ad affrontare i fantasmi del passato che tanto l'hanno torturata. Poi c'è lui Jorge, il ragazzo solare, simpatico e al 100% playboy...ma quale storia nasconde dietro al suo sorriso? Potrà lui aiutarla a fare i conti con il suo passato e riuscire ad aprire il suo cuore?
...A Jortini story...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Violetta
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~~<< Martina, lo hai trovato? >> la voce di Jorge mi fa sussultare. << N-no io… >> non so cosa dire, mi sento come una bambina che è stata colta con le mani nel sacco. Coraggio Martina! In fondo tu non hai fatto niente…per ora. << Hai già provato a vedere qui? >> Jorge si avvicina alla scrivania e apre il cassetto destro << Eccolo qui >> mi mostra la copertina del libro << Andiamo? >> << Si certo! >> rispondo senza neanche pensarci.
Torniamo in salotto e tutti gli altri sono già pronti ad aspettarci. Ci sediamo introno al tavolino rettangolare, Diego, Lodovica, io, da un lato, Cande al centro al lato lungo del tavolino e Francisco e Jorge di fronte a noi. Lodovica spiega cosa dobbiamo fare mentre Cande gira le pagine del libro. << In pratica dovete ottenere il permanganato di potassio >> dice Jorge e noi acconsentiamo. << Okay, Cande passami il libro >> Jorge tende le braccia e la rossa glielo dà. << Okay è facile, lo ricordavo bene. Dobbiamo unire l’anidride permanganica e l’ossido di potassio e otterremo il permanganato di potassio >> ci spiega lui, poi poggia il libro a terra e inserisce una polverina bianca nell’ampolla << Questo non serve? >> chiedo sollevando una boccetta con del liquido rosa << Fa vedere >> passo la boccetta a Jorge, mentre lui la osserva Diego mette qualcosa in polvere nell’ampolla << Diego che stai facendo!? >> esclama guardandolo << Ci sto mettendo l’ossido di potassio >> Diego è totalmente tranquillo << Ma ce l’ho già messo io!!! >> afferma Francisco << Come sarebbe a dire che ce l’hai già messa tu Fran? >> gli occhi verdi di Jorge si dilatano mentre guarda mio fratello << Mentre tu stavi leggendo >> << E non potevi dirmelo?! Ce l’ho messo anche io Fran! >> << Fermi un attimo! Mi state dicendo che lì dentro c’è un quintale di ossido di potassio? >> Candelaria li guarda tutti e tre indicando l’ampolla con l’indice destro. << Già… >> risponde mio fratello. << Ma…l’ossido di potassio non è una polvere bianca? Perché quella che ha messo Diego è gialla… >> Lodovica indica la bustina sul tavolino che è vicino a Diego. << Gialla?! Ditemi che non è zolfo, vi prego! >> Jorge sembra allarmato, io allungo il braccio sinistro. Deglutisco l’eggendo l’etichetta della polverina << E se fosse zolfo cosa succederebbe?... >> guardo Jorge, lui sgrana gli occhi e poi grida << AI RIPARIII!!! >>. I ragazzi fanno una corsa per saltare letteralemente dietro al divano che si trovano di fronte al televisore mentre noi ragazze ci mettiamo dietro il divano di lato. Ci alziamo di poco, quanto basta per osservare l’ampolal che è sul tavolino. Il Suo contenuto sembra quasi bollire, si forma una schiuma bianca che sale in superfice fino ad uscire dal recipiente di vetro ed emanando un odore per niente gradevole. Tutti quanti copriamo il naso con la mano destra lamentadoci del cattivo odore << Oh mio Dio! >> Lodovica muove la mano sinistra come per allontanare l’odore,  << è nocivo? >> domando continuando a tenermi il naso chiuso << No, nocivo non credo. Puzza solo >> Jorge è il primo ad alzarsi in piedi seguito dagli altri << Santissimi lumi ma cos’è questa puzza?! >> arriva Anahi con la mano destra si copre la bocca e le narici << Esperimento di chimica andato a male >> spiega il figlio << Aprite subito le finestre e fate sparire questa puzza altrimenti stanotte dormite qui in salotto mi sono spiegata? E si parlo con voi tre >> indica i ragazza << Ma Anahi sono state Lodo e Cande >> dice Diego mettendosi anche lui in piedi << COSA?! >> le mie amiche lo fulminano con lo sguardo << Zitte, voi non dormite qui okay? >> dice mio fratello << Si infatti >> seguito da Jorge << Pulite! Subito! >> detto ciò Anahi va via senza neanche voler aspettare una risposta. Appena Lodo si avvicina a Diego gli dà uno schiaffo dietro la testa con la mano sinistra dato che con l’altra era occupata ad impedirsi di respirare. << Ahiii >> << Accusami di nuovo di qualcosa e finisci male >>.
In ogni caso riuscimmo a mettere tutto quanto in ordine e con l’aiuto di un forte spray per ambienti la puzza si dissolse. Ricominciammo a fare l’esperimento, questa volta prestando attenzione alla quantità e al contenuto e finalmente in breve tempo ottenemmo quel liquido viola.
La settimana trascorse tranquilla fino a quando non arriva venerdì. A Francisco ovviamente non potevo dire che sarei andata a casa del mio fidanzato altrimenti col cavolo che mi ci faceva andare, a Jorge invece ho dovuto dire la verità dato che sarebbe stato lui ad accompagnarmi e venirmi a prendere. << Che film vediamo? >> chiedo mangiucchiando i pop corn che sono in un recipiente sul tavolino. La casa di Damien è abbastanza grande, ha due piani e ha uno stile americano, né troppo antiquato né troppo antico. << Avevo pensato a Fast and furious >> alzo il capo per guardare Damien, arriccio il naso << Non è esattamente il genere di film che adoro guardare >> dico prendendo il conenitore dei pop corn e sedendomi sul divano << Vuoi che vediamo Dracula? >> << Assolutamente no! È palloso >> rispondo senza neanche pensarci << Oh giusto, a te di vampiri piacciono solo quelli come Edward Cullen giusto? >> << Non sono una fan di Robert Pattison ma si preferisco quel genere di vampiro >>. Damien ride e intanto continua a girare i dvd << Cappuccetto rosso sangue? >> << Si questo potrei vederlo >> acconsento scrollando le spalle. Mi rende nervosa essere in questa enorme casa da sola con Damien. Come se ciò non bastasse le parole di Lodo non escono dalla mia testa, dovrò ricordarmi di ringraziarla è davvero una grandissima amica! Mentre stiamo guardando il film Damien allunga il braccio destro dietro le mie spalle, mi muovo incomoda sul divano, decisamente non mi sento a mio agio << Tutto okay tesoro? >> mi volto verso di lui e forzo un sorriso << Sì, certo Dami >> fisso nervosamente le lancette dell’orologio, Jorge deve venirmi a prendere alle 22:00, sono ancora le 20:43.  Siamo verso la fine, quando cappuccetto rosso capisce che il lupo è suo padre. I pop corn sono finiti e Damien toglie la ciotola dalle mie gambe per riporla sul tavolino. Perché mi sento così strana? Insomma è il mio ragazzo non dovrei essere così tesa…eppure lo sono. Il film finisce e sento le labbra di Damien avvicinarsi al mio collo; lo sfiorano ed istintivamente mi scanso << Non togli il dvd? >> chiedo indicando il televisore e voltando lo sguardo verso di lui. << Il dvd può aspettare >> mi sorride e si fionda sulle mie labbra, fa pressione su di me in modo che resti stesa sul divano sotto di lui. Poggio le mani sul suo petto cercando di ricambiare il bacio ma non riesco, non pienamente << Rilassati tesoro, ci stiamo solo baciando >> sussurra sulle mie labbra, ma non ce la faccio. Sento il panico invadermi il corpo, apro gli occhi e cerco di dimenarmi per allontanarlo da me, scene del mio passato appaiono davanti ai miei occhi come se stessi vedendo un cortometraggio. Non riesco a tenere a freno i miei impulsi così alzo di scatto la gamba destra in modo da colpirlo violentemente in quel punto lì. Damien si stacca di colpo lanciando un urlo con l’espressione segnata dal dolore, io scivolo via alzandomi dal divano e facendo restare solo lui sopra << S-scusami Damien >> cerco di sussurrare mentre lui tiene le mani sulla parte dolente, si sta contorcendo dal dolore devo avergli fatto molto male << MA COSA CAZZO TI E’ PRESO?! >> mi grida ancora incapace di alzarsi dal divano. Sono mortificata per quello che ho fatto, in fondo lui non voleva farmi del male, ma tutto questo mi è servito a capire una cosa importante. << Mi dispiace Damien, è meglio che me ne vada. Scusami >> prendo frettolosamente la mia borsa e mi dirigo verso l’uscita senza aspettare una sua risposta o altro. Cammino frettolosamente allontanandomi da quella casa, le lacrime iniziano a solcarmi il viso. In ogni caso questa sera ho capito una cosa, io sono bloccata nel mio passato, nella paura. Pensavo di essere riuscita a batterla e invece no, non lo ho fatto. Sì perché ci sono paure che ti avvolgono, ti soffocano ti fanno finire in un buco nero dal quale uscire è più difficile di ciò che sembra. La paura a volte, può renderti la vita impossibile, incatenarti a un ricordo e mostrartelo più volte fino a quando questo non ti corrode l’anima e poi a quel punto…tu puoi solo fingere di vivere perché non vivrai mai davvero. Mai. La paura è il più grande ostacolo da superare, sempre, persuade tutto il tuo corpo fino a renderti incapace di intendere e di volere, prendendo il totale controllo delle tue azioni. Sì, la paura è la cosa più brutta che so possa provare e io sono destinata ad provarla in eterno, ecco perché non potrò mai avere un ragazzo, per il mio bene e soprattutto per il suo. Cerco di asciugarmi le lacrime con la mano sinistra, mi rendo conto di stare singhiozzando ma dubito che gli abitanti di queste villette possano arrivare a sentirmi, per fortuna. Non c’è quasi nessuno qui fuori, la strada è deserta a parte qualche macchina che passa di tanto in tanto e le voci del televisore degli abitanti di queste enormi case. Allontano la mano tremante dalle mie guance e la infilo nella borsa per afferrare il mio cellulare. << Pronto? >> la voce di Jorge dall’altra parte del cellulare suona tranquilla << Jorge, vienimi a prendere per favore >> << Martina, tutto bene? >> adesso invece suona leggermente alterato << S-si tranquillo solo…solo non venire da Damien, sono qualche isolato prima >> << Che?! Sei per strada?! Ma sei impazzita?! >> << Jorge pe favore vieni qui e basta >> stacco la chiamata prima ancora che lui possa fare o dire altro. Mi stringo nelle braccia e chino il capo chiudendo gli occhi strizzandoli quanto più possibile, facendo sì che le lacrime possano scendere rapidamente con la speranza che finiscano per l’arrivo di Jorge. Sono passati circa cinque minuti e finalmente sembra che le lacrime si siano esaurite ma ho ancora il volto bagnato. Sento il rumore del motore di una moto e così mi volto di scatto verso questo. Riconosco la moto di Jorge illuminati dalle luci bianche dei lampioni. Si ferma di fronte a me, mette il cavalletto, scende dalla moto e poi si toglie il casco posandolo sulla sella. Ci guardiamo per qualche secondo senza dire nulla, successivamente mi getto su di lui stringendo la sua maglietta nei miei pugni all’altezza del petto, lui non dice niente, si limita ad avvolgere il mio corpo con le sue possenti braccia, la mia fortezza. Il profumo della calma che combacia perfettamente con il suo mi danno finalmente un po’ di pace. Pensavo di essere a corto di lacrime ma a quanto pare mi sbagliavo, una paio di queste scendono silenziose rigando il mio volto, tuttavia la ma faccia è nascosta nel suo petto quindi non c’è pericolo che le veda. Restiamo in silenzio, in quella posizione ancora per qualche minuto. << Sei un ghiacciolo >> sussurra lui stringendomi ancora più forte, come se fosse possibile. Sorrido scioccamente cosciente del fatto che non può vedermi << Tu invece sei caldo >> sussurro a mia volta. Lo sento ridere leggermente, dopodiché scioglie l’abbraccio, io non mollo ancora la stretta sulla sua maglietta ma quando mi rendo conto che ha fatto un passo indietro per guardarmi vengo costretta a farlo. Si toglie la giacca nera in pelle da motociclista con le protezioni all’interno e la apre indicandomi di indossarla. Non me lo faccio ripetere due volte, ilnfilo prima la manica destra e poi quella sinistra per poi voltarmi verso di lui. << Mi va un pochino grande >> dico ironica sollevando le mani che non vedono neanche un po’ poiché del tutto coperte da quell’enorme giacca. << Si ma solo un pochino >> ride lui afferrando i lati della giacca per farmi avvicinare a lui. Chiude la lampo alzandola quasi tutta << Mi sento come se avessi un’armatura addosso >> ridacchio sentendo la pesantezza di quest’indumento << Beh in un certo senso è così. Serve a non farsi danni nel caso di caduta >> mi spiega dando qualche colpetto all’altezza del cuore per farmi sentire il rumore della protezione che è nascosta all’interno della giacca. << Forte! >> << Già >> << Jorge, posso chiederti una cosa? >> << Dimmi >> << Non portarmi a casa…non voglio che Francisco mi veda…con gli occhi gonfi perché lo conosci, lui poi… >> << Darebbe di matto. Si lo so >> annuisce col capo mordendosi il labbro inferiore << Martina, rispondi sinceramente. Ti ha fatto qualcosa?...devo saperlo >> << No. Lui non mi ha fatto niente >> rispondo calma mentre il senso di colpa torna presente nella mia mente, non dovevo dargli quella ginocchiata. << Okay. Andiamo in spiaggia? >> << Sip! >> gli sorrido e lui ricambia, mi mette il casco e poi indossa il suo, monta in sella e io dietro di lui. Stringo le braccia intorno alla sua vita, è sempre una sensazione bellissima andare in moto, può sembrare stupido ma…ti senti come se nulla fosse impossibile, come se affrontare il mondo fosse un gioco da ragazzi, come se non avessi limiti, libera da tutto e da tutti. È davvero fantastico. Arrivammo alla stessa spiaggia dell’altra volta e vi sedemmo sullo stesso punto a fissare le onde del mare che si infrangevano alla riva. Entrambi teniamo gli occhi fissi sul panorama senza dire nulla fino a quando Jorge non decide di interrompere il silenzio << Allora, non vuoi proprio dirmi cos’è successo? >> finita la frase si volta verso di me. Muovo lo sguardo per incrociare i suoi occhi verdi, come al solito trasparenti e stupendi. Sospiro prima di rispondere << È successo che ancora una volta sono stata così stupida da permettere al passato di influenzare il mio presente. Sono un’idiota >> scuoto il capo in segno di disapprovazione nei miei confronti << No, non lo sei. Non è così stupido lasciare che il passato influenzi il nostro presente >> << Si invece! >> << No >> << Si! >> ribatto sicura di me e guardandolo negli occhi. Il silenzio resta sospeso tra di noi per qualche secondo. << Dipende dal tipo di passato. Ci sono cose che non si possono superare >> dice lui, io rispondo senza pensarci << Vedi? È qui che ti sbagli. Tutto prima o poi deve essere superato. Non possiamo vivere nella paura, nel ricordo, bloccati in una realtà che non ci piace. Dobbiamo andare avanti altrimenti non potremmo mai davvero vivere la nostra vita. Purtroppo è così ci sono cose che fanno male, molto male, che ci lasciano una ferita profonda, molto profonda nell’anima. Ma prima o poi dobbiamo fare in modo che quella ferita diventi una cicatrice indelebile del nostro passato. Qualcosa che non possiamo cancellare perché c’è, ma che smetta di sanguinare >> noto che Jorge mi osserva in silenzio in attesa che continui il mio discorso << Dio ci ha donato una vita e noi dovremmo viverla al massimo, metterci in gioco e dare il tutto per tutto per quello che vogliamo. Non dovremmo lasciare che sentimenti come la paura ci impediscano di provare cose nuove o anche di rivalutare le vecchie, di darci una seconda occasione. Però lo facciamo. Troppe volte la paura vince su tutto >> deglutisco chinando lo sguardo e poi ripeto << Tutto >>. Lo osservo voltare lo sguardo verso il mare, deglutisce e qualcosa mi dice che questa conversazione non ha riguardato solo me. Ancora una volta l’unico rumore che si sente è quello provocato dal mare, fino a quando Jorge non se ne esce con una delle sue “fantastiche” idee << Sei brava in inglese? >> a quella domanda mi volto verso di lui << Sì…perché? >> chiedo non capendo il perché di questa domanda così, di punto in bianco. << Conosci give your heart a break di Demi? >> << Sip! È una delle mie preferite >> << Ti va se improvvisiamo e proviamo a cantarla in spagnolo? >> << Che?! >> << Su dai è divertente >> << Jorge ma sei pazzo? Vuoi provare ad improvvisare una caznone qui? Nel mezzo del nulla? >> mi viene da ridere per quella sua assurda proposta << Sì! Dai non ci sente nessuno e poi è divertente cercare di adattare le canzoni nella propria lingua. Non è così difficile sai? >> << No certo, ne sono convita >> dico ridendo ma sono sincera. << E allora? Voglio sentirti cantare >> << E ora perché vuoi sentirmi cantare? >> << Perché si! Daii Sweety fallo per me >> con uno scatto mi si piazza di fronte e afferra le mie mani inserendo le sue nelle maniche del suo giubbotto, sbatte le palpebre facendomi il labbruccio e mi viene da ridere << Stai facendo la faccia da cucciolo con me Blanco? >> lui non risponde si limita a mantenere quell’espressione e continuare a sbattere le palpebre << Okay, d’accordo proviamo a cantare >> << Si!!! >> esulta sollevando le braccia e io nego col capo. Mi schiarisco la voce e dopo aver pensato rapidamente alla traduzione in spagnolo dell’inizio della canzone inizio ad adattarla << Recuerdo ese… >> << Che stai facendo? >> mi blocca lui << Sto cantando >> << No, stavi sussurrando. Dai Martina qui non ci vede e non ci sente nessuno. Tira fuori la tua voce, voglio sentirla >> sospiro e poi mi guardo alle spalle. In effetti è vero non c’è nessuno, neanche i palazzi o le case quindi non dovremmo disturbare nessuno cantando. Okay. Torno a guardare Jorge e poi decido di cantare << Recuerdo ese dia dijiste nunca me enamoraré >> Ricordo quel giorno, mi hai detto “non mi innamorerò mai” Jorge mi sorride e poi inizia a cantare lui << Ahora entiendo, que el miedo fue el que te impidio’ querer >> Adesso capisco che la paura è stata ciò che ti ha impedito di amare. Jorge si mette in piedi tendendomi le mani, io le afferro per sollevarmi continuando a cantare << Aqui estas, tan cerca, tan lejos, el tiempo se detendra’. Cuando comprendas. No soy como las demas >> Tu sei qui, così vicino, così lontano, il tempo si fermerà. Quando capirai. Non sono come le altre. << No quiero herirte amor, ya deja atras el dolor, deja atras el temor, confia en tu corazon. Quiero vivir por ti, quiero que seas feliz, feliz. Solo una oportunidad, confia en tu corazon, dale un oportunidad, confia en tu corazon oh ye yea >> Non voglio ferirti amore, adesso lascia indietro il dolore, lascia indietro il timore, fidati del tuo cuore. Voglio vivere per te, voglio che tu sia felice, felice. Solo un’opportunità. Fidati del tuo cuore, dai un’opportunità fidati del tuo cuore. Il ritornello lo abbiamo cantato entrambi guardandondoci negli occhi per cominciare a camminare/correre sulla spiaggia lui a destra e io a sinistra cercando di non perdere per molto tempo il contatto visivo. Adesso riprende lui << Te fuiste un domingo, tu no dejabas de llorar. Traté de llamarte, mi amor, no me querias hablar >> Te ne sei andata una domenica, non smettevi di piangere. Ho provato a chiamarti, amore mio, non mi volevi parlare. Mentre canta mi fa il segno del tefono vicino l’orecchio con la mano destra quando dice “traté de llamarte” e mi fa l’occhiolino. Sorrido e continuo la canzone << El mundo es tan nuestro, siempre unidos, jamas te dejaré. Es ahora o nunca. Baby trata de entender >> Il mondo è nostro, sempre uniti, non ti lascerò mai. E adesso o mai più. Baby cerca di capire. Viene ancora il ritornello e noi cantiamo a distanza rivolto l’uno verso l’altro gesticolando con le mani, lentamente mi si avvicina, io avanzo solo di un paio di passi e lascio che lui mi poggi il palmo destro sulla guancia << Tu me empiezas a besar. Ya no quiero escapar >> tu cominci a baciarmi. Non voglio più scappare. Chiudo gli occhi per qualche secondo percependo il calore di quella vicinanza e poi riprendo a cantare << Sé que no te voy a defraudar. Dejate amaaaaar >> So che non ti distruggerò. Lasciati amareee << Wuho ho ho oh >> riprendiamo al ritornello allontanandoci l’un l’altro, continuando a guardarci negli occhi << Tu mirada dice que algo en ti hoy cambiò tu mirada dice que esteoy en tu corazon. Quiero vivir por ti quiero que seas feliz, feliz… >> Il tuo sguardo mi dice che qualcosa in te oggi è cambiato, il tuo sguardo mi dice che sono nel tuo cuore. Voglio vivere per te, voglio che tu sia felice, felice…cantiamo all’unisono.
arriviamo al pezzo finale e ci avviciniamo nuovamente l’un l’atra << Recuerdo ese dia dijiste nunca me enamoraré >> sorridiamo e poi lui esclama << Wow! >> << Cosa? >> << Sei più stonata di una campana >> << Che cosa?! >> gli do uno schiaffo sul braccio ridendo, cosciente di avere una bella voce << Okay okay è una bugia. Dove hai imparato a cantare? >> alza le mani ridendo in segno di resa e poi insieme ci dirigiamo verso il telo steso sulla sabbia << Quando ero piccola mia madre e mio padre mi iscrissero in una scuola di canto, mi madre anche era una cantante >> << Davvero? >> << Sip! Si esibiva in teatro >> << La tua voce però è un talento naturale >> << Ma dai >> dico dandogli una leggera spinta e chinando il capo << No sul serio! Hai una voce dolce e potete allo stesso tempo, inoltre riesci ad arrivare ad acuti molto alti, dico sul serio sono esterrefatto >> << Beh ma neanche tu scherzi o sbaglio? Tu dove hai imparato? >> << Io? Il mio è un talento naturale, ma frequentato nessuna scuola di canto >> si vanta lui scrollando le spalle << Ah ecco perché adatti gli acuti, perché non sai arrivarci >> lo prendo in giro, in realtà ci sapeva arrivare eccome << Cosa?! Ma se ci arrivo benissimo bugiarda >> mi dà una leggera spinta mentre camminiamo verso la moto.
Il giorno seguente prima che iniziassero le lezioni ero con Lodo e le avevo appena raccontato ciò che era successo ieri con Damien << Quello che non capisco è…se vi stavate solo baciando…perché hai reagito così? >> << I-io…non lo so Lodo okay? >> mento. << C’entra qualcosa quel…ehm >> Lodovica ferma la frase come se stesse sul punto di dire qualcosa che non doveva dire << Quel?... >> la incalza inarcando un sopracciglio, lei mi sorride innocentemente come per dire “niente” e intanto un allarme suona nella mia testa << Il computer. Tu sai computer non è vero? Come  fai a saperlo? >> le chiedo guardandola negli occhi << Ehm…che computer? >> << Te lo ha detto Diego vero?! Adesso mi sente >> mi volto per andare da mio cugino ma la mia amica mi afferra il polso << No, Tini. Ti spiego tutto okay? Il fatto è che…all’inizio ero preoccupata per te perché ti vedevo strana. Così ho pensato do parlarne con qualcuno che ti conoscesse bene per capire cos’hai. Avevo due alternative o Diego o Fran e siccome col prima avevo più confidenza ho parlato con lui. Abbiamo deciso di tenerti sotto controllo iniseme e di avvisarci nel caso ti succedesse qualcosa, così diciamo abbiamo imparato a conoscerci anche un po’ noi capisci? Non ti arrabbiare con lui per questo, per favore >> Lodo mi fa il labbruccio e decido di lasciar perdere almeno per questa volta. Vedo Damien e Nicolas parlare vicino all’armadietto del primo, lui sta riponendo i libri al suo interno. << Lodo vado a parlare con Dami, torno subito >> mi avvicino ai due e dalle loro parole non è difficile capire di cosa stanno parlando. << Ma pensaci bene! Forse hai fatto qualcosa di avventato che l’ha spaventata >> << No Nico! Io la stavo soltanto… >> << Damien >> lo interrompo attirando sia la sua attenzione che quella dell’amico. << Nico scusa, ci lasci soli? >> gli chiedo << Certo >> si allontana da noi e io mi piazzo di fronte a Damien. << Damien io…ti chiedo scusa per quello che è successo ieri >> << Martina io vorrei capire che ti è preso… voglio sapere perché lo hai fatto >> << No, senti…Dami è stanto meglio così >> << Cosa?! >> << Sì…no aspetta! Non volevo dire che è stato meglio darti quel colpo, no assolutamente ma…quello che è successo ieri mi ha fatto riflettere. Io non posso e non voglio avere un ragazzo >> << Aspetta un attimo tu…mi stai lasciando?! >> << Sì Damien e so che questa frase è già stata sentita e risentita ma davvero non sei tu sono io. Mi dispiace ma… >> << Oh sai cosa?! Vaffanculo Martina! >> sbatte l’anta dell’armadietto e a passo svelto si allontana da me. << Come si è permesso quell’idiota di mandare a fanculo te?! Aspetta che gli metta le mani addosso >> mio fratello mi spunta alle spalle, io mi volto a guardarlo << No Fran lascialo stare. Ha ragione >> con lui ci sono anche Cande, Diego, Lodo e Jorge. << Ragione?! Quale ragione può avere quel deficiente per trattarti così?! >> << L’ho lasciato senza dargli una vera spiegazione, me lo sono meritato >> dico chinando il capo << Tu…lo hai lasciato?! >> un sorriso si fa spazio sul volto di Fran << Potresti almeno fingere che ti dispiace fratellino >> << Perché dovrei? È troppo faticoso e io sono troppo pigro. È STUPENDO! >> Francisco mi prende per la vita sollevandomi da terra e facendomi girare << Ma…Francisco! Mettimi già ci stanno guardando tutti! >> mio fratello mi leggermente ridere e quado mi poggia a terra vedo che anche gli altri mi stanno sorridendo.
Sono passati tre giorni da quando ho rotto con Damien, lui non mi degna più di uno sguardo né di una parola e cerca sempre di evitarmi. Mi dispiace che sia andata così ma almeno sono stata sincera, non avrei potuto continuare a fingere ancora per molto né per me né per lui. Sono nella mia stanza con Lodo e Cande e fare i compiti. Cande è seduta con le gambe incrociate sul mio letto, Lodo si è voluta sedere a terra sempre con le gambe incrociate poco distante da me che invece sono seduta sulla sedia vicino la scrivania << Perché non vai a prendere il libro di chimica di Jorge? Così finiamo prima questo dannatissimo questionario! >> Lodovica è sul punto di spezzare in due quella povera matita che ha tra le mani. << Ma non è lo stesso che ha anche Cande? >> chiedo guardando la rossa << Si ma io oggi non avevo Fisica quindi è a casa. Mi dispiace >> sbuffo rassegnata e mi alzo in piedi << Torno subito >>. Mi dirigo verso la stanza di Jorge e sento le voci dei tre moschettieri ridere dal salotto. Ma quei tre non studiano mai? Come fanno ad avere voti così alti dico io?! Entro nella stanza di Jorge e vado dritta verso la scrivania, apro lo stesso cassetto che aprì lui l’altra volta e come l’altra volta ci trovo il libro. Lo afferro con la mano destra ma sollevandolo per sbagli urto il cofanetto nero che si trova sulla scrivania facendolo cadere a terra insieme al suo contenuto. Mi chino a raccaglierlo pregnaod Allah che non ci sia niente di rotto. Ripongo i bracciali in acciaio, gli anelli e le collane al suo interno, lo rimpongo al suo posto e poi torno a guardare il suolo per verificare che non abbia dimenticato niente. Noto qualcosa che è finito sotto al letto, mi chino per raccoglierlo e quando lo prendo i miei occhi si dilatano. Riconosco immediatamente la chiave, la stessa che mi ha riempito la testa di domande fin da quel giorno. Sollevo il capo e osservo il cassetto con la serratura. Questa chiave servirà davvero ad aprirlo? E cosa custodisce quel dannato cassetto?





*Angolo autrice*
Go go go Hiiiiiiiiiiiiiiiiii i'm hereeeee lo so mi state adorando per aver messo finalmente fine alla storia di Tini e Dami u.u Dunqueeeeeee...vediamo cosa vi devo dire? Allora come promesso sono qui con il capitolo u.u allora che ne dite del capitolo? Qual'è stata la vostra parte preferita? *w* eofepfrokofk io me la immagino lol. E ora? Cosa farà Tini con quella chiave tra le manni? Con il potere tra le mani! *w* no va beh e lìinizio? I tre moschettieri si devono sempre fare riconoscere e.e Comunqueee continuo a non ricordare cosa devo dire....(?) bah, forse il fatto che questa storia avrà più di 30 capitoli(?) comunqueeeee (si lo sto ripetendo ancora) sono di fretta (e quando mai lol) Ah RINGRAZI DI CUORE PER LE 30 RECENSIONI DEL CAPITOLO 16 MAI SUCCESSO *W*  poi....poi cosa? ueeee che nervi la fretta mi fa dimenticare le cose. Come al solito non temete perché ripspondo sempre a tutte le vostre recensioni non importa quanto tempo passa (chiedo umilmente il vostro perdono per i ritardi ç___ç) perché è il minimo che io possa fare per le vostre splendide parole. E comunque...baci e abbracci a tutte ora non mi viene in mente quello che dovevo dirvi magari lo farò nel prossimo capitolo ^-^'' baci a tutteeeeeeeeeeeee scappooooo zaoooooooooooooooooooo

 
   
 
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