“Maybe we’ll meet again”
 
Era rimasta sola, non c’era più nessuno in quel luogo che prima conteneva milioni di persone; il parterre enorme era ricoperto di coriandoli, bottiglie di plastica e qualsiasi cosa tutti gli Echelon avessero perso e lei era una di quelle. Durante il concerto le si era staccata la collana con la Triad; chi se ne frega direte voi, invece no, era stato l’ultimo regalo di sua madre prima che tornasse al creatore; era sempre stata una fan dei Mars da quando poteva ricordarselo e sua madre le aveva regalato quella collana come simbolo della fedeltà alla band, lei aveva sempre pensato che l’essere un’Echelon l’aveva fatta crescere e sua madre era sempre stata d’accordo, qualsiasi cosa riguardasse quei pazzi andava fatta senza problemi. La sua morte aveva creato nella ragazza un vuoto incolmabile, ma fortunatamente c’erano loro, e sua madre che viveva in quella collana.
Ecco perché era tanto importante ritrovarla.
Poi un luccichio, in mezzo ad un mucchio di coriandoli spuntava una catenina; con il cuore a mille la raccolse e con gli occhi lucidi se la rimise al collo.
Nello stesso momento Jared percorse il palco fino al centro, guardo lo stadio vuoto e fece un urlo liberatorio, calando poi lo sguardo vide lei, timida, piccola, con una luce negli occhi che poteva illuminare il buio di una notte; scese le scale del backstage e la raggiunse ridendo.
Lei sempre più sconvolta, dopo un concerto magnifico, non riusciva a immaginarsi di avere il sogno di ogni notte così vicino a lei.
Il cuore a mille, il sorriso imbarazzato immobilizzato sul suo viso, le mani tremanti, si presentò a Jared non riuscendo a capire se davvero lo stesse facendo.
Parlarono per un po’ nel camerino di lui, non disturbati da nessuno; tutti dormivano.
Erano seduti una accanto all’altro e lei quasi sudava freddo mentre lui pensava che fosse davvero bella.
Poi le mani si sfiorarono, le dita si intrecciarono, e dopo un gioco di sguardi le loro labbra si sfiorano, fino a diventare complici di un bacio passionale, romantico e dolce.
Mentre il bacio continuava lui la spinse delicatamente fino a che non fu coricata sul divano e così fu sopra di lei.
Passarono una notte di fuoco tra corpi che si cercavano bramosi di amore, mani che si intrecciavano e sfioravano i loro corpi caldi, baci intensi, sguardi che nascondevano sentimenti e bocche ansimanti che cercavano l’altro.
La mattina lei si svegliò sola, la stanza vuota, il backstage deserto, solo un biglietto :
“… all I wanted was you … maybe we’ll meet again … whit love, J.”
Non ci rimase male, dopotutto era stato il sogno di una vita e avevo potuto realizzarlo; non sapeva se l’avrebbe mai realmente rivisto, se sarebbe mai più stata ad un concerto, se lui l’avrebbe mai più riconosciuta, nella vita non c’è niente di sicuro, ma in quel momento sapeva di stare bene, e che non avrebbe mai dimenticato quella notte.