Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: aboggartinthewardrobe    27/09/2014    5 recensioni
Gendry osservava quella antiestetica composizione di metallo che era il trono di spade, e ancora una volta non poté impedire alla sua antica indole di aiuto fabbro di fare capolino, e di suggerire l'osservazione che pur nel suo sgradevole aspetto e nella sua indiscussa e rinomata scomodità, esso costituiva una notevole opera di fucina.
Genere: Fantasy, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Gendry Waters, Sansa Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gendry osservava quella antiestetica composizione di metallo che era il trono di spade, e ancora una volta non poté impedire alla sua antica indole di aiuto fabbro di fare capolino, e di suggerire l'osservazione che pur nel suo sgradevole aspetto e nella sua indiscussa e rinomata scomodità, esso costituiva una notevole opera di fucina. Certo le spade che lo componevano erano molte meno di quelle che la leggenda voleva e probabilmente poche di quelle erano davvero appartenute ai nemici di Aegon Targaryen, ma nel complesso Gendry lo trovava ammaliante. Non in quanto simbolo del potere, non perché incuteva timore, non per via dei regali nomi che dall'alto di quella seduta avevano governato, ma come semplice curioso pezzo di mobilio. Avvicinandosi a passi lenti e riecheggianti nella vuota vastità della sala arrivò a sfiorare con le dita l'elsa di una delle lame incastrate nello schienale. Al contatto con l'acciaio freddo la sua mente fu invasa da ricordi lontani ma nitidi; nelle orecchie risuonò il tintinnio del martello che a intervalli  regolari batteva sul metallo rovente, avvertì il calore della fucina sulla pelle e le gocce di sudore attraversargli la fronte. Un'altra vita. Un altro cognome. Un altro lui.

- Non guardare quella dannata sedia con quello sguardo innamorato - La voce della regina interruppe bruscamente il corso dei suoi pensieri. Guardandola sollevò un sopracciglio e un angolo della bocca nel suo solito sorriso storto. - Perché, sei gelosa? - Lei alzò i grandi occhi al cielo in un'espressione che aveva più del divertito che dell'esasperato . - Figurati. E' che mi ricordi un amico d'infanzia per cui Sansa aveva una cotta -. - Un bel tipo? - chiese Gendry ridendo. - Completamente pazzo, ma conosci Sansa, ha sempre avuto gusti particolari. - rispose Arya ciondolando la testa e stringendosi nelle spalle.
 - Non ne sono innamorato comunque. Pensavo solo che chiunque l'ha forgiata ha fatto un buon lavoro. - Si giustificò l'uomo andandole incontro. - Oh, Mastro Mott sarebbe fiero di te - disse lei avvicinandosi a sua volta, e gli tirò una pacca sulla spalla mettendosi sulle punte dei piedi. Il marito rivide in lei quella ragazzina coi capelli corti e i vestiti da maschio, che tanto tempo prima doveva ricorrere allo stesso stratagemma per prenderlo a pugni in faccia ogni volta che lui la chiamava "mia lady" . - Quella maledetta carogna - La regina dei Sette Regni ridacchiò. - Non dovresti parlare così dei defunti Mio Signore - ribatté Arya senza traccia di serietà nel tono della voce. - Mi ha spedito nei Guardiani della Notte senza neanche prendersi il disturbo di farmelo sapere! - - Beh se non ti avesse spedito nei Guardiani della Notte non mi avresti mai incontrata. - - Motivo in più per maledirne la memoria. - - Uhm, concordo su questo. - Si guardarono negli occhi cercando di mantenere un'espressione corrucciata, ma crollarono quasi contemporaneamente dopo pochi secondi, colmando la sala di risate piene e rimbombanti. Anche la sua risata, notò Gendry, era la stessa risata argentina e rumorosa di quasi vent'anni prima e le illuminava tutto il volto proprio come allora. La sua lady. La sua Arya. Prima, ora, e per sempre.

Avvicinandosi lentamente, le cinse i fianchi e la baciò d'improvviso, prima dolcemente e poi con una furia via via sempre più inappropriata per il luogo in cui si trovavano, ma nessuno dei due sembrò farci molto caso. Le mani della regina correvano e si aggrappavano fra i capelli del suo re mentre quelle di Gendry la stringevano come a volerla sollevare in aria, le bocche di entrambi affamate l'una dell'altra non davano segno di volersi saziare mentre Eddard Stark, da un ritratto sulla parete destra del salone deserto, stava a guardare immobile. Quando trovarono la forza di volontà necessaria per separarsi, ripresero a guardarsi, occhi blu affogati dentro occhi grigi, respirando a fondo per riprendere fiato. Lo spettro di quella risata ancora aleggiava sulle loro labbra.

Fu un colpo di tosse a farli voltare. Sansa stava in piedi vicino alle pesanti porte spalancate dell'ingresso e dal suo sguardo pieno di disapprovazione non era lì da poco. - Se le vostre maestà mi consentono - sottolineò l'appellativo regale con evidente sarcasmo - il Concilio Ristretto richiede la vostra presenza. -. Gendry arrossì violentemente e borbottò - Si, certo, subito, scusaci.. -, ma Arya non era per nulla imbarazzata - I tempi in cui venivi a farmi le prediche sono finiti sorellona - disse in tono di sfida. -. Non mi ascolti ora come Primo Cavaliere nello stesso modo in cui non mi ascoltavi allora come sorella, quindi non cambia poi molto. - rispose Sansa abbandonando le formalità. - Esatto - ribatté l'altra, ma s'incamminò lo stesso verso di lei e tutti e tre si diressero verso la sala del Concilio.

Eddard Stark rimaneva lì, un accenno di sorriso nascosto nella barba curata, fermo nella sua spessa cornice di legno, quella più vicina al trono. Ma c'erano altri volti, anch'essi per sempre intrappolati nelle tele, a fargli compagnia. Sua moglie e il suo primogenito seguivano sulla parete, e di fronte a lui Robert Baratheon, giovane e bello come lo era stato in un tempo che sembrava ormai perduto. Daenerys Targaryen aveva conservato immutati i suoi capelli d'argento e i suoi penetranti occhi viola; Jorah Mormont si ergeva dritto e fiero, ogni vergogna e umiliazione cancellati per sempre dal suo volto, e i ritratti vicini di Jaime Lannister e Brienne di Tarth parevano guardarsi fra loro come se condividessero un segreto che nessun orecchio avrebbe mai più udito. E tutti loro, insieme ad ogni altro nobile uomo e donna che non calpestava più la terra ma che continuava a vivere nei canti, nei libri e nei cuori dei vivi, sorvegliavano quella enorme sala e quel trono che aveva visto sangue, lotte, sofferenza, ingiustizie, morte e  vittoria. E guardavano regnare sopra di esso il Bastardo dell'Usurpatore, e la figlia di mezzo del lontano Grande Inverno, che, insieme, donavano ai Sette Regni più pace e prosperità di quanta ne avesse mai vista.




Angolo dell'autrice
Hey tu meraviglioso essere umano, grazie di aver letto!
Inizio col dire che il titolo fa riferimento alla conversazione fra Ned e Robert nella 1x01, nella quale il re si riferisce all'idea di unire in matrimonio l'allora principe Joffrey all'allora innocente e piccola Sansa, in modo da, per l'appunto, unire le casate Stark e Baratheon. Incesti e assassinii seguenti di cui tutti siamo a conoscenza rendono praticamente vana quest'affermazione, ma se alla fine le due famiglie fossero davvero unite e sul trono, anche se non come il buon Robert progettava?
Disclaimer: pur avendo visto ogni secondo della serie tv, ho (per ora) letto solo il primo volume della divisione italiana di A Game of Thrones, quindi non mi aspetto che questa ff sia in alcun modo accurata e potrei anzi aver descritto eventi che è del tutto impossibile che avvengano nel canon. Comunque! La coppia Gendry/Arya mi è da subito sembrata perfetta e nella mia ignoranza quasi plausibile, quindi questa one shot è nata di getto mentre ero in preda a seri raptus scrittori (e una buona parte di feels). Spero che possa essere di gradimento per qualcuno di voi, e se vi va fatemi sapere cosa ne pensate, nel bene o nel male (visto il caso immagino maggiormente nel male). 
See ya!
   
 
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