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Autore: menestrella 07    06/10/2008    3 recensioni
«Ricordamelo...» fece il ragazzo, incurante delle grida che arrivavano dal bordo della pista. «Come mai ci siamo lasciati?» «Perché ti ho beccato con un’altra?!» suggerì Emma, alzando gli occhi al cielo. III capitolo online! PROSSIMO AGGIORNAMENTO IN DATA DA DESTINARSI!
Genere: Generale, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ina Bauer 

 

Capitolo due
 

 

 Orgoglio

 

 

 

Sei titoli nazionali consecutivi, cinque europei, tre mondiali.

 

 

Era più che comprensibile che non la conoscesse. Uno come Sei-punto-zero non doveva mai aver gettato uno sguardo in fondo alla classifica. Forse non sapeva neppure che esistevano altri piazzamenti oltre al primo gradino del podio. Emma nutriva il fondato sospetto che Ivan Rostov non lo avesse mai messo al corrente.

 

 

 Come avrebbe mai potuto indovinare che la ragazza con cui si era scontrato praticasse il suo stesso mestiere? Ormai quasi tutte le ragazze erano magre. E pur praticando questo sport da quando era alle elementari, Emma non era mai diventata troppo sottile: la sua costituzione era solida ed aveva dovuto lottare molto per conferire ai suoi movimenti quella grazia che è l’elemento più caratteristico del pattinaggio.

 

 

Paradossalmente le era sempre stato più facile eseguire un triplo toeloop, piuttosto che imitare le movenze del cigno.

 

 

«Carino lo scherzetto di stamattina!»

 

 

La voce irritata di Tobias la distolse dai suoi pensieri. Il suo allenatore era furioso. E ne aveva ben donde. Non aveva preso bene il suo telegramma via post-it. Dopo essere tornata in hotel, Emma era andata subito a cercarlo, per iniziare al più presto i suoi allenamenti.

 

 

Non che qualche sforzo dell’ultima ora potesse migliorare di colpo le sue prestazioni e compiere il miracolo, ma quanto era successo con lo Zar le aveva messo una gran voglia di tentare l’impossibile. Con la precisa intenzione di recarsi immediatamente in pista insieme a Tobias, era andata a cercarlo in camera sua, ma invece dell’uomo aveva trovato un messaggio scritto sulla carta igienica e appiccicato alla porta con una gomma da masticare.

 

 

Avvisami quando ti “torna” la voglia di lavorare.

 

 

Il suo allenatore era rimasto irreperibile per tutto il resto della mattinata, facendole pagare caro l’affronto aurorale.

 

 

Quando, poco prima dell’ora di pranzo,  Emma e Tobias raggiunsero la pista all’interno del Palaghiaccio, la trovarono già occupata dalle altre atlete che, per quel pomeriggio, avrebbero condiviso con l’italiana l’ora di allenamento. Tobias, si guardò in giro sospettoso, mentre la ragazza infilava i pattini.

 

 

«Stai attenta alle spalle...» le sussurrò subito, fingendo di chinarsi a raccogliere qualcosa, così da esserle vicino.

«Cosa hai detto?» domandò Emma, sollevandosi immediatamente. I modi da perseguitato che talora assumeva il suo allenatore l’avevano sempre infastidita.

 

 

«Non lasciarti toccare da nessuna di quelle piccole arpie» le ripeté, muovendo appena le labbra. «Non bere nulla di quello che ti offriranno!»

«Per l’amor del cielo, Tobias!» esplose infine Emma, esasperata. «Ho ventidue anni! Ho imparato tanto tempo fa a non accettare caramelle dagli sconosciuti!»

«Fa’ come ti dico!» tuonò quello di rimando, considerando chiusa la questione.

 

 

Sarebbe superfluo specificare lo stato d’animo con cui la pattinatrice scese in pista. Pur senza volerlo si diede una rapida occhiata attorno, per verificare l’identità delle sue compagne di allenamento. Valery Marabou e Sarah Meistermann avevano già concluso il loro riscaldamento ed erano passate ai salti, con una concentrazione che mai prima di allora Emma aveva scorto sui loro volti. Sylvie Martin, invece, era ancora vicina alla balaustra, colta all’improvviso da un vero e proprio attacco di panico, che la faceva tremare dalla punta delle lame fino a quella dei capelli.

 

 

Tu non hai il diritto di essere spaventata, rimuginò Emma, superandola. Questo non è il tuo primo mondiale! Ciascuna di voi ha almeno un titolo nel suo palmarés... solo io sono una totale nullità...

 

 

Mentre si torceva per riscaldare i muscoli del dorso, la ragazza scorse la sua guida mattutina, accolta dal boato del pubblico: il Palazzetto era tutto per lei. In base al dossier preparatole con cura maniacale da Tobias, la piccola Sadako non era quella che si dice una campionessa: il suo miglior risultato consisteva in un terzo posto, riportato agli ultimi nazionali.

 

 

Dunque aveva fatto appena meglio di lei, eppure era osannata come una fuoriclasse. Ma si sa che, per gli atleti di casa, il pubblico mostra sempre un occhio di riguardo. Quello stesso occhio che di tanto in tanto si posava incerto su di lei, atleta che evidentemente ciascuno spettatore stentava a riconoscere.

 

 

Per la gara vedrò di scrivermi il nome sulla schiena, brontolò Emma a mezza voce, come i calciatori.

 

 

Sorrise ad una bimba in prima fila che aveva rivolto lo sguardo verso di lei ma quella, sorpresa da tanta confidenza, si rifugiò subito tra le braccia della madre.

Adesso faccio più paura dell’Uomo nero.

 

 

Quella sessione di prove non le stava piacendo per niente. I muscoli, pur appartenendole anatomicamente parlando, si rifiutavano di obbedirle ed il suo stomaco continuava a contrarsi ogni qual volta prendeva la decisione di tentare un salto.

 

 

Così non va.

 

 

Si soffermò ad osservare la trottola della Marabou, come sempre perfetta.

 

 

Così proprio non va.

 

 

Si fece coraggio ed arrischiò un triplo flip, che però non andò a buon fine e le procurò invece una dolorosa pacca al fondoschiena.

Emma si rialzò rapidamente, rivolgendo un imbarazzato ringraziamento al pubblico che, correttamente, aveva ritenuto opportuno sostenerla in quel momento difficile con un lungo applauso.

 

 

Non fa niente Emma, si disse, incrociando rapidamente le lame per riguadagnare velocità. Anche Midori di tanto in tanto cadeva...pensa alle Olimpiadi del ’92...

 

 

La ragazza era ben conscia che, neanche dopo secoli di allenamento, avrebbe mai potuto eguagliare colei che era stata, negli anni in cui si era avvicinata al pattinaggio, il suo primo grande idolo.

 

 

La classe non è acqua, si è soliti affermare.

 

 

Tuttavia vi era qualcosa nelle sue movenze che le sembrava di replicare quando scendeva sul ghiaccio. Vi era una piccola parte dell’immenso stile della campionessa che lei sentiva di far rivivere, ogni qual volta gareggiava. Non sapeva che cosa fosse di preciso, ma sin da quando aveva iniziato, aveva sentito una particolare sintonia con l’incredibile Midori Ito.

 

 

Inutile dire che quando aveva provato a comunicare le sue impressioni a Tobias, questo aveva ricambiato le sue timide confessioni con una fragorosa risata di scherno, replicando che anche dopo dieci anni di lavoro la balaustra sarebbe ancora stata in grado di assomigliare alla giapponese molto più di lei.

 

 

Eppure Emma sapeva di essere nel giusto. E di colpo realizzò la situazione: era in Giappone, a casa del suo idolo. Non poteva permettere che le cose andassero male. Per una volta se ne sarebbe infischiata di tutto il resto e avrebbe pensato solo a fare bene.

 

 

Fu con la grinta dei suoi momenti migliori che prese la rincorsa per il flip. Ci voleva riprovare, sì, ma questa volta l’esecuzione sarebbe stata leggermente diversa.

 

 

Concentrandosi, Emma si posizionò in linea retta per il tre.

 

 

Scivolò all’indietro sul filo interno del piede sinistro.

 

 

Lasciò scorrere la lama finché le sembrò di aver trovato il giusto equilibrio.

 

 

Puntò sul ghiaccio con il piede destro.

 

 

Contò una, due, tre rotazioni, avendo cura di attorcigliare attentamente una gamba sull’altra.

 

 

Quindi atterrò di nuovo sul filo esterno indietro del piede destro, mentre il pubblico attonito si lasciava sfuggire un ammirato «Ohhhh...».

Sì, quello era decisamente lo stile di Midori.

 

 

Mentre sempre più spettatori si decidevano a seguire le sue mosse, Emma sorrise tra sé e sé pensando che, qualora fosse riuscita a divertirli con qualche omaggio alla loro grande campionessa, forse si sarebbero finalmente ricordati di lei.

 

 

E così, presa dall’entusiasmo che quel pubblico pieno di aspettative ora sembrava desideroso di trasmetterle, si lanciò nell’esecuzione di lutz, toeloop e salchow, facendo sempre attenzione, quando era in aria, a piegare le gambe in quella originale posizione che era divenuta il tratto distintivo della Ito, nonostante i giudici non lo avessero mai visto di buon occhio.

 

 

 Mentre gli spettatori continuavano ad applaudire e ad indicarla con le braccia ai vicini, perché nessuno si perdesse lo show che quella modesta atleta italiana aveva deciso di mettere in scena, Emma decise di stupirli tutti con il suo pezzo forte, ma prima di poter mettere in atto il suo proposito fu aspramente richiamata da Tobias.

 

 

«Vuoi smetterla di fare il pagliaccio?!» le gridò dietro l’uomo, mentre la pattinatrice francese nascondeva una risatina.

 

 

Tobias aveva ragione. Stava perdendo tempo prezioso. Le sue compagne avevano già ripassato la loro coreografia, mentre lei aveva pensato solo a soddisfare il suo ego. Una vera stupidata.

 

 

Recuperata la calma, cercò di concentrarsi unicamente sul suo programma che iniziò ad eseguire nei suoi punti nodali. Arrivata al triplo axel, sentì un leggero brivido di eccitazione correrle lungo la spina dorsale mentre caricava il salto con tutta la forza di cui disponeva.

 

 

Le tre rotazioni e mezza in aria le apparvero interminabili, ma questa volta agganciò saldamente la mente ai muscoli, impedendole di divagare su gesta che non le appartenevano. Quando atterrò con precisione sul filo esterno destro indietro sorrise con calore in direzione di Tobias.

 

 

Questa volta le sue gambe erano rimaste distese, come i suoi pensieri. Perché lei non era Midori ed il suo mondiale era appena incominciato.

 

 

 

T T T

 

 

Menestrella’s corner:

Eccovi un capitolo nuovonuovo... Spero vi sia piaciuto!

Grazie di cuore a chi continua a leggere e soprattutto a Lady_me (sono contentissima che tu continui a seguire la mia storia!!!) e a Kaoru (felicissima di aver acquistato una nuova lettrice gentile come te!!!).

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