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Autore: sheisaflame    28/09/2014    8 recensioni
Labbra screpolate e nocche in processo di cicatrizzazione
Riscaldamento che non va e polvere sugli scaffali
Odore di candeggina e cocci sparsi sul pavimento
Sudore e yogurt scaduti
Abbracci da far scoppiare il cuore e neve che si attacca al suolo
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Dicembre
Labbra screpolate e nocche in processo di cicatrizzazione


Che a sorridere faceva male tutto, che pure fare una carezza era una sofferenza.
Non capita molto spesso che uno dei tuoi migliori amici si ammazzi. Quel figlio di puttana.
Mifti Hume credeva che fosse un grandissimo figlio di puttana. Punto primo, perché sua madre era davvero una puttana. Nel senso che veniva pagata per scopare. Per avere le ginocchia piene di lividi, le occhiaie violacee, i capelli tinti in modo volgare, le tette cadenti costantemente in mostra, le gambe gonfie strozzate da un paio di calze a rete.
Punto secondo, perché era il suo migliore amico. E un vero migliore amico non si ammazza, cazzo.
Louis Tomlinson si era impiccato la sera del 23 dicembre in camera sua, con indosso il suo vecchio pigiama dei Power Rangers.
Anche Zayn Malik pensava che Louis fosse un gran figlio di puttana. Punto primo, perché persino lui se l’era chiavata sua madre, qualche mese prima.
Punto secondo, perché gli doveva seicento sterline. Stiamo parlando di seicento sterline, non di una sigaretta o di un grammo d’erba. Sei zero zero sterline.

- Noi a quel funerale del cazzo non ci andiamo. –
- Dobbiamo. –
- No, non dobbiamo. Non è un dovere, sai, presentarsi al funerale del tuo migliore amico che ha deciso di mandare a puttane tutto da un giorno all’altro, lasciandoti sola come una cagna incinta in autostrada. Potremmo andarci, sarebbe interessante andarci, prenderemmo in considerazione l’idea di andarci. Ma non dobbiamo. Non dobbiamo proprio. –
- Come vuoi, Mifti. –
- Non mi lasci neanche un tiro? –

Harry Styles non l’aveva mai capita, Mifti, e non l’avrebbe capita mai. Ma proprio mai.

Gli aveva chiuso il telefono in faccia da brava stronza quale era. E lui era rimasto nella stessa posizione per un pomeriggio intero, steso a pancia in su sulla moquette sporca di caffè, ad ascoltare il CD dei Bon Iver che Louis gli aveva regalato per il compleanno. E aveva pianto come quando aveva scoperto che tutte le sue stranezze avevano un nome. Sindrome di Asperger.
Niall Horan aveva un metodo tutto suo per metabolizzare il dolore: hentai giapponesi.
Era già alla sua quarta eiaculazione nell’arco di tredici ore. Il ramen che aveva comprato al minimarket indiano si stava scaldando nel microonde. Il suo gatto di nome Charlie aveva cagato sul divano, ma lui non aveva intenzione di pulire. Sembrava quasi una giornata normale.

- Styles. –
- Non so perché sto chiamando proprio te ma ho un assurdo bisogno di parlare con qualcuno e Mifti non risponde e io lo so cioè sono sicuro che ora Zayn se la sta scopando ma che cosa posso farci io se Louis ha deciso di impiccarsi cazzo okay forse dovevo arrivare puntuale a casa sua ma chi mi dice che non si sarebbe ammazzato comunque insomma Niall io sto impazzendo forse è colpa mia non lo so okay non lo so… –
- Mh. –
- Non so se hai capito che… –
- La fata Yuko sta per essere violentata da un gruppo di demoni della Città Delle Nebbie, cazzo. Cazzo. Devo lasciarti…merda. Ci vediamo da Payne tra venti minuti. –
- Mi dispiace se ti ho disturbato. –

Violet Palmer era seduta sul cesso di Liam Payne intenta a fumare una delle sigarette di Liam Payne ascoltando una playlist R&B che aveva composto Liam Payne. Pensava che la morte le faceva proprio schifo, che Chris Brown le faceva schifo, che il profumo che usava sua madre le faceva schifo. E continuava a fumare.
Liam Payne aveva gli occhi fissi sulla pagina Facebook di Louis e aveva voglia di vomitare. Ci mancherai, Lou. Ruberai le macchine agli angeli questa volta! Xx. Ti voglio bene, coglione.
Aveva bisogno di infilarsi due dita in gola. Di sentire l’esofago stanco e le pareti della gola acide.
Ma il bagno era occupato da una lesbica coi capelli verde acqua e la ricrescita marrone.

- Violet! –
- La tua playlist fa davvero schifo, Payne! Però ti voglio bene lo stesso. –
- Fammi entrare, per favore. –
- E lasciami finire di fumare almeno una volta! –
- È da tre ore che sei chiusa lì dentro! –
- Tranquillo, non sto cercando di ammazzarmi. Ne abbiamo già perso uno. –  

Erano arrivati tutti nell’arco di dieci minuti. Chi incazzato, chi con le ciglia bagnate di lacrime, chi strafatto, chi rilassato come non mai, chi con le dita sporche di tabacco, chi con le cuffie nelle orecchie.

- Sembra una cazzo di terapia di gruppo. –
- Mifti. –

Si sedettero sul tappeto salutandosi come se una colonna portante del loro gruppo di scellerati non fosse crollata solo poche ore prima.

- Harry, hai lasciato ancora una volta l’inalatore a casa? –
- N…no. –
- E allora usalo, tesoro, sembri un gorilla nel bel mezzo di un orgasmo. –
- Che immagine splendida, Violet! –

Rimasero in silenzio per un po’.

- Non vi sembra strano senza di lui? –
- Non capisco perché si sia impiccato. Voglio dire, avrebbe fatto prima a spararsi in testa. –
- Zayn, tappa quella fogna. –
- Che c’è? Sono solo onesto. –

Avevano levato le tende tutti, poco a poco. Non avevano niente da dirsi. Tomlinson era sempre stato il collante di quel gruppo, la chiave che teneva chiuso il lucchetto che era la loro amicizia. E adesso se n’era andato. Se n’era andato e tutti e sei si chiedevano perché. Perché l’aveva fatto, perché li aveva abbandonati così, allo sbaraglio. Avevano bisogno gli uni degli altri, eppure non l’avrebbero mai ammesso.


Febbraio

Riscaldamento che non va e polvere sugli scaffali


Metabolizzare una perdita attraverso la perdita di qualcos’altro.
Questa era diventata la filosofia di Liam Payne. Che stava perdendo un po’ di tutto, a dir la verità. Peso, colorito, capelli.
Ma non Violet. Lei era sempre lì, più o meno. I denti le si erano ingialliti a forza di fumare e a scuola aveva deciso di non andarci più. Viveva nella mansarda di Liam dove faceva sempre un freddo cane, soprattutto di notte. Però restava.

- Il latte è scaduto. –
- Dovrebbe esserci del succo d’arancia da qualche parte. –
- Tanto non lo bevi mai. –
- Scusa. –
- Vedi di mangiare qualcosa o questa volta sarò io a rispedirti in ospedale a calci in quel tuo sederino scheletrico. –

Niall aveva iniziato a scrivere manga. Frequentava un corso tre volte alla settimana ed era convinto che sarebbe diventato famoso. Ne era certo al 100%. Aveva persino una fidanzata coreana, Susan, ma che lui si ostinava a definire giapponese. Tanto gli asiatici sono tutti uguali.
Harry Styles si era trasferito a casa di suo papà da qualche settimana e si era iscritto all’università, facoltà di Astronomia. Gli piaceva molto. Le nuove pillole che gli aveva prescritto il dottore lo facevano stare meglio. Non bene, ma meglio.

- Pronto? Harry? –
- Hey, Niall. –
- Come va, vecchio mio? È da tanto che non ti sento. –
- Meglio, grazie. –
- Parli come una persona normale, adesso? –

Zayn e Mifti non facevano altro che scopare.
Per ammazzare il tempo, insomma. A nessuno dei due importava davvero dell’altro, però una scopata è sempre una scopata. Non si rifiuta mai.
Mifti faceva boxe, adesso. Aveva vinto sessanta sterline la settimana prima. Amava quello sport, la faceva sentire viva, finalmente, viva. Viva.
Zayn spacciava. Aveva comprato una macchina usata e stava facendo soldi, soldi veri. Pensava di non poter chiedere di più alla vita.

- Hai delle belle tette. –
- Grazie. –
- Un po’ piccole, forse. –
- Vedi di farti allungare il cazzo, se vuoi sperare di rivederle. –

Louis Tomlinson giaceva sottoterra in un cimitero di periferia.
Nessuno gli aveva portato dei fiori.


Aprile

Odore di candeggina e cocci sparsi sul pavimento


Niall avrebbe potuto trascorrere 72 ore filate accarezzando i capelli color petrolio di Susan senza mai stancarsi. L’amore era bello, l’amore era giusto. Aveva persino iniziato a prendersi cura di Charlie. Voleva sposarla, anche se a lei non piaceva la lingerie sexy. Faceva lo stesso, perché tanto lui con lei ci dormiva comunque. Col pigiama dei Sette Nani.
Harry faceva progressi, passi da gigante. Aveva intrapreso una carriera da musicista, suonava in qualche locale notturno ogni tanto e aveva anche un discreto successo. Non aveva fallito neanche un esame. E aveva imparato a sorridere mostrando i denti, che alla fine non erano poi così tanto da castoro.

- Harry! Fatti abbracciare, cazzo! Ne è passato di tempo. –
- Quattro mesi, mi sembra. –
- Amico, tu sì che sai cantare! Porca puttana. Ah, lei è Susan. –
- Susan, mi piacciono i tuoi occhi. –

Mifti ascoltava l’ultimo album di Chance in camera sua, con la porta chiusa a chiave. Un paio di pastiglie sciolte sotto la lingua. Anestesia chimica. Stava tutto nell’anestesia chimica, si ripeteva. Moriva dalla voglia di chiamare Harry, eppure non lo faceva. Andava bene così. Anestetizzato pure lui.
Il cibo della prigione non era poi così male. A Zayn non dispiaceva, nonostante non fosse mai abbastanza. Stava scrivendo le sue memorie su un rotolo di carta igienica mentre il suo compagno di cella continuava a fischiettare.
Una modella di Playboy lo fissava appesa alla parete.

- Mifti. –
- C’è puzza di merda, qui. –
- Sai com’è. –
- Hai già realizzato di essere gay? Succede sempre a tutti quando vanno in prigione. –
- Non mi dire. –
- Già. –

Violet aveva smesso con le sigarette e si era comprata un narghilè. Studiava arabo su Internet e aveva deciso che tra due anni e tre mesi si sarebbe trasferita in Marocco. La tinta era svanita del tutto e adesso i suoi capelli erano tornati color cioccolata.
La clinica di Liam distava esattamente 33 minuti dal centro, ma a lui non importava. Faceva tante passeggiate nei boschi e si sentiva meglio. Adesso riusciva a mangiare addirittura mezzo piatto di riso coi funghi e un pezzo di pane.

- Ti ho portato dell’hommous. –
- Hommous? –
- Crema di ceci. –
- Hai imparato a cucinare, adesso? Non mi dire! –
- Ti voglio bene, Payne. –

Stavano iniziando a crescere delle margherite intorno alla tomba di Louis.


Agosto

Sudore e yogurt scaduti


A Mifti piaceva dormire nelle vasche da bagno vuote circondata da giornali vecchi. Non sapeva neanche lei il perché. La sua vita era diventata un susseguirsi di minuti infiniti e senza condizione spazio-temporale. Aveva preso il telefono in mano con dita tremanti e lo fissava, come se stesse per esplodere. Compose un numero.
L’avvocato di Zayn era un vero idiota. Le sue cravatte facevano cagare.
Zayn adesso il libro lo stava scrivendo in un agenda di pelle che gli aveva regalato Mifti. Scriveva, scriveva, scriveva. E chissà, magari poteva farci qualche soldo, quando sarebbe uscito da lì.

- L’udienza è il prossimo mese. –
- Sei nervoso? Io lo sarei, cazzo. Pensa se ti condannano. Sei fottuto. –
- Sei un’insensibile. –
- Onesta, prego. –
- Devi disintossicarti. –
- Tanto non importa a nessuno. –

Violet si godeva la sua vacanza in Turchia in compagnia di Liam. Era abbronzata e si era fatta tatuare un fiore di loto sul fianco destro, giusto per il gusto di spendere. Le piacevano le ragazze turche. Formose al punto giusto.
Liam era innamorato di Istanbul, delle moschee, del cibo, degli odori pungenti. Si era rasato a zero e aveva messo su 8 chili. Otto. Non voleva più tornare in Inghilterra, ormai gli stava stretta, ormai era guarito. E il futuro non aveva più la forma di una bilancia.

- Liam. –
- Violet. –
- E se restassimo qui? –
- Cosa? –
- Restiamo qui. A Istanbul. Tu e io. Per sempre. –
- Basta che non ti tingi più i capelli. –

Susan era incinta e Niall quasi non ci dormiva la notte. Charlie era morto spiaccicato da un camion dei rifiuti. Adesso avevano un pappagallo di nome Bob e l’armadio pieno di confezioni di pannolini.
Faceva il commesso in un negozio di fumetti e aveva smesso di bere birra.
Harry aveva comprato casa nella parte est della città, da solo. I suoi genitori erano fieri di lui e pure il suo dottore, che tra l’altro gli aveva regalato un vaso cinese. Aveva imparato a suonare la chitarra e stava incidendo il suo primo disco nello studio di registrazione del suo migliore amico.

- Alex? –
- Nah. –
- Greg? Matthew? –
- Bleah. –
- Che ne dici di Louis? –


Dicembre

Abbracci da far scoppiare il cuore e neve che si attacca al suolo


23 dicembre.
Sei mazzi di fiori giacevano sulla tomba di Louis Tomlinson.
  
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