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Autore: Alexiel94    29/09/2014    4 recensioni
[Drew/Jake | Drew&Piper sisterhood | accenni Drew&Silena sisterhood]
Era vero, Jake secondo i suoi standard era brutto e sfigato. Ma era anche l'unica persona a cui sembrava importare veramente qualcosa di lei.

Piper sbuffò, esasperata.
-Certo che tu sei impossibile. Come puoi ostinarti ancora a negare?-. [...]
Che Piper avesse intenzione di ricattarla dopo quel discorsetto sull'amore vero? [...] Era esattamente ciò che avrebbe fatto lei.
-Tieni, come ricordo della volta in cui sei stata sincera-.
Ma Piper non era lei.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drew Tanaka, Jake Mason, Piper McLean
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note: Non credo che questa coppia esisterà mai nei libri di Riordan, ma da quando ho deciso di scrivere questa storia ispirandomi a questa scena dell'anime GTO ( Anko Uehara dichiara il proprio amore a Yoshikawa) mi ci sono affezionata molto. 
Ho deciso di ispirarmi a quella scena perché ritengo i personaggi di Drew e Uehara molto simili, oltre al fatto che la prima è usata solo ed esclusivamente nelle fanfiction nel ruolo di stronza di turno (e qui devo riconoscermi anche io colpevole). Mi sembrava perciò giusto darle spazio da protagonista per una volta.
Ho giocato molto sul fatto che Jake Manson non viene descritto fisicamente nei libri, interpretandolo a modo mio. Per darvi un'idea, lo immagino molto come Evan del film "The Butterfly Effect". 
Spero di non essere andata troppo OOC.
Buona lettura.
La volta in cui sei stata sincera


La ragazza continuava a dirsi che era impossibile, ma la situazione le sembrava ostentare la sua crudele ironia in ogni momento.
Lei, Drew Tanaka, la più bella e desiderata del Campo Mezzosangue, doveva per assioma innamorarsi di qualcuno di altrettanto popolare. Jason Grace sarebbe stato perfetto: bello, figlio del re degli dei, gentile e sensibile. Ma egli aveva deciso - per chissà quale assurde motivazioni - di ignorare lei e fidanzarsi con quella sciattona di Piper. 
Anche Will Solace sarebbe stato altrettanto buono. Certo, suo padre era Apollo anziché Giove, ma conservava gli stessi pregi di Jason. Ci aveva persino provato con lui, ma egli l'aveva respinta.
Era frustrante. Da quando era stata declassata da capocabina le sembrava di avere perso parte del suo fascino; possibile che i due ragazzi più ambiti del campo la rifiutassero? Certo che no. Doveva essersi beccata una specie di Maledizione della Casa Dieci, che implicava una sfortuna infinita con la seduzione.
Un rumore di passi la fece sobbalzare. Si voltò e riconobbe la sagoma dall'andatura zoppa prima ancora di vederlo in faccia.
-Che ci fai qui da sola?- le chiese con fare apprensivo.
Jake Mason non corrispondeva affatto al suo ideale di bellezza. Era alto e piuttosto muscoloso per via delle ore passate nella funcina, che però avevano anche reso le sue mani callose. Non tagliava praticamente mai i capelli corvini, che gli ricadevano sul collo e sulle spalle, e teneva la barba incolta. Inoltre non si era ancora del tutto ripreso dal suo ultimo incontro col drago di bronzo, col risultato che doveva camminare con una stampella. 
Non era neanche quello che lei considerava popolare: aveva fallito più e più volte nel tentativo di combattere la Maledizione della Casa Nove fallendo miseramente, per poi rinunciare al titolo di capocabina in favore dell'ultimo arrivato.
Eppure il suo cuore perse un battito al solo riconoscere il suono della sua voce, mentre si sentiva arrossire violentemente man mano che Jake si avvicinava.
-Forse ti sfugge, ma da quando ho perso il posto di capocabina non sono molto benaccetta tra gli altri- disse Drew col tono acido che la contraddistingueva.
Il che era vero, ma in realtà non si era accorta di essersi addentrata tanto nel bosco. Aveva solo voglia di evitare gli altri semidei e si era messa a vagare ai margini della radura in cerca di quiete e solitudine. 
Il ragazzo sorrise, facendo impazzire i battiti del cuore della ragazza.
-Beh, non mi sembra un buon motivo per fare una passeggiata solitaria per il bosco di notte, visti i mostri che ci abitano-.
Drew si ritrovò a sorridere a sua volta mentre egli le porgeva la mano callosa per portarla al falò. Si rese poi conto delle proprie sensazioni e imprecò mentalmente. Ecco il cruccio che l'aveva tormentata tanto nelle ultime settimane: il fatto che si stesse innamorando del figlio di Efesto. Non poteva essere possibile; il solo pensiero era un ossimoro, qualcosa che non avrebbe avuto senso.
Ritrasse la propria mano, a pochi centimetri da quelle di lui. 
-Non ti mangio- le disse, senza abbandonare il suo sorriso. -Mi voglio solo assicurare che tu torni indietro sana e salva-.
Era vero, Jake secondo i suoi standard era brutto e sfigato. Ma era anche l'unica persona a cui sembrava importare veramente qualcosa di lei.
Drew afferrò la mano del ragazzo, ignorando il rossore che aveva invaso il suo viso a quel contatto, e si lasciò riportare al falò ripetendosi che non si stava assolutamente innamorando di lui. 

Dopo avere perso il potere di capocabina gli altri semidei la guardavano con disprezzo, specie quelli della Casa Dieci. Drew non se ne stupì: aveva in una maniera o nell'altra tiranneggiato e fatto soffrire ognuno di loro, ma non temeva una vendetta. 
Questa però giunse in una maniera piuttosto inaspettata. 
La ragazza quella mattina stava per uscire, ma un suo fratello - di cui non ricordava nemmeno il nome - si mise davanti alla porta per impedirle il passaggio. Drew sbuffò, seccata, e stava per usare lo charmspeak per ordinargli di togliersi di torno quando una sua sorella la precedette.
-Da quand'è che ti piace Mason?-.
Il suo cuore le balzò in gola, ma Drew riuscì a non mutare nemmeno la sua espressione infastidita. 
-A me non piace Manson- mentì in modo talmente convincente che quasi credette alla sua stessa bugia.
Da quando lo sospettano? pensò.
-Allora saprai spiegarci come mai ieri sera eri così intima con lui- intervenne un'altra figlia di Afrodite. 
Quella frase fu come uno schiaffo per Drew. L'avevano scoperta allora. 
Quanto avevano visto? L'avevano avvistata mentre usciva dal bosco accompagnata dal figlio di Efesto, o quando erano tornati al falò ancora con le mani intrecciate o gli sguardi che si erano lanciati fino a quando Chirone non aveva annunciato che era ora di andare a dormire?
Deglutì. Era la prima volta che si trovava in tale difficoltà e coloro che erano rimasti nella Casa Dieci parvero notarlo con piacere.
-Non avrei mai immaginato che i tuoi standard fossero così bassi- disse un suo fratello, sprezzante.
Il rossore divampò sul viso di Drew. Mai in vita sua si era sentita tanto umiliata, specie visto che gli altri figli di Afrodite sembravano impazienti di infierire, come un branco di lupi in procinto di attaccare la preda.
Cercò di fare appello al suo potere e disse -Smettetela!-. 
Per un attimo sembrò funzionare, visto che nessuno disse nulla. La nuova sensazione di umiliazione però le fece perdere la concentrazione dopo pochi secondi, col risultato che gli altri tornarono a guardarla con più ira di prima per avere cercato di manipolarli come aveva tante volte fatto in passato.
-Non vedo l'ora di dirlo a tutti, a Drew Tanaka piace il ragazzo più sfigato del campo- disse un'altra ragazza.
Un'altra emozione soppiantò l'imbarazzo e la vergogna della situazione. La rabbia esplose come un vulcano e Drew raggiunse in poche furiose falcate la ragazza che aveva parlato, per poi sferrarle uno schiaffo in pieno volto.
-Non azzardarti mai più a parlare di Jake in questo modo!- urlò.
Non aveva messo una goccia del suo potere nella voce, ma il suo tono intriso di ira fu sufficiente a convincere la ragazza a non aprire bocca.
-Allora è vero che ti piace Mason!- constatò un ragazzo con una risata.
Drew rivolse la sua attenzione verso di lui. 
-Cosa diavolo ridi?- ringhiò. Accecata e spronata dalla rabbia proseguì, quasi gridando -È vero, mi piace Jake! Non è bello e nemmeno popolare, ma è una persona fantastica e sono davvero presa da lui! Siete contenti ora?-.
-Certo che lo siamo- disse un altro ragazzo con un sorriso scaltro, mentre una ragazza sghignazzava.
Drew non capì fino a che alle sue spalle non le giunse un'eco della sua stessa voce più gracchiante e meccanizzata "È vero, mi piace Jake! Non è bello e nemmeno popolare, ma è una persona fantastica e sono davvero presa da lui!". Terrorizzata, si voltò e vide un figlio di Afrodite reggere tra le mani un vecchio modello di registratore, che nonostante avesse più anni di loro evidentemente funzionava ancora molto bene.
-Non vedo l'ora di fare sentire questa registrazione al padiglione della mensa, la sentirà tutto il campo- disse.
Gli altri scoppiarono a ridere, e Drew per la prima volta nella sua vita desiderò sprofondare nel terreno e non riemergere mai più. Aveva ritenuto di essere umiliata poco prima, ma mai aveva sbagliato tanto; questa era umiliazione.
Lei aveva fatto provare questa sensazione a ognuno di loro, e ora che si trovava nella parte della vittima comprese le ragioni della loro vendetta. Non poté impedirsi di disprezzare ognuno di loro, mentre le lacrime minacciavano di uscire dai suoi occhi. Si sentiva soffocare dalle risate e dalle battute di scherno degli altri, così Drew prese la decisione più istintiva: diede al ragazzo davanti alla porta una gomitata degna di Clarisse e fuggì via. Corse fino a quando non sentì le gambe bruciare e quando si fermò per riprendere fiato si accorse di essere davanti alle stalle dei pegasi. 
Di norma non vi avrebbe messo piede nemmeno se vi fosse stata invitata nemmeno dal ragazzo più bello del mondo, ma in quel momento di sconforto non poté fare a meno di associare quel luogo a Silena. Si avvicinò all'entrata con passo incerto immaginando di trovarvi la sorella ad occuparsi dei pegasi, che si sarebbe voltata sentendola entrare e le avrebbe chiesto cos'era successo con aria apprensiva. 
Ma purtroppo Silena era morta da mesi e non ci fu nessuno ad accoglierla. Si sedette su un cumulo di fieno, cercando di non pensare al ricordo della sorella defunta; eppure non poté fare a meno di pensare che Silena avrebbe saputo cosa fare. L'avrebbe ascoltata, le avrebbe detto come sopportare le prese in giro degli altri e poi le avrebbe porto la mano per aiutarla ad alzarsi e affrontare il resto del campo.
Drew sorrise amaramente; era molto affezionata a lei, ma quando era morta e l'aveva lasciata da sola non era riuscita a perdonarglielo. Silena era stata l'unica persona a volerle bene da quando era arrivata al campo e Drew aveva vissuto in modo egoistico e infantile la sua dipartita. Perché non le aveva mai detto di essere la spia? Non si fidava abbastanza di lei, sua sorella? Non pensava che, forse, se si fosse confidata sarebbe riuscita a cambiare la situazione?
-Eccoti finalmente- disse una voce all'entrata della stalla, seguita dall'ingresso di Miss Sciattoneria, alias Piper McLean, l'ultima persona al mondo con cui avrebbe voluto parlare in quel momento. -Ma stai piangendo?- chiese.
Drew si toccò le guance, sentendole bagnate. Non si era accorta delle lacrime che avevano cominciato a scendere lungo il suo volto e si affrettò ad asciugarle.
-Non è vero- rispose.
Piper si sedette di fronte a lei, ma non chiese nulla sul motivo delle sue lacrime. Drew ne fu molto grata.
-Ho saputo cosa è successo stamattina nella Casa Dieci- esordì Piper.
-Qualsiasi cosa tu abbia sentito non è vero- tagliò corto Drew. -Non mi piace Jake-.
Piper sbuffò, esasperata.
-Certo che tu sei impossibile. Come puoi ostinarti ancora a negare?-.
L'altra ragazza non disse nulla per diversi istanti. Poi disse -Afrodite è la dea della bellezza...-
-Ma anche dell'amore- la interruppe Piper. -E l'amore, quello vero, non si sofferma su dettagli come la bellezza-.
Touché.
Drew non ebbe modo di replicare; la sorella aveva ragione: a lei non piaceva Jake per l'aspetto, ma per il modo gentile con cui si comportava con lei. I suoi sentimenti andavano ben oltre il gusto estetico, che sarebbe stato troppo riduttivo per spiegare ciò che provava.
Piper infilò una mano nella tasca dei suoi jeans, estraendo il registratore usato dal suo fratello poco prima. 
Drew scattò in piedi. Che Piper avesse intenzione di ricattarla dopo quel discorsetto sull'amore vero? Avrebbe dovuto aspettarselo, in fondo anche la nuova arrivata rientrava nella lunga lista di persone che aveva trattato male. Era esattamente ciò che avrebbe fatto lei.
-Tieni, come ricordo della volta in cui sei stata sincera-.
Ma Piper non era lei. 
Le porse il registratore, che Drew afferrò con aria diffidente come se temesse che potesse esplodere. Nascose l'oggetto in una delle tasche del suo jeans firmato e guardò la sorella con gratitudine, considerandola come tale per la prima volta. 
-Non sei male come credevo- disse, porgendo una mano a Piper.
Era vero, la considerazione che aveva della sorella era salita di diversi punti, ma non le avrebbe di certo cavato di bocca cose più dolci o gentili. Piper però parve apprezzare e afferrò la sua mano, rimettendosi in piedi.
Improvvisamente ci fu un rumore seguito da alcuni tonfi e alcune imprecazioni. Le ragazze si guardarono perplesse, ma prima che potessero muoversi Jake fece il suo trafelato ingresso nella stalla. Il cuore di Drew fece le capriole solo al vederlo, e quando si avvicinò a lei con quell'aria tra il preoccupato e il sollevato credette di avere un infarto.
-Che tutto il phanteon degli dei sia ringraziato! Ti ho cercata ovunque- disse lui.
Drew sperò che il suo viso non fosse così rosso come sembrava a lei.
-Davvero?-.
-Quando ho sentito che eri scappata dalla Casa Dieci sono corso a cercarti... beh, si fa per dire- disse Jake, accennando alla stampella.
La ragazza sorrise, sentendosi importante per la persona a cui teneva di più.
-Penso sia meglio togliere il disturbo- intervenne Piper.
Jake sobbalzò come se l'avesse notata solo in quel momento, e anche Drew si accorse di avere momentaneamente dimenticato la presenza della sorella. Piper si diresse verso l'uscita, dove si fermò per aggiungere in francese -Non negare l'amore che provi a causa di dettagli inutili-.
Quando uscì, Jake si rivolse all'altra ragazza.
-Che ha detto?-.
Drew scosse le spalle con finta noncuranza.
-Qualcosa a proposito di lei, Jason e un letto. Dubito che ti interessi-.
-Decisamente no- confermò il ragazzo.
Drew sorrise e gli afferrò la mano, contatto che le fece provare una scossa. 
-Non so tu, ma io non ho intenzione di passare un secondo di più in questa stalla- disse.
Lei e Jake uscirono tenendosi per mano e Drew non ebbe alcuna intenzione di lasciarlo andare. Che se ne andassero al Tartaro le battute e le prese in giro degli altri, lei era troppo contenta della compagnia del figlio di Efesto per badarci.
   
 
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