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Autore: B_Alive    29/09/2014    4 recensioni
FanFiction su Callie e Arizona, AU
Dal primo capitolo:
Ho sempre odiato volare. Fare quelle file interminabili all'aeroporto e salire su un aereo per andare lontano. Eppure lo stavo facendo, stavo scappando da un luogo che non sentivo più mio, da qualcuno che non sentivo più mio.
[...]
Atterrai nell'aeroporto di Los Angeles alle 11.20 di una notte di luglio. Era la città degli angeli, la città in cui tutto è possibile e, chissà, magari sarebbe stato possibile per me dimenticare la persona che mi aveva spezzato il cuore.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Mark Sloan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Cap. 1



Ho sempre odiato volare. Fare quelle file interminabili all'aeroporto e salire su un aereo per andare lontano. Eppure lo stavo facendo, stavo scappando da un luogo che non sentivo più mio, da qualcuno che non sentivo più mio.

Baltimora era sempre stata la mia città, lì avevo la mia casa, i miei amici, il mio lavoro. La mia fidanzata. Già, avevo. Fino a poche ore prima di salire sul volo B215 per Los Angeles, dall'altro lato del continente, seduta di fianco ad un uomo sulla cinquantina abbastanza in carne e un po' imbranato. Almeno, però, mi trovavo dal lato del finestrino, così potevo godere del panorama.

Il volo fu tranquillo, dormii per circa tre ore e passai il tempo a scorrere tracce sul mio iPod poco aggiornato, in cerca di qualche canzone che rispecchiasse il mio umore.

Atterrai nell'aeroporto di Los Angeles alle 11.20 di una notte di luglio. Era la città degli angeli, la città in cui tutto è possibile e, chissà, magari sarebbe stato possibile per me dimenticare la persona che mi aveva spezzato il cuore.

La sera prima della partenza avevo prenotato una stanza in un hotel nel cuore di Santa Monica. L'ironia della sorte volle che l'hotel si trovasse proprio sulla “mia” strada, l'Arizona Avenue*.

Così, uscita dall'aeroporto, mi diressi verso la stazione dei taxi lì vicino. Impiegai poco meno di un'ora per arrivare all'hotel. Avevo con me solo una valigia e uno zaino. Non avevo avuto né tempo né voglia di raccogliere tutti i miei averi, perciò portai con me solo l'indispensabile.

Pagai il tassista molto cortese e mi avviai all'ingresso dell'hotel. Porsi i documenti alla receptionist, la quale, subito dopo, mi consegnò la chiave della mia camera. Era una doppia al quarto piano, una delle poche rimaste libere, con un letto matrimoniale collocato sulla destra, il bagno e un armadio sulla sinistra e una grande finestra di fronte che si affacciava sulla città.

Era una camera abbastanza spaziosa ed ero certa che sarebbe stata anche luminosa con la luce del giorno.

Pur essendo tardi, paradossalmente non ero per niente stanca nonostante il pessimo umore e il lungo viaggio, così sistemai la valigia e lo zaino ai piedi del letto e decisi di farmi una doccia veloce e un breve giro della zona in cui era collocato l'hotel.

L'edificio in cui alloggiavo era situato all'angolo con la 3rd Street Promenade**, un lungo e largo viale pedonale pieno di negozi, locali e di gente che passeggiava chiacchierando e divertendosi.

Cominciai a camminare chiedendomi se davvero fossi l'unica in giro da sola per le vie della città. Mi guardai attorno: c'erano molti alberi sui lati del viale e delle strane fontane a forma di animali diversi al centro di esso. Mi sentii improvvisamente malinconica, quale ero in realtà. Mi venne, quindi, un'improvvisa voglia di bere qualcosa perché, in quel momento, vedevo in un po' d'alcool il mio migliore compagno per la serata.

Entrai in un pub a caso a quattro isolati dall'hotel. Non era molto luminoso, le luci erano soffuse, ma non era di certo un locale elegante. C'era la musica alta che pompava nelle casse appese agli angoli del soffitto e molti giovani seduti ai tavolini sulla destra che si perdevano in risate tra un drink e l'altro. Al centro della sala erano appesi dei teleschermi che trasmettevano una partita dei Dodgers. Alla mia sinistra, invece, c'era il bancone, molto lungo, al quale ci si poteva appoggiare sedendosi sugli sgabelli lungo il lato. Notai molte bottiglie di alcolici poste su una mensola dietro al bancone. Erano disposte per colore e ciò provocava un effetto affascinante. Si passava dal giallo del Limoncello, al rosso del Campari, al blu intenso del Curaçao, fino al marrone scuro delle bottiglie di vari amari.

Mi feci avanti e andai a sedermi su uno sgabello stranamente libero; il locale era molto affollato. Un giovane ragazzo dietro al bancone si avvicinò. Oltre alla musica assordante, c'era molto chiasso in quel momento perché un giocatore dei Dodgers stava velocemente avanzando sulle quattro basi del diamante in cerca di un ulteriore punto per la sua squadra.

Ciao, ti porto qualcosa?” urlò chinandosi verso di me.

Vorrei un Martini con la vodka, per favore!” con lo stesso tono.

Lui non fece in tempo a girarsi per prepararmi quello che avevo ordinato, che subito fu chiamato da un responsabile per andare nel magazzino a prendere un altro barile di birra, quasi esaurita.

Mi guardò dispiaciuto, “Scusami, ti faccio servire da lei!”, disse due parole ad una collega e corse via.

Lei si mise di fronte a me asciugando un bicchiere.

Ciao, hai ordinato un Martini?”

Con la vodka per favore” annuii.

Vodka eh? Ci andiamo giù pesante stasera” mi sorrise.

Ricambiai il sorriso, ma un po' forzatamente. Mi versò ciò che avevo richiesto, ma quei minuti sembrarono interminabili. In quegli attimi quasi infiniti mi soffermai a guardarla.

Aveva lunghi capelli neri, scuri, avvolti in una coda alta con due piccole ciocche fuori posto. Portava degli orecchini dorati a forma di cerchio e indossava una camicetta bianca a maniche corte, dietro ad un grembiule bordeaux che faceva intravedere l’importante scollatura.

“Ecco a te!” sollevò lo sguardo e mi sorrise.

I suoi occhi erano scuri, profondi, come non ne avevo mai visti prima. E aveva delle labbra carnose, e un sorriso splendido.

Afferrai il bicchiere e bevvi tutto d’un sorso. D’un tratto sussultai a causa delle esultanze degli altri clienti dovute alla vittoria del match da parte della squadra di casa.

“C’è sempre così tanta confusione qui?”

“Sempre. Ma quando c’è una partita ancora di più.”

Capii, quindi, che doveva essere un locale molto alla buona, uno in cui si andava per bere e divertirsi con gli amici per passare una piacevole serata in compagnia.

“Scusami ti devo lasciare, ci vediamo eh!” e si allontanò andando a servire una coppia di amici.

Le feci cenno di saluto con una mano, finii il mio drink, ma rimasi ugualmente seduta a guardarmi intorno.

Mi erano rimasti impressi i suoi occhi, il suo sguardo. E doveva essere di certo latina perché la sua carnagione era leggermente più scura della mia.

Dopo qualche minuto afferrai la borsa, pagai il conto, mi alzai e mi avviai verso l’uscita del locale. Feci pochi metri rendendomi conto solo dopo di non aver letto nemmeno il nome del bar in cui ero appena stata. Così tornai indietro, più che altro per curiosità. Sollevai la testa verso l’insegna e lessi “The Dark Brown Bar”***.

Come il colore dei suoi occhi. Rimasi un po’ spiazzata, ma feci un sorriso spontaneo, e lentamente mi incamminai facendo ritorno verso l’hotel.



to be continued…



*Arizona Avenue: per chi non lo sapesse esiste davvero a Santa Monica e l’ho scoperto per caso! Così l’ho fatta diventare pura coincidenza.

**3rd Street Promenade: anche questa esiste davvero ed è un viale perpendicolare all’Arizona Avenue. È esattamente come l’ho descritto. Se volete farvi un’idea dell’ambientazione della storia cercate queste due vie su Internet u.u

***“The Dark Brown Bar”: questo non esiste, me lo sono inventato u.u




Note dell’autrice:

Dunque, dunque, dunque.

È un po’ di giorni che mi frulla in testa questa idea, perciò ho deciso di farci una fanfiction :3

È la prima che scrivo e non so ancora bene come si concluderà, quanti capitoli saranno ecc.

Fino ad un certo punto della storia ho le idee chiare, poi…il vuoto! Non so ancora quando aggiornerò, ma avendo già idee per i prossimi, magari si scrivono in fretta e magari una volta alla settimana potrei essere con voi. Forse anche prima!

Ditemi se vi piace, se siete curiosi, se volete che continui, se vi fa schifo...magari tramite una recensione, insomma u.u

Detto ciò vi lascio e corro a scrivere il secondo *_* Alla prossima!



#acca#

  
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