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Autore: MadaraUchiha79    29/09/2014    2 recensioni
Una volta sporcata un anima non può essere mondata.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Madara Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nessun contesto
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Il Diavolo non mantiene mai le promesse
 
I posti erano già stati designati in anticipo. Madara e Orochimaru sedevano ai capi del lungo tavolo. Il padrone di casa aveva dalla sua solo due giovanissimi: un ragazzo e una ragazza. Lui portava i capelli tagliati ad un caschetto poco netto.Il colore di essi era bianco candido. La cosa che più dava sui nervi a Madara era il suo sguardo strafottente e quel sorriso di scherno sempre dipinto sul suo volto come se fosse soddisfatto di essere su un gradino privilegiato del mondo. La ragazza invece era una sua vecchia conoscenza. La sua ex domestica impacciata, imbranata e soprattutto incompetente che rispondeva al nome di Karin Uzumaki, la prima serpe in grembo. Lei sedeva accanto a Yoake e la fissava come se non vedesse l'ora di dirle qualcosa.
 
-Perché continui a fissarmi, Karin? Non credo di essere cambiata così tanto.-
-Fuori no,sei sempre la solita bellezza gelida che ho conosciuto non appena sono entrata a far parte delle schiere di Orochimaru-sama,ma è noto a tutti che tu non sei più la pupilla del signor Hebiyama, che hai rinunciato alla tua vita perfetta per seguire la tua passione per uno dei giovani Uchiha. Io ti stimavo poichè credevo tu avessi più buonsenso di Orochimaru stesso...invece...-
 
Yoake dapprima non rispose e si limitò a fissare Karin con uno sguardo perplesso.Sospirò per poi ritornare a guardarla con la sua solita espressione distaccata. 
 
-Da che pulpito viene la predica. Proprio da te che sei uscita con Sasuke Uchiha e da lui ti sei fatta comandare come un cagnolino. -
 
Sorrise leggermente prima di infliggerle l'ultimo colpo.
 
-Sei qui a sostenere Orochimaru solo per vendicarti di essere stata abbandonata. Non è forse così?-
 
La rossa Uzumaki non resisistette a mantenere un contegno distaccato al pari di quello che caratterizzava da sempre la sua interlocutrice. Strinse i denti e si aggiustò gli occhiali, impossibilitata a nascondere il rossore che prendeva campo sulle sue guance. 
 
-Io..Beh...Come ti..-
-Zitta. Non evidenziare oltre che ho ragione. L'ho già capito.-
 
Madara appoggiò entrambi i gomiti sul tavolo. Aveva poco appetito e poi si era ripromesso che nemmeno se fosse morto di fame avrebbe toccato il cibo offertogli da Orochimaru. Intrecciò le dita delle mani fra loro e poggiò sopra il dorso di esse il mento. L'occhio puntato in direzione di Hebiyama.
 
-Madara Uchiha, non gradisci nulla?-
-No. Non è questo.-
-Temi il veleno?-
-No. È che... C'è qualcosa che non mi convince. Assolutamente. Dov'è il resto del tuo seguito? Non vedo nemmeno Kabuto, il tuo galoppino. È strano che si sepati da te.-
-I miei sottoposti non gradiscono la presenza di voi Uchiha. Non posso obbligarli a farsi andare il cibo per traverso, Madara.-
-Mh...proprio come sospettavo. Sono particolarmente indisposti..-
 
Itachi e Sasuke che sedevano di fronte si diedero un occhiata complice dopo che il maggiore aveva dato un'occhiata al display del cellulare. Shisui seguì il loro sguardo per poi annuire leggermente. 
 
Il ragazzo dai lunghi capelli bianchi iniziò a sparare contro il cofano della monovolume guidata da Rasetsuya. Lei e Sasori che sedevano sui sedili anteriori dovettero abbassarsi per evitare i colpi che distrussero in poco tempo il parabrezza. Da quella scomoda posizione la donna riuscì ad ingranare la retromarcia ed allontanarsi di qualche metro.
 
-Tsuya-nee! È una trappola.-
-Lo immaginavo!-
 
Il loro assalitore continuò a sparare contro di loro ma i suoi colpi, data la distanza erano decisamente meno precisi. 
 
-Sasori no Danna, mi avevi promesso che sarei rimasto vivo finché la mia arte non avesse raggiunto l'apice, e invece mi stai portando a morire?-
-Se sarai abbastanza scaltro da sopravvivere manterrò la promessa, se non ce la farai , beh, ci ho provato. Rasetsuya-Kohai, sfondiamo.-
-Con questo bidone? Non avrei l'accelerazione giusta per abbattere quella cancellata.-
 
Sul volto di Sasori prese campo un'espressione contrariata, quasi di sdegno.Fissò con sguardo geloso, quasi tagliente , gli occhi scuri di Rasetsuya.
 
-Nessuno dei lavori della mia collezione è identificabile come un "bidone" , Rasetsuya-kohai. Ingrana la marcia e affonda l'acceleratore e comprenderai a tue spese di quanto ti stia sbagliando.-
 
Rasetsuya lo fissò perplessa. Non era ancora convinta che quell'auto fin troppo voluminosa potesse servire al suo scopo.
 
-Izuna, Akane, portatevi dietro Deidara. Non pensonci serva portarcelo all'interno. Ogni accordo preso da Madara non sarà più valido da questa sera. -
-Riserveremo quello che Deidara ha da dire a Madara-nii. -
-Non ho nulla da dirgli.-
-Io dico di si.-
-Allontanatevi in fretta.-
-E io?-
-Vieni con noi, no? Hidan, non dirmi che ti sei già abituato al clima pacifico delle Hawaii che ti impedisce di fare del male al prossimo.-
-Il fatto che mi stavo preparando a partire per le Hawaii enche voi mi abbiate interrotto mi ha messo molta voglia di uccidere. I miei obiettivi sareste proprio voi due, ma visto che mi fornite più divertimento accetto ancora una volta di lasciarvi vivere e di darvi una mano. Devo sfogarmi in anticipo per la gita al convento. -
 
Rasetsuya attese che Akane aiutasse Izuna a scendere e diede a loro le ultime istruzioni.
 
-Fate uno squillo agli sbirri tra circa una ventina di minuti. Avranno un gran bel da fare da queste parti tra un po'-
-Ma Tsuya-sensei, saremmo coinvolti anche noi!-
 
Rasetsuya le sorrise quasi divertita. 
 
-No, assolutamente, fidati di me. Noi siamo innocenti. Siamo le vittime di tutto questo. Sasori,Hidan, siamo pronti?-
-Sono nato pronto e mi dà fastidio attendere oltre, Rasetsuya-kohai.-
-Sì,sì....sono pronto.-
-A buon rendere, ragazzi. Vi sembrerà strano, ma ci vedremo in centrale.-
 
 
-È completamente pazza. Ha un piano contorto in testa.-
-Se non fosse così non sarebbe la compagna di Madara, non credi? Anche lui ha accettato di portare avanti un piano suicida come quello di ritrovarsi all'interno della villa del suo arcinemico.-
-Se morisse Madara non mi importerebbe un fico secco. Sai bene che non l'ho mai sopportato. Ma non è l'unico ad essere coinvolto in quella follia. -
-Non sono uno sciocco, Tobirama. Non lo sono mai stato. Non è vero quello che dai da bere a tutti. Non è vero che non sei mai stato innamorato.-
-Non è argomento che mi va di trattare in questo momento, Hashirama.-
 
Tobirama si mise a smistare le carte che gli erano state lasciate sulla scrivania tanto per distogliere lo sguardo da quello del fratello. 
 
-Non glielo hai mai detto?-
-Non devi ritornare al tuo lavoro? Hai detto che ti serviva per recuperare un po' di vita no? Allora che aspetti? Va'.-
-Non ti lasciano molto tempo quando decidono di strappare la vita a chi ami. Potrebbe essere già troppo tardi.Io anche avevo molte cose in sospeso da dire e il rimorso che ho nel cuore per averle taciute non credo mi abbandonerà mai.-
 
Tobirama continuò a tenere lo sguardo lontano a quello di Hashirama, ma li fisoò verso un punto impreciso di fronte a lui. Era attento a quelle parole ma non aveva nessuna intenzione di controbattere. Si ricordò di quel rifiuto lontano nel tempo ma vivo nella sua memoria. 
 
-Stai zitto. Non hai voce in capitolo sulle mie intenzioni. Vedi di fartene una ragione, Hashirama. Quindi fattela finita.-
 
Sembrava che il ragazzo dai lunghi capelli bianchi non volesse togliersi dalla traiettoria della folle corsa dell'auto guidata dalla Folgore, ma con un ampio salto laterale riuscì a sfuggirne.
Cadde ,rotolando per qualche metro per poi rialzarsi dopo l'urto violento della grossa auto contro la pesante cancellata, contorta ora e spezzata in più punti. Sasori sollevò da terra l'arma dapprima retta dall'uomo che sparava contro di loro. Controllò il livello delle munizioni per poi gettare uno sguardo all'auto col cofano accartocciato e il motore fumante.
 
-Che spreco.-
 
Rasetsuya ed Hidan si erano già addentrati all'interno del giardino , attirando l'attenzione di altre guardie che iniziarono a sparare su di loro, con mira piuttosto sommaria visto il buio della notte. Sasori sparò tre o quattro colpi verso l'illuminazione più evidente sopra le porte d'ingresso, lasciando solo la debole e bassa luce dei faretti incastonati nella camminata che portava dalla cancellata all'ingresso. Iniziò anche lui a muoversi tra le ombre orientandosi con la memoria verso l'ingresso. Un proiettile sparato alla cieca gli colpì una gamba. Si lasciò scappare un brevissimo grido che attirò l'attenzione sia delle guardie di Hebiyama che di Rasetsuya e Hidan, i quali già vicini alle porte si avventarono sui sorveglianti in modo da disarmarli. Hidan non si trattenne e non contento di aver stordito il suo avversario, lo uccise con un colpo netto alla testa sparato dalla pistola silenziata che gli aveva sottratto nella colluttazione. Rasetsuya pensò ad aprire il portone dopo averne allontanato la guardia . Sparò diversi colpi dopo aver rintracciato la maniglia con il tatto e quel poco di luce donata dai faretti. Fece saltare la serratura e con un calcio aprì quella porta che diede sul corridoio illuminato da una luce soffusa. Luce che riuscì a rendere più visibile anche la situazione all'esterno. Sasori e Hidan si avvicinarono per poi entrare. Era strano che la sorveglianza fosse limitata a quella manciata insignificante di uomini.
 
-Ti ho sentito gridare, Sensei.-
-Una reazione involontaria ad una ferita insignificante,-
-Allora sei di carne anche tu!-
-Invece di sprecare tempo e fiato a farvi inutili domande mi sembra opportuno che voi poniate l'attenzione in quello che stiamo per fare. Il silenzio all'interno di questo corridoio è preoccupante.-
 
Sasuke si alzò dalla sedia nel sentire il rumore familiare di spari. Orochimaru alzò una mano a bloccare il le intenzioni del giovanissimo Uchiha. 
 
-Non è educato alzarsi dal tavolo in piena cena. Non ti hanno nemmeno educato a quanto vedo.-
-Non è questo, Orochimaru. Che diavolo sta succedendo?-
-Che cosa dovrebbe succedere? Stiamo cenando e conversando pacificamente.-
 
Un gruppo di uomini vestiti di nero circondarono il tavolo e si posero alle uscite della stanza. Dopo di loro rientrò il giovane dai capelli a caschetto e sorridente e soddisfatto riprese il suo posto a tavola.
 
-Questo è l'ambiente giusto che mi concede di continuare con la cena in modo entusiasmante. La previsione di vedere quel po' di sangue.-
-Non parlare di cose che potrebbero bloccare l'appetito,Suigetsu.-
-Immaginavo questa mossa.-
-Oramai credo che il tuo tempo di utilità sia scaduto, Madara. Quando un oggetto esaurisce la sua esistenza raggiungendo il compimento del suo scopo, diventa spazzatura ed è necessario gettarlo. Ora ho tutto quello che mi serve per sostenere un'eventuale conflitto con il mio unico nemico. Ti ringrazio e per questo vi manderò verso una vita migliore in gruppo.-
-Quanta tristezza mi mette addosso il fatto che un uomo del tuo calibro preferisca prendersela con gente disarmata. Ti chiamano "Serpe" ma in realtà non sei che un verme cieco che scava nella terra. Credi che con questa marmaglia tu possa fermarci? Shisui!-
 
Il giovane Uchiha non fece altro che alzarsi velocemente e con un rapito gesto ritrovarsi alle spalle di uno degli uomini in nero che si trovava vicino a lui. Lo disarmò evitando un colpo sparato alla rinfusa e si impadronì dell'arma da fuoco. Ispirato da quel gesto, Itachi si ribellò a quel controllo, estraendo una piccola pistola da sotto la giacca e freddando l'uomo alle sue spalle. Rivolse l'arma verso Orochimaru e lo stesso fece Madara dopo aver estratto la pistola a tamburo da un nascondiglio simile a quello di Itachi. Shisui fece la stessa cosa mentre Orochimaru e i suoi uomini mirarono al misero gruppo di Uchiha. Yoake si alzò e anche se disarmata si affiancò ad Itachi. Sasuke raccolse l'arma lasciata cadere dal ragazzo freddato da Itachi e con tanta naturalezza seguì l'esempio degli altri puntando diritto verso Orochimaru.
 
-Anche se moriremo crivellati di colpi, vi porteremo tutti con noi, tu per primo, Orochimaru...Avanti, spara! Forza! Qual'è la forza che ti trattiene! Ammazziamoci! Ammazziamoci!-
 
Madara incamerò il colpo pronto a sparare. Orochimaru non si aspettava una tale reazione. Nonostante fossero in inferiorità numerica, nonostante fossero presi di mira da una dozzina di pistole, le braccia tese degli Uchiha non tremavano nemmeno un po'. Per un momento rimase in silenzio. Quella reazione cancellò dal suo viso quel sorriso di scherno. Restò seduto, fissando gli occhi ambrati su quello di Madara. .
 
-Giù le mani, bastardi! -
 
Il grido di una voce familiare di donna, ruppe quel momentaneo silenzio. Madara si voltò sconvolto verso la porta seguendo quella voce.
 
-Lasciami! Lasciami, figlio di puttana!!!-
-Rasetsuya !-
-Ecco l'intruso che faceva così tanto rumore poco fa! L'imprudente Rasetsuya Tenzen. Come ti chiamavano? Ah sì, la Folgore di Shinjiku! La maleducata figlia di uno dei meccanici più abili di Tokyo. Se tirerai avanti in questo modo farai la fine di tuo padre. Dicono che gli abbiano fracassato la testa. -
 
Orochimaru tornò a sorridere. Il punto debole di Madara , Rasetsuya, si era gettata tra le sue braccia. La carta giusta per vincere la battaglia. Sapeva benissimo che Madara avrebbe perso il controllo. Era solo questione di tempo. 
La donna era intrappolata nella stretta del ragazzo che aveva sfidato all'entrata il quale le puntava una pistola alla tempia. Alla vista di Madara e gli altri smise di dimenarsi. Puntò lo sguardo sul viso di Madara e sorrise leggermente. Non era una donna che si lasciava catturare, almeno non da viva. Doveva essere un piano, un disegno ben preciso per salvare la situazione di stallo che si era venuta a creare tra i due fronti opposti. L'Uchiha comprese le sue intenzioni ma ostentò il suo disappunto nonostante si fidasse di quel sorriso.
 
-Abbassa la pistola o lei muore.-
 
Madara obbedì e gettò l'arma a terra.
 
-E anche tutti voi.-
 
Anche Sasuke, Itachi e Shisui abbassarono le armi e le gettarono a terra. Orochimaru soddisfatto batté le mani,un paio di volte ma si interruppe di colpo quando sentì il rumore di diversi passi che si avvicinavano alla stanza. Degli uomini armati, poliziotti, guidati da un volypto molto ben noto ad Orochimaru Hebiyama: Jiraiya. 
 
-Tu....-
 
-Gettate a terra le armi e spostate le mani dietro la nuca. Siete in arresto! Orochimaru, la tua bramosia si ferma qui! -
 
Anche Sasori e Hidan si affiancarono ai poliziotti. Erano stati loro a guidarli nella villa come povere vittime scampate ad un tentato massacro per caso. Si erano liberati delle armi come aveva fatto Rasetsuya prima di essersi fatta catturare dal ragazzo dai lunghi capelli bianchi.
Ora non erano che dei commensali ritardatari che erano stati accolti con una pioggia di piombo al loro arrivo. Per lo meno era questo che Izuna, in lacrime, aveva confessato ai poliziotti della centrale che aveno accolto la sua chiamata d'emergenza. Izuna, Akane e Deidara erano stati portati in centrale per tutte le rilevazioni del caso. Sarebbero stati interrogati sull'accaduto. Akane gli stringeva la mano, un po' perché aveva voglia di sentire il calore della sua stretta , un po' perché voleva alimentare quella farsa di fronte agli agenti della centrale, in modo da uscirne come candide e innocenti vittime.
In un momento in cui nessuno poteva vederli, Akane avvicinò le labbra all'orecchio FI Izuna e gli sussurrò .
 
-Avresti dovuto fare l'attore. Sei geniale e davvero molto molto credibile.-
-E pensa che io mi sono anche divertito. Ho spacciato per innocente anche Deidara, che sta tentando di distruggere la città solo per un suo delirio.-
-Te l'ho detto, sei stupendamente convincente, amore mio...-
 
Gli poggiò un bacio sull'orecchio per poi scendere lungo una sua guancia , ma lo strinse poi tra le braccia, fremendo di paura non appena sentì i passi di qualcuno avvicinarsi.
 
-Non fingere con me. Non mi bevo questa farsa.-
 
Disse Tobirama a bassa voce.
 
-Avanti, nel mio ufficio.-
 
Madara fu fatto sedere sul sedile di una delle auto della polizia e fu raggiunto da Rasetsuya , che avvolta in una coperta marroncina, si poggiò su una spalla di lui con il viso sorridente. Per qualche secondo calò un piacevole silenzio spezzato solo da un profondo sospiro di Madara. 
 
-Sei un pazzo, Madara.-
-Non come te. Saresti potuta morire con molta facilità. Ti ho detto di startene tranquilla e lontana da questi affari.-
-Non sono il tipo che manda a morire il suo compagno, nonché padre di suo figlio, senza tentare di imbastire un piano molto più sicuro.-
-Eri entrata in accordo con Hashirama?-
-No. E perché avrei dovuto? I poliziotti sarebbero dovuti venire comunque in risposta ad una chiamata d'emergenza.-
-Sei davvero pazza. Completamente pazza. Ma sai, lo dovevo sapere. Infatti non sono sorpreso. Se non fossi così folle, non saresti la mia futura moglie.-
-Moglie???-
-Esatto. Io non ti chiedo di sposarmi. Lo farai e basta. È un ordine.-
-L'unico che accetterò,molto probabilmente. Non pretendo che un tipo grezzo come te mi chieda in ginocchio, con tanto di sfarzoso anello, di sposarmi.-
-Dovevi trovare un principe azzurro, non un corvaccio ora spennacchiato, come me.-
-Spennacchiato? A me non sembra, sei sempre più bello. E poi, io sono la prima a non voler vivere nemmeno un giorno da principessa. -
-In quel giorno lo sarai. Indosserài quel vestito che tanto guardavi da ragazzina.- 
-Credo che sia fuori ptoduzione,.-
-Non significa che non ci sia. Non sottovalutare Madara Uchiha.-
 
 
 
 
  
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