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Autore: Xandalphon    29/09/2014    4 recensioni
ATTENZIONE! Questa è una storia scritta a quattro mani, da Lullaby1992 e Xandalphon.
Al villaggio del vortice avviene un furto, dalla grande biblioteca vengono sottratti importanti rotoli contenenti una potente tecnica di sigillo. Meno di un mese dopo una chunin di Konoha, Rin Nohara viene catturata e un cercoterio sigillato al suo interno, con le inevitabili conclusioni.
Ora il villaggio del vortice accusa, sebbene non direttamente, Konoha del furto, e Hiruzen manda una squadra ad investigare, irritando ulteriormente la Tsunamikage che interpreta il gesto come se gli avessero dato dell'incapace. Tra tensioni crescenti e un irritante squadra di ragazze.. riuscirà la squadra a portare a termine le indagini senza causare un pericoloso incidente diplomatico?
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Genma Shiranui, Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Raido Namiashi
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
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29)Ballo di gala

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***Kakashi***

Il ritorno alla 'normalità' era stato più difficile del previsto.
Di buona norma ero abituato a reprimere i sentimenti a 'funzionare' senza troppi pensieri. Routine, missioni, andare a portare i fiori sulle tombe dei miei compagni di team. Tutto regolare.
Il fantasma di Rin, che era stato stranamente silenzioso nelle ultime due settimane passate a Uzushi, era ora ritornato a farmi visita durante il sonno, facendomi svegliare ansante e sudato, fisicamente e mentalmente stremato. Quando la sognavo era come se non fossi affatto andato a dormire, quindi mi ritrovai nel giro di poco tempo a sentirmi più un cadavere ambulante che altro.
 

Genma era stranamente silenzioso, e quando la gente lo salutava o gli rivolgeva due parole si limitava a risolvere la conversazione in poche e brevi parole, facendo sempre girare la gente a guardarlo, straniti al limite dello sconvolto di non aver ricevuto neppure una battuta di spirito da parte sua.
Anko gli toccava sempre scherzosamente la fronte, chiedendogli se aveva la febbre.
Pure Raido era stranamente 'moscio' anche se forse tra i tre era quello che mascherava meglio la situazione. Il che era uno strano rovesciamento di ruoli, dato che di solito ero io quello più impassibile.
Aoba continuava ad essere il solito idiota, ma nessuno di noi tre se lo filava più del solito.
Quello che invece mi espresse la sua preoccupazione fu Minato, che mi disse di trovarmi molto abbattuto.
“Le solite cose.. non dormo molto bene” mi limitai a rispondere con una scrollata di spalle. Non volevo approfondire la questione con nessuno.
Ma non potevo mentire a me stesso. Era innegabile che Inazuma fosse un pensiero che rispuntava fuori spesso e volentieri, facendomi stupire da solo.
E da quando prendevo così a cuore le cose? Io ero sempre e solo stato un ninja. Un'arma. E mi ero sempre impegnato a restare tale. Privo di sentimenti.
Tanto più che Inazuma era molto lontana, sentimentalmente e fisicamente da me.
Lei aveva il suo destino, là ad Uzushi, come Tsunamikage. Io qui, come ninja, come ANBU, come assassino.
Mi dissi che avrei presto dimenticato e tentai di non pensarci, ma dopo neppure due settimane mi resi conto che mi era impossibile.
Dovevo parlarne con qualcuno prima di dare i numeri, ma siccome non era da me andarmi a 'confessare' da qualcuno, semplicemente andai a trovare Obito, e sedendomi davanti alla sua tomba, ebbi una lunga conversazione a riguardo con lui nella mia mente. Tentanto d'immaginare come mi avrebbe risposto se fosse stato ancora in vita.
Ah! impetuoso com'era mi avrebbe convinto che la cosa migliore sarebbe stato quello di andarla a rapire o cose simili. Matto com'era.
Intanto la festa per il passaggio del testimone da Hiruzen a Minato si avvicinava, e la città si faceva sempre più affollata, stipata di delegazioni e parentele varie che volevano partecipare alla festa.
Io, con mia somma sorpresa venni invitato alla festa di Minato, non come ANBU di guardia ma come ospite. Quando chiesi il perché lui mi disse “Sei il mio unico allievo Kakashi, devi goderti la festa, non lavorare. Chissà che non ti faccia anche un po' bene rilassarti un momento”
Il che mi stupì e mi fece però molto piacere. Nonostante gli impegni, e le faccende che lo sommergevano, trovava anche il tempo per preoccuparsi per me.
“Grazie sensei, ci sarò”

Le ultime due settimane d'attesa passarono con un po' più di serenità, forse perché avevo parecchio lavoro da sbrigare in vista della festa, e questo mi fece concentrare su altro.
La sera della festa rimasi parecchio tempo intento a cercare nell'armadio qualcosa che potesse essere adeguato per il ricevimento che avrebbe seguito l'annuncio.
Poi insultandomi dicendo che non ero un dannato damerino finii semplicemente per indossare l'uniforme più nuova che avevo.
Al diavolo il resto. Ero un ninja, non un funzionario.
Mi ritrovai con Genma, Raido e Aoba, dato che erano stati invitati anche loro e andammo sotto al palazzo dell'Hokage, per ascoltare l'annuncio della nomina all'Hokage, mentre Hiruzen, passava simbolicamente il cappello, togliendoselo dal suo capo per adagiarlo sulla folta chioma bionda di Minato.
La folla proruppe in un boato, tra acclamazioni e applausi.
La parte noiosa, fu invece quella burocratica, dove ci furono un'infinità di strette di mano (per Minato ovviamente), scartoffie da firmare, e scambi di convenevoli più o meno formali.
Dopo, venimmo condotti nell'enorme salone allestito con un banchetto per gli amici più intimi (e le persone più importanti, tipo Hyuuga, Uchiha e simili).
Ben presto io Genma e Raido ci defilammo in un angolo della sala, mentre ascoltavo solo con un orecchio le loro basse chiacchiere, e osservando quanta gente c'era che voleva parlare o stringere la mano a Minato, pensando a quanto era ipocrita la gente.
A molti di loro non era mai importato di Minato se non come potente arma da usare a favore di Konoha, ora che era Hokage tutti volevano la sua amicizia.
Odiavo la politica da quel senso... una montagna di sorrisi falsi e le parole da dover misurare in ogni situazione... necessaria forse. Ma odiosa.
Potevo capire se Inazuma... di nuovo lei.
Scossi lievemente il capo per togliermi il pensiero.
In quel momento arrivò Aoba.
“Dovete assolutamente venire a vedere una cosa” disse così eccitato che si tratteneva appena dal mettersi a saltellare sul posto.
“Aoba... non siamo in vena. Se sono le tue solite cazzate o per farci vedere quanto siano esagerate le tette di Tsunade puoi avanzartelo” disse Genma piattamente, e io mi trovai in perfetto accordo con le sue parole.
“No! No! Davvero! Venite!”
Rassegnati al doverlo accontentare, lo seguimmo attraverso gli invitati, sino ad un lato della sala, vicino al palchetto su cui si trovava Minato, con al fianco una radiosa Kushina, dove stava ancora terminando di salutare gli ultimi arrivati.
“Guardate! Guardate!” disse esultante.
“Cosa?” chiese Raido.
“Vedo solo Minato che stringe le mani a un non so quale invitato del clan Inuzuka...”
“Ma no! Lì alla destra! Sotto il palchetto”
Per poco non mi crollò la mascella in terra.
Erano lì. Tutte e tre. Inazuma, Yuki e Nadeshiko.
Ed erano una visione che aveva un che di etereo. Erano vestite finemente, con i capelli acconciati, il kimono verde con inserti dorati e il simbolo del vortice degli Uzumaki ricamato in rosso sulla schiena.
“Oh Kami!” due parole che esordirono da Genma ma che le trovai sin troppo azzeccate per la situazione.
Mi sembrava che il cervello mi fosse andato in corto circuito e ora non sapevo da che parte iniziare per fare un 'reset'.
“Ahahah! Dovreste vedere le vostre facce! Meritereste una foto!” disse Aoba sghignazzando.
 

“Provaci e giuro che faccio in modo che non riesca più a parlare senza avere una voce da soprano” dissi poco gentilmente, forse fin troppo brusco, ma senza attendere una risposta m'inoltrai nella folla per avvicinarmi.
Pure Raido e Genma mi seguirono.
Vidi Inazuma essere ricevuta da Minato, e che mentre le altre due si presentavano scambiare alcune parole allegre con Kushina, e rammentai che erano cugine.
Sperai di restare nell'ombra della folla finché non si fossero allontanate per poterle incontrare poi ma Minato mi vide.
“Ehi Kakashi!” mi salutò facendomi cenno di raggiungerlo.
Quasi rischiai di inciampare nei miei piedi facendo la figura dell'idiota.
Con strana ritrosia m'avvicinai, tentando di mantenere il lato di facciata di pacata calma, mentre invece strane... emozioni si rimescolavano confusamente nel petto.
“Minato-sensei. Le mie congratulazioni” dissi inchinandomi leggermente, e facendo un cenno di saluto anche a Kushina, mentre Inazuma con le sue due amiche erano rimaste lì vicino un po' stupite, dato che mi avevano seguito anche Genma e Raido.
“Grazie ragazzo, è tutto il giorno che non ti vedo... che fine avevi fatto?”
“Pensavo che oggi avresti avuto sin troppe mani da stringere, sensei”
“Ahah! In effetti hai ragione” disse ridacchiando.
“Ehi Kakashi! Tu sei stato ad Uzushi giusto il mese scorso no? Hai conosciuto la mia cuginetta?” mi chiese Kushina che stava scoppiando di felicità per la situazione.
Come no.
“Si, ho avuto il piacere” risposi pacatamente.
“Ehi, albino! Quanto entusiasmo! Sei già tornato in modalità ghiacciolo?” mi chiese lei con un ampio sorriso.
“Oh, giusto... sono felice di vederla principessina di Uzushi... o forse dovrei essere più stupito di vederti indossare un kimono?” gli chiesi senza saper evitare di rispondere con naturalezza alla sua allegra provocazione, o senza trattenerne il sorriso in risposta.
Minato rimase così stravolto dalla mia risposta che quasi gli andò di traverso l'aperitivo che stava sorseggiando.
“Quindi voi due... vi conoscete?” chiese Kushina.
Annuii “è stata il nostro... anfitrione a Uzushi”
“Piuttosto... come mai siete qui?” chiese Genma, che aveva salutato Yuki con malcelata gioia, mentre Raido aveva galantemente salutato tutti, anche se non me n'ero quasi accorto per il mio stupore di vedere Inazuma.
“La zietta ha deciso che devo imparare anche ad esercitare la diplomazia per essere una buona Tsunamikage... fortuna che ho preso un po' più da mia mamma che non da lei in pazienza... senza offesa Kushina..” disse lei, ma la donna rise tranquillamente.
Era troppo felice per prendersela per una simile sciocchezza.
“Mi avevi accennato ad un gruppo abile di Kunoichi che avevate supportato... non credevo fossero loro” intervenne Minato.
Inazuma sorrise lievemente “Oh, beh. Bisogna ammettere che senza l'aiuto della vostra squadra non so se avremmo ottenuto tanto risultati in così breve tempo. Sopratutto l'intervento di Kakashi nello smascherare Haruta -viscido vecchio- è stato provvidenziale” disse lodandomi.
 

“Ci sareste arrivati prima o poi. E devo ammettere che il viaggio valeva la pena, fosse solo per vedere come hai preso a calci quel dannato Kushimaru” gli risposi, ben sapendo che comunque se fossero venuti a sapere che era stata lei a sconfiggere uno spadaccino della nebbia avrebbe comunque favorito alla sua causa come politica verso Uzushi.
“Sei... sei stata tu a uccidere lo spadaccino? Beh cuginetta, non c'è che dire... ne hai fatta di strada!” le disse Kushina.
Minato sembrò sul punto di dire qualcosa ma fu distratto da qualcuno che gli si avvicinò per dire qualcosa.
Dato che le formalità erano già state concluse, le due ragazze si allontanarono di qualche passo da lei, in compagnia dei miei due compagni di team.
“Allora... ti hanno accompagnato solo loro?” le domandai, tanto per fare conversazione.
“Già... potresti sempre farmi da cavaliere per questa sera no?” mi disse lei con un mezzo sorriso. “Quanto meno mi risparmierei la noia di stringere altre ventimila mani e declinare altrettante offerte per questo o quel ballo o quant'altro”
In effetti, ora che erano arrivati i componenti dell'orchestra erano in molti quelli che danzavano nella pista da ballo.
“Temo che stai chiedendo alla persona sbagliata...” dissi io, non ero certo tipo da danza e galanteria! “...è Raido quello con la parte del galantuomo”
Lei sbuffò “Raido è già impegnato con Nacchan -nessuna sorpresa sin qui- e non provare a defilarti. Hai un debito con me che intendo sfruttare” mi disse con un sorrisetto “E non mi dire che non sei capace ad aggiustarti” abbassò la voce “Poi ho scoperto che lo sharingan è molto utile per queste faccende. Ho imparato a danzare in due giorni e mi sono avanzata una ventina di lezioni”
Non potei non scoppiare a ridere. “Solo tu potevi pensare di usare lo sharingan così” le risposi a bassa voce.
Dio solo sapeva perché riuscissi ad essere così spontaneo con lei.
“Allora?” mi chiese.
“Uff... ce la fai a non pestarmi i piedi principessina?”
Lei mi tirò una ciocca a mo' di punizione con una smorfietta “Guarda che sono io che dovrei chiedertelo caso mai, non il contrario. E se dovesse succedere è solo perché il kimono mi ingessa tanto che mi sento paralizzata”
Soffocando una risata l'accompagnai.
Mi parve di cogliere un occhiata stranita e forse un po' divertita di Minato.

La serata passò assai più agevolmente di quanto non avessi pensato, e dovevo ammettere che per quanto lei dicesse di sentirsi innaturale dentro quei panni, l'abito gli donava.
Non era altissima, ma l'abito valorizzava la sua corporatura minuta, avvolgendola con la stoffa verde smeraldo, mentre due draghi ricamati d'oro le si stringevano a spirali intorno le maniche, mentre una fascia rossa, s'intonava con il ricamo sulla schiena del vortice simbolo degli Uzumaki, e con i capelli, raccolti in una stretta acconciatura sulla sommità del capo.
“Sai, in questo... tempo mi è tornato in mente un ricordo”
“Davvero?”
“Già”
“Quale?” le domandai incuriosito.
“Io e te ci siamo già conosciuti”
Sbattei le palpebre confuso.

 

  
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