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Autore: Koa__    29/09/2014    7 recensioni
Lestrade, dopo il matrimonio di John e Mary, raggiunge Mycroft a Pall Mall. Lo trova seduto di fronte al camino, ma invece che accoglierlo con baci e parole gentili, se ne sta zitto tanto da sembrare pensieroso. E in un lampo, Greg comprende che il suo geniale compagno è terribilmente geloso all'idea che possa aver ballato qualcuno che non sia lui.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lestrade, Mycroft Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Balla (solo) con me
 




 
Di tutta quella boriosa prevedibilità della quale è intrisa la tua esistenza e in cui, per tua sventura, ti barcameni tutti i giorni, Gregory Lestrade è la sola cosa buona che ti sia capitata. A parte Sherlock, che però è un discorso a sé che non ti va di affrontare in questo momento. Oltretutto, il tuo caro fratellino te lo sei ritrovato tra i piedi a un certo punto della tua infanzia e da allora non te ne sei mai più liberato, ma quel detective… oh, lui è stato un imprevisto piacevole tra un impegno col primo ministro e una colazione a Buckingham Palace. E quando hai capito che come contrattempo era anche eccitante, hai scelto di trovarti per pura coincidenza piuttosto spesso lungo il suo tragitto quotidiano. Di principio lo consideravi poco più di un divertimento in quella grigia vita nella quale ti barcameni con studiata nonchalance, ma con il tempo hai capito che eri rimasto invischiato in qualcosa di molto più serio. Una sottile rete di sentimenti dalla quale non sei più stato in grado di districarti e dove ora ti crogioli. A piacerti non è soltanto il suo adorabile modo di essere stropicciato e sbadato e neppure la ruvida dolcezza che si porta addosso, che tiene ben nascosta sotto a un modo di fare deciso; no, quel che ami è ben altro. Tanti piccoli dettagli che di lui ti hanno attratto e che oggi adori più che mai. Gregory, o Greg come ti piace chiamarlo mentre siete in intimità, è una persona limpida. E in quel tuo mondo fatto di segreti, maschere e bugie, la sua sincerità spesso così brutale è una boccata d’aria fresca. E sì, siete due persone tanto diverse da sembrare incompatibili. Ama fare cose banali come guardare partite di calcio alla televisione, bere birra e i suoi gusti culinari lasciano fortemente a desiderare, però ti piace. Oh, ti piace così tanto. È la sola persona in grado di tenerti testa senza innervosirti. L’unico che invece di farti arrabbiare ti diverte.

Innamorato? Non sei mai stato in grado di dire se fosse la parola esatta per descrivere il vostro rapporto, però è quella che ha utilizzato lui quando ti ha confessato di esserlo nei tuoi confronti.

«Sono innamorato di te, Mycroft Holmes» ha detto.

Costantemente, invece, è l’avverbio che hai aggiunto tu alla frase: «Mi preoccupo per te» che gli hai mormorato in risposta. Di quell’assurda conversazione ricordi il suo non capire, hai ben impresso nella memoria il sincero stupore che aveva dipinto tra i toni ingrigiti del viso, forse accompagnata anche da un’ombra di paura. Il timore di non essere ricambiato l’ha dominato in quei frangenti. Ha impiegato diversi istanti prima di comprendere il significato delle tue parole, ciò che avevi amabilmente nascosto dietro i consueti tuoi termini altisonanti e lo sguardo freddo, era che anche tu lo adoravi. E lui, alla fine, lo aveva capito. E, cielo, quel sorriso aperto e bellissimo che ti aveva regalato immediatamente dopo, non te lo scorderai mai più.
 

Ti distrai dai profondi pensieri che t’hanno colto soltanto dopo l’orologio batte la mezzanotte ed è lì, nell’eco del rintocco della pendola, che ti rendi spiacevolmente conto che non è ancora rientrato dalla festa di matrimonio del dottor Watson. Ti manca, pensi lasciandoti cadere in un tenue sconforto riempiendoti con un paio di dita di Sherry, il bicchierino recuperato dalla credenza del salottino. Quello stesso matrimonio a cui tu non sei andato, perché eri più che sicuro che non saresti stato gradito. Lo stesso lietissimo evento che, inspiegabilmente, sta occupando anche la vita di Gregory Lestrade. Per una qualche fastidiosa ragione legata a tuo fratello, infatti, il tuo detective non lo vedi ormai da due lunghissimi giorni. La sua assenza sta iniziando a pesare e a renderti nervoso. Ti impedisce di lavorare o anche semplicemente di concentrarti per risolvere un problema di poco conto. Anche in questa notte che è calma, in apparenza. File e cartellette giacciono ben riposte sulla scrivania e sembrano aspettarti, ma tu ignori tutto. Ogni più piccola fibra di te stesso ha deciso d’incanalarsi in un’unica direzione: Gregory Lestrade ed è lui che hai nella mente, nel cuore, ti scorre nelle vene e non se ne va via tanto facilmente dai tuoi pensieri. Ed è per questo che invece di lavorare hai preferito metterti in pantofole e aspettarlo, tornerà ed è soltanto questione di tempo. Oltretutto, sedere in poltrona, di fronte al camino acceso e con quel poco di alcol in corpo, non è poi così spiacevole.
 

Si può dire che il tuo animo sia nero quanto i ciocchi di legno divenuti carbone che ti ritrovi a fissare con particolare insistenza. Non è insolito per te lasciarti andare all’indolenza, ma sembra che tu sia particolarmente letargico questa notte. Ed è soltanto dopo che senti le chiavi girare nella toppa della porta all’ingresso, che ti risvegli. Non può essere nessun altro. Non la servitù, licenziata da ore e nemmeno tuo fratello che a quest’ora dev’essere in uno dei suoi rifugi a piangersi addosso, dovrai pensare anche a lui in effetti, ma domani. Domattina sarai un perfetto fratello pronto a fargli capire che il dottore che si sposa non è la fine del mondo, ma ora... ora sei tutto per lui. Lui che si fa attendere in questo passo lento e cadenzato dalla stanchezza, lui nel profumo che già c’è nell’aria e che sai appartenergli. Lui che non appena compare corridoio, subito fa nascere in te strani moti di felicità. Un sorriso nasce spontaneo tra quei grovigli di pensieri che hai ormai abbandonato e che ti increspano la fronte. Niente conta più, adesso che è tornato. E ti si spezza il fiato da quanto è bello, vorresti abbracciarlo e baciarlo. Ma non fai nulla di tutto questo e più semplicemente rimani fermo dove stai, perché guardarlo è il più sordido dei piaceri. Nonostante sia avvolto dalla penombra riesci comunque a scorgerne i lineamenti e a vedere un ghigno farsi largo sotto un accenno di barba. Mai lo ammetterai, ma ti piace da impazzire quando è in simili condizioni di trasandatezza. Specialmente le volte in cui resta lontano da te per giorni e poi ti ritorna lì così, con addosso quell’aria da cattivo ragazzo che ti fa girar la testa.

«Hai ballato a sufficienza?» domandi, lasciando trapelare in quel gesto apparentemente annoiato della mano che rotea a mezz’aria, una punta di gelosia che non gli sfugge. Dovrebbe già essere ai tuoi piedi con l’intenzione di venerarti, così come il tuo lato perennemente insicuro amerebbe, eppure non accenna a salutarti e se ne rimane appoggiato allo stipite della porta a braccia conserte. A far niente tranne che fissarti a sua volta. Ti scruta e lo fa con quegli occhi grandi e tanto severi, che hai quasi l’impressione di esser stato eccessivamente rude nei modi di fare. Sai di doverti mostrare più controllato, ma quando c’è lui tutto diventa relativo e finisci con l’agire d’istinto. Gli concedi soltanto una rapida occhiata, una di quelle eloquenti che distribuisci a tutti e in cui ostenti sufficienza e noia. Sa che solitamente avresti da rimproverarlo per quanto è malvestito, eppure non lo fai neanche notare perché sei consapevole di adorare la maniera in cui è conciato. Dalla cravatta slacciata ai bottoni della camicia allentati e, oddio, ami persino i suoi capelli spettinati!
«A dire la verità, sì» risponde, attimi minuti di silenzio trascorsi a osservarti.
«Mi auguro che la signorina Hooper sia stata una degna ballerina.»
«Geloso?» ribatte prontamente Gregory, con aria sagace. «Sai, Mycroft, non è bello essere single a un matrimonio» aggiunge poco più tardi.
«Tu non sei single» fai notare, sprezzante mentre ti decidi a posare, con fare fintamente distratto, il bicchiere sul tavolino. Lui non si premura nemmeno di risponderti, ti afferra un polso e ti costringe ad alzarti dalla poltrona, tanto che in poco meno di un battito di ciglia ti ritrovi stretto tra le sue braccia. E lì ti ci abbandoni appena, ma senza farti troppo vedere. Gregory è bello e forte e basterebbe solo questo a farti capitolare ma adesso, più di tutto, è il suo odore a darti alla testa. È un profumo intenso, avvolgente, ammaliante e lui è così meraviglioso che ti rendi conto tu stesso di non voler altro che sentire la sua bocca sulla tua.

«Sei geloso» mormora, mordicchiandoti appena il labbro inferiore. Tu ti volti verso la porta con l’intenzione di andartene non sai dove, ma la presa che ha sulla tua vita è ferrea e pare non volerti abbandonare. Chiudi gli occhi e respiri lento, ti imponi una calma che non arriva mente tenti, disperatamente, di non farti vedere vulnerabile. Che ne penserebbe di te se ti vedesse tremare come una ragazzina? Sei Mycroft Holmes, dannazione e non puoi permettere che si veda troppo di te.
«Ammettilo, sei geloso» ringhia di nuovo e questa volta lo fa con voce ancor più bassa e torturandoti il lobo dell’orecchio, che prende a baciare. E non lo sai ma appena pronuncia quella provocazione, tu già sei perduto. Perché non puoi resistere oltre e nel profondo neppure lo vuoi. Un giorno o l’altro dovrà vedere anche il peggio di te e anche se la sola idea ti terrorizza, sei sicuro di non aver altra scelta. Se non ti deciderai a mostrargli la parte peggiore di te, finirai col perderlo perché capirà che gli stai mentendo e si sentirà messo da parte. E tu questo non lo vuoi. E quindi fallo, proprio qui e in questo momento. Fallo e basta. Senza pensarci troppo.
«Ma certo che lo sono» sibili e sei duro, gelido nei toni, ma con una rabbia e una passione celata appena dallo sguardo che non può non mutare fino a divenire un bacio irruento e famelico.
«Sì, sono geloso. Perché tu devi ballare con me. Solo con me.»
Quando poco dopo Gregory sorride, a dominarti è la vaghissima impressione che ti abbia abilmente raggirato e tutto per farti ammettere che eri geloso. Dev’essere importate per lui questo dettaglio, e dal modo in cui sogghigna deve aver ottenuto una piccola vittoria nella vostra movimentata relazione. Tuttavia non riesci a formulare altri pensieri coerenti, nonostante tu faccia di tutto per ricordatene. Quando lui inizia a spogliarsi e a spogliarti, poi, il cervello ti si annebbia in maniera definitiva. Certo non è semplice per un uomo come te lasciarsi andare, ma mentre gli permetti di divorarti con quei baci focosi e il suo tocco vibrante ma gentile, capisci che lui è l’uomo giusto con cui farlo. E che forse ti giudicherà e hai paura per questo, ma se lui ha ragione, allora amare significa anche assumersi dei rischi.


«Gregory?»
«Mh?»
«Ti amo.»
 
 



Fine



 
Note: Questa storia è stata rieditata e in piccolissima parte rivista nel marzo del 2019, per il contest indetto da setsy sul forum di Efp: “Ti odio tanto che potrei morirne – edite e inedite”.
Grazie a tutti per aver letto fino a qui.
Koa
   
 
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