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Autore: Urahara_Kisuke    29/09/2014    5 recensioni
Non sempre tutto è come sembra... un caso nè può nascondere un altro, che costringerà il nostro eroe ad uscire allo scoperto...
Genere: Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heiji Hattori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 35 – LA RANA E IL BUE


Gin era attonito. Guardava quello che era stato il lavoro di una vita distrutto. Quell’arma, che tanto aveva desiderato per poter finalmente dominare il mondo era inservibile. Anni di ricerche andati distrutti in pochissimi secondi, quelli in cui si era distratto, convinto di aver ormai avuto la meglio. Quegli istanti in cui Conan si era ripreso, aveva riattivato la sua tuta potenziata e le sue scarpe, e aveva colpito col pallone speciale costruito appositamente dal professor Agasa la console di comando.

Un urlo squarciò l’aria, facendo accapponare la pelle a tutti i presenti.

Gin:” NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!”
Conan:” Credo che il tuo piano di conquista dovrà essere rimandato… almeno fino a che non trovi qualche altro pazzo pronto ad assecondarti… e non trovi altri scagnozzi disposti a seguirti…sai ultimamente gira voce che a lavorare per te ci si stanchi parecchio…da morire…”

Gin guardò Conan dritto negli occhi. La disperazione e la frustrazione lo stavano abbandonando. C’era qualcosa di diverso ora nel suo sguardo. Era come scattata una scintilla. La pazzia ora stava per trovare una nuova compagna. Era rabbia, rabbia camuffata da vendetta.

Gin:” La pagherai cara.. pensavo di eliminarti per ultimo… ma cambierò il mio programma.. sarà un piacere far fuori per primo proprio te…sei stato il mio unico errore… se ti avessi eliminato subito senza usare l’APTX4869 ora non saresti vivo… e non mi avresti messo i bastoni tra le ruote per tutto questo tempo… il karma ha deciso che dovrà finire tutto qui ed ora… esattamente come è iniziato tanto tempo fa…”
Conan:” Non fare tanto il melodrammatico… e non metterti in bocca tutti questi paroloni… fato e destino sono solo parole dette da uomini insignificanti… sono gli uomini a decidere il proprio percorso… nel bene e nel male…a noi due!!”

La cima della torre di Tokyo era ora avvolta da un silenzio surreale. Anche il vento pareva essersi fermato; forse anche lui era in ansia per quello che stava per accadere . I due sfidanti erano uno di fronte l’altro. Una decina di metri li separava. Si fissavano negli occhi, entrambi pronti a cogliere un momento d’esitazione nello sguardo dell’altro.

Fu Gin a prendere l’iniziativa. Con un balzo fu su Conan, che in tutta risposta scivolò in avanti, passando tra le gambe dell'uomo in nero. Il capo dell'organizzazione si voltò di colpo, brandendo un coltello con la mano destra e mirando alla gola del giovane detective. In tutta risposta, Shinichi indurì il muscolo del braccio destro e strinse i denti in attesa dell’impatto. La lama del coltello si spezzò.

Gin:” Come diavolo è possibile??”
Conan:” Questa tuta è l’invenzione migliore che quel grassone abbiamo realizzato! Risponde anche agli stimoli muscolari. Se indurisco un muscolo, di riflesso si indurisce la tuta… è geniale!!”
Gin:” Pazienza… vorrà dire che tornerò alle vecchie maniere…”

Non riuscì a finire la frase. Conan fece un piroetta su sè stesso e lo colpì con un calcio in faccia, girandogli il collo.
Si udì un crack distinto. Il collo si era spezzato. Gin cadde a terra inerme.

Conan:” Ti facevo più resistente..”

Conan diede le spalle a Gin e si diresse verso l’altare.

Uno sparo riecheggiò nell’aria, e Conan fu colto da un improvviso dolore alla spalla sinistra. Un proiettile lo aveva colpito di striscio. Urlò per il dolore e balzò di lato, mettendosi al riparo dietro al motore di un grosso impianto di condizionamento.

Conan:” Non ci voglio credere…”

Conan si affacciò dal suo nascondiglio. Vide Gin di nuovo in piedi, con una pistola in mano. Non aveva idea di dove se la fosse procurata. Il capo dell’organizzazione si afferrò il collo con le mani, e lo ruotò fino a farlo tornare normale.

Conan osservò quella scena inorridito. C’era qualcosa che non andava. Come era possibile?? Aveva sentito distintamente il suono del collo che si spezzava. Era impossibile sopravvivere ad una ferita simile. E allora come aveva fatto Gin a rialzarsi in piedi?? Iniziava a pensare davvero di avere a che fare con un essere sovrannaturale.

Gin:” Ti vedo sorpreso detective da quattro soldi… come puoi notare sono immortale… non importa cosa mi facciate… io non morirò mai!!! MAI!!!! AHAHAHAHAHAH...”

Doveva riflettere. Ci doveva essere una spiegazione. Cosa aveva fatto Gin fino a quel momento? Ai gli aveva riferito che aveva lottato con Akai, che Shuichi gli aveva spezzato il braccio destro e lo aveva praticamente sopraffatto. Gli aveva dato le spalle, e in tutta risposta si era preso un coltellata. Poi era stato Hattori a esser preso di mira dal capo dell’organizzazione, che con un paio di colpi lo aveva reso innocuo.

Un momento. Cosa aveva detto Ai?? Akai gli aveva spezzato il braccio destro. E allora come era possibile che nell’affrontarlo Gin aveva tentato di ferirlo con il coltello impugnandolo con la mano destra?
Come se non bastasse c’era stato il calcio in faccia che gli doveva aver spezzato il collo. Ma quel mostro non era morto.

Doveva esserci dell’altro. Doveva guadagnare tempo. Estrasse dalla tasca un paio di dadi, e quello che all’apparenza sembrava un pacchetto di caramelle gommose in un piccola confezione a forma di cilindro.

Gin:” E’ inutile che ti nascondi… abbi il coraggio di mostrarti… altrimenti saranno altri a pagare… chi sarà la prima a morire? La tua bella?? Oppure il tuo amico scuretto??”

A quelle parole Gin colse un movimento alla sua sinistra. Si girò e con la coda dell’occhio vide Kudo nascondersi dietro un grosso tubo metallico.

Gin:” Ti ho visto!! Ormai sei in trappola!!”

Gin corse verso il nascondiglio, saltò il tubo e puntò la sua arma contro quell’angolo buio. Ma non trovò il giovane detective. Al suo posto trovò un piccolo dado che emanò un bagliore accecante.

Gin:” MA COSA…..”
Conan:” Bene ora!!”

Conan tirò fuori una delle caramelle dalla confezione. Non appena toccò il suolo, si ingrandì fino a raggiungere le dimensioni di un pallone da calcio.

Conan:” Prendi questo!!”

Conan calciò con tutta la forza di cui disponeva la sfera contro Gin, che in quel momento era ancora accecato. Colpì in pieno il ginocchio sinistro, e anche questa volta si udì distintamente il crack della rotula che andava in frantumi.

Gin:” Arghhh che male!!!!”

Conan corse nuovamente a nascondersi dietro il grosso motore dell’impianto di areazione e osservò nuovamente il suo avversario. Questi si prese con entrambe le mani il ginocchio rotto, e se lo raddrizzò, esattamente come aveva fatto con il collo.

Conan:” Deve essere un incubo… oppure sono ancora gli effetti della mia paralisi precedente… deve avere qualche effetto di tipo psicotropo….”

A quel pensiero scattò una molla nella mente di Shinichi… possibile mai che… certo aveva un senso… non restava che provare…
Gin nel frattempo stava di nuovo cercando il suo avversario, finché non lo vide comparire esattamente di fronte a sé, con le mani in alto.

Gin:” Hai finalmente capito chi è il più forte tra noi due… sei intelligente dopotutto… vorrà dire che la tua fine sarà rapida e indolore…”
Conan:” Mi arrendo… di fronte alla tua forza non posso fare nulla…”

Mentre Conan pronunciava queste parole, Gin colse nuovamente un movimento alle sue spalle.

Gin:” Ancora con il trucco dell’ologramma… chi vuoi fregare… so benissimo che quello che ho davanti con le mani alzate è solo un altro stupido specchietto per le allodole!!”

Girandosi di scatto Gin fece fuoco verso l’origine di quel movimento. Sparò ma quello che colpì fu solo un ologramma di Shinichi che faceva la linguaccia a Gin.

Conan:” Sei un povero illuso se speri che usi due volte lo stesso trucchetto… spiacente stavolta sono io quello vero!!”

Conan rapidamente fece cadere a terra tutte le caramelle dal pacchetto, che divennero palloni da calcio, e iniziò a calciarli in rapida successione verso Gin. I palloni fecero tutti centro, colpendo Gin alle caviglie, alle ginocchia, alle spalle, al collo al petto. Si udirono distintamente i suoni di diverse ossa che andavano in frantumi. Il capo del cane nero cadde a terra. Il suo corpo ora giaceva a terra in una posizione innaturale, un gomito, un ginocchio e un piede erano persino girati al contrario.

Gin:” Non hai ancora capito che è tutto inutile… sei noioso.. ora mi rialzo e..”

Ma non completò quella frase. Si stava sforzando di rialzarsi, ma le gambe e le braccia non rispondevano.

Gin:” Cosa diavolo sta succedendo..”
Conan:” Non hai mai letto Esopo, vero Gin??”
Gin:” Cosa vai farneticando stupido bamboccio?? Per chi mi hai preso??”
Conan:” Hai fatto un errore davvero banale… perfino un bambino avrebbe capito come sopraffarti.. permetti che ti dia una spiegazione… Esopo era uno scrittore di favole del VI secolo a.C..

Tra le sue favole ce ne è una che si intitola la Rana e il Bue… permettimi di illustrartela:
 
CITAZIONE
“In un prato una rana notò il bue. Presa da invidia per una mole così grande decise di diventare come lui.
Gonfiò più che poté la pelle rugosa, poi chiese ai suoi piccoli se fosse diventata più grossa del bue.
Ma quelli risposero: “ No di certo. Il bue è più grande!”
Di nuovo tese la pelle e con uno sforzo ancora più grande si gonfiò tutta. Poi chiese ancora chi fosse più grande.
E i figli in coro: “ E’ ancora il bue!”
Piena di rabbia volle gonfiarsi ancora di più: ma per lo sforzo rimase a terra con il corpo scoppiato.”

Gin:” E questo cosa c’entra con me??”
Conan:” Inizialmente non capivo come facessi a sopravvivere a tutti quei colpi che avevi subito… alcuni erano stati persino mortali… sembrava che ti rigenerassi perfino.. e suppongo che sia proprio così.. nei laboratori dove ha lavorato anche Haibara, se avevate trovato un farmaco che non faceva invecchiare ed uno che faceva tornare bambini, non era poi tanto impensabile che ne poteste produrre uno che permetteva di rigenerarsi. Ed esattamente quello che hai assunto poco prima di battere Akai… quella pillola oltre a liberare la tua seconda personalità, ti permette di rigenerare i tuoi tessuti. Non importa quanto gravi fossero le lesioni. In pochi secondi eri in grado di rigenerarli. Le urla quando venivi colpito erano vere; da ciò ho dedotto che nel momento in cui venivi colpito provavi dolore, ma poi scattava qualcosa a livello neurale. Il dolore spariva e i tessuti si rigeneravano. Capito il meccanismo, mi è venuta in mente questa favoletta. Tu sei la rana, il tuo ego, la tua sicurezza, il tuo voler essere un dio il bue. Eri convinto di essere invincibile. Ma il limite del farmaco è la tua natura umana. Per quanto tu possa rigenerarti, esiste un limite, dettato dal fatto che comunque sei un essere umano. Ti ho colpito a ripetizione per portarti al punto di non ritorno. Ora il tuo corpo è talmente ferito e malridotto che il farmaco non riesce contemporaneamente a guarirti e a non farti provare dolore. Di conseguenza nel cercare di portare a compimento quello per cui è stato progettato e per non farti provare dolore, il tuo sistema nervoso ha scelto di assecondare solo ciò che gli dice di fare il farmaco… è concentrato nel non farti provare dolore… e nel fare questo, ignora tutti i compiti che gli sono propri, provocandoti una lenta paralisi di tutti i tuoi muscoli volontari e non. Sai cosa significa??”
Gin:” Non è vero.. ANF ANF… io… non…”
Conan:” Mi dispiace… dopotutto per quanto mostruoso tu sia resti un uomo… il tuo desiderio di trascendere, di diventare potente, di dominare il mondo ti ha portato alla fine… ti ha portato a esplodere per sembrare più grande di ciò che in realtà sei…. Alla fine sei solo una povera rana che voleva sembrare più grande di quello che era, e per fare questo è morta…”
Gin:” AAaarg …..aaa COff…”
Conan:”Addio povero pazzo..”

Gin alzò lo sguardo al cielo. Gli occhi divennero bianchi. Non respirava più. Era morto. Conan lo guardò per un po’… non riusciva a capire quello che provava nei confronti di quel pazzo. Al senso di liberazione si mescolava un’altra sensazione. Forse era pena. Già.. provava pena per quella persona. Chissà se avesse mai saputo cosa significava la felicità, avvolto come era nelle tenebre più nere.
 

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