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Autore: check_for_double_meanings    30/09/2014    2 recensioni
-Abel mise i palmi sul suo petto, cercando di allontanarlo per scappare dal bastardo tentatore, quando sentì la presa attorno alla vita farsi più stretta e i suoi palmi premere maggiormente sul petto. "Principessa, dove credi di scappare? Prima dammi un bacio."-
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Abel, Cain
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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as husband and wife 


"Abel! Abel! Cazzo, Abel! Vieni subito qui!" Blaterando con ancora lo spazzolino in bocca, Cain vagava come un anima in pena senza meta infuriato per tutta la camera da letto, con i pantaloni slacciati e i capelli ancora umidi di doccia. 

Abel fece la sua comparsa nella camera da letto visibilmente scocciato, ma quando vide che Cain non era ancora pronto il tono della sua voce si fece più acuto e le sue guance più rosse dalla rabbia. 

"Cain, ma devi ancora prepararti! Siamo in un ritardo assurdo e tu non sei ancora vestito!"

Cain fece per rispondere ma lo spazzolino e la voluminosa schiuma del dentifricio gli impossibilitavano la parola. 

Dopo una breve sosta al lavandino Cain tornò più furioso di prima, ma con un piacevole profumo di menta proveniente dalla bocca. 

Abel nel frattempo si era seduto sul letto e picchiettava freneticamente le dita sull'orologio che aveva al polso. 

Alzò la testa e vide Cain con un'espressione si infuriata, ma al tempo stesso un po' frustrata. Sorrise e inclinò leggermente la testa, sospirando e chiedendogli quale fosse la causa dei suoi turbamenti.

Cain rispose scazzato come al solito.

"Non ho idea di dove tu abbia messo la mia camicia e i miei calzini. Perché devi sempre mettere via tutto? Poi io non trovo niente e tu te la prendi con me perché facciamo ritardo."

Abel si alzò con una faccia assolutamente contrariata e indiscutibilmente offesa, la bocca spalancata e le sopracciglia alzate al massimo concepito. Spostò il peso su una gamba e incrociò le braccia al petto. Increspò le labbra e scosse appena la testa, gesticolando come un italiano.

"Dunque è colpa mia. Certo, è sempre colpa mia. Colpa mia se non trovi nemmeno la tua testa e non tieni le tue cose a posto. Devo sempre farti da governante! Sei impossibile."

Cain distolse lo sguardo infastidito, e dopo un breve vagabondare l'occhio gli cadde sulla cerniera aperta dei pantaloni scuri di Abel. Sorrise sornione, con quell'aria da arrogante che metteva Abel in crisi, da qualche parte a metà tra 'fottiti' e 'fottimi'. Prese il fondoschiena di Abel per avvicinarlo a sè, con l'altra mano la zip, che era abbassata, e la chiuse con un unico movimento rapido. Abel, con la braccia lasciate molli dietro la schiena e  gli occhi liquidi fissi in quelli di Cain, si ritrovò immobile e con la testa svuotata. Deglutì a vuoto e parlò con un filo di voce. "Li ho messi sul primo ripiano del guardaroba." 

Cain fece scivolare le mani staccandole dal suo corpo, voltandosi e sentendo Abel espirare forte. Ma davvero gli bastava così poco? 

Sul primo ripiano del guardaroba, come per magia, erano comparsi i calzini e la camicia di Cain, che con un verso stizzito li prese ed iniziò ad indossarli. Prese anche giacca e quello stupido farfallino e tornò in bagno, dove davanti allo specchio si sentiva una sorta di fenomeno. Si metteva il profumo mentre si sitemava i capelli mentre si rifiniva le sopracciglia e provava ad annodare lo stupido farfallino. Non aveva la minima idea di come si facesse, nonostante Abel glielo avesse spiegato tante, tantissime volte. Era che una volta fatto il primo giro non si creava lo spazio per poter far passare la prima estremità e a quel punto la seconda rimaneva sciolta e "Cosa mi tocca fare.."

"Ti vuoi dare una mossa? Non so quanto Cook o Bering saranno felici di vederci arrivare in ritardo come al solito. Se lo champagne è già finito quando arriviamo passerai un brutto quarto d'ora." 

Abel faceva avanti e indietro per la camera da letto e farfugliava imprecazioni ravviandosi i capelli in continuazione. Cain entrò e tendendo un braccio fermò la sua marcia, prendendogli l'avambraccio e costringendolo a posizionarsi di fronte a lui. Abel era tremendamente irritato, ma non poteva negare che le mani di Cain sul suo corpo lo facessero fremere. 

"Mi daresti una mano?" chiese con voce bassa, mentre lasciava scivolare un braccio attorno alla sua vita. Con mani tremanti Abel prese i due estremi del laccio di stoffa che stava attorno al collo di Cain e iniziò ad annodarlo. Cain gli carezzava la schiena e gli sorrideva, con quell'aria provocante che se non fossero stati in un simile ritardo lo avrebbe fatto inginocchiare e pregarlo di farlo suo subito su quel pavimento, ma voleva mantenere un minimo di dignità. 

"Imparerai mai ad allacciare questo affare da solo?" chiese una volta finito, con una punta di rimprovero nella voce. Cain si avvicinò con il viso alla sua guancia e ci strofinò delicatamente il naso, facendolo avvampare. "E perché mai, se ci sei tu?" 

Abel mise i palmi sul suo petto, cercando di allontanarlo per scappare dal bastardo tentatore, quando sentì la presa attorno alla vita farsi più stretta e i suoi palmi premere maggiormente sul petto. "Principessa, dove credi di scappare? Prima dammi un bacio." 

Abel arrossì più di quanto non fosse già riuscito a fare, ma sorrise. Si alzò sulle punte e inclinò leggermente la testa, avvicinandosi sempre di più al viso di Cain, sorridendo con gli occhi socchiusi, ma quando era ad un soffio dalle sue labbra vide il suo orologio e si staccò, constatando che oramai il ritardo era sicuro. "È tardissimo, dobbiamo muoverci." disse mentre si dirigeva frettolosamente alla porta. Cain rise sommessamente dietro di lui, e quando fu abbastanza vicino gli diede una pacca sul fondoschiena, avvicinandosi al suo orecchio e sussurandogli "Spero che lo champagne sia finito, così dopo avremo il nostro quarto d'ora." poco prima di scoppiare a ridere.

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