Come al solito è seduto sul divano nel salone con una cuffia, la penna e il foglio in mano a scrivere canzoni. Io sono in cucina e mi stavo annoiando a morte.
“Sugaaaa” dico io dalla cucina guardandolo dalla sedia.
Nulla. Il suo viso era concentrato su quel pezzo di carta e la mano non smetteva di scrivere.
Era più importante scrivere canzoni che dare retta a me?
“Sugaaar” gli dico prendendolo in giro.
Sugar in inglese significa zucchero e al suo nome bastava aggiungere la r per dire Sugar. Mi divertivo a prenderlo in giro.
Si ferma di colpo fermando la musica al telefono, si leva la cuffia si aggiusta il cappello che copre i suoi capelli rossi, e mi guarda.
Quei piccoli occhi erano rivolti a me finalmente dopo averlo chiamato Sugar.
“Lo sai che non mi piace essere chiamato Sugar” dice serio accavallando una gamba e incrociando le braccia.
Quanto era bugiardo, lo vidi ridere a crepapelle quando gli altri del gruppo lo prendevano in giro per questo fatto.
Io e Suga stavamo insieme da quasi due mesi.
“E quindi?” dissi io con aria divertita facendogli la linguaccia. Lo vedo che si alza e mi guarda puntandomi il dito contro.
“Non azzardarti a muoverti che vengo e ti prendo!” mi dice lui serio e appena vedo che inizia a camminare lentamente verso di me mi alzo.
“Devi prima prendermi” gli dico iniziando a correre per tutta la casa.
Inizio a ridere, perché ogni tanto inciampava tra le robe che i suoi compagni lasciavano in mezzo alla casa, tanto era preso a rincorrermi.
Purtroppo mi intrappola in camera dopo una lunga corsa e il fiatone che non ci lascia.
Sono davanti al letto e sento il fiatone di Suga sul cornicione della porta.
Mi giro respirando affannosamente e lo vedo appoggiato con il braccio al cornicione della porta con il fiatone che mi sorride malizioso. Si avvicina a me e mi guarda.
“Volevi distrarmi eh?” mi dice lui sorridendomi.
Inizia a farmi il solletico, e io sono mooolto svantaggiata perché soffrivo praticamente dappertutto il solletico.
“Ahhahahahahahah sme..tti…la…hhahaha” cerco di dirgli ma praticamente per quanto ridevo e mi contorcevo siamo caduti sul letto e mi ha continuato a fare il solletico.
Mi giravo da una parte all’altra e avevo le mascelle e gli addominali che mi facevano malissimo.
“Ba..sta…” gli dico tra una risata all’altra. Le sue mani mi facevano principalmente il solletico sui fianchi.
A un certo punto per sbaglio gli tiro un calcio e smette di farmi il solletico.
Così apro gli occhi e lo vedo con il volto abbassato e le mani intorno ai fianchi.
“Suga???” gli chiedo spaventata.
Avevo sentito di avergli dato un colpo con la gamba.
Alza lo sguardo e vedo che mi sorride e subito si fionda con le mani sul letto affianco alla mia testa e siamo faccia a faccia.
“Ti eri spaventata eh?” mi dice lui guardandomi con uno di quei sguardi che ti pietrificano, ti attira e per quanto tu lo voglia raggiungere non ci riesci perché è troppo forte tale perfezione e bellezza in lui.
Io ancora con il fiatone mi perdo in quel viso e in quegli occhi.
Si morde il labbro e li perdo ogni concezione del tempo e il mio solo pensiero è: ora ti salto addosso.
Ah giusto lui è sopra di me, non posso farlo.
“Cosa ti farei” mi sussurra avvicinandosi al mio orecchio. Mi vengono i brividi.
Inizia a scendere facendo toccare qualche volta le sue labbra sul mio collo per poi passare dall’altra parte.
Ogni volta che le sue labbra toccavano il mio collo i brividi dominavano il mio corpo, amavo sentire il suo calore e il suo corpo toccare il mio.
Così appena si avvicinò alle mie labbra mi baciò con passione facendo incontrare le nostre lingue.
Eravamo così presi che io non ce la feci e misi le mie mani nei suoi capelli e lo spinsi ancora di più a me aumentando la passione del bacio.
Ma dopo quello avevo come un vuoto. Mi sveglio nel letto e vedo un braccio che mi penzola sulla spalla.
Non era il mio, no definitivamente non era il mio.
Mi giro per capire di chi era quel braccio. Mi giro e vedo Suga senza maglia coperto come me fino al busto che stava dormendo.
Cosa era successo esattamente? Aveva il volto da angioletto ma non sembrava proprio.
Appena lo fissai aprì i suoi occhi e mi sorrise.
“Ehi bellissima” mi dice sorridendo e accarezzandomi la guancia con lo stesso braccio che prima mi penzolava sulla spalla.
“B-buongiorno” gli dico, non capendo come eravamo finiti in quella situazione.
“Ti è piaciuto ciò che è successo stanotte, immagino” dice mordendosi di nuovo il labbro.
Se continua a mordersi il labbro alla fine gli uscirà il sangue. Ma cosa abbiamo fatto?
“Perché noi abbiamo fatto….” Non dirmi che….
“L’amore? Si siamo fidanzati, è normale” mi dice sorridendomi, mi bacia e si alza dal letto facendomi vedere il suo lato B, e che lato B.
Non ci credo, ma perché io non me lo ricordavo? Boh.