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Autore: EqualLove    30/09/2014    1 recensioni
Infatti, vincere gli Hunger Games significava far conoscere il tuo nome a tutta Panem. Significava vivere nelle fiamme più luminose. Significava avere tutto il rispetto del mondo. Significava il proprio nome scritto nelle pagine della Storia di Panem.
Vincere per Marvel era importante.
[...]
Vincendo, avrebbe avuto il mondo intero ai suoi piedi. I suoi genitori sarebbero stati fieri di lui. Non sarebbe più stato secondo a nessuno.
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Marvel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Standing in the hall of fame
And the world's gonna know your name
Cause you burn with the brightest flame
And the world's gonna know your name
And you'll be on the walls of the hall of fame
(Hall of fame -  The Script f twill.i.am)

 

Marvel aveva sempre sognato di partecipare agli Hunger Games e dimostrare a tutti quanto valeva.
Dalla sua famiglia era sempre stato considerato secondo a tutto, al primo posto c’era sempre suo fratello: suo fratello era più forte, più bello, migliore a scuola e all’Accademia. Però non aveva partecipato agli Hunger Games.
E per superare suo fratello e rendere la sua famiglia orgoglioso di lui doveva partecipare ai famosissimi Hunger Games.
I Giochi erano considerati una cosa sacra nel Distretto.
Il suo era il Distretto 1, quello che forniva a Capito City oggetti di lusso.
Questo compito rendeva i Tributi del Distretto 1, insieme a quelli del Distretto 2 e 4, i cosiddetti Tributi Favoriti.
In cambio delle merci di questi tre Distretti, Capitol City dava loro la possibilità di allenarsi per gli Hunger Games. E allenamento significava vittoria assicurata perché i Tributi dei Distretti più poveri arrivavano alla Mietitura completamente fuori forma per affrontare una cosa così grande.
Vincere gli Hunger Games aveva i suoi lati positivi, come anche quelli negativi.
Vincere gli Hunger Games significava convivere per il resto della tua vita con la coscienza sporca di sangue innocente. Convivere con le notti in bianco per i continui incubi.
Ma questo non succedeva quasi mai ai Tributi Favoriti. Loro erano pronti a tutto. Erano pronti a combattere contro ogni ostacolo. Erano pronti a sfidare la morte.
Per i Tributi Favoriti esistevano solamente i lati positivi del vincere gli Hunger Games.
Infatti, vincere gli Hunger Games significava far conoscere il tuo nome a tutta Panem. Significava vivere nelle fiamme più luminose. Significava avere tutto il rispetto del mondo. Significava il proprio nome scritto nelle pagine della Storia di Panem.
Vincere per Marvel era importante.
Ogni anno, per il Distretto 1, c’era un volontario. Raramente non ce n’erano e se, in quei pochi casi, quel Tributo vinceva, non veniva trattato con il rispetto che ricevevano i Tributi volontari. Perché non offrirsi volontari, per il Distretto, era come andare in battaglia a testa bassa.
Marvel desiderava con tutto se stesso vincere, perché vincere comportava una gloria inimmaginabile.
Vincendo, avrebbe avuto il mondo intero ai suoi piedi. I suoi genitori sarebbero stati fieri di lui. Non sarebbe più stato secondo a nessuno.
Ma davvero voleva tutto questo? Voleva davvero macchiarsi di sangue innocente? Voleva davvero continuare ad essere uno schiavo di Capitol City? Voleva davvero alzare quella mano alla Mietitura con una buona possibilità di non ritornare a casa? No, non lo voleva.
Ma, nonostante questo, lo fece comunque.
Alzò la mano e si offrì volontario, accettando tutte le conseguenze.

Ma, mentre il sangue usciva a fiotti dalla sua gola, capì che aveva fatto la scelta sbagliata quel giorno.
Ora lo ricorderanno tutto come il mostro che ha ucciso una bambina di dodici anni o come il ragazzo del Distretto 1 che si è fatto uccidere da una ragazzina del Distretto 12.
Ma nessuno ricorderà mai il suo nome. Per tutti non sarà nessuno.
Nessuno si ricorderà più di lui, come se non fosse mai esistito.

  
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