Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: july29i    30/09/2014    5 recensioni
Molly si tolse il vivace cappotto arancione e andò in cucina. La finestra era aperta e soffiava una fresca aria autunnale. L’intera stanza era in disordine e piena di provette e cianfrusaglie. Anche il tavolo era ricoperto da fogli, barattoli e fiale. Sul tavolo c’era il microscopio. Sul microscopio... Beh. Sul microscopio c’era un piccione.
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ornithophobia

Se vi foste chiesti di quale fobia soffrisse Sherlock Holmes, forse non avreste avuto risposta. Avreste pensato alle fobie più strane e particolari, arrovellandovi un intero pomeriggio fino a sera e perdendo l’occasione di poter mangiare i vostri biscotti preferiti. Fortunatamente il vostro dubbio non rimarrà senza risposta ancora per molto.
Si narra che una tarda sera d’autunno, Molly Hooper si recò al 221B di Baker Street portando un regalo a Sherlock Holmes. Il “regalo” era un pezzo di cervello. In realtà glielo aveva chiesto lui di portarlo. Nessun regalo. Molly fu calorosamente accolta dalla signora Hudson (la quale sperava che la patologa si recasse da loro non solo per lavoro). Le offrì del tè di troppo e la accompagnò al piano di sopra.
«Sherlock caro è arrivata Molly!» esclamò la signora Hudson entrando in salotto. Sherlock era immancabilmente sdraiato sul divano e visibilmente annoiato. Senza degnarle di uno sguardo, disse:
«Arrivata non direi. Preferirei affermare che lei ha fatto entrare Molly e le ha fatto perdere tempo inutilmente mentre io la aspettavo quassù. Dopo siete salite». Si girò a guardarle: «Molly, ben salita al piano di sopra». Lei gli sorrise imbarazzata. «Ora, signora Hudson, avrei del lavoro da sbrigare.» Detto ciò si alzò di scatto dal divano e, ignorando le lamentele della donna, la accompagnò alle scale e le diede un buffetto sulla guancia.
Molly era rimasta al centro della stanza e guardava la scena divertita. «Sono riuscita a prelevare la corteccia visiva da un cadavere arrivato oggi in ospedale».
«Ah, roba fresca! Ottimo». Sherlock prese il contenitore e lo osservò come un leone guarda la sua preda. «Allora io andrei...» disse Molly dirigendosi verso la porta.
«No, no, no. Ho bisogno di te. »
«Di me?»
«Mi devi aiutare ad analizzare questa antilope al microscopio», gli occhi gli scintillavano.
«Ma io avrei da... eh? Antilope?»
«Sì, inizia a preparare il campione da analizzare mentre io dico alla signora Hudson di preparare il tè.»
Molly si tolse il vivace cappotto arancione e andò in cucina. La finestra era aperta e soffiava una fresca aria autunnale. L’intera stanza era in disordine e piena di provette e cianfrusaglie. Anche il tavolo era ricoperto da fogli, barattoli e fiale. Sul tavolo c’era il microscopio. Sul microscopio... Beh. Sul microscopio c’era un piccione.
Molly si bloccò. Ma questo da dove diavolo spunta? Oh, Molly sta calma. Calma! Non perché quando avevi 9 anni un piccione ti aggredì i capelli perché ti era caduta la torta in testa e avevi le briciole ovunque e il piccione aveva fame e ti graffiò ovunque facendoti cadere in piscina voglia dire che possa riaccadere. Cavolo, devo ricordarmi di fare pause mentre penso. Sta calma!
La patologa aveva i suoi buoni motivi per rimanere immobile a fissare il piccione, il quale la guardava. Lei fissava il piccione. Il piccione fissava lei. La donna fissava il volatile. Il volatile fissava lei.
«Sherlock...» sussurrò. Sentì i passi dell’unico consulente investigativo al mondo salire le scale ed aprire la porta.
«Il tè arriverà tra qualche minuto. Hai iniziato già ad analizzare?» Sherlock non sentì nessuna risposta arrivare dalla cucina. Vide la donna immobile davanti alla porta. «Molly che ci fai lì impalata? Hai forse perso la...» Sherlock vide il piccione.
Ora, una persona come il nostro investigatore, avrebbe guardato male Molly, poi sarebbe entrato nella stanza con una scopa (o magari una pistola) e avrebbe fatto uscire il piccione dalla finestra (o gli avrebbe sparato – povero piccione). Tuttavia Sherlock si bloccò, sbiancò, gli si mozzò il respiro e iniziò a sudare. Molly si girò a guardarlo e lo vide come non lo aveva mai visto prima: Sherlock era terrorizzato. «Sherlock, abbiamo un piccolo problema», sussurrò. L’uomo non dava segni di essere in ascolto. Aveva gli occhi fissi sul piccione. «Sherlock» ripeté più forte «io avrei dei problemi con i piccioni e tu...» lo vide guardarla «...anche tu vedo. Perché non torniamo piano in soggiorno e andiamo al Bart’s?».
Sherlock annuì e lentamente indietreggiarono. Molly era così concentrata a guardare il volatile che non vide la lampada dietro di se. Inciampò e cadde insieme alla lampada, facendo un forte rumore. Il piccione, che fino a quel momento era rimasto felice ad osservare la scena, si spaventò e spiccò il volo.
Quello che accadde subito dopo viene ancora raccontato a distanza di mesi (oh, la signora Hudson adora farlo).
Si scatenò il caos: il piccione iniziò a volare in tutta la casa, su e giù, a destra e sinistra. Sherlock si lanciò a terra gridando a Molly di fare altrettanto. Lei invece corse verso il cappotto e se lo lanciò in testa, urlando e iniziando a correre per tutta la stanza. Nel frattempo Sherlock strisciava in direzione della patologa cercando oggetti contundenti per porre fine alla vita del povero piccione. Molly –che non vedeva molto da sotto il cappotto- prese il primo oggetto pesante che le capitò sotto mano.
«Sherlock dove sei?»
«Sono qui!»
«Non ti vedo!»
«Levati il cappotto!»
«No, altrimenti il piccione mi prende!»
«E allora come pretendi di trovarmi?», sembrava leggermente irritato.
«Se prendessi il pezzo del cervello e scappassimo in obitorio?»
«Ma c’è il piccione!»
«Oddio!»
La lampada che era caduta precedentemente aveva preso in simpatia Molly. Infatti la fece inciampare nuovamente. Lei cadde su Sherlock, sbattendogli un portacenere in testa e schiacciandolo a terra.
«Ahi, Molly!»
Se qualcuno fosse entrato in quel momento, avrebbe visto una stanza in completo caos e una macchia arancione e nera litigare per terra. Ah, e un piccione impazzito volare per la stanza.
In effetti qualcuno entrò. John aprì la porta e si ritrovò davanti quel magnifico spettacolo. Era giusto ciò che gli mancava dopo una lunga e pesante giornata di lavoro.
«Ma che sta succedendo qui?», non sapeva se ridere o essere allarmato.
La testa di Sherlock fece capolino dal cappotto: «John, piccione. Prendilo. Adesso.»
«Oh, Sherlock, ma è solo un piccione! Ne vedi così tanti a Londra, qual è il problema?»
«Fa paura a Molly, vero Molly?»
Anche Molly sbucò dal cappotto: «Non fa solo paura a m... Ahia! Oh, per favore John, prendilo!»
John, rassegnato, prese una scopa e la mosse in direzione del piccione. Vedendo che quello non si arrendeva, andò in camera da letto e tornò portando un lenzuolo. Lo lanciò verso il volatile almeno tre volte prima di acchiapparlo. Tutto questo mentre Molly e Sherlock erano comodamente rannicchiati per terra a godersi la scena.
Si avvicinò alla finestra della cucina, vi lanciò fuori direttamente tutto il lenzuolo e chiuse la finestra. Fulminò con lo sguardo i due fifoni e scese dalla signora Hudson sbattendo la porta.
Nella stanza regnava la pace. Si sentivano solo i cuori di Molly e Sherlock battere veloci. Si guardarono, prima in cagnesco e poi non riuscirono più a restare seri. Scoppiarono a ridere e Molly si sdraiò per terra tenendosi la pancia.
«Sherlock, hai la fronte gonfissima. Devo medicarla. Dov’è il disinfettante?»
Lui le indicò un mobile e lei tornò armata di cotone, disinfettante e cerotti.
«Scusami, mi dispiace davvero tanto».
Lui accennò un sorriso e scosse la testa.
«Sai Molly, non avrei mai dedotto dal tuo arrivo che sarebbe successo questo».
«Questo genere di cose non sono deducibili» rise lei.
«Sai cos’altro non è deducibile?»
 
Quella sera, nessuno, fuori da quelle quattro mura, seppe cosa accadde in seguito. La signora Hudson vide scendere una Molly rossa in volto e con una nuova luce negli occhi. John restò tutta la sera ad osservare un allegro Sherlock suonare sorridente con il violino un’allegra melodia. E da questo forse noi potremmo dedurre che l’unico consulente investigativo del mondo avesse baciato l’unica persona che contasse di più.
 
Salve a tutti!
Questa è la mia prima fanfiction C: spero vi piaccia, ho voluto creare qualcosa di divertente e leggero da leggere.
Sono una Sherlolly convinta :D
 
Irene.
  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: july29i