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Autore: Naxi_4ever    30/09/2014    5 recensioni
PARINGS:JORTINI-LODOGGERO-FALBA-MECHIANI-accenni DIELARI
Cinque ragazzi vivono in un mondo parallelo,loro sono i paladini di Eraclyon,un altrove senza spazio e senza tempo,un grande nulla al centro dell'infinito.
La loro missione é riuscire a salvare questo mondo dai Guerrieri del Buio,residenti del Regno di Phobos,situato nell'esatto contrario di Eraklyon: al centro dell'entroterra.
Ma questi guerrieri non solo sono imperterriti nel voler compiere la loro missione e dominare su Eraklyon,loro vogliono conquistare la Terra.
Proprio per questo Caleb,Cedric,Ralph,Lumien e Orube intraprendono una delle missioni piú importanti per il loro popolo: andranno sulla Terra con un'identitá completamente diversa,per catturare i Guerrieri. Unica regola: nessuno lo dovrá scoprire.
Per di piú saranno costretti a frequentare un college a Chicago,convivendo in una casetta insieme ad altre ragazze.
Riusciranno ad abituarsi alla nuova vita?
Le coinquiline scopriranno il loro segreto?
Riusciranno a catturare i cavalieri?
E infine,sulla terra saranno davvero gli unici appartenenti a quel mondo?
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4



Tutti gli Eraklyoniani erano rimasti senza parole dopo il comportamento delle ragazze che erano entrate e uscite come un lampo dalla porta del corridoio. 

Erano indecisi sul da farsi,una sola parola avrebbe potuto peggiorare ulteriormente la situazione,e non era questo che volevano. 

Forse erano capitati nel posto sbagliato,pensavano. Forse era la casetta sbagliata,la scuola sbagliata. Il Grande Capo non poteva averli iscritti in un college con gente cosí complicata. Come avrebbero potuto capirci qualcosa? 

Ma forse era stato fatto apposta per adattarsi a qualsiasi caso. O magari tutta la gente lí sulla Terra era cosí. 

Il primo a prendere la parola fu Facundo,che grattandosi la nuca fece un passo verso il centro del soggiorno -Ehm,dove sono le camere?- chiese rivolto a Mercedes. 

La bionda si limitó a indicare la fatidica porta dalla quale erano comparse le pazze scalmanate delle sue compagne,come ormai aveva imparato a chiamarle. 

-Xabiani,vieni con me?- chiese all'amico,che tra poco si sarebbe sciolto sullo sgabellino del bancone,se nessuno l'avesse distratto dalla ragazza che si trovava davanti a lui. Che dire,aveva un gran bel fisico e un visino invitante,ma Xabiani stava esagerando. La bionda non era sua proprietá privata,dovevano ancora scegliere chi dovesse provarci con chi. 

-Arrivo Facundo- rispose scetticamente Xabiani. Gli faceva strano chiamare cosí l'amico,ma nello stesso tempo avrebbe potuto utilizzare all'infinito quel nome ridicolo per fargliela pagare a molte cose. Una tra queste averlo interrotto durante la visione di quella versione moderna di una dea greca.

Facundo trascinó l'amico fino alla fine del corridoio,davanti alla porta scura di una camera. 

-Entra- disse spingendolo dentro la stanza. 

-Ma che stai facendo?- gli chiese dandogli un pugno sul braccio mentre si guardava intorno,controllando che non ci fosse nessun'altro.

Xabiani gli lanció un sorrisetto -Mi sto solo divertendo un pó,che male c'é? Tanto quí nessuno mi conosce- 

Facundo seguí con lo sguardo l'amico,che si era fermato al centro della stanza. 

-Ci mettiamo quí?- chiese Xabiani indicando i due letti vuoti,opposti a quelli occupati dalle ragazze. 

Facundo lo raggiunse correndo scetticamente -Non cambiare discorso! Non abbiamo deciso che tu avessi dovuto provarci con la bionda! Non abbiamo ancora deciso nulla!- sbottó gesticolando nervosamente davanti al viso divertito dell'altro. 

-Va bene,se proprio vuoi stare alle vecchie regole,decideremo qualcosa- cedette Xabiani,mantenendo quel sorrisetto di sfida che tanto irritava l'amico.

Facundo mantenne lo sguardo fermo su di lui,per accertarsi che non stesse blaterando qualche promessa a caso,per poi tornare alla sua teoria e provarci ininterrottamente con Mercedes. 

Ormai sapeva com'era fatto il suo amico; era tutto cosí facile per lui,dimenticarsi delle promesse,degli amici. Poteva decidere di scordare tutto pur di raggiungere l'obiettivo che si era messo in testa. 



-Sí,puoi entrare lí dentro,se é questo che ti stai domandando- sbuffó Mercedes rivolta a Diego,che da minuti ormai stava fissando la porta che gli amici avevano chiuso dopo essere corsi dentro. 

Il ragazzo si voltó imbarazzato verso la bionda,annuendo con il capo. Dopo di che spinse la maniglia e,il piú velocemente possibile,trascinó se stesso e la valigia all'interno del corridoio. 

Non vedendo nessuno dei suoi amici,si spinse nell'unica stanza aperta,a sinistra della porta che aveva appena sorpassato. 

Molto probabilmente ancora nessuno ci era entrato,dato che le tapparelle erano del tutto abbassate. A tentoni arrivó fino alla finestra e le alzó,poi si guardó intorno: sí,ancora nessuno doveva esserci stato. 

I letti erano ancora accuratamente rimboccati,la scrivania non aveva tracce di quaderni,libri o quant'altro e il pavimento era vuoto da qualsiasi scarto o cartaccia dimenticati lí dopo essere stati utlizzati. 

Appoggió la valigia nera sul letto vicino alla parete e inizió a togliere i vestiti che mai aveva visto in vita sua,ma che in quel momento erano suoi. 

Estrasse accuratamente una scatoletta di plastica nera e la nascose sul fondo di un cassetto del comodino. Quella scatola era importante per lui,ma soprattutto per la sua missione. L'aveva custodita con cura sin da quando gli era stata consegnata nel corso magico,cioé il corso che l'aveva aiutato a scoprire i suoi poteri e come farne uso. 

Conteneva una piccola guida che descriveva in riassunto ció che aveva studiato nel corso di vita terrena,una che riassumeva l'uso dei poteri,e infine una piccola riproduzione della sfera dell'infinito. Non era un souvenir,ma non conteneva nemmeno Il Potere. Semplicemente serviva per simulare le situazioni di pericolo che sarebbero potute capitare,in modo da avere la possibilitá di esercitarsi ogni volta che voleva. 

Stava ripiegando alcune camicie,quando sentí la porta spalancarsi. Lasció l'indumento che aveva in mano e sporse la testa oltre l'antina dell'armadio.

-Oh scusami,non sapevo che la stanza fosse occupata- indietreggió Candelaria con un'aria quasi infastidita. 

Diego uscí interamente da dietro l'armadio e camminó fino alla rossa. -No,scusami tu,credevo fosse libera- disse grattandosi la nuca mentre dirigeva lo sguardo da una parte all'altra della stanza. 

-Infatti lo é. Ma in queste poche ore ho capito che le mie coinquiline sono delle fastidiose assurde- fece roteare gli occhi sbuffando -Ho sentito che parlavano di nuovi ragazzi,suppongo che uno sia tu. Se non ti dispiace,rimarrei quí a studiare,visto che nella mia stanza c'é una riunione condominiale- 

Senza neanche aspettare una risposta,la ragazza appoggió i libri sulla scrivania davanti ai letti e si sedette sulla sedia. 

Diego si avvicinó ancora,appoggiando una mano sullo schienale,mentre osservava i titoli dei libri che la rossa stava sparpagliando in un ordine tutto suo. 

-Beh,suppongo che puoi restare- le rispose confuso,anche se ormai una risposta era inutile. 

Candelaria gli rivolse un sorriso soddisfatto,indossó gli occhiali neri e tornó ad immergersi nelle sue ricerche. 

Diego peró non voleva andarsene,voleva sapere qualcosa in piú su di lei,sulle altre ragazze,su quella scuola. 

Dopo circa cinque minuti,Candelaria si voltó verso di lui -Che vuoi?- chiese spazientita. Da quando aveva chinato la testa,era rimasto dietro di lei,fissando i suoi libri. O almeno,credeva e sperava che stesse guardando quelli. 

-Perché hai parlato di riunione condominiale nella tua stanza?- chiese Diego. 

Era la prima cosa che gli era venuta in mente per introdurre un argomento di conversazione. 

Quella ragazza era scettica,quasi arrogante,ma nonostante ció Diego voleva conoscerla,voleva capire. 

-É un modo di dire- rispose secca lei,poi alzó gli occhiali sopra la testa -Altro da chiedere?- gli chiese,sperando in un no. Ma d'altronde,era meglio dirgli tutto subito e tornare ai suoi libri,piuttosto che essere distratta ogni momento. 

Diego sembró rifletterci su,poi tolse la mano dallo schienale della sedia e si appoggió alla scrivania -Con chi sei in camera?- 

Candelaria sembró sorpresa da quella domanda. Credeva che gli avrebbe chiesto altro,qualcosa di piú... Serio,forse? 

-Martina e Lodovica,credo che tu le abbia giá conosciute. La pazza dalle punte rosse e l'asociale- 

Subito dopo abbassó la testa e inizió ad evidenziare riga per riga su un quaderno. 

La sua risposta secca aveva fatto intendere che non era piú disposta a rispondere ad altro,perció il ragazzo tornó alla sua valigia. 

-A proposito,come ti chiami?- chiese dopo averla osservata per un pó,mentre piegava indifferentemente i suoi indumenti. 

La rossa si voltó e per la prima volta mostró un sorriso che parse vero -Candelaria- 



-Come mi sta questo?- chiese Martina a Lodovica,che stava seduta sul letto dell'amica,osservando i numerosi cambi d'abito che le stava mostrando. 

Lodo annuí e sorrise dolcemente,mentre Tini si girava di qua e di la verso le specchio,alzandosi in punta di piedi per simulare la presenza dei tacchi. 

-Sicura Lodo? Ora che sono arrivati quei ragazzi non posso di certo girare in pantaloni della tuta e maglie larghe- spiegó abbassando la voce per essere sicura di non essere sentita da nessun'altro. 

Lodovica mostró un sorriso tirato,poi prese per mano l'amica,facendola di conseguenza sedere accanto a lei. 

A Martina parve strano questo gesto; da quel poco che la conosceva,Lodo non aveva mai preso l'iniziativa per cose del genere. Anzi,non aveva mai preso l'iniziativa per nulla! 

Una volta seduta,si giró verso di lei,aspettando ció che aveva da dirle. La ragazza dai capelli corvini si avvicinó e finalmente prese la parola -Non hai bisogno di vestirti bene,tu sei giá bella cosí come sei- 

Martina si voltó di scatto,per non far notare il rossore che entro pochi secondi le avrebbe riempito le guancie. Nessuno le aveva mai detto qualcosa cosí.

-Ehm,grazie- rispose,ancora imbarazzata. -Che ne dici se andiamo a conoscere i nuovi arrivati?- chiese per cambiare discorso. 

Lodovica spalancó gli occhi,quasi spaventata,poi si alzó in piedi e finse di cercare qualcosa nell'armadio -Martina,forse é meglio che vada solo tu- 

Tini avrebbe voluto costringerla ad andare con lei,ma ormai aveva capito com'era fatta la coinquilina. Sarebbe cambiata con il suo aiuto,ma un passo alla volta. 



Intanto,Xabiani e Facundo erano ancora intenti a litigare per quale ragazza avessero dovuto avere in quella casa. 

Facundo stava gesticolando frettolosamente davanti all'altro,quando sentí una voce parlare dietro di lui. 

Si voltó rapidamente,e vide due occhi color nocciola osservarlo seccati. 

-Posso passare?- chiese la riccia che aveva visto poco tempo prima in salotto. 

Facundo annuí,soffermandosi ad osservarla mentre camminava strofinandosi la manica del pigiama contro la fronte ancora umida. Probabilmente era andata a lavare la scritta. 

Si voltó verso Xabiani e alzó un sopracciglio,poi la indicó con gli occhi dopo uno sguardo abbastanza confuso dell'amico. 

Non ci volle molto a fargli capire,infatti anche lui si giró verso di lei e senza nessuna preoccupazione di essere visto,abbassó e rialzó lo sguardo per dare una veloce esaminatura alla ragazza. 

Subito dopo trascinó Facundo fuori dalla stanza e sbatté la porta. 

-Non ci provare amico- esclamó puntandogli un indice contro. -Non ci provare!- 

Facundo chiuse il dito con il suo pugno e spostó la mano verso il basso. -Oh sí invece- 

Xabiani sciolse la stretta e,dopo aver lanciato l'ennesimo sguardo di sfida,attraversó il corridoio per entrare nella stanza di Diego. 



Lodovica stava sistemando i suoi libri sulla scrivania. Ora sembrava che si fosse depositato sopra un arcobaleno; era stata attenta ad appoggiarli per colore,partendo dal piú scuro e arrivando al piú chiaro,ordinando ogni sfumatura dal piú grande al piú piccolo. 

Era intenta a leggere alcune frasi del suo libro di poesie preferito e non si accorse che qualcuno era entrato nella stanza. 

-E mentre guardo la tua pace,dorme  quello spirito guerrier ch'entro mi rugge. Ugo Foscolo- 

Lodovica si voltó spaventata. Una voce aveva recitato esattamente le stesse strofe che stava leggendo. 

-Anche tu appassionata di queste cose?- chiese il ragazzo dal ciuffo castano. 

Lei abbassó lo sguardo,perció lui si inginocchió davanti a lei,costringendola a guardarlo negli occhi. 

-Non le definirei esattamente 'cose'- replicó Lodo voltando il corpo verso la scrivania. 

Le sue esili mani vennero bloccate durante il breve percorso dalle ginocchia al libro,da altre mani piú grandi che si posarono sopra a queste,fermandole sopra alla copertina verde. 

-Hai ragione,meglio chiamarle 'Le grandi opere della storia',giusto?- ammise Ruggero rivolgendole un gran sorriso. -Non sei una ragazza molto aperta,vero?- le chiese poi,continuando a tenere le mani posate sulle sue. 

Lodovica arrossí velocemente,ma non riuscí a coprire le guancie,dato che le sue dita seguivano intrappolate tra quelle di lui. 

Ruggero si alzó in piedi dividendo il suo corpo da quello di lei. 

-Secondo me sei una grande osservatrice peró. Stai in silenzio e spii tutto e tutti,un pó come i serial killer: senza farsi notare passano all'attacco- continuó sorridendo. 

A Lodovica scappó una risatina,che subito si affrettó a coprire mettendo una mano davanti alla bocca. 

-Dovresti prestarmi quel libro,un giorno. Sai,nella mia cittá non ne vendono molti,ho imparato tutto grazie alla scuola- disse infine,mentre si voltava per andare verso la porta. 

-Aspetta- lo fermó quella voce limpida che aveva sentito soltanto una volta. 

Ruggero si voltó,appoggiando un braccio allo stipite della porta. 

Lodovica corse davanti a lui,poi gli offrí una mano -Lodovica- 

-Ruggero- rispose lui stringendola forte. 



In cucina,Martina stava seduta da sola al bancone,infilando e togliendo un biscotto dalla tazza,annoiata. Il suo piede destro batteva la pantofola blu,che ormai rimaneva appesa solo dalla punta,contro la gamba dello sgabello. 

-Non dovresti immergere ancora quel biscotto,a meno che tu non voglia una schifosa poltiglia marrone tra le mani- la avvisó il ragazzo dagli occhi verdi,che era rimasto seduto sul divano. 

Martina si giró vero di lui e alzó un sopracciglio,contrariata. 

-Davvero,parlo per esperienza personale!- replicó Jorge alzando le mani,in segno di innocenza.

La ragazza scosse la testa e tornó all'azione monotona che ormai compieva da una decina di minuti. 

Proprio mentre stava per addentare il biscotto,questo si sciolse tra le sue dita,finendo dritto nella tazza gialla.

Sentí una risata dietro di lei,e non ebbe bisogno di voltarsi per capire chi fosse. 

Chiuse gli occhi per mantenere la calma e camminó fino ai fornelli per scaldare dell'altro latte.

-Lascia fare a me- si offrí la stessa voce. 

Martina fece finta di non sentire e versó il latte nel pentolino,che stava ancora appoggiato nel lavandino. 

Senza dire nulla,Jorge lo prese in mano e lo appoggió sul fornello,poi regoló la temperatura e si voltó verso la ragazza. 

-Ti prego ora non dirmi 'Te l'avevo detto- lo avvisó lei passandosi le mani tra i capelli. 

-Ti avevo avvertito- la prese in giro con un sorriso che risaltava in particolare i denti bianchissimi e gli occhi smeraldo. 

Tini roteó gli occhi,ma non poté fare a meno di abozzare un sorriso,forse coinvolta da quello di lui,o magari per la battuta. Fatto sta che non avrebbe voluto farlo. 

-Come ti chiami?- le chiese lui alzando la pentola per versarne il contenuto nella tazza. -No,aspetta! Lo so- disse Jorge alzando il dito indice. 

Camminó fino ad un foglio di carta appeso nel soggiorno e indicó il primo nome. -Mercedes,giusto?- chiese alzando le sopracciglia,tirando a indovinare.

Martina scosse la testa sorridendo. 

-Ehi,stavo scherzando,tu hai la faccia da Lodovica- si corresse cercando nello sguardo di lei un'indizio. Ma Tini si limitó a scuotere nuovamente la testa,mentre copriva con una mano il sorriso che si stava ingrandendo. 

-Ti stavo prendendo in giro,ovviamente tu sei...

Si fermó,imitando con le labbra le iniziali di alcune lettere,provando a scovare nei suoi occhi un segno che gli facesse capire quale fosse quella giusta. 

La ragazza non riuscí a resistere e scoppió a ridere,mentre si allontanava dalla cucina per avvicinarsi a lui. -Non indovinerai mai il mio nome,

Si bloccó,rendendosi conto che nemmeno lei conosceva quello di lui.

-Jorge- completó la frase,aggrottando la fronte mentre allungava la mano verso di lei. -Ora indovino. Piacere Alba- 

Martina finse di essere offesa e ritrasse il braccio che aveva porso a sua volta,portandolo al petto e incrociandolo con l'altro. 

Jorge chiuse gli occhi,fingendo di concentrarsi,poi portó le mani alla testa e respiró profondamente. -Martina- 

La ragazza fece uno sguardo sorpreso. Aveva indovinato,finalmente! 

-Ho davvero uno sguardo cosí poco... Martina?- gli chiese porgendogli di nuovo la mano. 

-In effetti,guardandoti sei molto Martina- ammise stringendola finalmente.



-Ti dico che é meglio di no- 

-E invece lo voglio fare-

-No!- 

Dalla camera dalla quale erano usciti,Facundo e Xabiani erano arrivati alla stanza di Diego,poco dopo che Candelaria se ne fosse andata.

Si erano fermati in corridoio a litigarsi le ragazze,fino ad arrivare ad un compromesso; essere giudicati dal loro amico. 

Facundo sapeva che avrebbe vinto,insomma,Diego era il suo migliore amico,a chi altri avrebbe potuto dare ragione? 

Pensandoci,si era ricordato che le volte in cui l'aveva fatto erano state ben poche,ma questa volta l'avrebbe capito. O almeno sperava.

-Ti dico che la bionda é troppo per te,lasciala a me- esageró ancora una volta entrando nella stanza. 

-La bionda ha un nome,sono io a saperlo,perció é giusto che me la tenga io. E poi,giá ho avuto un approccio con lei- replicó Xabiani entrando a sua volta. 

-E quale sarebbe questo approccio? Fissarla imperterrito in qualsiasi cosa lei abbia fatto? Ma per favore!- 

Diego alzó lo sguardo dalla scrivania,incuriosito dalla conversazione. 

-E allora? Meglio di niente,non credi? Tu tieniti quell'altra!- 

-Ragazzi,ragazzi calmi!- intervení il ragazzo dagli occhi verde scuro dopo aver capito che le cose si stavano scaldando. -Litigare per una ragazza? Siete caduti cosí in basso?- 

Sapeva che dicendo cosí avrebbe toccato il loro orgoglio,che era la cosa piú preziosa che possedevano,ma anche la loro parte piú suscettibile. 

Entrambi erano convinti di poter fare tutto ció che si mettevano in testa,di poter vincere ogni competizione. E lo dimostravano ugualmente,quanto in diverso modo. 

-Okay,mettiamoci d'accordo con calma- accettó dopo poco Facundo,sedendosi sulla scrivania. 

-Va bene- rispose Xabiani accomodandosi nel letto basso di quello a castello. 

Diego invece si arrampicó su quello alto con un libro da sfogliare distrattamente ascoltando nel frattempo la conversazione degli amici. 

-Proviamoci entrambi con la bionda,poi vediamo chi preferisce- propose Facundo sistemandosi la stringa della scarpa destra. 

Xabiani fece una smorfia quasi schifata,evidentemente non era del tutto d'accordo. 

-E se io ci provassi con lei e tu con la riccia?- chiese giocherellando con una pallina anti stress trovata sul comodino accanto a lui. 

-Non credo si innamoreranno di voi all'istante. Al massimo riuscirete a passare una nottata con loro. Da quello che ho potuto vedere entrambe non sono molto inclini all'amore- commentó Diego continuando a fingere di leggere. 

Xabiani e Facundo si guardarono con aria perplessa. Non avevano mai parlato di amore. Quest'idea non era mai passata per la testa a nessuno dei due. 

Ma in questo modo sarebbe stato tutto piú complicato,una sfida piú ardua. E a loro questo piaceva. 

-Oh,ora capisco. Non parlavate di amore. Perfetto ragazzi,fate bene a non farle innamorare,soffrirebbero troppo sapendo infine che questo amore era solo un gioco. Passate la vostra gran "dormita" e divertitevi- si corresse tutto ad un tratto Diego,accorgendosi dell'errore commesso grazie alle loro espressioni. Ma temeva di aver dato loro una gran brutta idea. 

-Io faccio innamorare la mora,tu la bionda,abbiamo un mese per farlo- annunció Facundo interrompendo il silenzio. 

-Ci sto- concordó Xabiani. 

I due si strinsero la mano e uscirono dalla camera,lasciando Diego con le mani tra i capelli. Aveva combinato un pasticcio.



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 Aiuto che ritardo colossale! 

Scusatemi tantissimo,davvero,ma con l'inizio della scuola non é che abbia tutto questo tempo. 

E per di piú il capitolo non mi convince granché,perció vi chiedo perdono anche per questo. 

Diciamo che ho voluto iniziare a mettere qualche legame tra i personaggi,ma la storia vera e propria,la missione dei ragazzi e tutto il resto inizierá bene nel prossimo capitolo. 

Care le mie Lodoggero e Jortini,spero che le parti riferite a loro vi siano piaciute! 

I Lodoggero sono iniziati subito bene,direi! Ruggero riuscirá a far aprire un pó la ragazza? 

Magari aiutato da Martina? 

Personalmente,amo l'amicizia Lodini,non potevo non aggiungerle :3 

Al contrario gli Jortini non sembravano avere un gran rapporto,anche se qualcosa e successo e... Mah,dite che si uniranno di piú? 

Cande e Diego. Che ne dite? 

Tranquille,sará solo amicizia u.u 

Ma sará comunque una delle migliori,giá ve lo anticipo. 

Xabiani e Facundo,non fanno che litigare. Eh,il loro rapporto sará sempre cosí,dovrete abituarvi. Un pó come quello di Alba e Mechi,no? 

In questo capitolo non le ho aggiunte,ma ne combineranno delle belle! 

Dicevo,Xabiani e Facundo arrivati ad un compromesso: far innamorare le ragazze. 

Impresa difficile far diventare inclini all'amore quelle due eh

Nel prossimo capitolo approfondiró meglio alcuni personaggi,cosí li conoscerete meglio. 

Spero vi sia piaciuto,o almeno piú di quanto sia piaciuto a me. Spero di non avervi deluse,perché sinceramente a me non piace molto cc

Besoos <33

  
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