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Autore: peetarms    30/09/2014    6 recensioni
Elizabeth Jensen non sopporta il suo nome intero, si fa chiamare Effy. Non sopporta neanche il suo passato, la morte di suo fratello gli ha fatto prendere decisioni sbagliate.
Suo padre Jeremy Jensen è un attore di fama mondiale molto legato ad Effy, sua madre Amanda Cortese invece è una delle modelle più famose a New York.
Per far ricominciare una nuova vita ad Effy decidono di trasferirsi nella città natale di suo padre, Union in Kentucky. Ma quando tutto sembrava andare per il verso giusto, il passato di Effy ritorna.
Josh Hutcherson è tornato a Union in Kentucky dopo le ultime première di Mockingjay pt.2 per prendersi un paio di mesi di pausa. Quando il suo agente lo chiama informandolo che agli inizi di Aprile ci saranno le audizioni per il film dell'attore Jeremy Jensen – attore che Josh ammira da sempre – Così Josh decide di provare ad entrar a far parte del cast.
Film che Jeremy ha scritto ispirandosi al passato di Effy.
[OFFICIAL TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=FOPTZkdyxyk]
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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*Attenzione: i comportamenti dei personaggi descritti durante la narrazione della fan fiction non sono assolutamente da imitare: quello che fanno e pensano è spesso sbagliato. Con questo mio scritto pubblicato senza scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né offenderle in qualche modo. La storia è solo frutto di pura fantasia.*




04.



12 Aprile 2016 ore 4.54pm.

Sono stesa sul letto a leggere il libro preferito di Freddie quando mia nonna entra. In questi ultimi giorni è stata a casa con me per assicurarsi che prenda le medicine e che io stia bene. Mia madre è a New York, mentre mio papà sarà di ritorno questa sera da Los Angeles.
«Effy, perchè non vieni a stare un po’ di là con me?» mi propone sorridendo
Non rispondo, ritorno con lo sguardo sulle pagine del libro per prepararmi alla sua ramanzina.
«Cosa credi, che leggendo e guardando serie tv tu risolva i tuoi problemi? Che quello che fai riesca a distruggere il mattone che hai dentro? Perchè non ne parli con me? Perchè non mi urli contro la tua rabbia? Una volta avevo una nipote che da piccola veniva da me, si sfogava e io le davo consigli. Dov’è finita ora quella ragazza? Devi parlarne con qualcuno, se no non ne esci, non riuscirai mai ad essere felice» ha la voce spezzata, prossima al pianto.
Non rispondo ancora, tengo lo sguardo sul libro e aumento la presa.
«Mi fa male vederti così, perchè non parli? Perchè ci odi così tanto? Cosa ti abbiamo fatto?» sento il suo sguardo fisso su di me
«Cosa vuoi che dica nonna? Lo hanno capito tutti quanti che non sto bene visto che mi riempono di medicine per provare a farmi stare meglio. Ma nessuno può aiutarmi e io mi sono stancata di spiegare quello che sento a persone che non capiscono o che non ascoltano – alzo lo sguardo dal libro -  Tu dici che è da stupidi perdersi nei libri invece che uscire con gli amici, ma tu non sai che i miei ‘stupidi libri’ c’erano quando tutti i miei amici mi hanno lasciato sola quando Freddie si è ammalato. Tu non sai cosa vuol dire essere soli, essere rifiutati, sentirsi sempre giudicata perché sei figlia di due persone famose. Cosa dovrei urlarti? Che faccio finta di stare meglio per non far preoccupare mamma e papà? Che non penso a Freddie ogni secondo della mia giornata? Che ancora oggi faccio fatica ad addormentarmi perchè ho in mente le urla e i pianti di mamma dopo la morte di Freddie? Che sono dovuta crescere in fretta? Ma tu non sai niente? Non sai quello che ho passato ma soprattutto non sai come sto in questo momento» riprendo fiato mentre mantengo lo sguardo su di lei «Dov’eri quando avevamo bisogno di te? Quando tuo figlio aveva bisogno di sua madre. Quando ormai le speranze erano svanite? Dove cazzo eri eh? Dov’eri quando mi chiudevo in camera a piangere perchè non sapevo quanto tempo mi rimaneva da passare con mio fratello? Quando cercavo di soffocare i singhiozzi e cercavo di farmi forza, tu dov’eri? Sai cosa mi fa davvero arrabbiare?  Non hai mai capito i miei occhi, i miei: “sto bene”, “non ho fame” e quei dannati sorrisi finti. E ora mi viene a dire che tu stai male? Tu? Io convivo con il dolore. Io sono il dolore.» la fisso con un'espressione fredda, distante «Ti sei mai chiesta perchè preferisco stare a casa piuttosto che uscire a conoscere nuove persone? Ma soprattutto, che cosa faccio a casa quando sono da sola? Piango. Urlo. Mi distruggo. Non mangio. Tanto nessuno mi vede, basta che dico che ho mangiato qualcosa e loro manco se ne accorgono. Tu dici che avevi una nipotina che sorrideva sempre, che rideva, che era felice – faccio una pausa – Mi dispiace dirti questo nonna: quella nipotina è cresciuta, ed ha fatto i conti con la realtà, con il mondo, con la società. Ha capito che le persone che fanno del male possono essere quelle a cui tiene di più, e non più l’uomo nero. Ha capito che l’amore non è come nelle favole, che il più delle volte il principe azzurro ti dice cattiverie e ti abbandona. Ha capito che non basta più giocare con gli altri bambini per essere “amici”, ma che quest’ultimi vorranno sempre di più e la maggior parte delle volte ti fanno stare più male che bene. Tu non puoi nemmeno immaginare cosa mi tengo dentro. Non sai quanti pianti, urla, ricordi, emozioni represse conservo. Non sai quanto l’odio per me stessa mi stia consumando. Non sai quanto vorrei davvero dirti queste cose come facevo un tempo, ma non ci riesco nonna. Perchè non ci riesco? Perchè non riesco ad aprire bocca e sfogarmi invece che stare qui a piangermi addosso? Cos’ho che non va? Cosa mi sta succedendo? Perchè sono così?» riprendo a leggere, non la guardo negli occhi non ne avrei il coraggio 
«Ricordati che non starai mai bene così. Devi farti aiutare. E non è digiunando o stare da sola che troverai la soluzione» la sento parlare dopo minuti di silenzio.
Esce dalla stanza chiudendo la porta. Sono di nuovo sola. Sola con i miei pensieri e i miei mostri, ma consapevole che questa volta mi divoreranno senza problemi.
Perchè la verità è, nonna, che la tua piccola nipotina non vuole più combattere. Non senza qualcuno accanto.
Mi sto lasciando andare, mi sto gretolando. Me ne sto andando e nessuno mi tende la mano.
Non c’è più nessuno per me e, io non sono più in grado di chiedere aiuto dopo tutti gli schiaffi presi.
Scusa nonna. Scusa se sono una delusione.


12 Aprile 2016 ore 6.08pm.

Scendo le scale a due a due, diretta nella sala cinema. Ho bisogno di distrarmi dopo quello che è successo.
Il telefono comincia a vibrare nella tasca dei miei pantaloni della tuta neri. Accetto la chiamata senza guardare da chi proviene.
«Il fatto che hai risposto alla mia telefonata al primo tentativo è un'enorme passo avanti» la voce di Josh mi fa sussultare
«Ehì» mi lascio sfuggire
«Ehì» mi copia lui
«Come mai mi hai chiamato?» chiedo dopo qualche secondo dove mi ero persa a ricordare il pomeriggio passato insieme due giorni prima.
«Ti chiedere se ti va di fare qualcosa» la sua richiesta è diretta, un punto a suo favore
«No. Mi dispiace ma non mi sento bene» mento, non sono in grado di sopportare la vista di qualcuno. Non dopo il confronto con mia nonna.
«Neanche un film?» la sua voce è meno entusiasta, ma percepisco un filo di speranza. 
Il fatto che Josh sta provando a conoscermi meglio ed io cerco di allontanarlo sempre di più mi fa sentire ancora peggio.
Ripenso ancora una volta al pomeriggio passato in sua compagnia e alle risate vere che sono uscite dalla mia bocca, così prendo una decisione.
«Okay. Ci sto. Vieni da me, ho una chiavetta piena di film quindi troveremo qualcosa da vedere» esclamo prima di chiudere la chiamata.
Faccio una deviazione in cucina per informare Ian – lo chef di famiglia, oltre che quello di mia madre – che deve prepare la cena per due e portarla nel cinema.
Mentre rispondo ad un messaggio di mio papà suona il campanello.
«Ciao» saluto Josh dopo avergli aperto la porta ancora con lo sguardo sul telefono
«Ciao Effy» mi saluta appena infilo l'i-phone nella tasca
«Va bene un hamburger con patatine per cena?» gli chiedo mentre appendo il suo giubbotto
«Perfetto» mi sorride lui
«Bene, andiamo che dobbiamo trovare un film da vedere» comincio a camminare verso il cinema con Josh dietro di me.


12 Aprile 2016 ore 6.48pm

«Hai sentito tuo padre oggi?» mi chiede Josh mentre prendo tra le mani il telecomando 
«Sì, poco fa quando ho aperto te. Mi ha mandato un messaggio, fra un paio d'ore sarà qui» annuisco mentre apro la cartella dei film
«Ma quanti ne hai?» Josh spalanca la bocca scioccato
«Io ti avevo avvisato» alzo le spalle «Facciamo così scegli una lettera» mi volto verso di lui con una sopracciglia inarcata 
«T, ma perché?» mi guarda in cerca di risposte
«Io e papà quando dobbiamo vedere un film scegliamo una lettera, e all'iniziale scegliamo il film» spiego mentre faccio scorrere il dito sul telecomando arrivando alla lettera scelta da Josh «Hai mai visto tre uomini e una capra?» appoggio il viso sul palmo della mano
«No, è bello?» appoggia le braccia sui braccioli
«Sì, assolutamente sì. Fa morire dal ridere» la mia voce è entusiasta, cosa che accade ultimamente quando sono in compagnia di Josh 
«Allora visto che ti è piaciuto così tanto, guardiamolo» mi sorride dolcemente
«Ottima scelta Hutcherson» annuisco divertita
«Me ne rendo conto Jensen» esclama sorridendomi
«Ora silenzio che inizia il film» mi siedo più comodamente sulla poltrona.


12 Aprile ore 7.36pm

Ian apre la porta trascinando dentro un carellino con sopra la cena mentre Josh ride per l'ennesima scena divertente del film.
Faccio cenno ad Ian di lasciare tutto lui e lo ringrazio con un sorriso prima che esca dalla sala.
«Josh» lo richiamo appena smette di ridere
«Ascolta devo andare un'attimo di là. Lì c'è la cena se intanto tu vuoi cominciare a mangiare mentre guardi il film fai pure» mi alzo dalla poltroncina passandomi le mani sulle braccia fredde
«Intanto che ci sei indossa anche una felpa» mi sorride 
«Lo farò» chinandomi in avanti e scoccandogli istintivamente un bacio sulla guancia «Grazie»
Il sorriso sul viso di Josh si espande «Di niente» 
Esco velocemente dalla stanza cercando di capire il perché del mio gesto. Ma ogni singola possibile risposta mi sembra insulsa e scontata, o semplicemente una bugia. Apro il cassetto delle mie medicine e prendo le pillole dai barattoli e le infilo nella tasca sinista della felpa che ho appena finito di indossare.
«Effy ti stavo venendo a portare le medicine» la voce di mia nonna arriva da dietro le mie spalle.
Non rispondo. Mi volto e comincio a camminare nel corridoio che mi riporta al cinema.
«Effy mi dispiace per prima» le sue scuse ora come ora non mi servono a niente.
«Dimmi cosa me ne faccio delle tue scusa ora? Dimmi che senso ha scusarmi quando il danno è fatto?» sibilo a denti stretti 
«Effy»
«Effy cosa? Effy non fare così? Effy non mi parlarmi in questa maniera? Effy smettila di dire la verità? Effy, Effy, Effy sempre a dirmi quello che devo o non devo fare» urlo esasperata
«Chi si è scavata la fossa da sola?» mi risponde urlando
«Okay questo non è giusto» punto il dito contro di lei urlando
«Effy che succede?» la voce di Josh sovrasta gli urli provenienti da me e da mia nonna
«Niente Josh, non succede proprio niente, a parte che a qualcuno piace puntare il dito contro gli altri e rinfacciargli le cose» la mia voce è piatta, vuota e distante mentre mi riferisco alla donna che ho davanti «Torniamo a vedere il film?» mi volto verso di lui, con espressione totalmente diversa
«Sì andiamo» noto che il suo sguardo è fisso su mia nonna
«Dai entriamo allora» appoggio una mano sulla sua schiena e rientriamo dentro alla sala.
«Dimmi che non è solo una mia impressione: tutte le persone della tua famiglia ti fanno perdere le staffe – prende la mia mano e la stringe tra le sue – É come se ti vogliano vedere crollare un'altra volta» il suo sguardo è strano. Leggo preoccupazione.
«Gli piace rinfacciare le cose te l'ho appena detto» prendo il bicchiere d'acqua sopra il carellino
«E tu scatti. Questo non va bene» mi dice mentre appoggio le pillole sopra la mia lingua seguite subito dopo da un bel sorso d'acqua
«Sono le medicine che devi prendere?» mi chiedere
«Li puoi anche chiamare con il loro nome. Psicofarmaci, non muore nessuno Josh» asserisco piatta mentre fisso il cibo sopra al carellino dopo aver tolto la mano da sopra quella di Josh
«Non te la prendere con me ora però» sento il suo sguardo a dosso
«Scusa, è solo che sono così dopo una lite» mi volto verso di lui
«Tranquilla, non deve essere facile. Posso sapere che psicofarmaci devi prendere?» prende il suo hamburger prima di chiedermelo
«Xanax e Paroxetina. Perchè?» lo guardo dopo aver preso una patatina 
«Curiosità» mi sorride, ma capisco che non sta dicendo la verità
«Stai mentendo!» affermo incrociando le braccia al petto
«Non è vero» si volta verso di me
«Sì invece. Dimmi la verità Josh» lo fisso 
«Okay ho mentito – sospira – Volevo vedere se i psicofarmaci che assumi sono gli stessi che assumerà Thomas alla fine del film, e infatti sono quelli» mi spiega
«Avati fammi la domanda che desideri tanto farmi» sospiro chiudendo gli occhi
«La sceneggiatura scritta da tuo padre parla di te vero Effy?» la domanda arriva pochi secondi dopo
«Sì. É la mia vita da quando Freddie è morto» riapro gli occhi e lo fisso attentamente
«Tu hai passato tutto quello? Tu Effy? Eri ridotta così..» lo interrompo
«Sì – sospiro – Ero ridotta così male. Sono caduta così in basso. Sì ero come Thomas. Thomas in realtà sono io» ammetto
Josh è l'unica persona oltre ai miei genitori e a Marshall al corrente che il film parla di me.
«Puoi non parlarne in giro? I giornalisti non sanno nulla di quello che mi è successo» alzo gli occhi al cielo
«Come? I tuoi sono riusciti a tenere 
segreta questa storia?» lo sguardo di Josh è sorpreso
«Sì» annuisco dopo qualche minuto
«Effy – Josh mi guarda riprendendo la mano – Nessuno saprà niente okay? Te lo giuro» mi sorride
«Okay» accenno un piccolo sorriso
«Comunque questo è un punto a mio favore» ride
«Perchè?» mi volto verso di lui mentre mangio un'altra patatina
«Ti voglio sul set del film. Se non sono in grado di interpretare perfettamente una scena so da chi andare» mi accarezza con l'indice il palmo della mano
«Non credo che mio papà mi vorrà sul set» porto le ginocchia al petto dopo aver lasciato la mano di Josh
«Perchè non ti vorrebbe volere sul set?» ha lo sguardo di uno che vuole sapere conoscere tutta la verità, ma è presto. É ancora troppo presto. Per ora sa anche troppo.
«Crede che possa avere una ricaduta» rispondo guardando un punto fisso nello schermo attaccato al muro
«Ma tu vuoi essere presente mentre giriamo?» 
«Sì. Sono l'unica che sa com'è realmente stato, sono io colei che ha dato vita a questo film» mi volto di scatto verso di lui
«Allora parlerò con tuo padre – mi sorride – Gli dirò che ho bisogno di te sul set. Per aiutarmi con le riprese. Va bene?» la sua voce è dolce ed io non posso fare a meno di sorridere
«Okay Josh. Grazie, sul serio» resoingo l'istinto di lasciargli un altro bacio sulla guancia
«Non mangi?» mi indica il mio hamburger qualche minuto dopo aver fatto ripartire il film
«Non ho poi così tanta fame» alzo le spalle
«Devo prendere appunti?» mi guarda divertito
«No così no però – scatto – Non puoi collegare tutto al film Josh. Sei qui per il film o per passare del tempo con me?» mi alzo tenendo lo sguardo fisso su di lui
«Effy no. Non è per quello» la sua voce è tranquilla
«Beh, mi dispiace dirtelo allora, perché mi è sembrato proprio così» urlo
«Che succede qui? - la voce di mio padre interrompe il silenzio creatosi poco dopo – Josh credo che tu debba andare ora» lo guardo
«Sì – si alza – Mi dispiace Effy. Sono sincero» mi guarda negli occhi prima di superarmi.
«Effy» esclama mio papà appena sentiamo la porta chiudersi
«Non ne voglio parlare. Non voglio parlare di niente. Buonanotte» affermo con voce piatta uscendo dalla seconda porta. Quella che porta in giardino, dove poco dopo stretta tra le mie labbra finisce una sigaretta che viene fumata avidamente.

 








 

BUONASERA HUTCHERS, UN PUNTO A FAVORE DELLA FEBBRE E' CHE MI DA TEMPO DI SCRIVERE.
TUTTO SOMMATO SONO ABBASTANZA SODDISFATTA DI QUESTO CAPITOLO.
ASPETTO I VOSTRI COMMENTI ATTRAVERSO LE RECENSIONI,

AL PROSSIMO CAPITOLO ALLORA,
PEETARMS.


   
 
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