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Autore: Lady Stark    30/09/2014    1 recensioni
Dicono che il tempo sia la miglior soluzione per curare le ferite che sfregiano il cuore di un uomo.
Eppure, esistono alcune cicatrici che non smettono mai veramente di sanguinare.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Len Kagamine, Rin Kagamine | Coppie: Len/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'altalena dondolava solitariamente nel piccolo parco deserto del quartiere, la ragazza che muoveva debolmente a ritmo le gambe, fissava i solchi incisi nella terra dai piedini dei bambini che una volta avevano visitato quel luogo. Il cielo nuvoloso copriva i primaverili raggi solari, diffondendo nell'aria un forte odore di pioggia; Rin sollevò il viso chiudendo gli occhi di fronte a quello spettacolo desolante. Il sapore delle lacrime le raschiò la gola ma lei le ricacciò indietro con decisione, concentrando tutti quei sentimenti deleteri in un lunghissimo sospiro. 
“Perché sto ancora sospirando? Qual'è la ragione dei miei sospiri?” 
si domandò premendosi le mani sul viso giovane; i capelli corti frusciarono contro alla sua pelle facendole il solletico. Un uccellino si depositò sull'altalena al suo fianco muovendo le piccole ali color cioccolato mentre con il piccolo becco intonava una dolce ed allegra melodia. Rin lo guardò penosamente frugando nel suo cuore alla ricerca di qualche vago sentimento positivo senza però trovarne; determinata a recuperare quella luce che aveva misteriosamente perso, sollevò le labbra verso l'alto in un acerbo, cigolante sorriso. 
L'uccellino, in tutta risposta, smise di cantare e volò via esasperato da quella compagnia così mediocre. Rin sospirò ancora sollevandosi dall'altalena con un piccolo balzo, una nuvoletta di polvere le si incollò alle scarpe e alla gonna morbida che le fasciava le gambe. 
Improvvisamente, un rumore ronzante infranse il silenzio soffocante che fino a quel momento aveva dominato l'intero quartiere. La ragazza, in tutta risposta, si girò di scatto; al centro del parchetto vuoto, nel mezzo di un alone dorato, si era materializzata la figura di un ragazzino dall'aria stranamente familiare. Il rotondo viso da bambino era incorniciato da una folta, arruffata chioma di capelli d'oro sotto ai quali spuntavano vivaci un paio d'iridi color ghiaccio. 
Un sorriso impertinente arricciò le sue labbra sottili mentre la giovane di fronte a lui impallidiva, portandosi una mano alla bocca.
<< Non urlare. Sono qui per te. >> disse il ragazzino alzando le mani con fare pacifico, le ali dietro alle scapole si agitarono appena permettendogli di spostarsi in avanti, sospeso a qualche piede da terra. << Sei un angelo. >> bisbigliò Rin, attratta da quel confortante bagliore etereo.
<< Si, sono qui per prendere le tue lacrime e trasformarle in felicità. >> affermò allegramente l'angelo inglobando le mani della ragazza tra le proprie prima di tirarla appena verso di sé e farle fare una piroetta. L'angelo avvicinò poi il viso a quello di Rin, socchiudendo le labbra in una muta preghiera << Ti prego, lascia che ti renda felice. >> 
Rin chiuse gli occhi lasciandosi cullare dalla sensazione di profondo benessere che le mani di lui riuscivano a conferirle; mai prima di allora, aveva tanto desiderato risentire sulle labbra il sapore dolce del sorriso.
<< Si, ti scongiuro. >> lo pregò intrecciando le dita affusolate a quelle più piccole del ragazzino; le ali dell'angelo si spalancarono proiettando il suo piccolo corpo all'indietro, lontano dalla ragazza.
<< Ho percepito il tuo desiderio chiaro e forte! >> rise il ragazzino aprendo i palmi delle piccole mani. 
Il terreno coperto di sterile sabbia, di colpo si ricoprì d'un bellissimo e folto manto d'erba profumata; corolle di fiori variopinti sbocciarono dal terreno diffondendo nell'aria profumata di pioggia, il vero e speziato aroma della Primavera.
Rin sgranò gli occhi inchinandosi per sfiorare uno dei tanti succosi e bellissimi petali che decoravano il desolato parchetto in cui aveva passato così tante, oziose giornate. 
L'angioletto appoggiò a terra i piedi calzati da resistenti sandali di cuoio intrecciato depositando tra le braccia della giovane un peluche a forma di orsacchiotto ed un adorabile mazzo di fiori rigogliosi. 
Rin affondò il viso nel pelo sintetico dell'animale sentendo il profumo delicato che emanava, un sorriso entusiasta le arricciò dirompente le labbra.
<< Il sorriso ti calza a pennello. >> disse il ragazzo portando le braccia al petto per poi, spalancarle e generare un adorabile uccellino dalle penne blu; questo sbatté le ali cinguettando a distanza ravvicinata dal suo viso prima di depositarsi sulla sua spalla e strusciare la testolina morbida contro al collo.
Le sue lacrime ora, erano solo un tiepido ricordo celato dietro ad un sorriso gioioso.
I giorni trascorsero all'insegna dell'allegria e della felicità più pura, l'angelo non abbandonò mai il fianco della ragazza a cui aveva prestato aiuto ricoprendola di teneri regali e profumatissimi fiori dai colori sgargianti. Dopo tanto tempo, Rin ritrovò la voglia di tornare a ridere e scherzare come un tempo assecondando i giochi frenetici del ragazzino con le ali. 
Sfortunatamente però, quella piccola bolla di benessere scoppiò troppo presto, riversando addosso alla ragazza una pioggia di schegge di cristallo.
Era un giorno soleggiato, l'erba che ora avvolgeva il parchetto scintillava sotto al tocco rovente dei raggi pomeridiani; l'angelo stava riempendo di fiori e rampicanti i vuoti giochi da bambini confusamente dispersi sul piccolo spiazzo quadrato. Nell'osservarlo, le lacerate memorie di Rin si ricomposero di colpo scaraventandola in un passato poco lontano dove il dolore le aveva sbriciolato il cuore. 
La stanza quadrata in cui Rin si trovava era tanto piccola da risultare asfissiante, l'odore del disinfettante era fortissimo ed il colore malaticcio delle pareti non faceva che incrementare la sofferenza che le scavava il petto. La ragazzina era seduta al capezzale di un piccolo letto coperto di candide lenzuola, il corpicino di un bambino giaceva inerme attaccato ad una macchina che monitorava il suo battito cardiaco, ormai assente.
Singhiozzi conciati si alternavano sulle piccole labbra da bambina, tese a pronunciare il nome del fratello; gli occhioni chiari che così tante volte l'avevano guardata adorante, ora erano coperti da un sottile panno bianco. 
<< Len... Len, torna qui.. torna da me. >> singhiozzò la bambina piangendo disperatamente sulla piccola mano gelata stretta tra le proprie.
Il dolore si fece strada nel petto della giovane ragazza con la forza di un uragano; le cicatrici mal rimarginate tornarono copiosamente a sanguinare riversando sul suo viso le prime lacrime bollenti. 
<< Rin, guarda che cosa.. >> esclamò l'angelo voltandosi verso di lei, il sorriso che gli arricciava le labbra si afflosciò trasformandosi in una smorfia afflitta.
<< Ti sei ricordata.. >> sussurrò avvicinandosi alla ragazza prima di circondarle le spalle tremanti con le braccia eteree; i singhiozzi continuavano a frantumare il respiro di Rin mentre il fantasma di suo fratello strofinava la guancia contro alla sua nuca. 
<< Mi dispiace per essere arrivato così tardi.. ma ora finalmente comprendi quanto sia stupendo sorridere. Ti prego, Rin.. >> disse Len allontanandosi dalla ragazza mentre tutto il suo corpo si dissolveva nel vento primaverile.
<< Sorridi. >> esclamò spalancando la bocca in un'espressione di puro divertimento.
Rin guardò il piccolo svanire senza poter far niente per fermarlo, rimase immobile per un paio di secondi prima di passare il dorso della mano sugli occhi gonfi.
La ragazza si alzò traballante prima di sorridere, sollevando il viso verso la luce del sole.

   
 
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