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Autore: Anycolouryoulike    30/09/2014    1 recensioni
Mi sedetti di fronte ad un uomo per poi ordinare da bere.
Quel tizio, come tutti gli altri, non aveva un volto, o almeno non lo aveva lì dentro.
...
"Ha paura?"
"No, dovrei?"
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caffè di notte.



Quella sera avevo scelto come meta del mio vagabondare notturno un piccolo bar in periferia; speravo non fosse molto frequentato per poter restare un po' in pace davanti ad un bicchiere.
Il silenzio che regnava in tutto lo spazio era intervallato da qualche borbottio che proveniva dagli uomini chini sui tavoli come sacchi di patate, oppure da qualche bicchiere che tintinnava. Mi sedetti di fronte ad un uomo per poi ordinare da bere.
Quel tizio, come tutti gli altri, non aveva un volto, o almeno non lo aveva lì dentro.
 
"Ho ucciso un uomo sa?"
Il vecchio di fronte a me aveva biascicato queste poche parole infrangendo il chiassoso silenzio della bettola.
 "Come scusi?"
Pensavo fosse preda dei deliri dell'alcool, insomma pensavo stesse farneticando.
"Ha capito bene, io ho ucciso un uomo"
Continuava a tenere il viso premuto tra le braccia conserte poggiate al tavolo. La sua voce usciva distorta da quella caverna umana.
"Perché?"
Una semplice domanda, credo la più utile. L'uomo alzò di poco il viso giusto lo spazio per posare i suoi piccoli occhi arrossati su di me.
"L'ho ucciso perché era il marito della mia amante. Capisce? Lei non voleva dirglielo, così l'ho fatto io e dopo l'ho ucciso"
Si era versato un altro po’ di liquore scadente; stringeva il bicchiere tra le mani ma non accennava a muoversi per bere. Stava lì come pietrificato, immobile come se fosse il soggetto di un quadro, come se facesse parte di quella ridicola tappezzeria rossa, di quel parquet giallo rovinato dal tempo.
"Come?"
Le sue spalle ebbero un leggero tremito, sussultò forse per lo spavento o semplicemente perché ubriaco.
 "L'ho accoltellato. Ho contato fino a cinque affondi nel suo cuore, poi mi son perso, ma ho colpito molte volte. Sa, l'ho dedotto dal sangue che avevo sulle mani, sul volto, ovunque, era decisamente tanto. L'ho colpito talmente tante volte fino a non sentire più le braccia, solo un formicolio. Pesavano, pesavano come macigni, ma io non potevo fermarmi, dovevo assicurarmi che fosse morto. "
Ormai aveva alzato il volto e sorseggiava calmo dal suo bicchiere.
"Poi?”
Mi osservò attentamente facendo scontrare per un attimo soltanto i nostri sguardi per poi tornare a fissare i suoi occhi nel vuoto.
"Poi ho preso un coltello più grande e l'ho tagliato a pezzi. Tanti piccoli pezzettini. Li ho raccolti e seppelliti in una buca profonda nel giardino"
Restai fermo, immobile, non avevo più alcuna domanda, avrei potuto chiedergli cosa avrebbe fatto, perché l'avesse confessato a me, ma non credo mi interessasse saperlo. Magari avrebbe ucciso anche me, ma non mi interessava più di tanto.
"Ha paura?" Mi chiese strisciando le parole.
"No, dovrei?"
"No, non deve" sorseggiò ancora un po' di liquore e continuò "e lei, ha mai ucciso qualcuno?"
 "Si, l'ho fatto"
"E mi dica, questa persona è ancora viva?"
 "Si lo è"
"Allora ha fatto proprio un buon lavoro." 


 
"L'uomo è uno straniero sulla terra e
la sua vita un viaggio scosso dalle tempeste. "
Vincent Van Gogh





 
Ispirata ovviamente al quadro di Van Gogh, mi ronzava in testa già da un po', ma c'era bisogno di lui per tirarla fuori :')
Grazie per aver letto, alla prossima <3
  
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