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Autore: ButterflySeven    01/10/2014    5 recensioni
Belle è una ragazza di 23 anni, iscritta al terzo anno di Beni Culturali all'accademia di Belle Arti.
I sui problemi iniziano quando il professor Hood la rimanda per la seconda volta all'esame di storia dell'arte contemporanea 2.
Cercherà disperatamente aiuto in qualcuno che ne sappia più di lei in fatto d'Arte ed il padre dell'amico Baelfire, famoso storico dell'arte, sembrerebbe il candidato ideale... Ma tutto ciò, a quale prezzo?
[Rumbelle - coppia principale] secondarie Baelfire/Emma ed Emma/Killian
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy/Baelfire, Signor Gold/Tremotino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

La pioggia batteva suadente con un ritmo costante quella tiepida mattina.
Il fruscio del vento s’infiltrava leggero tra i rami degli alberi, provocando un suono dolce, a tratti quasi malinconico.
Era autunno inoltrato e Belle era quasi un mese che prendeva ripetizioni dal signor Gold.
La situazione si era alleggerita un po’, anche se il signor Gold continuava ad essere il solito taciturno, che però non perdeva occasione per rimproverarla pesantemente per il modo in cui operava.
L’impegno preso con lui, aveva prosciugato tutte le altre attività: la domenica la dedicava alla casa e ad aiutare il padre, con le amiche usciva sempre meno e con Gaston non si sentivano da due settimane.
Si erano visti una domenica sera d’inizio ottobre e lui cercò come sempre di riconquistarla regalandole dei cioccolatini. Ma lei aveva avuto tanto tempo per pensare ed era giunta alla conclusione che non potevano più continuare a quel modo.
Così, nonostante le sue proteste, Belle mise fine alla loro relazione.
Gaston per qualche giorno tentò di contattarla, ma lei decise di non rispondere a messaggi e chiamate per non dargli false speranze.
Lasciarlo fu una liberazione, perché era troppo tempo che si sentiva intrappolata in quella relazione. Gli voleva bene, ma non era realmente innamorata di lui. La sua era una cotta adolescenziale, di quelle che si vedono nei film, quando ci si innamora del ragazzo carino che sembra irraggiungibile. Ma Belle era cresciuta, l’aspetto fisico era diventato l’ultimo dei suoi requisiti per i potenziali fidanzati.

Con questi pensieri si recò al negozio.
Quella mattina le toccava imbiancare e stava male al sol pensiero. Per fortuna ad aiutarla c’era Bae, non osava immaginare cosa volesse dire far tutto da sola.
-Buongiorno!- salutò entrando.
- Ciao Belle! – la accolse Bae, che era già armato di rullo e pittura – come vedi sono già all’opera. Mio padre mi ha fatto iniziare alle 6 del mattino per terminare in giornata…-
- Strano non mi abbia comunicato niente, potevo venire ad aiutarti anche prima…-
- No, lascia stare… Sei fin troppo paziente con lui. Spesso è così scontroso che a stento riesco a tollerarlo persino io che sono suo figlio-
- Dai, non dire così… Ti vuole molto bene. Sta facendo tutto questo solo per dimostrarti quanto è cambiato…-
Belle indossò la tuta trasparente per coprire gli abiti, poi prese una scala, intinse il rullo e iniziò ad affrescare la parete opposta rispetto a dove Bae stava lavorando.
- Sai, Belle, ho come l’impressione che tu ti stia affezionando un po’ troppo a mio padre. Insomma, sei l’unica persona in questa città che ne parla senza alzare il tono della voce e inveirgli contro-
- Non è questione di affezionarsi. Il fatto è lui che non è come sembra… Vado oltre la superficie e sto imparando a capire che la sua è solo una maschera. Può darsi che in passato è stato davvero una persona cattiva, ma adesso ho l’impressione che si nasconda dietro questa nomina per evitare di soffrire. Credo che tu sia la sua gioia più grande, farebbe di tutto per te… E questo dimostra che nel suo cuore c’è spazio per l’amore. Solo che non lo dà a vedere…-
- Ah, Belle, se Cora fosse come te avremmo risolto molti problemi-
Belle si fermò di colpo per volgere lo sguardo su di lui.
- Che cosa intendi?-
- Lui e la tua preside hanno una relazione. O almeno, anni fa stavano seriamente insieme. E’ successo qualche anno dopo la separazione con mamma. Si sono conosciuti, hanno iniziato a frequentarsi e si sono piaciuti. Lei aveva già Regina, ma papà voleva a tutti i costi un figlio da lei e lei sembrava nutrire gli stessi sentimenti… Poi, all’improvviso, ha deciso di sposare il rettore dell’accademia, che allora era il sindaco di Storybrooke. Papà ai tempi era molto più freddo e sembrò reagire con la solita impassibilità, ma io credo ci rimase abbastanza male… In seguito continuarono a vedersi e credo lo facciano tutt’ora, ma il loro è sempre stato un rapporto più fisico che mentale. Non credo fosse vero amore, ma Cora è spietata tanto quanto lui, se non di più e questo non ha certo contribuito ad addolcirlo- intinse il rullo nella vernice e continuò a lavorare – sai, a mio padre servirebbe la guida di una persona diversa da come sono loro. Magari una donna matura, sicura di sé e con un carattere forte, ma con valori di vita più sani-
Belle rimase in silenzio. Rammentava ancora il giorno in cui aveva visto la rettrice Mills e il signor Gold insieme. Potevano anche essere una bella coppia, ma a lei insieme non piacevano.
Forse Bae aveva ragione, il punto era che su molte cose erano troppo simili e questo li portava a distruggersi a vicenda e non a migliorarsi.
Belle aveva imparato dai suoi libri una lezione fondamentale: due persone possono stare bene insieme, condividere splendide esperienze e volersi anche bene. Ma sono i poli opposti ad attrarsi.
Due persone troppo simili, con il tempo si stancheranno l’uno dell’altra, ma due persone con caratteri opposti, troveranno sempre un modo per vivere il rapporto con la voglia costante di scoprirsi giorno dopo giorno.
Chissà qual era il tipo di donna adatta per il signor Gold…
Si riscosse quando sentì la porta d’ingresso aprirsi.
E poi lo vide, bello come sempre, affascinante come pochi, con l’immancabile bastone e quel cappotto che gli stava d’incanto.
- Ma bene, state facendo un ottimo lavoro, miei cari…-
- Grazie papà, spero tu ci abbia portato una fumante colazione…-
- Ho portato dei caffè-
Poggiò la busta sul tavolo ed aspettò che i due scendessero dalle scale. Aprì la busta e porse un bicchiere a Bae.
- Mi concedo il meritato riposo, vado a chiamare Emma- ed uscì dal negozio.
- Per voi. Molto zuccherato, giusto?- le chiese porgendole l’altro bicchiere.
Era una cosa stupidissima, ma a Belle iniziò a battere il cuore. Gaston non si ricordava mai di quel piccolo dettaglio, persino suo padre gli dava spesso il caffè troppo amaro. Lui, invece, se ne era ricordato.
- Sì, signor Gold, mi piace molto zuccherato…-
Nel prendere il bicchiere, le dita si sfiorarono appena e Belle sentì un brivido attraversarle tutto il corpo.
Si fissarono per qualche secondo, poi Belle iniziò a sorseggiare la bevanda e Gold perlustrò i lavori.
- Sta venendo molto bene, anche se la sua parete, signorina French, è ancora piuttosto grezza nelle pennellate-
- E’ la prima volta che dipingo una parete, signor Gold, deve apprezzare il mio sforzo-
- Sicuramente i clienti entrando penseranno ai suoi sforzi vedendo questi segni imprecisi e rozzi sulla parete-
- E’ solo l’effetto della prima mano, Bae è quasi arrivato alla terza passata, dovete avere un po’ di pazienza!-
- E allora si sbrighi! Il tempo…-
- … E’ denaro. Lo so. Lo so-
Bevve in fretta il liquido bollente, bruciandosi anche la gola, poi presa dall’impeto di rabbia salì sulla scala e riprese a lavorare.

Ci volle quasi tutto il pomeriggio per completare il lavoro.
Bae andò via alle 18 per affrettarsi a prendere Emma e portarla al cinema, mentre Belle continuò la sua parte di muro, che doveva ammetterlo, finalmente stava prendendo forma.
Il signor Gold si sedette in un angolo e prese a stipulare una strana lista, che Belle pensò fosse degli oggetti da sistemare in negozio.
Fare le parti alte era veramente difficile, tanto che si dovette sporgere in punta di piedi per riuscire ad arrivare fino in cima.
- Faccia attenzione, signorina French, la sua condizione attuale mi sembra abbastanza precaria-
- Stia tranquillo, non cadrò dalla scala. Ho fatto di peggio per cambiare le lampadine in casa mia-
Il problema era che un punto non voleva proprio saperne di intingersi per bene di colore. Si tenne con una mano e cercò di arrivare ancora più su, ma fece un movimento di pennellata troppo brusco e la scala oscillò forte.
Accadde tutto così in fretta che non ebbe nemmeno il tempo di tenersi stretta alla scala, o di controbilanciare il peso. Cadde all’indietro e la scala la seguì nel verso opposto.
Era fatta, si sarebbe rotta l’osso del collo.
Chiuse gli occhi e urlò, aspettando il colpo di frusta lungo la schiena.
Ma ciò non accadde, ansi, fu invasa da un profumo di muschio bellissimo, che per un attimo la portò in una foresta sconosciuta.
Per istinto si voltò e i suoi occhi si specchiarono in quelli del signor Gold.
E adesso poteva sentire la presa forte dell’uomo sul suo corpo. L’aveva afferrata al volo per evitare che cadesse.
- Vi ringrazio…- disse a stento. Ma non mollò la presa, né l’uomo accennò a lasciarla andare.
Era un bizzarro momento di stallo.
Belle portò appena le braccia attorno al collo del signor Gold e l’uomo continuò a fissarla smarrito.
Era tutto molto strano. Le emozioni che Belle provò in quel momento non seppe descriverle, perché sì, era affascinata da quell’uomo così elegante, così misterioso… Ma tutto si riduceva a pure sensazioni estetico- sensoriali. Non sapeva quasi niente sulla vita del signor Gold, ma per quell’istante, desiderò che il tempo si fermasse per sempre.
La cruda realtà, le suggeriva che il tempo scorreva a prescindere dalle proprie volontà.
- Grazie…- ripetè nuovamente sciogliendo l’incantesimo.
- Non c’è di che…- rispose lui lasciandola andare.
Belle si guardò in torno, aveva fatto cadere il rullo e la parete si era leggermente macchiata.
- Cercherò di sistemare tutto…- disse giustificandosi, ma anche per cercare di cambiare argomento.
- Eh, non c’è bisogno…-
Evitarono di incrociare i propri sguardi e ognuno tornò alle proprie attività, con il cuore ancora colmo di emozioni sconosciute.

Non era passata nemmeno un’ora da quando era accaduto l’incidente, che qualcuno bussò alla porta.
Belle scambiò un’occhiata con il signor Gold, che si alzò per andare ad aprire. Lei scese dalla scala e poggiò il rullo a terra.
Quando il signor Gold aprì la porta, il sangue le si gelò.
Non fece in tempo a correre alla porta, che vide un pugno colpire con forza il naso del signor Gold.
- Gaston!!!!!!!!!! Fermati!!!!-
Si frappose tra i due, ma dietro di se il signor Gold aveva iniziato a brandire il bastone come fosse un’arma.
- Ma chi diavolo sei???? E cosa vuoi!????- urlava l’uomo.
- Chi sono io? Come osi? Sei un mostro! Ti stai approfittando della mia ragazza! Sei stato tu, sei stato tu a portarmela via! Bastardo!!! Lei è mia, MIA!!-
- Gaston, adesso basta!!- urlò Belle, ma lui la strattonò e fu allora che il signor Gold la mise da parte afferrandola per un braccio ed iniziò a picchiare Gaston con il suo bastone.
Quella fu la prima volta che Belle ebbe davvero paura di lui. Aveva uno strano luccichio negli occhi, molto più malvagio di quello che era abituata a vedere quando parlavano di arte.
Gaston non si arrese e iniziò a calciare forte. Addirittura lo morse al collo e lo graffiò con un coltello.
Fu allora che Belle non ci vide più dalla rabbia.
Ragionò in fretta.
Afferrò il rullo e colpì Gaston nelle parti intime. Lui si piegò e Gold ne potè approfittare per cacciarlo dal negozio.
- Ma che diavolo ti è preso????- urlò Belle inseguendoli fuori, mentre Gaston era ancora frastornato dalla botta presa.
- Sei una puttana! Stai con lui! Con un verme simile! Tiene in pugno tutta la città con i suoi ricatti, persino mio padre gli deve dei soldi! E tu lo aiuti! Ti sei innamorata di una bestia simile? Come puoi, Belle? Avevi me, ME!-
- Ma io non ti amo, Gaston! Tra noi è finita! Anzi, non è proprio cominciata!!! Ti accorgi solo adesso di me? Dov’eri quando avevo bisogno di te? Dov’eri quando ti chiamavo disperata, perché avevo bisogno di un gesto d’amore da parte tua? Non hai fatto niente per farmi sentire amata, ti sei sempre limitato a una scatola di cioccolatini ogni volta che litigavamo… Non mi serve un dolcificante, mi serve qualcuno che mi ami!!!-
- E’ così, dunque, è vero che ami quel mostro!-
Belle scoppiò in un pianto disperato.
- Ma non lo capisci che lui non c’entra? Stiamo parlando di te, di noi! Del “noi” che non c’è mai stato! Ti accorgi che esisto solo quando non mi hai più? Beh, io non sono la tua bambolina, hai capito??? SPARISCI DALLA MIA VITA!!! Adesso! -
Gaston si alzò appena e cercò di afferrarle il braccio, ma lei si divincolò infastidita.
- Ho detto vattene- ripetè asciugandosi le lacrime.
- No, Belle, ascoltami… Possiamo sistemare tutto, possiamo tornare a essere felici….-
- Ho. Detto. Vattene- gli scagliò nuovamente il rullo contro, macchiandogli i jeans e la maglia nuova – non fartelo ripetere ancora. Vattene -
Gaston guardò sia lei che il signor Gold. Sputò a terra, in un gesto così volgare che Belle non lo ritenne quasi possibile da un finto buonista come lui. Aveva sempre pensato che Gaston fosse semplicemente un po’ troppo pieno di sé. Adesso capiva che era il ritratto dell’ignoranza.
- Vado via, promesso. Ma tutti sapranno cosa nascondi, te lo giuro Belle, ti rovinerò…-
- Ehi, vacci piano con le minacce, pivello – ribattè Gold.
Gaston non aggiunse altro, si voltò e andò via.
Belle cadde a terra in un pianto disperato.
Si sentì afferrare per le spalle e portare dentro.
Riuscì a calmarsi solo davanti una tazza di tè fumante.
Anche il signor Gold se ne concesse una, come sempre versata nella tazzina che aveva rotto nei primi tempi che frequentava il negozio.
- Immagino quel tipo sia un vostro ex-
- Il mio unico ex. E’ un idiota- commentò.
- E immagino gli siano arrivate all’orecchio strane voci, chissà che tipo di conclusioni ne ha tratto… I giovani d’oggi sono così impulsivi -
- Sono desolata, mi creda…- alzò lo sguardo e notò solo in quel momento il naso sanguinante del signor Gold, così come una brutta ferita alla mano ed al collo.
Inghiottì un altro po’ del liquido caldo, poi si alzò per cercare una pezza da inumidire.
- Sono veramente dispiaciuta. Non volevo causarvi simili problemi, signor Gold…-
- Tranquilla, cara. Ho ferite di “guerra” ben peggiori di un graffio alla mano e un po’ di sangue al naso…-
Belle prese una bacinella e la riempì d’acqua. V’immerse il panno bianco e poi lo strizzò bene.
Guardò un attimo il signor Gold, aspettando che la rimproverasse in qualche modo, ma non lo fece.
Così si sedette e afferrò la mano sanguinante, iniziando a tamponare piano la ferita.
La tensione era palpabile. Belle sentì uno strano nodo alla bocca dello stomaco e le mani iniziavano a tremare.
Alzò lo sguardo per incrociare quello altrettanto smarrito del signor Gold, ma non riuscì a sostenere tale intensità. Così tornò a concentrarsi sulla ferita, cercando di sciacquare bene ogni punto.
- E… Se posso chiederlo, vi riferite anche alla vostra gamba, quando parlate di ferite di guerra ben peggiori?-
Sentì Gold sospirare due, tre volte prima di risponderle.
- Mia cara, sapete benissimo che tutta la città prova rancore nei miei confronti. E non posso dar torto a nessuno. La metà di loro è in debito con me per diversi motivi… Se c’è una cosa che dovete comprendere, è che spesso, i cattivi sono soggetti a parecchi atti di vandalismo. O cose ben più gravi…- fece una pausa, nel quale sorseggiò un po’ di tè – Alcune volte la gente si difende usando violenza. E in una di queste occasioni, un uomo ha pensato bene di attentare alla mia vita brandendo un grosso coltello -
Il fiato le si bloccò. Spalancò le palpebre, per poi alternare lo sguardo dalla gamba zoppicante al viso del signor Gold.
- Quindi, è stato quell’uomo a provocarvi una ferita simile?-
- Sì. Mi ha trapassato la gamba con il coltello e anche se sono riuscito ad aver salva la vita, il prezzo della mia cattiveria è stato non poter mai più correre o fare lunghe passeggiate privandomi del bastone…-
- Quell’uomo è un mostro. Spero sia finito in carcere per ciò che vi ha fatto….-
- Mia cara, cosa possiamo saperne noi mortali della vera cattiveria? Ognuno di noi ha qualcosa da difendere e per tale causa si sarebbe disposti a far patti col diavolo. Per questa città, io sono sempre stato il diavolo con cui fare accordi, ma sa, ogni cosa ha un prezzo e non tutti sono disposti a riscuotere il proprio. Persino il vostro amico Gaston ci ha dato una dimostrazione di questo. Pensiamo che alcune cose ci appartengano, ma le nostre azioni prima o poi dovranno essere ripagate da ciò che scegliamo. Lo scegliere di venire qui ad infastidirvi, gli ha procurato una ferita sia nel fisico che nell’orgoglio-
- Sì, ma anche voi siete rimasto ferito. E questo è un discorso che riguarda solo me…-
- E’ qui che vi sbagliate. Ho appena detto che i cattivi sono i soggetti più a rischio e devi credermi, la famiglia di Gaston mi deve tanto. La mia pazienza con loro è arrivata allo stremo e le misure da me adottate sono state drastiche. Non sono la persona che credi che sia, Belle. Io sono una persona orribile. Tutti vogliono scappare da me e sono sicuro che anche tu, presto o tardi, vorrai scappare quanto gli altri…-
Belle voleva rispondergli a tono, dirgli che lei non era come gli altri, che non sarebbe scappata davanti alle difficoltà. Ma pensò che le sue parole potessero essere fraintese e la situazione era già abbastanza imbarazzante senza aggiunta di altro.
Passò a tamponare la ferita al collo e l’uomo continuò a studiarla in silenzio.
Chissà che opinione si era fatto di lei. Dopo la sceneggiata di Gaston avrebbe pensato che fosse una matta anche lei.
- Ad ogni modo, mia cara, vi consiglio di scegliervi bene i prossimi fidanzati. Vi meritate molto più di un idiota come quel Gaston-
Belle alzò lo sguardo, ma erano davvero troppo vicini. Poteva contare ogni singola rughetta che contornava il viso del signor Gold. E le sfumature dei suoi occhi, le apparvero molto più chiare del solito.
- E quale sarebbe il tipo di uomo adatto a me?-
- Ah, non sta a me dirlo. Lo capirete da sola, quando sarà il momento…-
Belle avrebbe voluto approfondire il discorso, ma ancora una volta preferì rimanere in silenzio.
Non aggiunsero altro, rimasero in silenzio intenti a ricomporre i pezzi di quella strana giornata, troppo ricca di eventi.

Quando l’orologio segnò le 8, si accinsero a lasciare il negozio come ogni sera.
- Signorina French, oggi abbiamo saltato l’ora di ripetizione, vi prometto che domani recupereremo-
- Non si preoccupi, signor Gold. E’ stata una giornata impegnativa e ancora una volta vi sono debitrice, sia per avermi aiutata con Gaston che per…- al ricordo della scena della scala, Belle si imbarazzò – Beh, grazie, signor Gold…-
Lui sorrise ed a Belle venne un infarto. Aveva un sorriso bellissimo.
- Per questa volta non aggiungo nulla al vostro debito, avete fatto un buon lavoro come imbianchina, quindi siamo pari-
- Allora a domani, signor Gold-
- A domani, mia cara…-
Si separarono poco dopo, ma Belle non riuscì a resistere alla tentazione di voltarsi un’ultima volta. L’uomo era ancora fermo al punto dove si erano lasciati, che la osservava andar via.
Agitò la mano in segno di saluto e lui ricambiò con un cenno del capo, poi ognuno prese la sua strada.

Arrivata a casa, si fece una doccia e consumò il pasto in silenzio.
Suo padre si preoccupò per quel suo comportamento e le chiese se andasse tutto bene. Belle preferì evitare di farlo preoccupare e con una scusa uscì di casa.
Si sentiva oppressa dentro le mura domestiche, aveva bisogno di camminare e riflettere.
Si ritrovò quasi inconsciamente all’interno del Granny, seduta al solito tavolo, a ordinare il solito cappuccino.
- Che ti prende Belle? Sei così pallida…- le chiese Ruby porgendole la tazza fumante.
- Giornata no…- rispose semplicemente.
La ragazza la lasciò in pace e lei stette seduta in silenzio per un tempo indefinito.
- Ma buonasera! Che sguardo allegro!-
- Ciao Emma…-
La ragazza si sedette davanti a lei e ordinò un caffè.
- Ehi, mi dici cos’è questa brutta faccia?-
- E’ solo una giornata storta, ok?- rispose alzando un po’ il tono di voce.
- Ok, scusa…- alzò le mani in segno di resa e bevve un sorso del liquido scuro.
Ma Belle sapeva che il terzo grado sarebbe ripreso molto presto. Infatti non rimase delusa quando l’amica tornò a parlarle.
- Sai, Bae mi ha detto che suo padre stasera è tornato a casa piuttosto strano. Mi ha anche detto che ha il volto gonfio e una mano fasciata… Mi chiedo cosa mai sia potuto accadere di tanto grave da procurargli simili ferite…-
- Non sta bene?- si affrettò a chiedere.
- Sta bene, non ti preoccupare, a quanto pare sono solo ferite superficiali. Ma io e Bae gradiremo capire che diavolo è successo…-
Belle osservò intensamente il fondo della sua tazza.
- Mi dispiace così tanto, è tutta colpa mia…-
Le parole uscirono come un fiume dalle sue labbra. Aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno, perché troppe erano le emozioni che si teneva dentro.
Le raccontò ogni cosa di ciò che era accaduto quel pomeriggio, soffermandosi particolarmente su ciò che riguardava Gaston.
- Caspita, che situazione…- commentò infine Emma.
- Lo sai che non ho mai amato Gaston, ho sempre provato gratitudine per lui e per la sua famiglia, ma non l’ho mai amato! Per anni i suoi genitori hanno aiutato me e mio padre a rimanere a galla, sono sempre stati i nostri clienti più fedeli e senza il loro denaro oggi il negozio sarebbe già chiuso… Per questo quando Gaston mi ha chiesto di stare insieme non ho saputo dirgli di no. Lui era il ragazzo più corteggiato, quello che tutte volevano al proprio fianco ed io gli ero debitrice. Ma adesso è diverso, sono cresciuta! La gratitudine non è sufficiente per stare accanto ad una persona… E nemmeno il volergli bene, cosa che tra l’altro non faccio da tempo…-
- Belle, devi anche capire che non è stato Gaston ad aiutarvi, ma i suoi genitori… Insomma, non puoi pretendere che il vostro rapporto sia basato su affari di famiglia. Non siamo nel medioevo, dove i matrimoni erano imposti per contribuire al rendimento economico della famiglia. Tu metiti accanto un uomo che ti ama per quello che sei, non uno che pretende di strare con te senza offrirti nulla, che ti impone di non leggere e non studiare perché vuole accanto una donna casalinga. Dai, sono discorsi assurdi!-
- Hai ragione. E’ che sono così stanca di tutto e tutti, vorrei solo pensare tranquillamente al mio esame e alla tesi, senza altri pensieri in testa. Poi mi dispiace per il signor Gold, che è finito in mezzo senza che c’entrasse nulla in questa storia. E come se non bastasse ho fatto preoccupare sia Bae che te, non è corretto!...-
- Sisi, infatti…- rispose l’amica atona.
Belle notò che stava guardando insistentemente oltre le sue spalle e dallo sguardo sembrava abbastanza sgomenta da ciò che vedeva. Si voltò per capire chi ci fosse dietro di sé ed ebbe un tuffo al cuore nel vedere il solito killian, intento a pomiciare bellamente con la biondina della sera in discoteca.
- Non ci posso credere! E’ la terza volta che li vedo insieme, forse stavolta fa sul serio…- commentò divertita, ma anche sollevata. Sentì il rumore di qualcosa che si infrangeva e si voltò di scatto. In lontananza percepì il rumore delle labbra che si separavano, segno che anche Killian aveva sentito quel forte trambusto.
- Emma! Fai attenzione…- l’amica aveva fatto cadere a terra la tazza vuota, frantumandola in mille pezzetti.
- Scusa, mi ero distratta…-
- Ma guarda chi c’è! French e Swan insieme! L’allegra combriccola non si separa mai…-
Killian si alzò dal suo posto, prese la ragazza per mano e trascinarono due sedie al loro tavolo.
- Non disturbiamo, vero?- ebbe la decenza di chiedere. Ma Belle non fece in tempo a rispondere che i due si accomodarono accanto a loro.
- Oh, tranquillo Killian, c’è posto per tutti…- rispose secca Emma.
- Swan, cos’hai mangiato per cena? Questo acidume riservalo ad altri…-
- E tu, Killian, hai detto alla ragazza che già domani verrà rimpiazzata con un’altra? O pensavi di concederti un piacere a tre?-
- Swan, quando hai di queste voglie basta solo chiedere, adoro le nuove emozioni…-
- Vuoi farmi credere che non hai ancora provato questo tipo di ebbrezza? Ti facevo più intraprendente…-
- Ed io pensavo fossi più casta. Parlare di sesso a tre in un luogo pubblico… Non è da te, Swan-
Belle li osservò battibeccare ridendo tra sé.
C’era qualcosa di strano in quella finta litigata. Killian era innamorato di Emma e questo era lampante, la stava divorando con il suo sguardo penetrante, inoltre si avvicinava a lei secondo dopo secondo, finchè si ritrovarono ad un soffio di distanza. Ma a sorprenderla era Emma, che non solo non si tirava indietro, ma pareva molto divertita dalla situazione… E i suoi occhi, avevano uno strano luccichio, un luccichio che non le vedeva da parecchio tempo: era ammaliata e fortemente attratta da quello scontro verbale.
Belle ebbe la certezza che se fossero stati da soli, sicuramente avrebbero svolto ben altre attività piuttosto che litigare.
Quel pensiero la folgorò.
Che diavolo stava accadendo?
- E quindi, non ci presenti la tua amica?- chiese Emma, sempre più divertita.
- Ma sicuro! Lei è Trilli, la mia nuova ragazza. Ci conosciamo da poco più di un mesetto, ma tra noi è stato amore a priva vista. Vero dolcezza?-
- Oh si, Killian….- rispose lei, del tutto rapita dallo sguardo del ragazzo.
Tornò a sedersi composto e dedicò tutte le sue attenzioni alla giovane biondina.
Vide Emma irrigidirsi sulla sedia.
- Verrà anche lei in gita?-
- Ci puoi scommettere, non voglio sprecare nemmeno un istante senza questo splendido fiore…-
Killian riprese a baciarla con foga.
- Killian, siamo in un luogo pubblico…- lo riprese Belle.
- Che palle French. Mi sembri una madre in apprensione!-
- Questo perché hai perennemente bisogno di qualcuno che ti faccia notare quando stai esagerando. Dimostrami che stai crescendo ed io prometto di smettere di farti la predica-
- Va bene, mammina…-
- E comunque cos’è questa storia del viaggio?-
- Ma come? Bae non ti ha detto niente? –
- Eravamo rimasti che gliel’avrei detto io, ma eravamo prese da altri discorsi e mi è passato di mente- intervenne Emma.
- Beh, c’è poco da dire. 7 giorni a New York, tutti insieme a goderci il fascino della grande mela- concluse Killian.
- Davvero? Ma quando?- Belle era seriamente sorpresa.
- Andiamo la settimana prossima, c’è un last minute molto conveniente per le comitive. Siamo noi quattro più Ariel, Ruby, Eric il barista, Ashley e Sean -  
- E ovviamente ci farebbe molto piacere se verresti con noi- le disse Emma, guardandola con gli occhi da cerbiatto – rifletti, potresti separarti per una settimana da tutta questa tensione. Sarebbe una buona occasione per staccare la spina e stare per una volta tutti insieme, proprio come ai vecchi tempi…-
Belle guardò entrambi sorpresa. L’idea era allettante, ma…
- Grazie ragazzi, ma non posso… Ho troppe responsabilità, in questo momento. Non riuscirei a partire e lasciarmi alle spalle tutti i problemi. Inoltre papà ha bisogno di me e sapete benissimo che non posso abbandonare le ripetizioni d’Arte. Il signor Gold non mi darà una seconda occasione se lascio la città per farmi una vacanza…-
- Dai, Belle! Sono sicura che Bae riuscirebbe a convincerlo…- insistì Emma.
- Tu non lo conosci. E’ molto preciso in queste cose e non sopporta le prese in giro. Non voglio rischiare di perdere le ripetizioni… Quindi vi ringrazio per l’offerta, ma sono certa vi divertirete anche senza di me-
- Sei sicura, Belle?- chiese Killian un’ultima volta. E Belle seppe che era seriamente dispiaciuto, perché erano rare le occasioni in cui la chiamava per nome.
- Sì, sono sicura. Ma questo non v’impedisce di portarmi un souvenir a testa!-
- Ah, ma tu sei un tipo semplice, French… basterà portarti qualche libro che racconta le vicende della grande mela!-
Risero alla battuta di Killian.
Belle era seriamente dispiaciuta per non poter unirsi agli amici.
Ma soprattutto, era preoccupata di essere lontana da killian ed Emma, che per quel che aveva visto, era sicura ne avrebbero combinate delle belle in quei sette giorni…
Poi pensò a sette giorni passati senza nessuno degli amici, in completa balia di suo padre, Gold e Gaston.
- Meglio prendere qualcosa da bere- propose turbata.


Continua…


Salve a tutti, eccomi puntualissima a postare questo nuovo capitolo.
Abbiamo taaantaaa roba sulla brace, mi sono divertita a scrivere questo capitolo bello tosto, anche se ho l'impressione di appassionarmi alla scrittura di questa storia capitolo dopo capitolo. Lo dico perchè il prossimo mi sta entusiasmando ASSAI! Quindi anticipo che ci sarà spazio per tante cose (alcune belle, altre meno).
Ho voluto inserire Belle che "curava" Gold come accade nel cartone Disney,quando Belle cura la bestia dopo che lui la salva dai lupi, ma rimane ferito. D'altronde Gaston è peggio di un lupo (sia mai che gli Stark di Grande Inverno si sentano offesi da tale affermazione).
Commentate, se vi va, mi fa taaantoooo piacere leggere i vosti commenti ;)
Ringrazio
pandina, Rusty 93, Tzn29031986, Chrystal_93, seasonsoflove e gionem per aver recensito lo scorso capitolo. Ringrazio chi continua a inserire la storia tra le preferite/seguite/ricordate e grazie a chi legge in incognito. ♥
Il prossimo capitolo arriva mercoledì pomeriggio.
Bacini per tutti!!!!

PS. avete visto la 4x1?????? Penso ancora sognante alla scena del ballo.... Ah, l'amoreee!!! 
Ma provo fastidio al fatto che gli autori diano un taglio così casto e puro alla coppia... Insomma, la passione ci sta! O almeno, questo è ciò che penso. Per me non può esistere amore totale senza la passione. L'amore è un insieme di cose messe insieme e un rapporto privo di passione è quasi irreale, per me.
  
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