Scaramucce

«Aaaash?» Gary incrociò le braccia al petto, con le labbra contratte in una smorfia insoddisfatta. Non gli andava a genio che qualcuno si permettesse di ignorarlo deliberatamente, specie se era qualcuno di tonto che avrebbe dovuto rispettarlo e trattarlo come un capo. Decise infine di dare uno strattone ai capelli corvini del suo “amico”, che scese dalle nuvole mugugnando oltraggiato.

«Ma si può sapere che c'è?» chiese, guardandolo male.

«Ti eri addormentato in piedi! Pensi ancora a lei, eh?» Gary fece un risolino malizioso. «Ash ha la fidanzata, Ash ha la fidanzata!»

Ash gli andò addosso tentando di dargli un pugno che venne subito fermato, come se l'altro conoscesse a memoria le sue mosse impulsive. «Smettila! Non è vero!» obbiettò, un po' in imbarazzo. Nella sua mente si fece strada il ricordo sfocato di quella bimba bionda, del suo viso dolce e i suoi occhioni azzurri che, da vacillanti di lacrime, si erano riempiti di curiosità. Aveva fatto il madornale errore di lasciarsi sfuggire di bocca quel racconto e il suo vicino di casa lo canzonava immancabilmente ogni qualvolta ne aveva l'occasione, come quel pomeriggio, all'ombra del giardino del Laboratorio di Biancavilla.

«Ash ha la fidanzata!»

La cantilena irritante di Gary, che ridacchiava con il petto gonfio d'orgoglio, lo riportò di nuovo nel mondo reale.

«Sei solo invidioso, perché io ho conosciuto una bambina carina e tu no!»

«Cosa?! Attento a come parli, Ketchum!»
Da lì, giù di nuovo a tirarsi i capelli e pizzicarsi le guance a vicenda, finché sentirono la voce tollerante del Professor Oak che li chiamava per la merenda. Si separarono in simultanea fingendo, con le mani dietro la schiena e due sorrisi sornioni, di aver giocato insieme buoni buoni fino a quel momento.