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Autore: KiarettaScrittrice92    01/10/2014    2 recensioni
Ho deciso di raccogliere qui tutte le mie vecchie e future one-shot di Detective Conan.
Chiedo scusa se ho eliminato quelle vecchie con tutti gli splendidi commenti dei miei lettori, ma spero che questa raccolta riceverà altrettanti commenti e consigli stupendi.
P.S. Alcune informazioni della ff le ho messe in evenienza a one-shot future, quindi non vi scandalizzate XD
Genere: Romantico, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Kaito Kuroba/Shinichi Kudo, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Checkmate

«Ai tu ci sarai domani alla festa a casa di Ayumi?» chiese il bambino grassoccio all’amica.
«Mi spiace, ho promesso al dottor Agasa che lo avrei aiutato a sistemare casa.» rispose la bambina dai capelli ramati.
«Ma è Halloween, non puoi fare un eccezione?» intervenne Mitsuhiko dispiaciuto della risposta.
«No, sono di parola e non portò esserci, sono sicura vi divertirete lo stesso anche senza di me.» rispose Ai.
Non poteva immaginare cosa sarebbe successo quella sera a casa Yoshida.

 

Era la notte di Halloween, il signore e la signora Yoshida erano usciti la sera e avrebbero fatto tardi con degli amici. Avevano intimato ad Ayumi e agli amici invitati a casa sua per un pigiama party, di non aprire a nessuno e di rimanere in casa.
I quattro bambini erano seduti sul pavimento della cameretta dell’unica femmina tra di loro. 
«Devo raccontarvi una cosa strana che mi è successa oggi. Un signore per strada mi ha fermato e mi ha dato questo pacchetto. Ha detto che era qualcosa a cui teneva molto e che avrei dovuto prendermene cura.» disse la bambina mostrando un pacchetto ricoperto da una carta blu e grosso quasi la metà di lei.
«Non mi fido…» disse il lentigginoso con tono scettico.
«Sei il solito esagerato Mitsuhiko, magari è un cucciolo.» lo rimproverò Genta.
«No, ha ragione Mitsuhiko. Quale persona darebbe un pacco del genere a una bambina dicendo quelle parole?» disse Conan.
«Che faccio?» chiese allora intimorita la bambina.
«Aprila! Ma con cautela…» le suggerì il bambino occhialuto.
Lei la scartò con mani tremanti: era un’enorme scatola bianca con sopra un biglietto.

If I had a world of my own, every will be nonsense. Nothing will be what it is, because everything will be what it isn’t.

«È inglese… non capisco cosa dice.» disse la bambina passando il biglietto al più intelligente dei quattro.
«Se avessi un mondo tutto mio, ogni cosa non avrebbe senso. Nulla sarebbe com’è, perché tutto sarebbe come non è.» lesse Conan.
«Che vuol dire? – chiese Genta – È un indovinello?»
«Può darsi… – pensò ad alta voce Mitsuhiko – Conan tu che ne dici?»
«Ho già sentito questa frase da qualche parte.» rispose il bambino occhialuto che sembrava parecchio pensieroso e concentrato.
«Davvero? Dove?» chiese nuovamente Genta.
«Non me lo ricordo… Beh inutile pensarci ora. Ayumi apri la scatola, sempre molto lentamente.»
La bambina aprì cautamente la scatola, ma il suo contenuto stupì tutti, tranne un eccitatissima Ayumi.
«È una bambola! Una stupenda bambola!» disse prendendola in braccio e abbracciandola forte.
Aveva i capelli dorati e mossi due occhi azzurri che si chiudevano quando era messa in orizzontale e un bellissimo vestitino azzurro.
«Giuro che non capisco…» disse Mitsuhiko stupito.
«Cosa c’è da capire? – chiese Genta – Forse quella bambola apparteneva alla figlia o alla moglie del signore e per non buttarla l’ha regalata ad Ayumi.»
«E il biglietto allora? Cosa vuol dire?»
«Ah che c’importa, pensiamo a divertirci ora!» disse il bambino robusto, deciso.

 

La serata passò veloce, tra storie dell’orrore, giochi da tavolo e risate. Quando si fece mezzanotte fu Conan a suggerire di andare a letto e i bimbi accettarono di buon grado, visto la stanchezza accumulata. In poco tempo, Ayumi era sotto le coperte del suo letto e i tre maschi erano nei loro sacchi a pelo per terra.
Presero sonno quasi subito, ma quella pace non durò che pochi minuti. Conan si svegliò: un leggero rumore di passi l’aveva fatto sobbalzare e decise di andare a vedere chi fosse, anche se molto probabilmente era tutta suggestione.
Non ebbe neanche il tempo alzarsi del tutto che la voce di Ayumi lo fece saltare in aria.
«Conan che fai?» chiese a voce abbastanza alta da svegliare gli altri due bambini. 
«Niente, niente credevo di…» non ebbe il tempo di finire la frase che si sentì un frastuono di vetri infranti.
La bambina lanciò un grido acuto, mentre Mitsuhiko urlò solamente:
«Cos’è stato?»
Senza pensarci due volte, Conan corse verso il luogo da cui aveva sentito provenire il suono, seguito ovviamente dagli altri tre bambini. Era lo specchio del soggiorno: la cornice sembrava ammaccata e lo specchio era in mille pezzi.
«Ma cosa diavolo…» disse Mitsuhiko guardando quel macello.
Ayumi lanciò un altro urlo e tutti si voltarono verso di lei. La bambina con mano tremante indicò la parete in cui prima c’era lo specchio: a caratteri rossi e grandi c’era scritto qualcosa.

We are all mad here…

«Siamo tutti matti qui…» lesse Conan in giapponese e ad alta voce.
«Siamo tutti matti? Che vuol dire?»
«Non lo so, ho di nuovo la sensazione di aver già sentito questa frase.» mormorò Conan grattandosi nervosamente la testa.
Poi qualcosa li fece saltare in aria di nuovo: un fischio assordante, come di vapore che esce da una stretta apertura.
Conan corse verso la cucina, seguito come al solito dagli altri. Sul fornello c’era una teiera in metallo e il fuoco era acceso. Il bambino occhialuto allungò la mano sulla manopola e lo spense, poi urlò.
«So che sei qui! Fatti vedere! Ti diverti così tanto a spaventare quattro bambini?»
A quelle parole la finestra della cucina si spalancò con una raffica di vento, facendo entrare un foglio di carta. Genta e Mitsuhiko corsero a chiudere la finestra, mentre Conan prese in mano il foglio e lesse:
«Ti va una partita a scacchi?»
«Ti sembra il momento di giocare a scacchi?» chiese Genta irritato.
«Ma no, è scritto sul foglio! You must be a game of chess? – disse rileggendo il foglio in inglese ­­­– Ayumi hai una scacchiera in casa?» chiese poi.
«Ce n’è una in marmo nello studio di papà…» rispose la bambina, ormai completamente terrorizzata.
Il gruppo si diresse verso lo studio del signor Yoshida.
La porta, che solitamente era chiusa a chiave, a detta della bambina, era spalancata. Entrarono timorosi e rimasero paralizzati appena furono tutti dentro: al lato della scacchiera in cui vi erano i pezzi neri vi era la nuova bambola di Ayumi.
La porta si chiuse, sbattendo alle loro spalle.

 

Lo scempio che ci fu dentro quella camera è meglio che io non lo descriva, ma vi posso assicurare che nessuno dei quattro bambini sopravvisse quella sera.
Il dolore dei genitori dei tre studenti delle elementari fu grande, quello di Ran verso il suo fratellino adottivo ancora di più. Nessuno però seppe cosa accadde quella notte, perché quando i signori Yoshida tornarono lo specchio in soggiorno era di nuovo intatto, la teiera era al suo posto e la bambola era sparita.

Era rimasta solo la scatola aperta nella camera di Ayumi, con dentro un biglietto in cui era scritto.

In contrary was what it is it wouldn’t be and what it wouldn’t be it would… You see? This is Wonderland


Angolo dell'autore:
01/10/2014
Questa one-shot horror è vecchiotta, ma ho deciso di postarla solo ora.
Con questa avevo partecipato a un contest horror, ed è stata la prima fanfic del terrore che io abbia mai scritto. Non ricordo però in che posizione sono arrivata al contest XD
Comunque l'ho fatta finire male perché ovviamente una ff horror che non finisce male non renderebbe. Spero comunque che vi sia piaciuta.
Un bacione da me e dal mio onii-san Kaito ;)
KiarettaKid

 

  
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