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Autore: Maggie_Weasley    01/10/2014    1 recensioni
Dopo la Guerra, la famiglia Weasley invita Harry ed Hermione a passare l'estate alla tana. Sono tutti ancora molto scossi per le perdite subite, tra cui quella di Percy Weasley, ma cercano di tirarsi su il morale a vicenda. Hermione e Ron stanno insieme ufficialmente, ma ora che la Guerra è finita si rendono conto di quello che provano per davvero. Hermione è la protagonista principale e si troverà a dover fare scelte difficili, come quella di scegliere se seguire il proprio cuore o la sua mente brillante. Che Fred Weasley c'entri qualcosa? Non ho intenzione di spoilerarvi niente...!
P.S.: ho scelto di non dare un titolo ai capitoli perché potrebbero rovinare l'effetto sorpresa ed essendo una cosa che odio dei libri, ho deciso di fare così.
Buona lettura!
Maggie
Genere: Azione, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Angelina/George, Draco/Ginny, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Draco aprì gli occhi dopo una bella dormita. Si sentiva meglio e per la prima volta non si era svegliato durante la notte in preda ai dolori. Dalla luce che entrava dalla finestra capì che doveva essere mattina inoltrata. Il suo sguardo corse a Ginny, aspettandosi di trovarla in poltrona o di non trovarla affatto, quando si accorse che la rossa dormiva ancora con la testa poggiata sul suo letto. Draco si concesse la libertà di osservarla. I lunghi capelli ramati erano cosparsi tutti intorno a lei e le sue mani stringevano delicatamente la stoffa del lenzuolo. Le labbra carnose erano leggermente schiuse e le palpebre riposavano distese sopra i grandi occhi verdi. Draco si ritrovò a pensare che Ginny Weasley era davvero bella. “Ha tutta quell'energia...” Aveva finalmente imparato a non frenare i suoi pensieri e, detestava ammetterlo, aveva capito cosa ci trovava Potter in quella ragazza.

In quel momento Ginny aprì gli occhi per incontrarne un paio di ghiaccio. “'Giorno...” mugugnò, con la voce assonnata. “Buongiorno, Weasley.” le rispose con un sorriso. Lei lo guardò stranita. “Vedo che ti sei svegliato bene.” “Ebbene sì, cara Ginevra. Sono perfettamente in grado di scendere a fare colazione.” Ginny lo guardò per accettarsi che non stesse delirando, poi lasciò perdere. Chissà, forse Draco Malfoy stava davvero cambiando. Il ragazzo si mise lentamente a sedere e la rossa, vedendolo in difficoltà, lo aiutò ad alzarsi. Una volta in piedi, Draco si stirò un po' i muscoli, rimasti fermi per un bel po', e passò un braccio intorno alle spalle di Ginny. Cercò di fare il primo passo, ma le gambe gli cedettero e cadde, trascinandosi giù con lui la ragazza. Finirono entrambi lunghi distesi per terra, lei sopra di lui. Quando si rese conto della situazione, diventò più rossa dei suoi capelli, ma rimase dov'era, senza riuscire a muoversi. Aveva le mani sul suo petto e la testa gli arrivava più o meno alla bocca, così che davanti a se aveva il suo collo, o meglio la sua faccia era spiaccicata contro il suo collo. Sentiva il suo profumo, un misto di sapone, freschezza e acqua di colonia. Alzò gli occhi, incrociando il suo sguardo e arrossendo immediatamente. Questo ragazzo la faceva arrossire un po' troppe volte... Eppure non riusciva a scollare lo sguardo dal suo o ad alzarsi. Rimasero interi secondi a guardarsi, poi qualcosa dentro Ginny scattò. “O mio Dio! Sei sdraiata sopra Draco Malfoy in camera tua! Se qualcuno entrasse...”. Ebbe il buon senso di tirarsi su e aiutare Draco a fare lo stesso. Lo guardò imbarazzata, mentre sul viso di lui compariva un ghigno. “Sei sicuro che riesci a camminare?” gli chiese freddamente. “Sicuro Weasley. Ora potresti sbrigarti ad accompagnarmi in cucina? Ho piuttosto fame.” rispose altrettanto brutalmente lui. Sbuffando e alzando gli occhi al cielo, passò un braccio sotto le sue spalle e lo portò, con non poche difficoltà, fino in cucina.

Hermione ed Harry erano già lì a fare colazione. Quando li videro scendere, il moro si rabbuiò e guardò male Malfoy, ma incontrò lo sguardo glaciale della fidanzata e decise di contenersi.

Fecero colazione in silenzio, mentre Harry lanciava occhiatacce al biondo, Hermione guardava preoccupata i due e Draco e Ginny facevano di tutto per ignorarsi. La riccia decise di rompere quel silenzio imbarazzante. “Bene, vedo che ti sei ripreso Malfoy. Vorrei che tu ci raccontassi dell'attacco dei Mangiamorte. Cosa volevano da te e Zabini?”

Draco la fissò per un po' con i suo occhi grigio-azzurri, poi rispose “Non ne ho idea, Granger. Non sei tu la sapientona del gruppo?” la sua voce era fredda e distaccata, soprattutto perché riteneva che San Potter fosse troppo vicino alla rossa. Ricevette immediatamente un'occhiata truce da Hermione, che però non si fece smuovere e mantenne il suo atteggiamento deciso. “Se proprio ti interessa saperlo, ho una mia teoria al riguardo. Siete entrambi figli di due Mangiamorte che non hanno proprio dimostrato piena fiducia nei confronti di Voldemort ed ora rinchiusi ad Azkaban. Credo che abbiano cercato di vendicarsi sui loro figli. Forse vogliono torturarvi e convincervi così a tornare dalla loro parte, prima che voi possiate riferire informazioni rilevanti al Ministero.” spiegò la riccia con calma. Malfoy, a sentir parlare di suo padre, sbiancò ed assunse un'espressione di terrore. Si aggrappò forte al tavolo e abbassò lo sguardo, in modo che non potessero vedere la sua reazione. Però quando parlò, fu con voce ferma. “Davvero non ho idea di cosa volessero da me, ma ci sta che sia per quello che hai detto tu. In quanto a Blaise, non ho idea di dove sia” aggiunse alzando lo sguardo e puntandolo in quello di Ginny- “ma vi prego di aiutarmi a cercarlo.” Rimasero tutti a bocca aperta. “Quand'è che Malfoy è cambiato in questo modo?” si chiese Hermione. Harry strinse i denti per non dire una parola. Era convinto che quella di Malfoy fosse solo una finta, per convincerli ad aiutarlo. Ginny non aveva tolto i suoi occhi verdi da quelli del ragazzo, leggendovi dentro tutta la sincerità di quella richiesta d'aiuto. Non sgranò gli occhi, non spalancò la bocca, non pensò a quanto fosse cambiato in quel breve periodo di tempo, perché lo aveva già fatto nei giorni precedenti. Ormai sapeva del nuovo Draco Malfoy. Si limitò ad annuire con decisione, e sul volto di Draco comparve un sorrise sincero, forse il primo che le avesse mai rivolto. Hermione sembrò pensarci su, ma alla fine disse “Perchè no?” annuì con vigore “Malfoy, ti aiuteremo a trovare Blaise. In realtà è sempre stato nei nostri piani, ma non mi aspettavo che fossi tu a chiederlo...”

Draco non replicò. Ora tutti gli sguardi erano puntati su Harry, il quale li fissava come se non potesse credere alle proprie orecchie. “Che ne pensi, Harry” disse per la prima volta Ginny. “Io... credo di volerne discutere prima con voi...” la rossa lo guardò come per dire che erano già tra loro. “In privato.” aggiunse il ragazzo, alludendo a Draco.

Hermione e Ginny si guardarono, scambiandosi opinioni con gli occhi, e alla fine annuirono entrambe. “D'accordo, Harry.” acconsentì Ginny, con una punta di amarezza nella voce. Non sapeva perché, ma aveva come l'impressione di avercela con lui, di nuovo!

I tre si trasferirono in salotto, dove Malfoy non era a portata d'orecchio, ma poco importava ad Harry. “Non se ne parla. Ma dico, siete impazzite? Vi siete forse dimenticate quello che vi ha fatto da quando ci siamo conosciuti ad Hogwarts?! E ora volete dirmi che lo aiutiamo? Non lo prendo neanche in considerazione...” “Ma ti senti quando parli?!” sbottò Ginny. Quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, riempito in precedenza da... nemmeno lei sapeva cosa! Sapeva soltanto di avercela con lui. “Quante volte devo ripeterti che Malfoy non è più quello dei tempi della scuola e sta chiedendo il nostro aiuto umilmente! Te vorresti solo sbattergli la porta in faccia, non è vero?! Credevo fossi cambiato... mi avevi detto di essere cambiato....” concluse con voce spezzata, ormai sull'orlo delle lacrime. Si girò e corse in camera sua, mentre Hermione guardava contrariata il ragazzo, dando ragione all'amica.

 

Draco vide una chioma rossa sfrecciare su per le scale e prima che la porta della camera di Ginny sbattesse, sentì quello che era sicuramente un singhiozzo. Si alzò dal tavolo a cui si era appoggiato e la seguì, bussando cautamente alla porta.

“Vattene!” gli gridò Ginny. “Sono io...” rispose lui, incerto. “Ma cosa diavolo sto facendo?”. I singhiozzi si fermarono per un momento.

Dopo un lungo silenzio, Ginny chiese piano “Cosa ci fai tu qui?”

Draco non aveva la risposta pronta per quella domanda. “Mi fai entrare?” chiese, con più dolcezza del previsto. “Certo che no!” gli rispose indignata, per poi accasciarsi contro la porta e ricominciare a singhiozzare. Non era da lei quella scenata, ma le stava letteralmente crollando il mondo addosso. “Ti ricordo che ora è anche camera mia...” la sorprese, da quando Draco faceva il simpatico? “Allora mi fai entrare o no?”. Sentì la rossa alzarsi e mettere la mano sulla chiave. Passarono parecchi minuti senza che nessuno dei due facesse niente, divisi solamente da una porta, poi Ginny prese un bel respiro e aprì la porta a Draco. “Già, è anche camera tua, ma adesso prendi le tue cose e...” non finì la frase perché il ragazzo l'aveva abbracciata. Non era uno di quegli abbracci normali, ma uno di quello che ti infondono dentro calore, che ti fanno capire che quella persona ci sarà sempre per te. Era piuttosto strano che si trattasse di Malfoy.
Ginny rispose quasi subito all'abbraccio, affondando il viso nel tessuto della sua camicia e annusando per la seconda volta il suo profumo. Ricominciò a piangere silenziosamente e, quando Draco se ne accorse, strinse la presa e affondò le dita nei suoi capelli lisci.

Rimasero abbracciati per un bel po', fino a che la rossa non si accorse di aver bagnato buona parte della camicia del ragazzo e si allontanò, imbarazzata, fissandosi i piedi. Draco sentiva di dover dire qualcosa, ma non trovava le parole. Non aveva idea di come comportarsi. Dopotutto, i Malfoy e i Weasley erano sempre stati nemici, fin da quando lui ricordasse, ma qualcosa era cambiato con Ginny. Non riusciva a disprezzarla, la vedeva semplicemente come una ragazza in lacrime che aveva bisogno di conforto. E non sapeva perché ma sentiva che quel conforto poteva darglielo solo lui. Fu per questo motivo che decise di farsi guidare dal cuore.

“Ti va di parlare?” disse alla fine. Ginny osò alzare lo sguardo, sicura di trovarvene un'altro che esprimeva sarcasmo, ma gli occhi di Draco riflettevano solo preoccupazione e affetto. Stupita, si ritrovò ad annuire e insieme si sedettero sul letto. Gli raccontò lentamente quello che c'era tra lei e Harry sin dal primo momento che si erano visti, della loro relazione tira-e-molla fino a quel momento e infine gli descrisse le loro discussioni sul fatto che lei lo trovava cambiato. Draco l'ascoltò senza dire una parola e non abbandonando mai il suo sguardo. Senza accorgersene si trovarono a scherzare su quanto anche lui fosse cambiato e Ginny gli confessò che non si sarebbe mai aspettata quella conversazione con lui.

Ricordandosi del loro abbraccio, lo sguardo della rossa cadde sulla camicia ancora umida di Draco.

“Ma guarda, ti ho bagnato tutta la camicia...” gli fece notare con un sorriso debole.

“Non fa niente” le rispose, lanciandosi un rapido sguardo addosso e notando che in effetti c'era una buona parte bagnata di tessuto. “Ho cose più importanti a cui pensare.” “Tipo?” “Consolare te.”

Ginny gli rivolse un sorriso sincero, per poi tornare a fissare la sua camicia, non riuscendo a sostenere lo sguardo del ragazzo.

“Per fortuna non avevo il mascara, altrimenti la tua camicia da bianca sarebbe diventata nera.” aggiunse con un risolino. “Oh, ma tu non hai bisogno del mascara.” le rispose, incatenando lo sguardo al suo. Nessuno dei due rideva, adesso che si erano resi conto di quanto fossero vicini. Draco posò una mano su quella della ragazza e le si avvicinò piano, in preda alla confusione più totale. Il suo campo visivo si era ridotto agli occhi verdi di lei. Ginny era come pietrificata. Si era accorta che il ragazzo si stava avvicinando lentamente, ma non voleva muoversi. Migliaia di pensieri frullavano nella sua testa, quando il volto di Harry le comparve davanti agli occhi. Non poteva fargli questo. Che poi non sapeva nemmeno cosa fosse “questo”, sapeva soltanto che lei e Draco dovevano fermarsi e lei doveva mettere a posto le cose con il moro. Appoggiò delicatamente una mano sulla guancia di Draco e lo riportò indietro. “Scusa...” sussurrò. “Ma non posso... Harry...” non sapeva come finire la frase. “Harry cosa...?” la stessa domanda frullava nelle menti dei due ragazzi. “Scusa...” mormorò di nuovo. Poi si alzò dal letto e si diresse giù per le scale, fino ad uscire in giardino. Draco era rimasto immobile, con in testa mille domande. “Che mi è preso?” disse tra sé e sé.

 

La giornata per il resto trascorse tranquillamente. Hermione, Angelina, Fred, George e Harry passarono il pomeriggio insieme in giardino a chiacchierare. Ginny aveva pensato di unirsi a loro, ma quando aveva notato la presenza di Harry, si era allontanata con la scusa che aveva mal di testa e che voleva stare da sola. Anche Draco era sceso in giardino e si era steso sotto un albero, tenendosi bene alla larga sia dall'allegro gruppetto, sia da Ginny. I signori Weasley avevano deciso di andare a trovare Ron da zia Muriel e molto probabilmente sarebbero tornati per l'ora di cena.

Fred, George e Angelina avevano notato che qualcosa non andava tra Harry e Ginny, così decisero di tirare fuori la questione.

“Harry, ma... va tutto bene con Ginny?” chiese dolcemente Angelina. Il prescelto si rabbuiò. “Certo che va tutto bene. Perché non dovrebbe andare tutto bene?!” chiese un po' troppo bruscamente. “Beh, perché sembra che lei ce l'abbia a morte con te.” intervenne George, infastidito da come aveva trattato la sua ragazza.

Harry stava per ribattere, quando, neanche a farlo apposta, Ginny comparve al suo fianco. “Harry, dobbiamo parlare. Subito.” aggiunse, lanciando un'occhiata agli altri, come per dire che la cosa era privata. Il moro recepì il messaggio. “Quello che puoi dire a me, puoi dirlo anche a loro. Non ti pare?” la sfidò, certo che volesse riprendere il discorso su Draco. Era sicuro che gli altri fossero dalla sua parte. Ginny diventò rossa di rabbia, che la spronò a continuare. “Bene! È finita.” disse semplicemente, con voce più calma possibile. Detto questo, si girò e tornò in casa.

Harry non se lo aspettava. Non se lo aspettava davvero, e vedere la sua espressione sbalordita fece nascere una bolla di risate nello stomaco della rossa, che però si costrinse a reprimere fino a che non si fu chiusa in camera sua. “Ben gli sta” pensò decisa e per niente pentita della sua decisione. Così avrebbe smesso una volta per tutte di farla soffrire.

Il moro aveva la bocca leggermente aperta e fissava con sguardo confuso il punto in cui era sparita Ginny. Poi si alzò, senza dire una parola e si allontanò dal gruppetto che si era fatto improvvisamente silenzioso. Come aveva fatto a perderla in questo modo? Come aveva fatto a lasciarsi sfuggire la ragazza che amava più di ogni altra cosa al mondo? Nella sua mente rivide la scena in cui si erano incontrati la prima volta, come se fosse stato ieri. Allora, era una piccola bambinetta con un casco enorme di capelli rossi e il viso coperto interamente di lentiggini. Come un flash, gli passarono davanti agli occhi le immagini di tutti i momenti passati insieme: alla Tana per tutte le vacanze estive, nei corridori della scuola, le risate accanto al fuoco in sala comune, quella volta in cui l'aveva aiutata a fare i compiti perché Hermione non poteva, le loro mani si erano casualmente sfiorate e da quel momento Harry aveva capito che l'amava, il loro primo bacio nella stanza delle necessità... Tutto svanito. Tutto quello che c'era stato era completamente andato, tutto. E questo per colpa di Draco Malfoy.

 

Hermione, Angelina, Fred e George erano rimasti a fissare la scena in silenzio e avevano seguito Harry con lo sguardo fino a che non era scomparso dietro alla collina. Poi Hermione aveva girato lentamente la testa incontrando lo sguardo preoccupato di Fred che rifletteva il suo. Nessuno sapeva cosa dire. Fu Angelina a rompere il silenzio. “Ragazzi, secondo voi dovremmo parlargli?” chiese, esitante. Si vedeva lontano un miglio che sotto c'era qualcosa di più profondo di una litigata. “Assolutamente sì. Dobbiamo capire cosa è successo tra quei due. Sono sempre andati d'amore e d'accordo e ora che possono stare insieme...” Hermione lasciò la frase in sospeso, facendo captare l'urgenza nella sua voce. “Credo che parlerò con Ginny...” aggiunse poi. “E noi con Harry.” decise George, guardando gli altri due ragazzi per confermare. “Sì, direi di sì.” acconsentì Angelina. Fred si limitò ad annuire vivacemente. Lui adorava questo tipo di situazione. “Scusatemi, ma com'è che voi vi occupate di Harry in tre mentre io devo affrontare Ginny da sola?” chiese. Aveva visto l'amica allontanarsi rossa di rabbia e, ad essere sincera, aveva un po' paura ad entrare in quella camera senza nessuno che la sostenesse. “Hai ragione, verrò io con te!” rispose subito Fred, il cui sorriso si allargò ancora di più. Lei lo fulminò con lo sguardo, pronta a ribattere, ma poi cambiò idea e decise di seguire quello che le consigliava il cuore, invece che la mente. “D'accordo Weasley. Vediamo come te la cavi con le ragazze in preda ad una crisi di nervi.” rispose con un sorriso malizioso. Fred, con un sorriso sorpreso si limitò ad alzarsi e s'incamminarono insieme verso la Tana. “Sicuramente con te me la caverei benissimo in ogni caso.” le sussurrò. “Come fai ad esserne così sicuro?”. Intanto erano arrivati in cucina. Lui si avvicinò pericolosamente e chinò la testa per averla alla stessa altezza della ragazza. Era così vicino a lei che poteva scorgere le pagliuzze dorate che le circondavano le pupille. “Perché non puoi resistermi.”

Ad Hermione tutta quella vicinanza faceva girare la testa, ma si costrinse a rimanere lucida per ribattere. “Tu credi?” chiese con un sorriso furbo, per poi afferrarlo per le spalle e spingerlo contro il muro. Sfiorò il suo orecchio con la punta del naso e aggiunse “Perché sembri te quello in difficoltà...” Si staccò di colpo e si avviò per le scale. Vedendo che lui continuava a fissarla con un sorriso ebete, si lasciò scappare un sorriso. “Allora, andiamo o no?”

*Angolo autrice*
Scusate il ritardoooooo!!! Davvero, soprattutto perché circa due settimane fa vi avevo detto che il capitolo successivo sarebbe uscito in settimana... certo...
Mi dispiace, solo che con la scuola ho davvero pochissimo tempo per scrivere, ma non ho intenzione di smettere! Questo capitolo è venuto un po' così. Doveva essere più lungo, ma è sempre meglio di niente.
Colgo l'occasione per ringraziare le carissime 14 persone che seguono questa storia e soprattutto le 4 che l'hanno messa tra le preferite, ma ringrazio veramente tanto anche chi ha solamente aperto questa fanfiction! Recensite numerosi, che fa sempre piacere!
Pubblico il prossimo capitolo appena posso!
Hugs
Maggie

   
 
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