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Autore: Tina_    08/10/2008    2 recensioni
Due ragazzi che si amano.
O almeno è quello che credono.
Non è così, perchè entra in gioco una ragazza che non si fa scrupoli di rubare il ragazzo ad un'altra.
Dedicato a tutte le ragazze che si sono sentite nei panni di Agata almeno una volta.
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Era sempre andato tutto bene

 

Era sempre andato tutto bene.

La loro storia era stata pressoché perfetta per sei mesi.

Sei lunghi mesi di affetto, tenerezza, amore.

Sei mesi di coccole, regali, fiori.

 

Era iniziato tutto quasi per sbaglio.

Si erano s-contrati allo stadio durante una partita della loro squadra del cuore, l’Hellas Verona.

Lei, Agata, stava scattando una foto alla targa commemorativa dello scudetto.

Lui, Tancredi, stava camminando con i suoi amici.

In una mano una Marlboro Light, nell’altra una birra.

Non l’aveva proprio vista, e le era finita addosso rovesciando tutta la birra sulla giacca di Agata.

-          Ma porc

Agata si bloccò, quando vide i bellissimi occhi nocciola del ragazzo che la fissavano con una tale intensità da farla arrossire.

-          Scusami. Mi sono incantato ad osservare la tua bellezza e non ti ho visto!

Lei lo guardò storto, lui si accorse di aver detto una cazzata e scoppiò a ridere, cercando di mascherare l’imbarazzo.

-          Beh mandami pure il conto della tintoria.

-          Si, a chi lo mando? Cerco sull’elenco “cafone irriverente tifoso del Verona” e trovo il tuo numero?

-          Ma no! Te lo lascio, così magari possiamo vederci una sera.

-          Magari lontano dalla birra…

-          Vedi che vuoi uscire con me? Bene, ecco il mio numero. Fammi uno squillo quando vuoi, così posso rimborsarti. Ora ricomincia la partita. Ciao splendore!

Era un fiume in piena quel ragazzo! ma l’aveva affascinata, e non era poco.

Fece tutto il resto della partita a pensare a lui, e così fece anche la sera. Non voleva scrivergli però. Non voleva sembrare troppo ossessiva.

 

La mattina dopo era al bancone del bar che leggeva il giornale, in attesa che arrivasse ora di prendere lo speciale per la scuola, quando sentì qualcuno venirle addosso e rovesciarle il caffè bollente sul maglione rosa confetto.

Era sempre lui, Tancredi.

-          Ma lo fai apposta? Ma Dio santo…come faccio ora ad andare a scuola così lercia?

-          Non preoccuparti, dolcezza. Ti presto la mia felpa. Mi sento terribilmente colpevole.

E i suoi occhi dimostravano proprio questo sentimento.

Si tolse la felpa viola, il colore preferito di Agata e gliela diede.

Lei si sfilò il maglione, mostrando un’aderente t-shirt che metteva in risalto la forma del suo giovane seno.

Bestemmiando verso Tancredi si infilò la sua felpa, annusando il profumo del ragazzo, lo stesso che metteva lei.

Dentro di lei c’erano due sentimenti contrapposti: la rabbia perché lui le aveva rovinato il maglione, e la gioia di essere riuscita a vederlo.

 

Dopo di quel secondo scontro si erano incontrati ancora: lei doveva ridargli la felpa. Lui non volle indietro, gliela lasciò per scusarsi dei due incidenti accaduti in così breve tempo.

Continuarono ad uscire insieme.

Si baciarono la prima volta in un merlo di Castelvecchio, nello stesso posto dove quattro mesi dopo Tancredi avrebbe scritto su di un sasso, con un pennarello indelebile: “ti amo, e ti amerò per sempre”.

Insieme alla scritta le regalò un braccialetto, con una chiave come ciondolo.

-          Questa è la chiave del mio cuore. È tua, per sempre.

 

Quella sera, quando tornarono a casa, fecero l’amore per la prima volta.

Erano nel lettone di Tancredi, accoccolati sotto alle coperte rosse e oro.

Cominciarono a baciarsi.

Lui le tolse delicatamente la camicetta e i pantaloni.

La guardò, con il seno coperto dal reggiseno che le aveva regalato per il compleanno, in tinta con gli slip che stava indossando.

Slacciò anche il reggiseno.

Ammirò il seno florido e bianco, con una piccola areola più scura che cominciò a baciare, procurando ad Agata sensazioni mai provate.

Con una mano le accarezzava il seno, con l’altra le toccava il ventre, dove si fermò un attimo a giocare con il piercing, per poi passare alle cosce, fino su verso il suo segreto, leggermente nascosto ma pronto ad accogliere le dita di Tancredi. Non appena entrò sentì la rugiada di Agata inumidirgli le mani, ed un gemito di piacere uscire dalle labbra carnose della bella ragazza.

Con la punta del dito andò a stimolare quella piccola protuberanza all’interno di lei, che sapeva essere fonte di piacere.

Agata intanto, tra un sospiro e l’altro, tolse la maglietta ed i jeans a Tancredi, osservando il suo bel corpo scolpito.

Quando Tancredi sentì che era ora, la guardò negli occhi.

-          Vuoi?

-          Si.

Le tolse le mutandine, mentre lei faceva lo stesso con lui, si adagiò sopra di lei e dolcemente entrò in lei con tutto i suo sesso.

Non era la prima volta che Agata faceva sesso, ma era la prima volta che faceva l’amore, ed era una cosa completamente diversa.

Le emozioni che scorrevano in lei erano più forti, più belle, più intense.

Quando sentì la scossa arrivare aprì gli occhi e fissò quelli di Tancredi, capendo che anche lui stava provando quello che sentiva lei.

  
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