Era
sempre andato tutto bene.
La loro
storia era stata pressoché perfetta per sei mesi.
Sei
lunghi mesi di affetto, tenerezza, amore.
Sei
mesi di coccole, regali, fiori.
Era
iniziato tutto quasi per sbaglio.
Si erano
s-contrati allo stadio durante una partita della loro squadra del cuore, l’Hellas Verona.
Lei,
Agata, stava scattando una foto alla targa commemorativa dello scudetto.
Lui,
Tancredi, stava camminando con i suoi amici.
In una
mano una Marlboro Light, nell’altra una birra.
Non
l’aveva proprio vista, e le era finita addosso
rovesciando tutta la birra sulla giacca di Agata.
-
Ma porc…
Agata
si bloccò, quando vide i bellissimi occhi nocciola del ragazzo che la fissavano
con una tale intensità da farla arrossire.
-
Scusami. Mi sono
incantato ad osservare la tua bellezza e non ti ho visto!
Lei
lo guardò storto, lui si accorse di aver detto una cazzata
e scoppiò a ridere, cercando di mascherare l’imbarazzo.
-
Beh mandami pure
il conto della tintoria.
-
Si, a chi lo
mando? Cerco sull’elenco “cafone irriverente tifoso
del Verona” e trovo il tuo numero?
-
Ma no! Te lo lascio, così magari
possiamo vederci una sera.
-
Magari lontano
dalla birra…
-
Vedi che vuoi
uscire con me? Bene, ecco il mio numero. Fammi uno squillo quando vuoi, così
posso rimborsarti. Ora ricomincia la partita. Ciao splendore!
Era
un fiume in piena quel ragazzo! ma l’aveva
affascinata, e non era poco.
Fece
tutto il resto della partita a pensare a lui, e così fece anche la sera. Non voleva
scrivergli però. Non voleva sembrare troppo ossessiva.
La mattina
dopo era al bancone del bar che leggeva il giornale, in
attesa che arrivasse ora di prendere lo speciale per la scuola, quando sentì
qualcuno venirle addosso e rovesciarle il caffè bollente sul maglione rosa
confetto.
Era
sempre lui, Tancredi.
-
Ma lo fai apposta? Ma Dio
santo…come faccio ora ad andare a scuola così lercia?
-
Non preoccuparti,
dolcezza. Ti presto la mia felpa. Mi sento terribilmente colpevole.
E i
suoi occhi dimostravano proprio questo sentimento.
Si tolse
la felpa viola, il colore preferito di Agata e gliela
diede.
Lei
si sfilò il maglione, mostrando un’aderente t-shirt che metteva in risalto la
forma del suo giovane seno.
Bestemmiando
verso Tancredi si infilò la sua felpa, annusando il
profumo del ragazzo, lo stesso che metteva lei.
Dentro
di lei c’erano due sentimenti contrapposti: la rabbia perché lui le aveva rovinato il maglione, e la gioia di essere riuscita a
vederlo.
Dopo
di quel secondo scontro si erano incontrati ancora:
lei doveva ridargli la felpa. Lui non volle indietro, gliela
lasciò per scusarsi dei due incidenti accaduti in così breve tempo.
Continuarono
ad uscire insieme.
Si baciarono
la prima volta in un merlo di Castelvecchio, nello
stesso posto dove quattro mesi dopo Tancredi avrebbe scritto su di un sasso,
con un pennarello indelebile: “ti amo, e ti amerò per
sempre”.
Insieme
alla scritta le regalò un braccialetto, con una chiave come ciondolo.
-
Questa è la
chiave del mio cuore. È tua, per sempre.
Quella
sera, quando tornarono a casa, fecero l’amore per la prima volta.
Erano
nel lettone di Tancredi, accoccolati sotto alle coperte
rosse e oro.
Cominciarono
a baciarsi.
Lui
le tolse delicatamente la camicetta e i pantaloni.
La guardò,
con il seno coperto dal reggiseno che le aveva regalato
per il compleanno, in tinta con gli slip che stava indossando.
Slacciò
anche il reggiseno.
Ammirò
il seno florido e bianco, con una piccola areola più scura che cominciò a
baciare, procurando ad Agata sensazioni mai provate.
Con
una mano le accarezzava il seno, con l’altra le toccava il ventre, dove si
fermò un attimo a giocare con il piercing, per poi
passare alle cosce, fino su verso il suo segreto, leggermente nascosto ma
pronto ad accogliere le dita di Tancredi. Non appena entrò sentì la rugiada di Agata inumidirgli le mani, ed un gemito di piacere uscire
dalle labbra carnose della bella ragazza.
Con
la punta del dito andò a stimolare quella piccola protuberanza all’interno di lei, che sapeva essere fonte di piacere.
Agata
intanto, tra un sospiro e l’altro, tolse la maglietta ed i
jeans a Tancredi, osservando il suo bel corpo scolpito.
Quando Tancredi
sentì che era ora, la guardò negli occhi.
-
Vuoi?
-
Si.
Le tolse
le mutandine, mentre lei faceva lo stesso con lui, si adagiò sopra di lei e
dolcemente entrò in lei con tutto i suo sesso.
Non
era la prima volta che Agata faceva sesso, ma era la prima volta che faceva l’amore,
ed era una cosa completamente diversa.
Le emozioni
che scorrevano in lei erano più forti, più belle, più intense.
Quando
sentì la scossa arrivare aprì gli occhi e fissò quelli di Tancredi, capendo che
anche lui stava provando quello che sentiva lei.