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Autore: Yssis    02/10/2014    2 recensioni
[Akio aprì pigramente un occhio, le luci dentro i vagoni erano troppo intense, lo disturbavano.
Era entrata altra gente, come sarebbe riuscito ad alzarsi in piedi per scendere proprio non ne aveva idea. Si portò un braccio dietro la testa, un auricolare sfuggì dall’orecchio.
In quel momento sentì un gran trambusto, una cascata di capelli azzurri venne avanti e lui non si tirò indietro. L’afferrò, incontrando due occhi perlacei ed imbarazzati.
Sorrise. – Ciao.-
-Ciao.-
Rimasero fermi così, uno negli occhi dell’altra.
E Fudou pensò soltanto che, se la sorte lo odiava, lui per ripicca l’avrebbe amata per avergli fatto uno sgarbo simile.
Perché quella davanti a lui era Rika Urabe, impacciata e bellissima come sempre.]
A Raven Cullen, perché merita solo il meglio.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Caleb/Akio, Suzette/Rika
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A Raven Cullen, con tutto il mio affetto.

Solo per il tempo di un ricordo

Fudou arricciò il naso dopo l’ennesima borsata in faccia ricevuta in quello stretto scompartimento del metrò.
Si massaggiò il punto dolorante maledicendo fra i denti la signora che neanche si era fermata a chiedere scusa.
Reclinò indietro il capo, cercando di concentrarsi solo sulla musica che sentiva attraverso gli auricolari. Presto sarebbe arrivato, mancavano solo altre tre fermate e sarebbe potuto scendere.
Quando odiava i metrò. Quanto odiava le grandi città. E soprattutto quando odiava il dover convivere con entrambe le cose.
“Bah…” bofonchiò a denti stretti, chiudendo gli occhi cangianti e affaticati: “Che razza di vita…”

 

Rika correva per le affollatissime vie del centro, il viso affondato in una sciarpa calda e tanta tranquilla fretta negli occhi.
Amava andare con le amiche in giro a far compere, soprattutto in quel periodo freddo dell’anno: si distraeva e tornava a casa più serenamente.
Quel giorno però si era intrattenuta più del previsto, così ora correva in cerca del sottopassaggio della stazione.
Ridacchiò nervosamente, non aveva affatto un buon senso dell’orientamento. Touko la criticava sempre per questo, le diceva che se un giorno si fosse persa non avrebbe neanche saputo dire dove stava andando.
In verità lei desiderava perdersi, ma per davvero.  Smarrire completamente la via del ritorno, vagare alla cieca senza più un punto di riferimento… Aveva quel desiderio, ma forse dietro a quella fantasia, c’era semplicemente il bisogno di essere trovata. O ritrovata.

 

{Lei di corsa salì quando arrivò l'ultimo metrò
C'era lui seduto lì
nei suoi occhi precipitò.
Tutto il resto sparì
ed in quell'attimo a lui sembrò che la fatalità passasse di là
con la velocità di quel treno che attraversa la città.

 

Trovò il sottopassaggio appena in tempo, obliterò il biglietto e si fiondò dentro le porte del treno sotterraneo.
“Ce l’ho fatta!” sorrise, stringendo a sé la borsa e guardandosi attorno.
Il vagone era gremito di gente, come al solito: non c’era da aspettarsi di meno all’ora di punta. Si fece largo fra borse e cappotti cercando di afferrarsi a qualcosa di stabile.
Ad un certo punto sentì il terreno mancarle sotto i piedi, si rovesciò in avanti: ma prima che cascasse a terra una mano le afferrò il braccio e la resse.
Imbarazzatissima e piena di vergogna, alzò lo sguardo: -S-Scusi, sono proprio sbadata… Devo essere… - le mancò il fiato. Conosceva quegli occhi. –… Inciampata.-

 

{Lui la vide e pensò che fosse un angelo sceso giù
fino a quell'ultimo metrò per volare con lui più su.
Fotogrammi di un film dove correva la fantasia
e con lei immaginò di andarsene via.

 

 “Siamo arrivati ad un’altra fermata. Meno una. Ora ne mancano altre due.”
Akio aprì pigramente un occhio, le luci dentro i vagoni erano troppo intense, lo disturbavano.
Era entrata altra gente, come sarebbe riuscito ad alzarsi in piedi per scendere proprio non ne aveva idea. Si portò un braccio dietro la testa, un auricolare sfuggì dall’orecchio.
In quel momento sentì un gran trambusto, una cascata di capelli azzurri venne avanti e lui non si tirò indietro. L’afferrò, incontrando due occhi perlacei ed imbarazzati.
Sorrise. – Ciao.-
-Ciao.-
Rimasero fermi così, uno negli occhi dell’altra.
E Fudou pensò soltanto che, se la sorte lo odiava, lui per ripicca l’avrebbe amata per avergli fatto uno sgarbo simile.
Perché quella davanti a lui era Rika Urabe, impacciata e bellissima come sempre.

 

{Poco tempo passò tra una stazione e una galleria
gli occhi con gli occhi lei gli rubò e in un lampo li portò via.

 

Il treno sembrò volare mentre i due giovani rimasero così, a fissarsi negli occhi, immobili dentro il ricordo di un sogno.

Ciao, ti ricordi di me?

Io sono quello che in gita alle superiori è entrato di soppiatto nella tua stanza d’albergo per tirarti i capelli mentre dormivi, ma che si è fermato dietro la porta quando ti ha sentita piangere.
Diventi ancora malinconica la sera?
Sbatti i pugni e ti arrabbi sempre quando non trovi le cose e stai per uscire?
Ti raccogli ancora i capelli in due treccine per avere i capelli ricci?

 

… Io sono quella che ti ha incontrato per caso in un pub di periferia, che ha riso con te ubriaca fradicia per tutta la notte, confidandoti sogni che neanche sapevo di avere.
Ti spaventano ancora i luoghi stretti?
Ti alzi sempre la mattina presto per dipingere quel quadro, cercando la sfumatura migliore?
Ascolti ancora la solita playlist scassatimpani quando hai bisogno di estraniarti dal mondo? 

Ti manco? Pensi ancora a me?

… Ti mancano i miei pizzicotti e i miei dispetti davanti agli amici tuoi, e i baci nascosti da occhi indiscreti?
Io impazzisco quando ci penso…

… Ti ho dedicato parole d’amore scritte sulla spiaggia di un mare in tempesta, le ricordi ancora?
Io tanto, non sai quanto mi manchi…

Vorrei dirti tante cose…

… Ho smesso di dipingere, senza te che mi sgridi e rovesci i pennelli mentre ti muovi impacciata per la stanza non ha più senso….

… Ho imparato a mettere meno zucchero nel caffè, tu lo facevi sempre…

Ho provato a chiamarti.
Ma avevo paura di sentire la voce di un altro di sottofondo.

Sono passata tante volte sotto casa tua.
Ho sempre avuto paura che qualcun’altra venisse ad aprirmi.

Perdonami, non so cosa sia successo…

Mi dispiace, non so proprio spiegarmi come sia stato possibile…


{Una porta si aprì e da quel sogno lo risvegliò:
lei non era più lì
ma non la fermò quando lei se ne andò
ed intanto l'ultimo metrò la sua corsa continuava...

-Come stai?-
-Bene, tutto bene. E tu?-
-Bene.-
-Sono contenta.-
-Anch’io.-
-Devo scendere la prossima.-
-Certo.-

Il moro si accorse di star ancora tenendo la celeste per un braccio: rilassò subito la stretta, lei si ritrasse.
Fudou l’avvertiva vicina, vicinissima ora. Sarebbe bastato allungarsi di poco e avrebbe fatto combaciare le loro labbra. Come la prima volta; era stato un gioco, il gioco della bottiglia.
Gli occhi di lei quel giorno lontano l’avevano colpito perché avevano dentro una luce strana. Ogni volta che stava per baciarla era così, un guizzo di luce bastava a dire sì o no.
Per loro era sempre stato un gioco, solo un gioco. Ma il tempo dei giochi era finito in fretta, e adesso che la rivedeva si rendeva conto di essere un estraneo per lei.

Akio alzò lo sguardo, sulle labbra già una parola di saluto come tante, come ai vecchi tempi: quando ancora non sapevano com’era vivere nel mondo.
Ma lei già non c’era più. “E’ andata via… Di nuovo.”
Il giovane sentì all’improvviso un macigno sul petto, pensò di svenire: ma era solo il peso di tutte le parole non dette.
Udì come in sogno le due porte del vagone richiudersi, poi lo sfrecciare del treno sulle rotaie.
Si rimise a sedere, la galleria era buia.
“Quando te ne sei andata ho fatto una bambola voodoo e l’ho infilzata con uno spillo, pensando intensamente a chi ci ha fatto separare, a chi non ci ha dato la forza di concederci una seconda possibilità.
Sai cos’è successo Urabe? Mi sono punto un dito.
E’ stato un dolore immenso: o forse era solo delusione.”

Si strofinò gli occhi -  per qualche ragione pizzicavano – e avvertì l’ultima nota di una canzone.
“Era la tua preferita, Rika: non l’ho ancora tolta dalla playlist. Infondo ti piaceva… E piace anche a me.”

 

Angolino :.

Bentrovati, miei prodi!
Due aggiornamenti così rapidi nell’arco di due giorni… Sconvolti, neh?
Beh, non pensate che la cosa duri ancora per molto: ora mi sono data da fare, ma la scuola non lascia scampo uwu
Cercherò di farmi viva ogni tanto, per il momento rasserenatevi con questo lavoro e quello di ieri.
Perché se ieri c’era da festeggiare il fandom, oggi c’è da festeggiare i diciotto anni di quella meravigliosa amica che è Raven, e quale miglior modo se non scrivendo dei suoi amati pargoli? (?)
Fudou e Rika… Beh, c’è da dire che sono personaggi estremamente particolari, complessi già di loro: messi insieme devono essere un vero terremoto! Ma alla nostra Raven piace complicare le cose, mi pare anche giusto--
Quindi nulla in realtà, questo è un piccolo esperimento, creato sulle note di una canzone (“L’ultimo metrò” di Eros Ramazzoti, a chi dovesse interessare, e cioè a nessuno, ma io lo dico lo stesso owo), su questi due cucciolotti.
Parlando in maniera tecnica, per chi non l’avesse capito, le narrazioni orientate a sinistra riguardano Fudou, quelle a destra invece Rika: il testo centrale infine sono citazioni della canzone.
Mi dispiace solo che la storia non parli esattamente di temi felici, inoltre non posso paragonare il mio angst con quello della festeggiata, quindi è meglio calare un velo pietoso sulla questione e proseguire--
Una storia d’amore finita non esattamente nel modo migliore e più comprensibile… Ho lasciato molti spazi aperti su quello che può essere successo fra i due, come punto di rottura e non, perché gli headcanon da far combaciare sarebbero stati veramente tanti, e non mi sentivo di fare delle preferenze in particolare xD
Per questo lascio un po’ tutto nella fantasia di voi lettori, in ogni caso il risultato di quello che può (e deve, altrimenti la storia non ha senso uwu) essere successo lo abbiamo visto tutti.
Ringrazio sentitamente tutti i lettori che sono arrivati fino in fondo e che mi lasceranno una recensione, un abbraccio speciale ancora a Raven, cara <3
Ciao ciao, alla prossima!

Sissy


  
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