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Autore: Mcveyslaugh    02/10/2014    1 recensioni
Da quando sono qui sono, anzi siamo, sempre state un casino per tutti, non siamo mai state ferme piu di 10 secondi senza far niente tranne se avevamo un libro in mano. Per questo piccolo dettaglio ci chiudevano ogni pomeriggio in biblioteca dove leggevamo libri su libri solo per la gioia di farlo e per la gioia degli altri noi eravamo fuori gioco per ore. Non esisteva un libro della biblioteca che era fuori posto o con una pagina piegata, per noi i libri sono sacri.
Genere: Commedia, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Roma. Orfanotrofio del Buon Cuore di Gesu. Buon Cuore se si pensa che stare le giornate a cucire, cucinare, sgobbare e lavorare come una matta o come dice Suor Giuseppina “imparare ad essere un brava donna e moglie” sia un buon cuore. Quanto vorrei un arco, vedo fuori dal cancello i ragazzi e le ragazze della scuola qui accanto esercitarsi con l’arco tutti insieme, si divertono, sono felici, cosa che io non sono. Ho qualcosa di simile ad un arco, una fionda, me l’ha regalata Tamara chiamata da tutti Sam a natale dell’anno scorso e da quel giorno non me ne separo mai. Sono seduta sotto un altro a guardare mentre l’ennesima “brava donna” viene affidata ad una nuova famiglia. Che sia chiaro non sono per niente gelosa…okay forse un pochino, ma non per la voglia di andarmene ma per la voglia di essere libera, di trovare l’amore, di vivere avventure con Sam ma queste cose non succederanno se io vado e lei resta qui quindi in parte è un bene restare chiuse qui dentro e poi, diciamocelo chiaro, chi mai vorrebbe due ragazze di 14 e 15 anni? Nessuno. Sono arrivata qui quando avevo piu o meno 2 anni, Sam è arrivata l’anno dopo. Da quando sono qui sono, anzi siamo, sempre state un casino per tutti, non siamo mai state ferme piu di 10 secondi senza far niente tranne se avevamo un libro in mano. Per questo piccolo dettaglio ci chiudevano ogni pomeriggio in biblioteca dove leggevamo libri su libri solo per la gioia di farlo e per la gioia degli altri noi eravamo fuori gioco per ore. Non esisteva un libro della biblioteca che era fuori posto o con una pagina piegata, per noi i libri sono sacri. Fisso Sofia mentre sale in auto affiancata dalle solite coppiette modello: madre giovane, padre giovane, entrambi o senza voglia di sopportare un parto doloroso o sterili. Queste coppie mi fan venire i nervi a fior di pelle, preferisco stare qui che vivere da brava figlia perfetta che non sono. Senza Sam non me ne vado. Me lo ripeto ogni volta che vedo qualcuno andarsene, senza lei non vado da nessuna parte.  Pensare che andandomene non la rivedrò mai piu è la cosa piu difficile da sopportare in fondo lei è la mia migliore amica, la mia ancora, la mia ikigai* e se non sarà mia sorella beh allora sto bene cosi. Guardo con la coda dell’occhio la macchina di Sofia mentre esce dal cancello per un avventura senza fine mentre armeggio con il cellulare per cercare i miei amatissimi Led Zeppelin, ecco un'altra cosa su cui io e Sam andiamo direi molto d’accordo, la musica. Mentre nella riproduzione casuale parte Whole Lotta Love chiudo gli occhi e mi appoggio all’albero pensando ad una vita in cui io e Sam giriamo per il mondo a caccia di avventure. La musica smette. Il telefono mi esce dalle mani. Apro gli occhi di scatto e vedo una chioma riccia correre nel cortile. – SAAAAAAAAAM- urlo con tutta la forza che ho nei polmoni mentre la sua risata sovrasta le urla, adoro la sua risata, non si contiene e non si preoccupa di cio che gli altri possano pensare di lei. Siamo diverse ma uguali, ci completiamo a vicenda. Lei è di origine siciliana, Catania precisamente e ha quell’accento adorabile di tutti i siciliani che amo da impazzire, io invece sono Lombarda, Brescia e ho quell’accento montanaro rude e tutto tranne che adorabile. Scuoto la testa per scacciare i pensieri e la vedo li ferma davanti alla porta che mi guardava esausta – Ti sei innamorata e non me lo hai detto?!- - Si certo sono innamorata di un albero!- -Avrei optato per Kit Harington ma sei vuoi l’albero me lo prendo io- -Hey! Io con lui ci sono sposata capito? S P O S A T A- ci urlammo da una parte all’altra del cortile mentre mi alzavo stiracchiandomi. Lei scattò dentro l’ istituto mente il cancello si apriva nuovamente subito seguito dall’ingresso di due ragazzi direi molto giovani con una ventina d’anni. Rimasi per un po’ a fissarli, adoravo il contrasto della pelle pallida cin i tatuaggi del primo e la carnagione piu scura ma limpida del secondo. Entrambi erano dotati di una chioma di capelli neri anche se quelli del primo erano piu scuri ed erano pieni di ciuffi scompigliati e ribelli che ricadevano senza ordine su viso. Camminava a passo svelto e ordinato, d’un tratto il suo sguardo color ghiaccio incontrò le mie iridi marroni/grigie e per un attimo mi persi in quegli occhi, splendide sfumature di blu e azzurro intenso in grado di farti ipnotizzare. Lui distolse lo sguardo e io tornai me stessa, mi sembrava di essere stata teletrasportata in un altro modo. Mi misi a correre ed entrai nella struttura diretta in biblioteca, senza far caso alle sole voci femminili che incorniciavano la mia avventura alla ricerca del cellulare. Appena entrai dalla porta quasi ad occhi chiusi mi infilai nel reparto fantasy per arrivare alle copie della saga di Lo Hobbit, la nostra saga preferita. Tolsi i libri dallo scaffale convinta di trovare cio che stavo cercando ma trovai… il nulla. –Impossibile- sussurrai per poi voltarmi, corsi verso la postazione del libro Cercando Alaska di John  Green e spostando pure quello il vuoto piu assoluto. –Sam dove ti sei cacciata?- ripetevo girando per la biblioteca mentre la porta si apri di scatto. Con un movimento veloce mi misi in un angolino accucciandomi a terra per sentire ‘questa gliela faccio pagare’ pensavo. –Qui potete parlare tranquillamente senza essere disturbati, le ragazze non possono entrare in biblioteca- la voce di suor Giuseppina risuonava nella stanza mentre lo schianto della porta contro i serramenti seguiva il disperdersi della sua voce nell’aria. –Non possiamo due Alec- -Si che possiamo, sei uno stregone e io un cacciatore possiamo.- -E’ tanto se ci permettono una mondana, due sono troppe- stregone? Cacciatore? Ma cosa sono? Due pazzi.. –Ma lei non verrà senza la sua amica e dobbiamo prenderla, lei ha la vista- stavano parlando di me, io avevo la vista, io non me ne sarei andata senza Sam. Non potevo essere io, non con quei due pazzi. La mia testa era una tempesta di pensieri ed emozioni che venivano a galla l’uno dopo l’altro senza smettere di tormentarmi. –Guarda un po chi c’è qui Alexander- la sua voce risuonava nell’aria, alzai lo sguardo lentamente sapendo gia chi mi sarei trovata davanti. Squadravo ogni centimetro della sua pelle in attesa di scrutare i suoi occhi. La sua carnagione era piu scura, non aveva un fisico molto muscoloso, ma i muscoli c’erano. Salendo per la linea del suo corpo di intravedevano le unghie delle dita laccate di smalto, aveva un viso giovane, piu giovane degli anni che gli avrei dato. Aveva gli occhi leggermente a mandorla e i lineamenti asiatici, gli occhi erano contornati di glitter e le iridi erano verde/oro, aveva gli occhi da… gatto. –I tuoi occhi…- dissi quasi senza fiato. Lui voltò lo sguardo verso il suo compagno –Alec odio darti ragione ma avevi ragione.- Alec lo guardò con uno sguardo altezzoso, ora sembrava piu grande di qualche anno –quindi non possiamo lasciarla qui- aggiunse. –Io senza Sam non me ne vado da nessuna parte. Siete due pazzi, parlate di fantasy come se fosse la vita reale, non siete altro che due nerd che non riescono a distinguere una saga dalla pura e cruda verità- dissi alzandomi in piedi. –Tu piccola ragazzina…- l’asiatico mi puntò un dito contro il petto ma subito intervenne l’altro –Magnus..-. l’intervento non servì a nulla –Non osare dare a me del pazzo e tantomeno del personaggio di uno dei vostri stupidi libri da mondani  che pensano di sapere tutto sul mondo invisibile quando non sanno neanche che esiste il Sommo Stregone di Brooklyn che sono io e che…- le mani di Magnus si illuminarono di azzurro mentre la porta della biblioteca si aprì di scatto. –FERMI!- entrambi si voltarono verso la porta. Appena io vidi Sam sulla porta con in mano il mio telefono sbianca. –Sam vattene, vai via!- urlai ma lei fissava le mani di Magnus avvolte in una nube azzurra senza riuscire ad aprire bocca, ma non servì ci pensò lui a parlare. –Perfetto un'altra con la vista-
  
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