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Autore: Dany Art 99    02/10/2014    1 recensioni
Macavity non aveva ancora finito con i Jellicle... era stato ad un passo dal compimento del suo piano ma era tutto crollato quando lo avevano scoperto.
Quando lei lo aveva scoperto.
Quella piccola insulsa gatta, la compagna di quella sottospecie di odioso Protettore.
Demetra... avrebbe avuto la sua vendetta e sarebbe stata una delle più dolci e crudeli.
Doveva solo aspettare...
Dal testo:
*… non poteva essere lui. Non di nuovo.
Come uno schiaffo mi ritornò in mente la passata notte Jellicle, quando Demetra saltava addosso al gatto rosso e lo smascherava e lui la prendeva e la sbatteva a terra.
L'avevo quasi persa quella notte... quella notte in cui si avrebbe dovuto solo festeggiare.
Da quella notte tutto era cambiato; l'avevo sempre ammirata ed osservata e col tempo mi ero innamorato di lei, sentendo ogni sensazione amplificata in sua vicinanza, ogni battito accelerato; tutta la mia sicurezza da protettore crollava ogni volta che mi sfiorava.
E da quella notte avevo il suo cuore e il suo amore... e adesso che avevo quasi raggiunto il Dolce Aldilà non potevo permettere a quel pazzo nemmeno di pensare d sfiorarla per farle del male.*
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti :) io sono Daniela chiamata da tutti Dany quindi fatelo anche voi tranquillamente ahahaha
questa è la mia prima FF in assoluto quindi siate clementi please! A parte gli scherzi mi farebbe piacere anche solo che questa storia venga letta, perchè scrivere è una della mie passioni più grandi e sapere che magari (e ribadisco magari) vi piace, mi renderebbe felicissima :) 
Quindi vi lascio alla storia che anticipo essere stata scritta dopo aver visto questo musical che io adoro in tutto e per tutto e di cui ho immaginato un continuo, pensando alla vita dopo la luna Jellicle che i Jellicle ci hanno fatto vedere con il musical.
ora vi lascio veramente alla lettura quindi ... un bacio a tutti :)
[Revisionato]

 
POV DEMETRA
 
La piazzola della discarica era deserta ed avvolta da un silenzio quasi innaturale.
Mancavano ancora circa tre ore al tramonto ma il sole era già ormai basso e lanciava riflessi di luce per tutta la discarica.
Il silenzio continuava … i cuccioli erano tutti a dormire come i giovani maschi e le giovani femmine, reduci dalla notte passata a giocare ed a ballare in attesa della prossima luna Jellicle.
Mancavano ancora cinque lune piene a quella notte di balli sfrenati e tutti, sopratutto i giovani, cercavano di farsi notare per i corteggiamenti, ballando tutta la notte a per di fiato e dormendo l'intero giorno.
Invece io ero sveglia. Mi ero risparmiata i corteggiamenti perchè avevo trovato già il mio compagno alla scorsa Luna ma come ogni gatto avrei dovuto dormire il giorno.
Invece ero lì sveglia, con gli occhi spalancati che fissavano la piazzola dall'apertura della tana.. della nostra tana. Con un respiro lento e regolare che mi sfiorava le orecchie. Il suo respiro.
Mi girai lentamente e vidi la testa di Munkustrap che dormiva appoggiato al mio bacino con una mano protettiva sul mio fianco e la coda argentea e nera intrecciata alla mia.
Gli passai distrattamente e sovrappensiero una zampa in messo alle ciocche nere e grige della testa mentre cercavo di respirare profondamente per rilassarmi.
Mi sentivo stanca e frustata ma il sonno non giungeva, sapevo qual'era il motivo, me lo sentivo come una sensazione che non si può ignorare né negare... avevo paura.
Erano passate circa sei settimane da quando non dormivo e sentivo all'altezza dell'addome c'era un rigonfiamento... qualcosa di strano, di estraneo ma indossolubilmente legato a me.
-Sei già sveglia?- mi disse una voce vicino all'orecchio riscuotendomi dai miei pensieri, non mi ero nemmeno accorta che si fosse mosso. Mi girai di scatto e mi ritrovai il suo muso a pochi millimetri dal mio con i nostri nasi che si sfioravano e i nostri occhi incatenati gli uni agli altri.
-Sì,  non ho molto sonno in verità- dissi io cercando di mantenere un tono di voce fermo e sicuro.
Lui rimase qualche momento in silenzio scrutandomi, poi si avvicinò al mio muso sfregando la sua guancia contro la mia e sussurrandomi all'orecchio -lo so che mi nascondi qualcosa Demetra, ma non ne capisco il perchè-.
Mi ritrassi instintivamente mentre le mie orecchie si abbassvano e la mia coda si muoveva a scatti, cercai di calmarmi per rispondere e dopo aver respirato qualche volta dissi -perchè dici questo?-.
Lui si riavviginò a me dicendo con voce suadente e bassa -pensi che non mi sia accorto che non dormi di giorno da ormai settimane?Che sei sempre così schiva nei miei confronti?-  non c'era accusa nella sua voce solo..solo delusione.
C'eravamo promessi tutto la notte in cui mi aveva salvata, di dirci tutto, di affrontare tutto insieme ma.. non l'avevo mantenuta.
Era vero, ero diventata più schiva con lui, sentivo di dover stare da sola.
Abbassai la testa sfregandomi un'orecchia con la zampa mentre i movimenti della coda prima scattosi, si tramutavano in lenti.
-Munkustrap...- cominciai ma non riuscii a finire la frase visto che le sue labbra si posarono delicatamente sulle mie e le sue forti braccia mi avvolgevano in un caldo abbraccio.
In un primo momento fui presa alla sprovvista da quel bacio, ma dopo senza pensarci risposi appoggiandogli le zampe sul petto striato.
Le sue labbra si staccarono dalle mie e percorsero la pelle del collo lasciandomi brividi di piacere per tutto il corpo. Prima che me ne rendessi conto, stavo già facendo le fusa.
Ero sempre stata una gatta molto logica, con le zampe a terra e le idee molto chiare ma Munkustrap riusciva ogni volta a fare cadere quelle barriere che ero riuscita creare in tutti quegli anni; anzi sapeva farlo fin troppo bene.
Tornò per un momento sulle mie labbra per poi posarsi sulla mia guancia e sussurrarmi -dimmelo, per favore- e si staccò tenendo solo le mani sulle mie spalle e fissandomi con i suoi occhi color zaffiro nei miei dorati.
Ecco.. le mie barriere erano completamente crollate nello stesso momento in cui mi ero persa per l'ennesima vota in quelle iridi blu.
-Io credo.. credo, anzi sono sicura.. di, di aspettare...- stavo per dire la parola “cuccioli” quando un rumore ruppe il silenzio della discarica.
Proveniva dall'esterno, sembrava venire da dietro di noi, quindi dalla specie di “barriera" che creavano i bidoni argentei della spazzatura.
Sembrava che uno fosse caduto o.. o fosse stato buttato giù; ebbi un tonfo al cuore; dalla scorsa notte Jellicle ogni piccolo rumore fuori posto lo attribuivo a quel demone con gli occhi rossi.
C'erano volute settimane e tutte le attenzioni di Munkustrap per farmi superare la cosa.
Il mio compagno mi guardò e posandomi una leggera carezza sul muso mi disse -torno fra un momento- e così dicendo mollò la presa sul mio fianco ed uscì dalla tana con un balzo felino perfetto.
Mi accucciai fra le coperta che usavamo come letto ed affondai il muso nelle zampe pronunciando un'unica frase prima di lasciarmi andare allo sconforto.
-Aspetto dei cuccioli- dissi come se Munkustrap fosse lì con me, sprofondando nelle lacrime un momento dopo.
 
 
POV MACAVITY
 
Un sorriso mi invase il volto. Un sorriso aguzzo e pieno di aspettativa.
Perfetto.. mi aveva servito la mia vendetta su un piatto d'argento, parlando liberamente ignara che ci fossi io ad ascoltarla da un'apertura della loro tana.
L'avrei potuta afferrare in quello stesso momento.. era così vicina, sentii l'acquolina in bocca ma la ricacciai giù.
Il mio piano prevedeva la pazienza, il tempo sarebbe servito per fargli più male.
Avrei aspettato che avesse quei cuccioli e glieli avrei portato via uno ad uno, magari gli avrei cresciuti con il mio “clan” fra lotta per la sopravvivenza e fame per le poche risorse, ma sarebbe stato molto lungo, troppo lungo...
O forse gli avrei uccisi direttamente davanti ai loro occhi così da farli morire anche loro, crogiolati nella disperazione e nel dolore.
E lì, sì che avrei goduto sui loro cuori spezzati, una volta uccisi i cuccioli sarebbe stato facile, molto facile spezzare il protettore e la sua compagna.
Mi ritrassi dal mio nascondiglio ma un rumore mi fermò, lo riconobbi subito e mi girai, sguainando le unghie e i denti.
Il protettore era davanti a me già in posizione di attacco e lo sguardo pieno d'odio.
-Macavity!Gatto infame, che ci fai qui? Vattene!- mi urlò contro, si vedeva lontano un miglio che non voleva combattere ma che lo avrebbe fatto in caso di necessità.
Risi di gusto giusto per farlo arrabbiare ancor di più e sorrisi maliziosamente; -io starei attento alla tua compagna se fossi in te; potrebbe succederle qualcosa di brutto accidentalmente- dissi io saltando sul bidone e vedendo la rabbia invadere il viso del protettore, avevo sferrrato il colpo che volevo.
Si avvicinò rabbioso con la furia negli occhi, -se anche provi a sfiorarla Macavity io ti ammazzo- disse cercando di colpirmi con le unghie che evitai con facilità.
-Ah.. io non sto parlando di lei, o almeno non soltando di lei- dissi, gli sorrisi e cominciai a correre verso il mio rifugio.
Non mi girai. Sapevo che non mi avrebbe seguito.
 
 
POV MUNKUSTRAP
 
No, non poteva essere lui. Non di nuovo.
Appena vidi la sua figura scomparire fui tentato di seguirlo per finirlo lì o almeno tentare ma dopo che avrei fatto? Che avrebbe fatto Demetra? Non avrei potuto lasciarla da sola, senza protezione.
Come uno schiaffo mi ritornò in mente la passata notte Jellicle, quando Demetra saltava addosso al gatto rosso e lo smascherava e lui la prendeva e la sbatteva a terra.
L'avevo quasi persa quella notte... quella notte in cui si avrebbe dovuto solo festeggiare.
Da quella notte tutto era cambiato; l'avevo sempre ammirata ed osservata e col tempo mi ero innamorato di lei, sentendo ogni sensazione amplificata in sua vicinanza, ogni battito accellerato; tutta la mia sicurezza da protettore crollava ogni volta che mi sfiorava.
E da quella notte avevo il suo cuore e il suo amore... e adesso che avevo quasi raggiunto il Dolce Aldilà non potevo permettere a quel pazzo nemmeno di pensare d sfiorarla per farle del male.
In un accesso di rabbia diedi un'artigliata al bidone che avrei dovuto mettere a posto scaraventandolo a terra con un sonoro tonfo immaginando che quel contenitore fosse il corpo di Macavity e ripromettendomi una cosa.
Lo avrei ucciso. Lo avrei ucciso con le mie stesse zampe.
Ricomposi quella specie di barriera che separava la discarica dalla strada, rimettendo a posto il bidone grigio e mi guardai intorno per qualche momento, cercando di intuire il più piccolo movimento o rumore sospetto.
Dopo una decina di minuti di silenzio decisi di tornare alla piazzola ma non rientrai nella tana.
Cominciai a muovermi avanti ed indietro, avevo paura. Io protettore di un intera famiglia di gatti, avevo paura.
Demetra... il suo sorriso mi invase la mente. Che intendeva Macavity con quello che aveva detto?
Anzi perchè io davo ascolto a quel gatto pazzo e crudele, era solo un randagio senza famiglia che era cresciuto nell'odio verso ogni forma di amore.
Mi accucciai sopra il cofano della macchina gialla ovvero la tana che qualche volta Jennytuttapois usava per dormire mentre controllava i cuccioli.
Dovevo cercare di calmarmi prima di tornare da Demetra, non la volevo spaventare.
Che cosa potevo fare? L'unica mia possibilità era avvertire gli altri ed aspettare la prossima mossa di Macavity.
Era quello che mi faceva imbestialire, ero in suo pugno, non potevo fare niente.
Un movimento alla mia destra mi distrasse e vidi una testa brunetta e rossa uscire da un cumolo di scatole per dirigersi furtivamente ad una collinetta.
-Jemina? Sei tu?- la chiamai e la vidi bloccarsi sul posto, che ci faceva là fuori a quell'ora? Mancavano alcune ore ancora alla “sveglia” della clan.
Si girò verso di me con le gote rosse e balbettò, -Mun.. Munk non credevo di trovarti qui- mi disse imbarazzata.
La osservai e lei disse -stavo andando a..- fece un vago segno con la zampa verso la collinetta.
Vidi Jemina combattuta guardare la collinetta e poi me, per poi accucciarsi di fianco a me osservandomi, si doveva leggere dalla mia espressione che avevo qualcosa per la testa perchè Jemina sembrava quasi preoccupata mentre mi guardava.
-C'è qualcosa che non va Munk?- mi chiese, e adesso che dicevo? Le dicevo quello che stava effettivamente succedendo?
-Jemina...- mi voltai verso di lei, stava diventando veramente una bellissima gatta, molto probabilmente avrebbe fatto girare molte teste ai giovani maschi che si sarebbero uccisi per attirare la sua attenzione sulla pista da ballo alla prossima luna Jellicle.
Le passai distrattamente una mano sistemandole un ciuffo rosso ribelle e sussurrai, -sì.. ma non ti preoccupare... voglio parlarne agli adulti per ora, se devi andare vai- le dissi sorridendo.
L'avevo sempre considerata come una figlia, la conoscevo da quando, grande come un rotolo di lana era arrivata senza nessuno alla discarica, era orfana come me, come Demetra come molti della tribù e questo ci aveva avvicinati molto nel tempo.
-Sei sicuro?- disse e sentii una leggera sfumatura di panico nella sua voce, annuì, lei mi sorrise e fece per andarsene di nuovo verso la collinetta.
-Aspetta Jemi.. dove stai andando esattamente?- chiesi, nonostante tutto quello che mi passava per la testa, il mio ruolo di protettore non passava certo in secondo luogo.
Lei avvampò d'un tratto e cominciò a biascicare scuse su scuse mentre con la coda spazzava il pavimento con gesti molto veloci e frustati.
-..Insomma volevo solo fare due passi..- stava continuando ad inventare scuse con lo sguardo verso il pavimento. Io le alzai il viso con la zampa e la costrinsi a guardarmi negli occhi.
-Non devi inventare scuse,  basta che non esci dalla discarica e che non ti metti nei guai, ok?- le sussurrai posandole un buffetto sul naso.
-Io non ti ho vista... però stai attenta, se ti scoprisse Jenny sarebbero guai, può diventare una iena quella gatta- sussurrai. Lei sorrise e rise abbracciandomi lievemente.
-Grazie Munk- mi disse, strinsi un po' la stretta prima che la piccola Jemina si volatilizzasse ad una velocità simile a quella di Mistoffeles.
Rimasi lì a guardare il vuoto un altro po' mentre i pensieri mi vorticavano in testa e davanti agli occhi.
Che potevo fare?
 
 
POV DEMETRA
 
Era passata quasi un'ora da quando era uscito ed ero rimasta per tutto quel tempo accucciata a fremere come una cucciola mentre la frustazione prendeva il sopravvento.
Non mi muovevo.. scossa da quei singhiozzi che avevo tentato di trattenere senza successo... io ero quella che non si mostrava debole, quella fredda e razionale.
Bombalaurina era quella sentimentale, non io.
Probabilmente adesso mia sorella era dormire con qualcuno, come suo solito.
Non era mai stata una da legami duraturi, quasi come Tuggher ma a differenza sua non andava a letto con tutte solo perchè gli sbavavano dietro. Certo, anche dietro a Bombalaurina sbavavano molti maschi, era una delle più belle se non la più bella ma almeno non era così libertina.
Mi asciugai velocemente gli occhi umidi e mi stiracchiai sentendo i muscoli tirarsi e le ossa scricchiolare per aver mantenuto quella posizione per troppo tempo.
Mi guardai intorno.. e realizzai veramente che Munkustrap non era con me.
Il panico mi invase … era successo qualcosa? Gli era successo qualcosa? Quel rumore era qualcosa di pericoloso?
Mi diedi della stupida egoista, io che mi piangevo addosso mentre il mio compagno poteva essere in pericolo.
Uscii quasi di corsa dal cunicolo,nella piazzola della discarica, l'odore dei miei simili mi invase come un ondata ma cercai di concentrai su quello che cercavo.
Munk aveva un buon odore.... era dolce. Era la cosa che più mi aveva attirato in quel gatto oltre agli occhi color zaffiro e l'immensa dolcezza che dimostrava nei miei confronti.
Ormai la discarica si stava svegliando e riuscivo a sentire già i primi rumori di gatti che saltavano fra le collinette nonostante il sole fosse appena cominciato a tramontare.
Con un balzo meno leggiadro del solito, arrivai vicino alla macchina gialla e mi fermai un momento, ero ancora stanca; mi guardai dietro le spalle e vidi due occhi color zaffiro che mi fissavano intensamente.
Mi rilassai leggermente vedendolo ma quella calma che avevo riacquistato sparì di nuovo quando vidi la preoccupazione nei suoi occhi.
Mi avvicinai a lui salendo sul cofano della macchina e lo abbracciai prima che potesse dire niente facendo le fusa come non mai.
-Cosa..cosa c'è?- mi chiese sorridendo;  -niente, non tornavi più.. mi ero preoccupata- dissi io affondando il muso nella sua pelliccia striata.
Mi appoggiò una zampa sul fianco avvicinandomi di più a sè mentre posava il suo mento sulla mia testa, lo osservai velocemente.. sembrava combattuto.
Alla fine sospriò e disse -Demetra.. quel rumore che abbiamo sentito prima.. è stato Macavity a farlo-.
Mi bloccai completamente nel sentire quel nome. Il suo nome. Ogni muscolo non mi rispondeva, il respiro era accellerato, per un momento non sentii niente, nessun rumore, nessuna sensazione.
Appena riaquistai il controllo del mio corpo mi passai una mano sovrappensiero il basso ventre dove il gonfiore era ormai evidente ma Munkustrap sembrava non essersene accorto.
-Co..cosa?- riuscii solamente a dire mentre mi staccavo dal gatto per guardarlo negli occhi, -quando sono andato a controllare il rumore era caduto un bidone e ci ho trovato quel gatto infame.. stava guardando la nostra tana e..e l'ho fermato.. mi ha detto che dovevo stare attento ma non solo a te..- disse con lo sguardo fisso nei miei occhi, la voce impassibile.
Sentii la testa farsi leggera... e la paura attanagliarmi il cuore; sentii il cofano farsi sempre più vicino... voleva i miei cuccioli, i miei figli.. li voleva.
In un momento mi ritrovai accucciata a terra terrorizzata scossa dai tremori e dalle lacrime; le mani di Munkustrap sulle mie spalle che mi accarezzavano il muso cercando di calmarmi con gli occhi iniettati di paura.
La paura salì ad un apice tale che non avvertivo niente sul mio corpo, non vedevo Munkustrap ma lo sentivo urlare -Jenny! Jellylora! Venite qui- stava urlando.
Poi nella nebbia che era diventata il mio sguardo rividi i suoi occhi color zaffiro nei miei mentre si chianava e mi prendeva in braccio. Caddi nell'oblio un momento dopo con ancora un profumo dolce nelle narici.
 
 
POV POUNCIVAL
 
La stavo aspettando da ore ormai... certo il nostro appuntamento di solito era al tramonto  ma come ogni gatto ansioso che si rispetti ero arrivato due ore prima, troppo prima.
Ero disteso a pancia in giù sulla sedia più alta della discarica con una zampa e la coda a penzoloni che si muoveva lenta ed annoiata, il mio sguardo era fisso sull'orizzonte dove la luna cominciava a spuntare timida lanciando bagliori argentei nella notte buia.
Sbadigliai rumorosamente spostandomi leggermente dalla posizione che assumevo ormai da ore,  magari potevo riposarmi mentre l'aspettavo.. solo un pochino.
Chiusi gli occhi per rilassarmi appoggiando il muso sulla zampa ma gli riaprì subito sgranandoli non appena sentii un rumore vicino a me... pericolosamente vicino a me.
Spalancai gli occhi e mi guardai intorno mettendomi in una posizione di attacco, con le unghie sguainate, gli occhi vigili ed i sensi all'erta per ogni evenienza.
Sentii uno spostamento alla mia destra che si stava spostando in quella direzione, dopo era davanti a me come se si muovesse in circolo intorno a me. Stava giocando con me. Stava giocando come se fossi la sua preda.
Fissai un punto sibilando e vidi due occhi rossi allungati che mi osservavano nell'oscurità.
Macavity.
Era davvero lui? Poteva essere davvero lui?
Mi avvicinai di un passo con le unghie sguainate sbattendo le palpebre ma quando riaprii gli occhi erano scomparsi;  che fosse tutto un gioco di luci?
Stavo per riavvicinarmi per controllare meglio quando qualcosa mi piombò sulle spalle circondandomi la vita con due zampe affusolate e un paio di zampe brune si serrassero sulle mie spalle mentre una risata cristallina mi solleticava le orecchie.
Risi anche io mentre stringevo le sue cosce intorno alla mia vita per non farla cadere, -Ciao Jemina...- sussurrai sorridendo, ogni paura era passata come ogni pensiero.
La gatta si mise a giocherellare con le mie orecchie, comportamento che gli era rimastro da quando giocavamo da piccoli; la misi a terra e mi ridistesi mentre lei mi guardava inarcando un sopracciglio. Le feci cenno di sedersi accanto a me mentre mi giravo verso il tramonto.
Lei si appoggiò con il petto premuto sulla mia schiena e il muso appoggiato alle zampe sul mio fianco; questo mi riportava sempre al ricordo di quando eravamo piccoli e sgattaiolavamo fuori dalle nostre tane di nascosto per guardare il tramonto insieme prima che tutti nella discarica si svegliassero.
Mi girai leggermente e vidi la sua testolina appoggiata alle zampe e sentii la sua coda muoversi di scatto come se fosse, nella testa della piccola Jemina ,girasse un pensiero che la preoccupava, ormai la conoscevo troppo bene per non accorgermene.
Mi girai del tutto e lei cadde col muso sul mio petto, rimase in un primo momento un po' sbalordita da quel movimento ma non si mosse -che c'è Jemi?- le chiesi sorridendole nel modo più dolce che potevo.
Lei mi guardò ma non rispose, -che succede?- gli domandai di nuovo, -Munk ha detto che è successo qualcosa... lo dirà stasera ma.. sembrava qualcosa di importante e mi sento un po' preoccupata tutto qui- disse con gli occhi fissi sull'orizzonte dove la luna ormai era sorta per metà.
-Jemina... stai tranquilla, non succederà niente di male. Munkustrap è un bravo protettore e ci proteggerà e poi a badare a te ci sono io non ricordi?- dissi io posandole una zampa sulla testa spettinandole la testa.
Lei rise e finalmente rividi il sorriso che amavo tanto, -ti ricordi ancora quella promessa?- mi disse ridendo, -certo.. l'abbiamo fatta da piccoli ma vale ancora adesso- dissi io guardandola negli occhi castani.
-Per sempre?- disse posandomi una zampa sul naso, era la stessa domanda che mi aveva fatto quel giorno in cui avevo promesso di proteggerla a costo della vita, -per sempre- risposi io.


Eccoci giunti all'ultimo capitolo. Al prossimo!
Grazie per aver letto fino a qui, 
Un bacio, 

Dany
   
 
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