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Autore: theBookThief    03/10/2014    0 recensioni
Vieni, lasciati baciare e ti dirò parole senza parlare.
Lasciati toccare e ti trametterò sensazioni guardandoti negli occhi.
Lasciati spogliare, ti racconterò con i nostri corpi quanto ti voglio…
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo I - PAURA

Ormai la mezzanotte è scoccata da un po' e solo ora sto tornando a casa dal lavoro.
Sono cameriera e sguattera presso un piccolo ristorante, la paga non è molto alta e mr. Sulliver, che è il capo, e gli altri colleghi mi trattano malissimo.
Ma non mi lamento, non posso lamentarmi. Non posso permettermelo.
Sono orfana e ho un fratello che vive in Australia, non si è mai curato di me ma a Natale mi manda sempre la cartolina degli auguri.
Io sono qui, a Jacksonville nel North Carolina, sola senza nessun familiare o amico che si prenda cura di me.
Sono stata affidata ad una famiglia, a cui non importa niente di me o di quello che faccio, perchè non ho ancora la maggiore età. In realtà spero che arrivino presto i diciotto anni per evadere da tutto questo, non ce la faccio a vivere così. Mi sto lentamente sgretolando.
Ho solo sedici anni e non sono una ragazza problematica; anzi sono abbastanza timida: non mi faccio mai notare e nessuno mi nota e forse mi va bene così.
Prima di uscire e di chiudere il ristorante mi do un'occhiata allo specchio appeso vicino all'ingresso.
I lunghi boccoli biondi cadono disordinati sulle spalle, i miei occhi azzurri hanno un'espressione stanca. Sono contenta però, di essere riuscita a perdere quei 5 chili che volevo perdere, ora il mio fisico è più snello e slanciato.
Mi hanno sempre conisderata quella carina a cui, volentieri, darebbero una botta, ma proprio per questo non ho mai lasciato avvicinare nessuno a me, cadendo nell'oblio della solitudine. Sono ancora convinta di aver fatto la scelta giusta.
Vorrei tanto addormentarmi in questo momento e risvegliarmi nei miei sogni. Nei miei sogni mamma e papà ci sono sempre e qualche volta anche Tom, mio fratello. Viviamo in una casa sul lago e passiamo le giornate estive oziosamente.
Loro sì che erano bellissimi. Mamma era stata eletta reginetta della scuola ai suoi tempi, la stessa scuola che frequento io. E papà è stato il suo fidanzato dal secondo anno. Il loro amore era qualcosa scritto nelle stelle, si completavano. Si erano conosciuti in biblioteca con un litigio perchè volevano entrambi l'ultima copia di "Cime tempestose".
Poi a poco a poco è nato l'amore.
Lei cheerleader, lui giocatore di football. Lei capelli biondi e occhi azzurri, lui capelli scuri e occhi nocciola.
Da piccola molti mi dicevano che assomigliavo tantissimo alla mia mamma.
Li ho persi all'età di 6 anni in un incidente stradale. Stavamo andando a trovare la nonna quando la macchina sbandò. Da lì i ricordi si offuscano, ma sento ancora la voce di mia madre che mi canta quella canzone prima di morire.

"Some are like water, some are like the heat
Some are a melody and some are the beat
Sooner or later they all will be gone
Why don't they stay young..."

La voce della mamma era quella di un angelo, era cristallina e melodiosa. Tutti si zittivano quando cantava. Io ho la sua stessa voce, ma fa troppo male cantare e ricordare.

Tolgo il grembiule da sguattera, prendo le chiavi, esco dall'edificio e chiudo la porta.
La brezza serale provoca leggeri brividi alle mie gambe, infatti approfittando delle bella giornata avevo indossato un vestitino a fiori corto e un cardigan rosa cipria.
La luna risplende alta in cielo e illumina la stradina buia che sto percorrendo.
Sento in lontananza l'arrivo di una macchina, mi giro per guardarla un attimo. Sta venendo verso di me. Non essere paranoica, penso.
La macchina è una specie di monovolume nera e si sta accivinando. Mi sorpassa e vedo due occhi al di là del finestrino oscurato osservarmi. Ecco, hai visto? Ti ha sorpassata, non c'era nulla di cui preoccuparsi.
La macchina inchioda.
Ho parlato troppo presto. Voglio scappare, devo. Comincia a correre, forza, su!
Ma sono paralizzata dalla paura.
Le due portiere posteriori si aprono e scendono quattro ragazzi con un giacchino in pelle. Comincia a correre! ORA! Mi giro nella direzione opposta e corro, corro a perdifiato ma loro sono veloci e sono in quattro.
In poco tempo mi raggiungono e uno di loro mi afferra i capelli. Il mio urlo squarcia l'aria e mi ritrovo a terra, la testa tra le mani, accucciata con le gambe sul petto per proteggermi. Le lacrime cominciano ad inondarmi il viso.
 Loro mi sono sopra in un attimo e mi tirano su di peso, mi immobilizzano braccia e gambe.
"AIUTO! Aiutatemi vi prego!" urlo nella speranza che ci sia qualcuno nelle vicinanze.
"Stai zitta o ti ammazzo, puttanella" mi tappa la bocca uno di loro.
"Vi prego lasciatemi andare, cosa vi ho fatto? Viprego! Per favore!" guardo negli occhi il ragazzo che mi ha minacciata ma trovo solo un sorrisino strafottente in risposta alle mie preghiere.
"Quanto fate così, le verginelle impaurite, ispirate sesso molto di più, sai?! Ora sta zitta, alla prossima parola ti ammazzo sul serio."
Mi ammutolisco immediatamente.
Sono Charlotte Marshall, ho sedici anni. Sono orfana e non ho mai avuto una vita normale. Sono "Charlotte la timida" e sono appena stata rapita.



ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutte!
Questo è una storia un po' così scritta di getto, non so cosa ne verrà fuori!
Cosa succedere alla nostra Charlotte nel prossimo capitolo?
E chi sono queste persone che l'hanno rapita?
Continuo solo se riveco almeno 3 recensioni! Per me le critiche sono ben accette, valgono quanto i complimenti ;)
Via lascio la canzone di Charlotte (citata anche sopra):


http://www.youtube.com/watch?v=v2TRnXeiiWQ
  
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