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Autore: Gemma12_5Sos    03/10/2014    1 recensioni
Piccola, stretta nelle mie braccia, intorno a me regnava il silenzio, rotto solo dal mio respiro e dal battito del mio cuore che sembrava scoppiarmi nel petto. Avrei voluto gridare, ma le parole non uscivano, la lingua non riusciva a trasformare in parole il mio pensiero e così anche la mia gola secca. Rinchiusa in cantina dopo l'ennesimo abuso di mio padre, ero da sola.
Una ragazza fragile ed innocente il cui grido di aiuto era il silenzio. Il silenzio di un pesce fuori dall'acqua che muove la bocca, ma nessuno lo sente.
**
E proprio quando avevo perso la speranza di sorridere, è arrivato lui, un angelo, che mi ha portato a vedere la vita con la speranza di poter essere ancora felice.. lui, il mio angelo, si chiamava Luke Hemmings.
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'aria era fresca e il sole stava tramontando. In quel bosco era tutto così tranquillo e sereno, non provavo quella sensazione di pace da così tanto tempo, forse anni. Ero riuscita a fuggire dalla nostra casa che distava poco dal bosco, perciò avevo un po paura che tornasse a prendermi. Già, ho paura di lui.

Io, Mary Smith, ho paura del mio stesso padre e sono sola. Sono vittima dei suoi abusi da quando avevo 10 anni, e precisamente sono passati 6 anni e mezzo. Mia mamma sa tutto, ma è costretta a stare zitta. Non voglio parlare di questo, non me la sento.

Camminavo davanti a quella che doveva essere la casa dei nostri vicini, fino a quando mi accorsi che il cartello di vendita era stato rimosso. Per un attimo sperai che qualcuno l'avesse acquistata, ma era impossibile. Quella casa era in vendita da circa 7 anni. Ci rimasi un po male a non notare la gente in casa, solo roba sparsa in giardino. Avrei tanto desiderato vicini di casa, speravo e pregavo che venissero. Si, perché non avevo amiciNon avevo nessuno.

Le uniche persone con cui socializzavo erano mia madre e il sign. Thompson, il mio insegnante privato. Già, non socializzavo molto. Anzi, direi per niente. Avrei tanto voluto un nuovo amico..

Il sole calò, presto si fece buio e dovevo tornare a casa.

Sospirai, non volevo tornare. Se me lo fossi trovata davanti? Non volevo dormire di nuovo chiusa in cantina. Ma cosa potevo fare? Avevo solo 16 anni, ero troppo fragile ed innocente per affrontare la vita..

Spero che come primo capitolo vi piaccia che continuate leggerlo

BaciNoemi

   
 
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