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Autore: Annrose    03/10/2014    0 recensioni
Un segreto. Tante bugie. Un'epidemia.
Tutto è nelle mani di una sedicenne orfana, che non ha mai smesso di lottare.
Ma la verità fa male... e a volte bisogna tenerla nascosta.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono passati ormai tre anni da quando io e Alys cercavamo risposte. Eravamo pure andate in altri orfanotrofi alla ricerca di persone disposte ad aiutarci. Noah e Nathan sembravano entusiasti, ma da quando la polizia ci ha scoperti abbiamo deciso di lasciare perdere. Non volevamo guai.
È notte fonda, e non riesco a dormire. Stringo il cuscino fra le braccia chiudo gli occhi. Li apro di scatto: un rumore. Nella stanza di Keyla. Mi alzo dal letto con uno scatto, e sento un urlo: Annrose. Corro per il corridoio buio inciampando a ogni passo. Scendo gli scalini e mi precipito nella sua stanza. È in fondo al corridoio, dopo gli scalini, sulla destra.
Keyla giace sdraiata, il petto è immobile e Annrose e Melanie la guardano, fissano i suoi occhi vitrei. Mi avvicino a lei e le controllo i battiti del polso: troppo lenti. Un brivido mi percorre tutta la schiena: mi sento come ieri mattina, quando l’uomo mi fissava dalla porta. Cerco di mandare via le lacrime e digito il numero del pronto soccorso. Nel frattempo Alys e Melanie mi raggiungono, e mi fissano. Nel giro di pochi secondi il colore della loro pelle è passato dal rosa al bianco. Descrivo la situazione singhiozzando e i soccorsi arrivano subito. Troppo tardi.
Annrose si nasconde fra le mie braccia, gli occhi chiusi e le guance lucide. Singhiozza sulla mia spalla. Io sono paralizzata sulla sedia, non riesco a pensare e allo stesso momento penso troppo.
“E’ morta” sussurra Lynn incredula. Continua a balbettare e si accuccia in un angolino assieme a Alys e a Melanie. Si tengono per mano, e mi guardano spaventate.
 “Annie ha solo otto anni” penso stringendola fra le braccia.
“Mi dispiace molto” dice addolorato l’infermiere. “Abbiamo fatto tutto il possibile… e a proposito, abbiamo trovato questa”. Mi sorride timidamente e se ne va, il corpo di Keyla in una bara. È ancora sul letto, e la sua stanza è gremita di poliziotti. Fuori dalla porta i curiosi si aggrappano ai cellulari e alle fotocamere, tentando di documentare l’accaduto. Matite e cappelli spuntano da quella massa di gente.
Mi porge una busta bianca, i nostri nomi scritti sul retro. La apro e inizio a leggere:
Care bambine,
da qualche giorno non mi sento bene. Non volevo farvi preoccupare, quindi non ho detto niente. Mi dispiace, avrei dovuto riferirvi tutto, ma non ce l’ho fatta.
Corinne, hai sedici anni e sei abbastanza grande da capirmi. Prenditi cura delle ragazze, come se fossero tue sorelle. Loro dopotutto sono tue sorelle, in un certo senso.
Alys, tu hai tredici anni, ma ti prego perdonami. Voi non vi meritate tutto questo dolore, ma le brutte esperienze a volte fanno diventare tutto più semplice: si cresce e si diventa più forti.
Lynn, Melanie, Annrose, siete ancora piccole e le mie parole non significheranno nulla per voi. Vi voglio bene, ora Corinne baderà a voi, e mi raccomando non fatela arrabbiare. Ci penserà lei a cantarvi la ninna nanna per farvi dormire, terrà a bada i vostri incubi.
Dopotutto siamo solo tessere di domino: prima o poi cadiamo tutti, ma voi rimarrete in piedi a vedere gli altri soccombere, e voi rinascere. Siete delle guerriere e niente potrà distruggervi. Niente e nessuno. Siete i muri in mezzo alle macerie, le stelle fra le nuvole.
Forse vi divideranno, ma lottate. Lottate perché ne vale la pena, vale la pena volere bene a qualcuno e vale la pena rimanere insieme. Avete tutta la vita davanti e la vivrete al meglio.
Un ultima cosa: a volte alcuni segreti devono rimanere nascosti, perché se si tirano fuori tutto crolla. La verità fa male, e va tenuta nascosta in certi casi. Ma a volte tutto finisce ancor prima di iniziare.
Perdonatemi (la ricetta dei biscotti è nel cassetto della cucina, sotto ai cucchiai di legno),
Lasciate che la speranza diventi vostra amica: prendetela per mano e lasciatevi guidare da lei.
Con amore,
Keyla.
Le mani mi tremano. Ci divideranno. E non potremo impedirglielo. È vero. Siamo tessere di domino, e noi rimarremo in piedi. Ma Keyla si è dimenticata che basta un tocco per farle cadere.
Consegno la lettera a Alys e, assieme a Lynn e a Melanie, ci nascondiamo in soffitta. Vogliamo stare sole insieme, senza polizia e ambulanze. Vorrei che le sirene  fossero nel mare, non in un cono di plastica che suona. Perché quel suono vuol dire sofferenza. Mi ricorda l’urlo di Annie.
Ci stringiamo in un angolino e iniziamo a piangere, facendoci forza l’una con l’altra.  Suonano alla porta, ma noi rimaniamo su finchè non ci vengono a prendere. Alcuni segreti devono rimanere nascosti, ma a volte anche le persone vogliono nascondersi. E il posto più sicuro adesso, sono le braccia delle mie sorelle.
“Domani pomeriggio verrete portate nella vostra nuova casa” dice un poliziotto e ci manda nelle nostre camere. Ma chi può dormire adesso?
Ci riuniamo in un’unica stanza per creare un piano. Domani nessuno verrà portato nella nuova casa.
È buio, ma la luce della nostra unione e speranza brilla più che mai. Nessuno ci dividerà. Rimarremo assieme, costi quel che costi. Con una penna presa dal cassetto di Keyla inizio a scrivere alcune idee. È incredibile. È successa una cosa terribile e riusciamo a pensare lucidamente.
Abbiamo gli occhi gonfi e appena la luce della lampada ci illumina, iniziamo a ridere: abbiamo la faccia rossa e le guance bollenti.
Meglio ridere che piangere no?
Mi addormento quando il sole inizia a svegliarsi.
Sogno l’orfanotrofio. Sono sola e un piatto di biscotti è sul tavolo. Miss Applepie e Miss Jennifer mi fissano dalla poltrona, gli occhi iniettati di sangue. Si alzano e iniziano a rincorrermi, io scappo tento di nascondermi ma loro mi trovano sempre. Keyla è in fondo al corridoio, ha gli stessi occhi delle bambole e canta una canzone:
Le senti quelle voci? Quelle voci senza eco, le parole morte prima ancora di uscire. Le labbra secche e incapaci di muoversi, la voglia di gridare. Tutto si dissolve e smetto di tremare”.
Chiudo gli occhi: il profumo dei biscotti riempie l’aria, che diventa calda e piacevole sulla pelle.
La verità fa male, e va tenuta nascosta in certi casi. Tutte queste lacrime diventeranno vapore. Piccole nuvole che si aggiungeranno a una tempesta. Fulmini colpiscono il mio cuore, un orologio scocca l’ora esatta. Ora di tornare.” continua.
Un urlo mi si spezza in gola e mi sveglio. Ho le guance bollenti, sono una bomba pronta a esplodere. Un esplosione che non puoi trattenere, un’energia inarrestabile.
Sono inarrestabile. Frugo nel cassetto e trovo gli appunti che ho scritto assieme a Noah e Nathan.
“Articolo numero uno, P49-A” sussurro sfogliando le pagine. I misteri mi attraggono, il pericolo mi attrae. Voglio trovare una risposta a tutti quei punti interrogativi che viaggiano nella mia mente. E la troverò, fosse l’ultima cosa che faccio. Guardo le mie sorelle dormire per qualche secondo, poi lascio un biglietto sul pavimento e esco dalla finestra. Mi aggrappo al cornicione e salto.
 
  
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